Annalisa Rodeghiero, è nata ad Asiago nel 1958, vive a Padova dove si è laureata in Scienze Biologiche. Ha pubblicato: Percorrimi tutta (2013), Di spalle al tempo (2015), Versodove (2017), Incipit (2019), A oriente di qualsiasi origine (2021) tutti premiati in concorsi letterari nazionali. È collaboratrice del periodico online Alla volta di Leucade. Suoi testi poetici e note critiche appaiono in riviste, lit-blog e in numerose antologie tra cui: Il padre di Nazario Pardini (2016), Il segreto delle fragole 2018 Agenda Poetica, LietoColle, Lunario in versi (11 poeti italiani) iPoet 2018 di LietoColle, Antologia proustiana 2018: Cherchez la femme – di Aa Vv La Recherche.it, La madre Secondo Quaderno di poesia del Gruppo poeti UCAI (2019), Antologia proustiana Una notte magica di La Recherche (2019), Fra gli ultimi del mondo – Vol. 3 Dedicato alle ultime del mondo, Giovane Holden, 2020, Il dono del Logos Terzo Quaderno di poesia del Gruppo poeti UCAI, 2021 e in moltissime antologie legate a premi letterari. Sue poesie e note critiche di testi sono contenute nel IV volume Lettura di testi di autori contemporanei curato da Nazario Pardini (2019).
XV
Se questo silenzio è l’eco di polvere
sul disordine di abbandoni inspiegati
e delle colpe
se le madri anche avessero sbagliato
nella bontà, se nella semina
avesse avuto radici storte il seme
e il tropismo della terra non ne avesse corretto
il verso, servirebbe ora sfasciare
– invocato, dei semi maturi, il dio – per ricostruire a norma,
a norma sgusciare come il giorno
nella chiarità- origine, distesa arata, solco.
Il corsivo rimanda a «So milde wie Erinnerung» della raccolta Dir zur Feier di Rainer Maria Rilke, traduzione di Raffaella Fazio, in Silenzio e tempesta, Marco Saya edizioni, 2019.
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XVI
Essendo presenti a tanto stupore, trattenere l’oro dell’alba
sui boschi ancora neri del nord, nella ferita dei venti,
delle radure il respiro – dei semi deposti dai merli.
Come torbiere custodire antiche memorie nel fondo.
Imparare dai campi riarsi, il sogno di neve.
Cancellarsi come neve, come neve crearsi.
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XXIX
Comunque guardarsi intorno
da un punto distante, avvertire
nella fatica d’argine – agitarsi il fondo,
acqua anarchica nel ribaltamento.
Sarà questo gonfiarsi d’anse rabbiose
a condurci dove si rammendano le colpe,
inconsapevoli di cosa rimarrà
nell’iride della mancanza
quando spossati torneremo
– nel nulla, nel tutto – che siamo.
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XXXI
Anche per l’amore, due sono le rive,
una per la nostra andata, l’altra per il suo ritorno.
Servono sterrati di selva
che assorbano nebbia d’inverni
di smisurate pretese, dove persino la pernice
potrebbe scordare l’utopia primaverile d’ala.
Mantenere intatta la spinta d’anima selvatica,
esistere nella chiarità del lampo
che ci investa come scroscio d’aprile, la durata.
Il corsivo rimanda a Pontieri di René Char, traduzione di Massimo Scrignoli in Lieve a portare (quaderno di traduzione, 1982-2009), Book Editore, 2009.
*
L
Ma solo verso sera
quando la neve stende silenzi
sui tetti di lamiera e sui cancelli
se di tepore illumina i campi e le pietrose siepi
e ammanta bacche stinte di roseti
nei cortili
– la casa ritorna alla casa –
e il fuoco alla casa.
Qui io sono, dove sono assenza e quiete,
nel tempo eternamente presente
giunta da dov’ero partita
da dove non ero partita.
“La poesia della natura assume spesso connotazioni paniche, che però non rimangono mai fini a se stesse ma si compongono in una riflessione articolata sul senso della vita, sui limiti e sull’ambiguità della bellezza e dell’amore, per cui (…) nell’opera di Rodeghiero, non mi pare si possa semplicemente, come pure è stato fatto, parlare di idillio o di elegia d’amore, quanto piuttosto di una meditazione appassionata e fiduciosa, pacata e intensa, ricchissima di variazioni e riprese, sull’essere nel tempo, sull’impermanenza della visione, sulla precarietà della vita in tutti i regni del creato, dalla chimica elementare all’alchimia poetica.”
Dalla recensione di Giuseppe Martella per A oriente di qualsiasi origine, Arcipelago Itaca Edizioni, 2021