Archivio mensile:Ottobre 2016

Pierre-Yves Leprince, Il taccuino perduto. Un’inchiesta di Monsieur Proust

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Negli alberghi può succedere di tutto. Se poi a occupare la stanza numero 22 dell’Hôtel des Réservoirs, affacciato sul parco di Versailles, è Marcel Proust, si capisce che la faccenda si fa davvero intrigante. Siamo nel 1906, il futuro autore della Recherche lì alloggia mollemente segregato in attesa che l’appartamento parigino che abiterà nei successivi anni, al numero 102 di Boulevard Haussmann, sia pronto. Come trascorre il proprio adorato Tempo? Prendendo appunti e osservando scrupolosamente “la grande nemica dell’alta società: la realtà”. Attratto dalle emozioni e dal gusto del Vero, che “annoia o sconvolge”, il trentacinquenne inquieto ospite smarrisce uno dei preziosi taccuini su cui verga le prime battute di quello che sarà il suo capolavoro. La camera viene messa a soqquadro ma non c’è cameriera che riesca a trovarlo. Il portiere, Massimo, affida quindi la petit recherche al giovanissimo Noël, fattorino diciassettenne dell’agenzia “Bâtard e figli, pedinamenti e indagini di ogni sorta”, e, al presente, voce narrante dell’intera vicenda, ricostruita a distanza di ottant’anni dai fatti. Continua a leggere

Due libri sui ‘nostri’ gatti

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di Guido Michelone

Il gatto è forse l’animale più raccontato, simboleggiato, rappresentato, evocato dalle arti in quasi tutte le civiltà umane dalla pittura alla poesia, dalla narrativa alla scultura, dal design al fumetto, dalla fotografia al cinema. Persino su Facebook il felino vanta il maggior numero di post affettivi, elevandosi quale argomento principe fra i numerosi discorsi interconnessi. Continua a leggere

68. La speranza

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Spiegare cosa fosse la speranza cristiana era un compito arduo, in quel periodo. Per chi fosse avvezzo al linguaggio delle profezie non poteva essere un problema: sullo sfondo oscuro degli eventi, la salvezza era un punto luminoso, inconfondibile. Solo la coscienza esatta del male avrebbe potuto avvertirci del bisogno urgente di salvezza. La narcosi imperante, invece, imponeva le lenti rosa dell’illusione a buon mercato, la fiducia malposta in un buonismo che avrebbe lasciato con la bocca amara.
Pensavamo alla domanda di Dio al profeta appena convocato: Cosa vedi, Geremia? Vedo un ramo di mandorlo, Signore.
Mandorlo, in ebraico, significa anche “vigilante”. Il profeta era un’insonne sentinella chiamata a tenere gli occhi del popolo vigili sul tempo che veniva. Un compito scomodo, soggetto a ogni forma di critica e obiezione, ironia e perplessità.
San Massimo il Confessore, uno dei grandi Padri della Chiesa, diceva che i vizi provengono da due attitudini interiori: la ricerca del piacere e la fuga dal dolore. Mai come allora, la società narcisistica – com’era stata definita – pareva soggetta a questi sbandamenti, opposti ma complementari. La perdita di Dio, del rapporto personale e profondo, aveva aperto la strada a ogni forma di presenza surrogata, esasperando, insieme, la morbosità e la fuga.
Come venire a capo di una distanza in apparenza incolmabile?
Sapevamo di dover restare saldi, costanti nell’annuncio, premurosi nelle spiegazioni, comprensivi nei confronti degli scettici e di quelli che, in nome di una falsa nozione di speranza, negavano l’urgenza della conversione. Sì, la speranza era proprio l’aggrapparsi alle ali di Dio, che avrebbe sostenuto coloro che accettavano di aprire occhi e orecchi alla sua eterna parola di salvezza: “quando vedrete queste cose, alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

La meccanica del pane. Poesie 2010 – 2015 (Castelvecchi, 2016). L’urlo e il furore di Michele Caccamo

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La meccanica del pane di Michele Caccamo non è una comune raccolta di poesie. E’ un unico testo lancinante, un palinsesto che copre cinque anni terribili della vita e della scrittura di questo uomo-poeta. E’ un lungo e intenso piano sequenza del dolore pari solo al penetrante sguardo della cinepresa di Aleksandr Sokurov. E’ una ballata alla Woodie Guthrie che accompagna con il ritmo della scrittura l’epopea degli sconfitti in questa nostra Grande Depressione Civile. I suoi versi fanno salire dal fondale più profondo dell’anima uno Spiritual contro la schiavitù della giustizia. Anche i girasoli si accordassero/ sarebbero angeli sorveglianti/ quanto le anime pulite/ degli ultimi campagnoli/ che hanno il cuore spaccato/ dalle concimazioni genetiche(…).

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Il Moonlanding di Dalla Porta

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di Guido Michelone

Talvolta anche su ‘La Poesia e lo Spirito’ occorre parlare di musica, soprattutto quando i dischi hanno un risvolto poetico. Il nuovo disco Moonlanding, a nome del Paolino Dalla Porta Future Chamber Quartet, idealmente comincia con l’esergo ad apertura di booklet: è una frase dalle lezioni americane di Italo Calvino il quale dice: “Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio”, a cui sembra fare da eco lo stesso autore che Dalla Porta inserisce a pié pagina: “Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica”. Continua a leggere

Sincronicità

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di Riccardo Ferrazzi

Fortunatamente non tutti gli scienziati si lasciano bloccare dai loro tabù. Dato che la via maestra per risolvere i problemi consiste nel formulare ipotesi che poi devono essere verificate, ogni tanto a qualcuno capita di uscire dai binari.
Nel secolo scorso medici, storici, etnologi e antropologi hanno svolto indagini nei campi più disparati, arrivando a sfiorare forme di commistione con discipline trascurate dalla scienza ufficiale; ma nessuno era arrivato a formulare una teoria generale sui fatti “casuali” e nemmeno a indicare un metodo di indagine. Fino a quando Carl Gustav Jung (che, se non il padre, è come minimo lo zio della psicanalisi) pubblicò nel 1952 un saggio intitolato “Sincronicità come principio di nessi acausali”. Continua a leggere

La mostra sul libro Cuore – al Borgo Medievale di Torino

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Il Borgo Medievale di Torino ospita fino al 26 febbraio 2017 una mostra dedicata al libro “Cuore”. L’esposizione si intitola “Cuore, heart, corazon, du coeur, Srdce…- Immagini e percorsi alla scoperta del libro Cuore di Edmondo De Amicis” ed  è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso 17.15), con biglietto ad 1 euro. Si tratta di una piccola ma interessantissima esposizione che si sviluppa su due sale del Borgo Medievale, rintraccia la storia di “Cuore” ed è possibile ammirare documenti e libri d’epoca. Il museo torna così ad occuparsi di letteratura per l’infanzia con questa mostra prodotta in collaborazione con la Fondazione Tancredi di Barolo – MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia)

La relazione del pubblico con questo libro fondamentale della letteratura del nostro paese è una relazione forte e non sempre facile. E vale la pena di riesaminare il contenuto di “Cuore” – di quello che fu un best seller – e le letture critiche, gli adattamenti, i risultati editoriali e le implicazioni culturali. Ho rivisto con piacere, e un pizzico di commozione, alcuni spezzoni dal film-tv di Comencini ed un album di figurine, il vecchio album di figurine che avevo alle elementari, legato alla serie televisiva. Ah, dimenticavo, ho scoperto che, all’epoca del libro, esistevano cartelle in legno, ne ritrovate una esposta a “Cuore, heart, corazon, du coeur, Srdce…- Immagini e percorsi alla scoperta del libro Cuore di Edmondo De Amicis”, una tappa da non perdere nella vostra visita a Torino.

Max Ponte

Valentina Colonna

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La poesia che apre LA CADENZA SOSPESA, la raccolta poetica di Valentina Colonna, edita da Nino Aragno Editore di Torino nel 2015

Valentina Colonna nasce a Torino nel 1990. Ha pubblicato nel 2010 la sua prima raccolta di poesie Dimenticato suono (Manni) e nell’autunno 2015 è uscito il suo nuovo lavoro La cadenza sospesa (Nino Aragno Editore). Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, spartiti musicali e CD. Laureata in Lettere antiche, si è diplomata in Pianoforte e ha conseguito il Máster Universitario en Interpretación de la Música Antigua presso l’ESMUC e la UAB di Barcellona. Nel 2015 è stata invitata a scrivere e condurre sei puntate radiofoniche sul tema Musica poetica: la retorica del Barocco per Radio Vaticana, per la quale ha anche ideato e condotto il nuovo programma Le parole della musica. Attualmente si sta specializzando in Scienze linguistiche (indirizzo storico) presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi sulla prosodia della poesia di Giorgio Caproni e sta lavorando a diversi progetti artistici.

La pagina dedicata al libro sul sito di Aragno

Il sito personale di Valentina Colonna

67. Le ceneri del vecchio

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Non si trattava della fine del mondo, del giorno e dell’ora che nessuno conosce. Era invece il momento in cui tutto sarebbe passato nel crogiolo della purificazione, attraverso le tappe della divisione da Dio (il fondamentalismo religioso), la divisione dall’altro (la guerra) e la divisione da se stessi (lo scisma ecclesiale). Dicevamo sempre che occorreva tener d’occhio queste tre direzioni, per comprendere il corso presente della storia. Ricordavamo le parole di Gesù, le dichiarazioni che in molti rimuovevano, perché non rispondenti all’atmosfera del tempo, alle esigenze del politically correct: “se non vi convertirete, perirete tutti nello stesso modo”. E da cosa ci dobbiamo convertire? si chiedeva la maggior parte della gente. Si era perso il senso della trasgressione, a partire da quello che la teologia continuava a chiamare “peccato originale”. Il simbolo del libro della Genesi era chiaro: l’uomo coglie il frutto dell’albero dell’Eden, per cui, da quel momento, sarà lui a stabilire cos’è bene e cos’è male. Il suo giudizio vale quanto, anzi più di quello di Dio, che forse non esiste. Da allora in poi, cioè da sempre, il disordine è entrato nel mondo, l’anarchia etica da cui discende ogni sorta di prevaricazione, di deviazione, d’ingiustizia. Il male cresce, e con esso il dolore, il malcontento, il seme dell’infelicità. Quando il male si moltiplica, non ha più freni: perde la misura e il senso delle cose, e precipita verso l’autodistruzione. Questo era il momento che ci era dato in sorte. Da tempo circolavano avvertimenti dall’alto, inviti a una sincera conversione, a un ritorno a Dio, al riconoscimento di un legame strutturale fra Creatore e creatura. Non era la fine, ma un inizio nuovo, nato dalle ceneri del vecchio.

Io bucherei a sassate la testa degli ‘ndranghestisti (per affiliare la Calabria all’onore)

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di Michele Caccamo

Ecco, ve li offro i miei prigionieri della tristezza: quegli uomini comuni che rimangono pazienti in attesa del Paradiso, o dell’Inferno che sia.
Da questa parte della terra la luna ha un lavoro consueto: cade in mezzo alla notte aprendosi chiara e straziante, come volesse mettere un gioiello, un giglio per l’eterno nei paesi; come volesse dare la parola alle strade.
C’è anche qualcuno che pigramente aspetta cada l’istante dell’estasi, o che la libertà diventi definitivamente legale.
Eccole, in Calabria, le ore dilette dai sogni. E allora tutto ha il senso della risurrezione, delle cravatte rosse come sete lucenti nella pena. Continua a leggere

Bruges la morta

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Georges Rodenbach (1855-1898) pubblicò quel piccolo gioiello che è Bruges la morta (ora di nuovo per Fazi nella traduzione di Catherine McGilvray, pp. 105, euro 15) a puntate, su «Le Figaro», tra il 4 e il 14 febbraio del 1892; una maniera alquanto decadente, questo “studio delle passioni” umane, di celebrare la festa degli innamorati. Le passioni ne escono frastornate, allibite, massacrate. La storia – che tra l’altro fu, per Pierre Boileau e Thomas Narcejac, tra i semi del loro noir D’entre le morts (La donna che visse due volte, in Italia, da cui Hitchcock trasse il film Vertigo) – è quella di Hugues Viane, vedovo da un lustro, trasferitosi nel capoluogo delle Fiandre occidentali perché quella città dalla pelle vellutata, col suo Beghinaggio e “le note salmastre delle campane di parrocchia”, rappresenta un’equazione perfetta tra la sposa deceduta e la morte del tempo che tra i quais funerei è perpetuamente celebrata. Aggrappato al mistero delle danze macabre e ammaliato dai reliquiari bisbiglianti la memoria della giovane moglie – sotto teca, perfino la fatal treccia degli ultimi giorni di malattia –, Hugues, ebbro di salvifico dolore, riedifica la grande piramide della religiosità infantile sulla cui vetta siede la speranza. Di riunirsi a lei, un giorno, di mandar lontano l’impulso di togliersi la vita. Continua a leggere

Habeas Corpus, di Pasquale Vitagliano

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di Augusto Benemeglio

Ci siamo rivisti, con Pasquale Vitagliano, dopo qualche anno, il 2 ottobre u.s. per la presentazione del suo ultimo libro, “Habeas Corpus”, al Pentatonic, Eur, Roma, grazie alla affettuosa ospitalità   di Anna Maria Curci.  Quando incontri uno come lui , che è un uomo impegnato su più fronti, quello di giustizia  , in primis, sai che la sua poesia non sarà evasione né tantomeno sublimazione spiritualeggiante della realtà. La sua poesia è più realista delle cronache politiche, dei reportages su una guerra o su un’epidemia, sulle poroblematiche dei disabili, o delle relazioni sui bilanci e sui deficit. Continua a leggere

L’ANGELICO CERTAME, la nuova gara poetica! Tutto il regolamento

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L’ANGELICO CERTAME è una gara poetica ideata e progettata dal poeta Max Ponte, presentata al pubblico il 9 settembre 2016 a Torino. Il primo appuntamento si terrà sabato 5 novembre alle ore 21 al Polo Culturale Lombroso 16, sempre a Torino. Trovate l’evento FB qui. 
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SUL TAMBURO n.26: Francesco Azzirri, “Sostanze in fiera”

francesco-azzirri-sostanze-in-fieraFrancesco Azzirri, Sostanze in fiera, Buccino (Salerno), Eretica Edizioni, 2015

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di Giuseppe Panella

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I quattro elementi sono al centro della ricerca poetica che inaugura questa prima produzione lirica di Francesco Azzirri. Acqua fuoco terra e aria si inseguono e si susseguono in un andirivieni di sensazioni, di sogni, di incerti movimenti e di osservazioni puntuali.

Nell’aria predominano le Creature, esseri un po’ misteriosi e un po’ fatui che si aggirano per il mondo cercando di farsi comprendere dagli uomini e dando loro l’occasione di stupirsi:

«Il maledetto (o impiccato). Strapiombo d’altura / giaciglio sghembo / riempito / da un albero aggobbito. // Il ramo s’inchina / tra ruvide braccia / galante s’insinua / nel vuoto s’affaccia / disposto ad amare / la forca di cordame. // E gira a mezz’aria / l’umana vertigine / in tenebra giostra. // Sconfitta creatura / – rondella carnale – / al margine, in bilico / perno infernale. // La fronte rivolta / in cielo di vene / tra nuvolo marmo / specchiato di fiele. // Immerso nel vuoto / perso è il traguardo / al prodigo ed aulico / voltato lo sguardo. // E cercano gli occhi / permeati del torto / l’appiglio di un conforto» (p. 19).

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LA LETTERA SCARLATTA. Rivelazioni, recensioni, recuperi, rigetti, rassegne, rarità, rotture e altro di Pasquale Vitagliano

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E’ sicuro che fu femmina…

Se posso essere politicamente scorretto, il tema sessuale nello scontro Trump-Clinton è davvero ipocrita (pur se mai voterei il tycoon arancione). Denunciare il maschilismo del candidato repubblicano di fronte alla moglie di un presidente democratico messo sotto accusa per aver negato i suoi fugaci rapporti con una stagista è davvero grottesco. Hillary restò allora imperturbabile come una quercia. Ed eccola prendersi la rivincita sul marito e sui maschi in generale, giocandosi la possibilità storica di diventare il primo presidente degli Usa di sesso femminile. Sarà, tuttavia, il secondo presidente Clinton. E non Rodham (come da nubile).

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BUONA LETTURA: Marino Magliani. Dal fondo della tana. Conversazioni con Marco Scolesi”

Buona lettura è una rubrica curata da Mara Pardini. Uno spazio per “assaggiare” libri buoni, ovvero utili, piacevoli, intelligenti, capaci di lasciare un segno nell’immaginazione di chi li sfoglia.
Un taccuino per catturare le impressioni, i messaggi e le parole che escono di pagina in pagina ma anche per incontrare scritture nuove e legate all’attualità.
Un angolo per parlare di libri e condividere il gusto di una buona lettura


È un viaggio attraverso la sua scrittura, il suo tempo, il suo spazio: attraverso se stesso.

È il libro Marino Magliani. Dal fondo della tana. Conversazioni con Marco Scolesi (Philobiblon Edizioni, 2016), che propone al lettore la visione di Magliani, ovvero il suo modo di guardare e di tradurre le cose, in un momento in cui la sua scrittura diventa più inventiva e più intima.

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DENTRO AL NERO

Da Il primo amore

Dentro al nero

Rileggere It di Stephen King a trent’anni dalla sua uscita

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“Sei già stato qui”, sembra dirci Enrico Macioci nelle righe che seguono. Dovete sapere che lui è Bill, ma è anche Mike. E vi sta ricordando una vecchia promessa che forse avete dimenticato.

L’estate scorsa rileggevo, dopo lungo tempo, It. Avanzando nella lettura calcolavo che It quest’anno compie trent’anni e che dopo trent’anni un libro comincia ad essere pronto per un bilancio obiettivo. Talora condividevo le mie impressioni su facebook – It mi sembrava perfino migliore di come lo ricordassi, un romanzo davvero straordinario – e m’imbattevo, fra gli altri, in commenti piuttosto sbrigativi. Mi son messo a riflettere. Che ancor oggi si possa con facilità giudicare King indegno di sedersi allo stesso tavolo di Philip Roth o Bernard Malamud (non cito nomi a caso…), rappresenta per me un problema relativo. Suppongo non sia affatto un problema per chi esprime tali certezze, purché sappia ciò di cui parla; però mi si aprì dinanzi un tema più ampio. La cosiddetta cultura è un’entità bizzarra; spesso somiglia all’infrangibile cupola di vetro che compare in un altro romanzo di King, Under the dome: o sei dentro o sei fuori. Continua a leggere

Bob Dylan Nobel

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di Guido Michelone

 

“Bravo Bob, bravo, il Nobel di Dylan è il Nobel di una generazione. Chi è rimasto di noi dovrebbe esserne fiero. Bob Dylan è la vera, unica eredità della Beat Generation nel XXI secolo”: è il novantasettenne poeta beat Lawrence Ferlinghetti a parlare, il quale aggiunge: “Con la musica ha fatto arrivare la poesia dove non era arrivato neanche Ginsberg. Mentre gli intellettuali dormono, l’Accademia di Svezia ha avuto coraggio: questo è un premio all’America sconfitta di Steinbeck. Dovevano dargli anche quello per la Pace”. Continua a leggere