[immagine di Clara Beatriz]
a cura di Biagio Accardo
C’è un tempo nel quale noi e il mondo siamo una sola cosa? C’è uno stadio della vita in cui il disegno dell’Essere e dell’esserci coincidono? Forse sì. La ricerca di questa immagine originaria
( l’arché dei presocratici, la meta luminosa e, nello stesso tempo, oscura, cui tendevano i grandi mistici, l’e-stasi di cui ebbe a parlare Plotino), ovvero la ricerca di questo intero, costituisce la materia soggiacente a tutte le 100 poesie di Franca Alaimo, nel libro edito di recente da peQuod, per la Collana Portosepolto. All’altezza ormai del suo vastissimo e profondo magistero poetico, l’autrice indaga l’inafferrabile natura del nostro esserci, quell’ “ininterrotta notizia che dal silenzio si forma”, (1) per dirla con Rilke; quello spirare di un dio di cui non riusciamo mai a figurarci il volto, mossa da un’unica e forse ultima ambizione, quella della totalità. Non è forse questa la vocazione che il grande poeta austriaco, Rilke, vero maestro della nostra autrice, affida al suo Orfeo, quando nel nono sonetto canta? : “ Solo colui che anche tra ombre/levò la lira,/può con cuore presago cantare/ la lode infinita… Solo nel duplice regno/le voci si fanno/ miti ed eterne”.
Poesia dunque come parola della totalità, parola che vuole ricomporre l’originaria ferita dell’ esserci, perché, per il solo fatto d’essere stati vissuti, e di viverli, “ i dolori sono tali per darci infine più frutto” (2); poesia come itinerario poetico di ricomposizione, come vedremo dopo, che si snoda attraverso una geografia spirituale nella quale trovano posto creature semplici e umili, colme di una bellezza indicibile; mediante un linguaggio meditativo, quasi sapienziale che, lontano da ogni impellenza del dire, ha acquisito una sua più rarefatta essenzialità che consente a chi legge di entrare subito in sintonia con l’anima della scrittrice.
Si tratta di un viaggiare, poesia dopo poesia, per territori in cui non servono più indicazioni, si tratta di un andare per terre che solo i poeti “sciocchi e beati” sanno percorrere. Chiaro è lo scopo: ricongiungersi con “quell’acqua di Sorgente” da cui tutto ha preso inizio. Continua a leggere→