Poesia italiana del XXI secolo

Christian Sinicco è nato a Trieste nel 1975. Nel 2003 diviene caporedattore del magazine Fucine Mute, tra i primi periodici multimediali ad essere iscritto nel Registro Stampa (1998): firma articoli e interviste (ad esempio a Mario Luzi, Maria Luisa Spaziani, Franco Loi, Maurizio Cucchi) e avvia il progetto di catalogazione delle opere di poesia delle generazioni nate a partire dagli anni Settanta, collaborando anche con Pordenonelegge.it per il Censimento dei poeti. Partecipa ai blog Absolute Poetry e Village di Libri Scheiwiller e, dopo la pubblicazione nel 2005 di Passando per New York (Lietocolle) numerose sono le sue letture, performance e concerti, anche con la rock band Baby Gelido, in Italia e all’estero. Nel 2008 vince il Trieste International Poetry Slam e nel 2013 diventa il primo presidente della LIPS – Lega Italiana Poetry Slam. Nel 2008 inizia a collaborare con Argo per cui cura la ricerca sulla poesia dialettale italiana sfociata nel 2014 nell’antologia L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine edizioni). Sempre per la rivista Argo cura tre annuari di poesia internazionale e dal 2017 dirige il magazine Poesiadelnostrotempo.it. Nel 2019 pubblica Alter (Vydia editore) e nel 2022 Ballate di Lagosta (Donzelli editore). Dal 2019 è Presidente del Premio Letterario Internazionale Franco Fortini.

  • Foto di Daniele Ferroni

Ballata di Marija

fiorì la madre tra il finocchio e i suoi angeli gialli
fioriscono in processione a due a due uomini e donne
è fiorita la valle prima di quel suono di campane
il 15 agosto si staglia da secoli nelle pietre, ora e sempre
sul sagrato e poi giù per le case e le scale
sulla bella di notte c’è ancora il tramonto di ieri
e di tanto in tanto il paese chiama Marija,
i pistilli ubriachi, le semenze di tomba

i campi di Lastovo il colibrì li ricorda
come covo di pirati – pare che nulla cambi
così con la squilla ti batti il petto
e il mare è il suo sarcofago e il ritmo

quale giorno sia, smemorato arrivi alla chiesa
quanti giorni sei stato nei sogni e ti sei fatto sorprendere?
è questa la sveglia: lo sanno il prete,
i cesari, la campana e la valle
e il medioevo alle spalle inanella i vitigni
se la processione andasse più su
penderesti dalla forca dei perdimenti nel forte francese
Marija non lo sa, e mi ha accolto lo stesso

Marija è vestita di porpora e si prepara alla festa
è una madre fiorita nel cuore di un’isola
petali di bouganville la processione calpesta
scendendo al cimitero, salendo di nuovo alla chiesa

Marija è in ogni mattina e intona l’universo nei salmi
come il cemento della strada si è sparsa nel punto delle cose
è la voce del mio silenzio finalmente rapita
con una viola tra i capelli e sulle rughe

*

l’isola è un uomo,
il suo cuore l’estasi e la sua lingua
estesa ovunque, liquida,
ma dopo la tempesta
i colori dell’erba sono bruciati,
il paesaggio si è raffreddato
e ha spinto un vento ignoto
il ciclone dell’inverno tra le barche,
e nessuno ricorda
le parole disperse sul cielo nero,
i nomi morti nel Mediterraneo

*

e tu tornerai ogni giorno all’alba
con gli spazi vuoti da custodire:
tra le pietre scolpite
la linea della costa
sarà mutata, ed io non saprò
di te, se ti tufferai
o scenderai tra i gradoni
di calcare e poserai
sopra la posidonia
la tua sagoma di uomo
che continuerà a muoversi con le onde,
che continuerà a crescere dopo di me,
dopo la mareggiata
e l’erosione della nostra memoria

Da Ballate di Lagosta, Donzelli editore, 2022.

Il termine hybris, ovvero la tracotanza riferita all’azione ingiusta o sbagliata che continua a produrre effetti visibili e nefasti nel presente, è uno dei temi di Ballate di Lagosta https://www.donzelli.it/libro/9788855221955 (Lastovo in croato) pubblicato da Donzelli editore a gennaio. Si vive come nei sogni, dove si annidano i simboli che ci umiliano e corrono senza che si possa fermarli… Si vivono i sogni indotti dall’età dei consumi, finché l’eco di una guerra sveglia con il fragore. Queste poesie, ballate, salmi, rap e sonetti, vorrebbero aprire delle fessure per osservare la realtà sopra la brutalità dell’umanità e l’inazione della politica, nonché stabilire delle distanze tra noi e ciò che prende il sopravvento, il sentirsi inermi e senza risposte di fronte a tutto ciò che a sua volta sovrasta e di fronte alla sparizione. Un gruppo di persone diverse, che vivono in un’isola dimenticata, prendono consapevolezza e cercano risposte, consegnano significati e suoni ai ritmi della poesia, e questi movimenti si contrappongono a quelle simbologie che ostacolano il riconoscimento della dignità umana, il diritto all’esistere e all’amare. Ho scritto questo libro perché penso che una comunità umana sensibile sia sempre più necessaria, oltre la corsa verso il presente di tutti i simboli dell’orrore della storia umana.

(Christian Sinicco)

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