Evgenij Evtušenko
“Arrivederci, bandiera rossa”
Poesie degli anni Novanta
Cura e traduzione di Evelina Pascucci
Edizione integrale
Prima edizione: giugno 1995
Tascabili Economici Newton
5. Felice di essere stato tradito e calunniato
…in tarda età ho capito
la miseria tutta di una irruenza sfrenata
e la preziosità
di un pacato amore…
LACRIME TARDIVE (25 agosto 1994)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
“Wasserklavier” – Luciano Berio
piano : Marinos Tokas
~~~~~~~~~~~
Gli animali sono popoli altri e di razza
non inclini al pianto, come gli umani.
Ma piangono, non ubriachi — sobri, i cani.
La vecchiaia le lacrime tira loro fuori.
Ai cani nettano gli occhi con gli orecchi, perché
lacrime di vecchiaia la vita non gli ostacolino.
Avvisteresti forse una volpe o una lepre
quando lacrimano i tuoi occhi di cane?
Nell’infanzia, profuso, niagarico il mio pianto,
talvolta simulato e non senza talento.
Le lacrime tardive sono un’impresa, —
ho paura con esse di turbare l’intesa.
Sempre più spesso, nell’espirazione confondendo
i singhiozzi, assisto impietrito alle messe di requie.
Ho preso con gli occhi ad intendermi,
perché si intendano essi con le lacrime.
Non solo piangere volevo — come cane ululare quando
di bara tinta di fresco, di nuovo si diffuse odore
e accanto, la tomba inghiottiva l’amico e per piangere
non c’erano forze, né forza c’era per non piangere.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok
Evgenij Evtušenko
“Arrivederci, bandiera rossa”
Poesie degli anni Novanta
Cura e traduzione di Evelina Pascucci
Edizione integrale
Prima edizione: giugno 1995
Tascabili Economici Newton
5. Felice di essere stato tradito e calunniato
…in tarda età ho capito
la miseria tutta di una irruenza sfrenata
e la preziosità
di un pacato amore…
LACRIME TARDIVE (25 agosto 1994)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
“Wasserklavier” – Luciano Berio
piano : Marinos Tokas
~~~~~~~~~~~
Gli animali sono popoli altri e di razza
non inclini al pianto, come gli umani.
Ma piangono, non ubriachi — sobri, i cani.
La vecchiaia le lacrime tira loro fuori.
Ai cani nettano gli occhi con gli orecchi, perché
lacrime di vecchiaia la vita non gli ostacolino.
Avvisteresti forse una volpe o una lepre
quando lacrimano i tuoi occhi di cane?
Nell’infanzia, profuso, niagarico il mio pianto,
talvolta simulato e non senza talento.
Le lacrime tardive sono un’impresa, —
ho paura con esse di turbare l’intesa.
Sempre più spesso, nell’espirazione confondendo
i singhiozzi, assisto impietrito alle messe di requie.
Ho preso con gli occhi ad intendermi,
perché si intendano essi con le lacrime.
Non solo piangere volevo — come cane ululare quando
di bara tinta di fresco, di nuovo si diffuse odore
e accanto, la tomba inghiottiva l’amico e per piangere
non c’erano forze, né forza c’era per non piangere.
“ Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.”
Un pacato, indispensabile, amore.