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Archivio mensile:Giugno 2021
Coscienza
Lirico terapia. Fina García Marruz, Ormai anch’io sono insieme agli altri.
Ormai anch’io sono insieme agli altri
Ormai anch’io sono insieme agli altri
che dicevano guardandoci, con aria
di sì tenue tristezza «Su, giocate>>
per allontanarci. E nella penombra bella
delle panchine serali del parco
di che parlavano, di’, e chi erano?
Superiori, come dei, facevan pena.
Si somigliavano molto quando lenti
ci guardavano distanti, come un gruppo
di alberi uniti da un giorno d’autunno.
Ormai anch’io sono insieme agli altri
di cui ci prendevamo gioco a volte,
lì come dei tonti, così stanchi.
Noi, i piccoli, noialtri che nulla
possedevamo, guardavamo, senza vederli,
quel loro modo d’essere tutti d’accordo.
Ed ora
che ho camminato lenta fino alle panchine
per riunirmi con loro lì per sempre,
ormai anch’io sono insieme agli altri,
i più grandi d’età, i malinconici,
e come sembra strano, non è vero?
Il passaggio dall’infanzia alla vecchiaia è descritto dalla Marruz in modo magistrale: nel volgere di pochi versi, si consuma una vita.
Prospettive
Lunario Zanzotto. L’incomprensibile estate
Balsamo, bufera
In questa notte che è preda del vento
ho presagio della luna
e della mia
città nuda e troppo bianca
su cui la luna sta
fonte del vuoto;
ho dolore dei fiumi
qui traboccati dal deserto;
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Scuse
Fausta Genziana Le Piane e la terra promessa
di Augusto Benemeglio
1.Le mille e una notte
Narrare è – all’origine – , (scrive Pietro Citati) , – un dono femminile, una parola che una donna rivolge a un’altra donna, o a un bambino, o ad un uomo potente che l’ascolta e pesa la sua anima, la sua vita. E’ una parola magica, parole smarrite, perdute, sepolte, ma che “torneranno… // E saranno come biglie colorate/spinte/dalle agili dita/ di bambini…// Rotoleranno impazzite/ frettolose alla meta/ nel solco sinuoso della sabbia/ che porta all’entrata di un/ castello sognato./ Entreranno trionfanti/ fino alla stanza del re/ e regaleranno una collana/ scintillante alla regina. (pag. 128) Continua a leggere
Grazia
Piccolo Magnificat. 3
Abramo, che sperò contro ogni speranza
Niente.
Non vedo ancora niente lì sul monte.
Forse le stelle alpine sono le sole
a credere ancora ad un tempo che viene,
loro hanno in dono petali di lana per il vento e la neve.
Lì sulle cime calve battute dalla tramontana
vi è tanto turbinare che non alza in volo niente.
Ma una felicità insensata ancora pervade l’aria,
su per la mulattiera, ancora è come lana. Continua a leggere
Correre
Poesia italiana del XXI secolo
Antonio Bux è nato a Foggia nel 1982. Ha pubblicato, tra l’altro, Trilogia dello zero (Marco Saya 2012; finalista premio Montano, vincitore premio Minturnae), Kevlar (SEF 2015; premio Alinari), Naturario (Di Felice 2016; finalista premio Viareggio), Sativi (Marco Saya 2017; selezione premio Città di Como) Sasso, carta e forbici (Avagliano 2018; premio Alfonso Malinconico), Terza persona interiore (Transeuropa 2019), e il recente La diga ombra (Nottetempo 2020). In spagnolo ha pubblicato 23 – fragmentos de alguien (Ediciones Ruinas Circulares 2014), El hombre comido (Añosluz Editora 2016), Saga familiar de un lobo estepario (Editorial Juglar 2018) e in vernacolo foggiano la silloge Lattèssanghe (Le Mezzelane 2018; selezione premio Città di Ischitella – Pietro Giannone). Nel 2014 gli è stato conferito il premio Iris di Firenze. Ha fondato e dirige il blog Disgrafie e alcune collane per Marco Saya Edizioni e per l’editrice RPlibri.
Dal profondo
Giuseppe nel Vangelo. Nascita di una paternità affidabile.
- 1. Maria, promessa sposa (Mt 1,18)
Giuseppe di Nazaret ha davanti un orizzonte luminoso. Una ragazza umile e bellissima sarà sua sposa per sempre. È un sogno che inonda ogni angolo del cuore, cambiandogli la vita. D’ora in poi, tutto sarà in funzione di Maria, non per dovere di sposo, ma per la forza trascinante di un desiderio puro. Il suo lavoro di carpentiere permetterà loro di vivere con dignità, con i figli che il Signore gli vorrà concedere. Giuseppe si sente un re, come Davide, dal quale discende: è il regno dell’amore, instaurato dal progetto di Dio. E il progetto che Giuseppe ha davanti è il più bello che potrebbe immaginare. Continua a leggere
Mistero
Luigi Maria Corsanico legge Fernando Pessoa. 37
Trasparenza
Il vizio della solitudine, di Raul Montanari
Per capire le tematiche di questo romanzo che, dietro la formula del noir, è ben congegnato e racchiude riflessioni filosofiche sulla letteratura odierna, sull’esistenza e sulla storia contemporanea, bisogna partire dal titolo: Il vizio della solitudine è, per il protagonista del libro, Ennio Guarnieri, baldo cinquantenne, ex ispettore di polizia, freudianamente, la coazione a ripetere, che lo trascinerà in un mare di guai più o meno brillantemente risolti, secondo le regole classiche della narrativa gialla o poliziesca. Guarnieri è un uomo solo che forse tale vuole essere: l’individualismo lo conduce a fare da sé, come poliziotto, killer, marito, amante, scolaro, complice e vittima di un sistema dove tutto sembra al contempo perfetto e rovinoso. La sua solitudine è scandita da una serie infinita di mancanze o privazioni: nel corso della lettura vengono meno, per svariate ragioni, tutti i personaggi che gli ruotano attorno e che simboleggiano, ai suoi occhi, ideali differenti: la conoscenza e la cultura per la donna anziana; l’amore e il sesso per quella giovane; la furbizia e l’astuzia per l’alter ego Velardi (quasi un Sancho Panza maturo rispetto alle azioni talvolta donchisciottesche di Guarnieri, prossimo altresì al candido di Voltaire); la legge e la giustizia per i due amici ancora nella polizia che, con lui, personificano il dilemma vitale legge/giustizia, la tentazione di una giustizia personale che vendicherebbe l’eccesso degli errori legislativi. Guarnieri, dunque, un po’ alla Callaghan di Clint Eastwood, ma con una vena malinconica che ricorda piuttosto il Philippe Marlow di Raymond Chandler, calata in un contesto milanese da cui emergono le rognose questioni sociali, dalla criminalità organizzata all’immigrazione clandestina. In mezzo, in senso autoscale proiettivo, emergono anche i tic caratteriali, talvolta morbosi, talaltra reiterati, replicati all’ennesima potenza dalla mania di Belardi per cibi e salse orientali, forse unico lato comico di un romanzo che tiene sempre con il fiato sospeso. Montanari sa bene utilizzare le grammatiche della fantasia: bilancia perfettamente gli ingredienti di una prosa al contempo letteraria e seriale, dura e romantica, azione pura ed esistenzialismo moderato. E cavalca, forse, un’esigenza della narrativa odierna: inseguire il successo cercando di realizzare, al tempo stesso, i propri ideali.
Raul Montanari, Il vizio della solitudine, Baldini& Castoldi, Milano 2021.
Futuro
Andrea legge nel tubo: Canti delle Oasi, di Arturo Onofri.
Le ‘letture’ di Andrea Sciuto.
Nato in provincia di Bergamo da genitori siciliani, Andrea Sciuto vive tra Catania e Bergamo, dove lavora come insegnante di lettere. Fa parte del Circolo dei Narratori di Bergamo, gruppo di volontari che organizza iniziative di promozione della lettura insieme alle biblioteche pubbliche.
Oggi Andrea legge tre poesie di Arturo Onofri:
– da Canti delle oasi, I;
– da Canti delle oasi, “Per vivere soltanto”;
– da Arioso, “Mattinata”.
VOCI
Voci, rubrica di poesia “partecipata” a cura di Francesco Sasso.
Leggere e condividere poesie in rete è molto bello. Questa nuova rubrica è aperta a tutti gli appassionati della poesia.
Cosa cerchiamo? In La metrica italiana, Beltrami scrive «versificazione è un concetto tecnico, che riguarda i tipi di discorso dotati di certe caratteristiche formali, mentre “poesia” è un concetto estetico, sentito come diverso da quello di versificazione fin dalle più antiche teorie estetiche che hanno avuto importanza nella cultura occidentale» (Beltrami, 2011, p.13).
Noi cerchiamo la poesia con la p minuscola. Potete quindi segnalare nei commenti il vostro spazio poetico in rete o copiare/incollare una vostra poesia. Noi scegliamo e rilanciamo la poesia su queste pagine. (f.s.)