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Il sentiero dei papaveri, il nuovo romanzo di Remo Bassini

di Guido Michelone

Benché condito anche di elementi di contemporaneità, che saranno poi determinanti nel crescendo di un finale sempre più burrascoso, il nuovo romanzo di Remo Bassini appare quasi ‘senza tempo’ o al di fuori di esso, ricordando – sopratutto nelle povere location o nelle tristi vicende – il primo Novecento o il secondo dopoguerra di certa narrativa toscana a cui l’autore potrebbe essere legato a doppio filo. A tale proposito si potrebbe tirare fuori l’aggettivo ‘metafisico’ per indicare forme e contenuti di questo bel libro, richiamando proprio il senso di ‘arte metafisica’, avvolta via via dal fiabesco e dal simbolico, pur con i piedi saldi in una cultura per così dire neorealista. Si tratta per Bassini di una posizione morale, che è, a sua volta, da sempre il tratto di distintivo di una prosa rinvigorita da ulteriori ingredienti della letteratura e del giornalismo, da cui l’autore proviene. Infatti il protagonista del libro – pur essendo, per età anagrafica, molto più giovane dello stesso Bassini – possiede forse qualcosa di autobiografico soprattutto nell’imperativo etico: difatti il personaggio riprende a fare lo scrittore, muovendosi però tra le pagine del romanzo come un giornalista, nel senso del reporter che investiga, ricerca, analizza e talvolta scopre. Certo, lo scrittore del Sentiero dei papaveri si muove, come detto all’inizio, in una sorta di labirinto metafisico, dove il paesaggio e l’ambiente, la natura e la città, i personaggi e i comprimari, i bar e le case, agiscono a livello di sollecitazioni rituali, oscure, persino magiche, secondo meccanismi ben collaudati dall’epica letteraria. Il protagonista da un lato risulta il classico eroe ‘solo contro tutti’ perché anche per le figure a lui più vicine c’è primo o poi il momento dello stacco traumatico o dell’abbandono definitivo, ma il personaggio dello scrittore è qui anche l’archetipo moderno dell’artista maledetto, talvolta un po’ decadente nell’inazione a reagire, sebbene consapevolissimo del valore terapeutico della scrittura medesima. Come nel teatro classico, il libro contempla anche il ruolo del deuteragonista nella figura del cosiddetto ‘capitano’, il quale può anche assumere la massima importanza quale deus ex machina che riattiva il motore dell’ispirazione letteraria nell’uomo in crisi, svelandogli poco a poco le ‘storie dietro le storie’. E lo fa in un romanzo che diventa anche corale e parlato a più voci e che, a riassumerlo per filo e per segno, si farebbe un torto al lettore privandolo del gusto della scoperta in un libro sincero di avventure della mente e dei sentimenti, in quella che un grande scrittore, 200 anni fa Honoré de Balzac, definisce l’umana commedia.

Il disegno magico, di Raul Montanari

di Guido Michelone

Raul Montanari è ormai un romanziere seriale, nell’accezione buona del termine: da tre libri in qua, inserisce nel bel mezzo di una vicenda intricatissima, l’apparizione, come una sorta di deus ex machina, del buffo detective Velardi, che contribuisce a complicare ulteriormente il tema dal punto di vista narrativo, diventando alla fine, tuttavia, il personaggio risolutore decisivo, sulla scia dei migliori ispettori privati della moderna tradizione letteraria. Al di là di ciò, ogni nuova opera narrativa dell’autore milanese-bergamasco contiene sempre elementi di vera novità, accanto ai meccanismi oliati di fabula e intreccio, che gli consentono di iniziare e terminare la storia senza perdere un colpo, mantenendo viva l’attenzione del lettore (non sono un giallista) dalla prima all’ultima riga. 

Il nuovo è costituito, questa volta, dal racconto in prima persona di una figura femminile, che arriva casualmente a condividere le giornate col vicino in pieno lockdown; è questa donna giovane, affascinante, problematica, a chiedere e poi pretendere, dall’amico, il ricordo di un’esperienza traumatica accaduta circa vent’anni prima. Il romanzo procede a ritroso, come un lungo flashback, interrotto solo dai commenti (quasi sempre centrati) di una femmina ammaliante agli occhi del maschio, il quale, quando abbocca, regolarmente viene respinto. Oltre alla vicenda noir del ragazzo indirettamente complice dell’annegamento della fidanzata, il testo ha, come seconda chiave di lettura, la narrativa quale arma seduttiva: un esperimento di conquista amorosa attraverso la rievocazione delle tante disavventure del protagonista. 

Alla fine del libro si scopre perché la donna sia tanto interessata all’affabulazione dell’uomo: ma è un colpo di scena da non rendere noto, per lasciare il gusto della lettura di un romanzo intelligente e attuale, pur nella riproposizione di tic e cliché, topoi e vizi di uno stile riconoscibile e originale al tempo stesso.

Raul Montanari, Il disegno magico. Romanzo, Baldini+Castoldi, Milano 2023, pagine 287, euro 19.00.

Niente come prima. Il romanzo d’esordio di Mangiasogni

di Guido Michelone

Tra i romanzi italiani più originali, forse bizzarri o insoliti, usciti in questo 2023, va segnalato il Niente come prima (Mondadori) dell’esordiente Mangiasogni, alias Valerio Amilcare, ventinovenne (stabile da un lustro a Trieste), già molto famoso sul web: è un testo che potrebbe considerarsi quasi un diario autobiografico. Non è tanto la vita dell’autore a venire narrata quanto, piuttosto, di riflesso, le frustrazioni della generazione a lui prossima, i giovani nati poco prima del Nuovo Millennio, che si trovano a fronteggiare e condividere la pressoché totale mancanza di ideali. Continua a leggere

L’Atlante dantesco di Gianluca Barbera

Atlante dantesco di Gianluca Barbera
Una guida ai luoghi dell’Alighieri e della Divina Commedia

Intervista all’autore di Guido Michelone

In questi ultimi mesi lo scrittore reggiano Gianluca Barbera (classe 1964), oltre i romanzi in cui indaga le vite di celebri esploratori e i misteri dell’Italia contemporanea, si dedica anche ai due maggiori letterati del nostro Paese – Dante Alighieri e Alessandro Manzoni – analizzandoli secondo una prospettiva insolita almeno per quanto concerne la critica tradizionale, ovvero i posti abitati e gli spazi fisici sia concreti sia immaginati nel caso di Dante, che costruisce il proprio capolavoro – La Divina Commedia – architettando Inferno, Purgatorio e Paradiso mediante paesaggi fantasiosi anche se spesso crudamente realistici. Gianluca Barbera in quest’intervista inedita si rivela disponibile a raccontare il primo dei due volumi. Continua a leggere

La poesia dell’isola di Wight. Gian Nissola intervista Guido Michelone

Professor Michelone innanzitutto come nasce questo libro?

Me l’ha chiesto (l’editore), constatando (ma lo sapevo anch’io) che su Wight, in Italia, non era mai stato scritto né pubblicato niente, a differenza di Woodstock! Ho accettato la sfida con grande piacere perché io, personalmente, non ho mai dimenticato la storia di Wight, che non fu un unico festival ma, in origine, tre edizioni storiche consecutive 1968-1969-1970, per essere poi ripreso ininterrottamente dal 2002 sino a oggi. Il 18 giugno 2023 è terminata la nuova edizione. Continua a leggere

Gabriella Greison, Ogni cosa è collegata. Intervista a cura di Guido Michelone

Gabrielle Greison è fisica, saggista, performer, drammaturga, scienziata, divulgatrice, e da qualche tempo usa i social media, i palcoscenici teatrali, le biografie quasi romanzate per far conoscere a tutti la meccanica dei quanti, la storia della fisica moderna, le grandi donne scienziate, con riscontri positivi da parte dei lettori e dei critici, come sta accadendo con il suo nuovissimo libro edito da Mondadori con il titolo Ogni cosa è collegata, sottotitolo Pauli, Jung, la fisica quantistica, la sincronicità, l’amore e tutto il resto, e come lei stessa spiega in quest’intervista per La Poesia e Lo Spirito. Continua a leggere

Guido Michelone tra l’Arcana e il jazz, intervista con Gianfranco Nissola

Guido Michelone il suo ultimo e sesto libro, in ordine di tempo, per l’editrice Arcana, Il jazz e i mondi, è uno sguardo sul jazz oltre gli Stati Uniti, il Paese dove è nata questa musica?

Sì, ben oltre, è una ricerca per scoprire dove si annoda questa musica, il jazz, in tutti gli altri continenti. Tutti meno l’Europa, su cui uscirà presto un volume specifico, perché il nostro vecchio continente è ricchissimo di proposte interessanti, avendo una storia jazzistica autoctona lunga, talvolta, cent’anni. Tornando a Il jazz e i mondi, ho raccontato la storia del jazz in Messico, Canada, Argentina, Cuba, Nigeria, Sudafrica, Cina, India, Giappone, eccetera, spinto dalla curiosità di indagare cosa accade nelle città e nelle nazioni in Centro e Sud America, in Asia, in Africa, in Oceania, imbattendomi sempre in scoperte interessantissime. Continua a leggere

“Io sono un jazzista” secondo Vincenzo Staiano. Un’analisi del romanzo di Guido  Michelone

Il celebre docente, musicologo e saggista Guido Michelone si cimenta di nuovo con la narrativa e lo fa con quattro racconti pubblicati da Melville Edizioni con il titolo “Io sono un jazzista e altre storie”. Sì tratta di brevi racconti legati da un unico filo, la musica jazz, materia di cui Michelone è un profondo e raffinato conoscitore. Lo conferma nel primo racconto “Io sono un jazzista? Le ordinarie avventure di Richard Goodlife” quando narra le vicende di Riccardo Bellavita un sassofonista di jazz che sbarca il lunario suonando anche “musichette” di ogni tipo in locali di poche pretese. È una storia di ambientazione milanese che parte dalla fine degli anni cinquanta e fotografa con molta creatività linguistica la scena jazzistica di quel periodo. Bello il richiamo al sogno di tanti di un ingaggio su di una nave in crociera nei Caraibi con partenza da New York. Sogno realizzato e magistralmente raccontato dal grande contrabbassista Giovanni Tommaso nella sua biografia “Abbiamo tutti un blues da piangere”.

Il secondo racconto “Snodi. Una favoletta morale” si snoda in mondi immaginari. Il terzo racconto, invece, è un divertente noir incentrato sulla strana morte di un cornettista. A condurre le indagini un improbabile ispettore che, però, in quanto ad ‘affair’ con le testimoni è sicuramente abile quanto Montalbano.
Di grande interesse il quarto racconto di Michelone. È incentrato sulla figura del grande sassofonista statunitense Giuseppi Logan che il professore ha fatto conoscere in Italia grazie allo spettacolo teatrale “La scomparsa di Giuseppi Logan” prodotto dal Festival Rumori Mediterranei alcuni anni fa. Questa volta Michelone riporta Logan alla ribalta adottando un’intrigante sperimentazione linguistica e mettendo in atto un’operazione metaletteraria caratterizzata dall’uso dell’epistrofe, una figura retorica consistente nella reiterazione di una parola alla fine di ogni frase usata nel racconto. Si tratta di un espediente letterario mirato a segnalare i tic e i disturbi mentali e psicologici che hanno segnato la vita del musicista di Filadelfia. Servono anche a enfatizzare l’accento ritmico e il fraseggio del suo primo e bellissimo album intitolato “Giuseppi Logan Quartet”. Non a caso nel racconto ci sono continui richiami al free del gigante Albert Ayler, la cui morte resta ancora inspiegata.


Guido Michelone,
Io sono un jazzista e altre storie, Melville Edizioni, Siena 2022, pagine 107, euro 14,50.

Dalla disco-music alla Blue Note Records. I libri di jazz in Italia nei racconti di un protagonista

 

Guido Michelone conversa con Francesco Cataldo Verrina

 

Francesco Cataldo Verrina, sessantenne perugino di chiare origini calabresi, è forse un unicum nella recente storia della critica musicale italiana, non solo per i mille mestieri (dj, pubblicitario, romanziere, doppiatore, giornalista), ma soprattutto per il modo con cui tratta la cosiddetta jazzologia: dal forum ‘Jazz&Jazz’ su facebook dispensa consigli e stroncature per quanto  riguarda soprattutto il jazz moderno e contemporaneo, nella cui storia discografica può  ormai considerarsi un’autorità assoluta, in particolare per ciò che concerne l’hard bop e la new thing e in genere tutto il jazz nero tra gli anni Cinquanta e Ottanta, non senza qualche predilezione per alcune strettissime novità. In quest’intervista inedita, Francesco Cataldo Verrina si racconta a “La Poesia e lo Spirito”, svelando molti aspetti della sua poliedrica attività passata, presente e forse futura. Continua a leggere

Il nuovo Magellano di Barbera. Torna la narrativa per ragazzi. Intervista di Guido Michelone a Gianluca  Barbera

Uscito da pochi giorni in libreria, Magellano e il tesoro delle Molucche (Rizzoli editore) è il nuovo romanzo dello scrittore cinquantenne reggiano (ma  senese  d’adozione), che per la prima volta si  confronta con la cosiddetta narrativa per ragazzi, riscrivendo la vicenda da lui già svolta nel romanzo per adulti Magellano (2018) con le motivazioni da egli  stesso proposte in quest’intervista esclusiva. Continua a leggere

Enzo Gentile e la critica musicale. Guido Michelone intervista il massimo esperto di rock e di pop

Enzo Gentile breve bio

Nato a Milano nel 1955 sotto il segno dei Gemelli, come egli stesso tende a precisare, cresce e vive nel capoluogo lombardo, dove, in parallelo con l’università di scienze politiche, inizia a lavorare giovanissimo con le prime radio libere nell’ambito della critica musicale (tra i fondatori di Radio Popolare e poi in Rai con rubriche e ospiti), optando per la carta stampata con diverse testate, addirittura un centinaio, fra cui i quotidiani Il Manifesto, Repubblica, La Stampa, i settimanali Epoca, Panorama, Europeo, i mensili specializzati Jam e Rockstar. A 22 anni pubblica il suo primo volume Note di pop italiano (1977) per l’editore Gammalibri. Tra le altre iniziative, oltre una ventina di tomi a proprio nome, vanno segnalate alcune mostre a tema, per esempio sui Beatles e sulla psichedelia e la direzione artistica di “Suoni e visioni” e oggi “Naturalmente pianoforte”.  Enzo Gentile insomma  risulta ormai tra i decani della critica rock italiana, figlio di un generazione postsessantottesca che riesce a captare i nuovi segnali di un rinnovamento culturale partito dalle radio libere, dall’editoria alternativa, dalle fanzines musicali. Quasi mezzo secolo di ininterrotta attività di saggistica, giornalismo e divulgazione, che proprio in questi giorni sta ottenendo un notevole riscontro grazie al libro Onda su onda. Storie e canzoni nell’estate degli italiani (Zolfo Editore), di cui si parla nell’intervista. Continua a leggere

Io sono un jazzista e altre storie. La nuova opera narrativa di Guido Michelone

Intervista di Giuseppe Garavana, esclusiva per la Poesia e lo Spirito

 

Guido Michelone, parliamo della sua nuova opera narrativa Io sono un jazzista e altre storie?

Certo, fa bene a chiamarla ‘opera narrativa’ e non ‘romanzo’ anche se il libro viene spesso etichettato come tale e in molti mi chiedono se sia il mio nuovo romanzo. No, sono quattro racconti (tre lunghi, uno breve), di cui il primo porta lo stesso titolo del libro, tranne la piccolissima variante del punto interrogativo (presente nel racconto, ma non in copertina). Fatta questa precisazione, inizierei col dire come nasce questo libro: un amico mi parlò nella primavera del 2020 di una nascente collana di un piccolo editore, basata sui racconti di argomento jazzistico. Mi convinse a scriverne uno, sicuro che, dopo le prime due uscite (già programmate e realmente avvenute) toccasse poi a me. La collana però è rimasta ferma a quei primi due titoli e io non solo avevo scritto il racconto, ma mentre lo scrivevo mi accorgevo che stavo diventando qualcosa di più di un semplice bozzetto. Continua a leggere

I dinosauri psicopompi di Paola Silvia Dolci

 

di Guido Michelone

 

Non è facile commentare e recensire il nuovo libro di Paola Silvia Dolci, perché, innanzitutto, sfugge alle tradizionali logiche della letteratura italiana: la scrittrice cremonese, nota per cinque pubblicazioni di poesia – Bagarre, Amiral Bragueton, I processi di ingrandimento delle immagini, Bestiario metamorfosi, Portolano – più una sesta di prosa autobiografia – Diario del sonno – è qui alle prese con un testo che di proposito sfugge alla catalogazione per generi: materialmente, l’elegante, sobrio volumetto di 45 pagine si compone di 10 disegni (dell’autrice stessa) raffiguranti gli scheletri degli animali preistorici del titolo, contornati non solo dalla linea nera, ma da una frase vergata a mano in stampatello che gira attorno all’intera figura: la frase stampata, poi, nella pagina a fianco, diventa uno o più versi poetici, ai quali si affiancano citazioni e inserti in apparenza caotici, in realtà programmatici, forse nell’ottica degli psicopompi, le divinità che nell’antica Grecia fanno da guida alle anime dei defunti. Ed ecco quindi che, come quasi sempre, Paola Silvia Dolci racconta o suggerisce qualcosa di sé: i piccoli accecanti flash del vissuto passato e presente, tra viaggi, sogni, desideri, amori, ‘impegni’ esistenziali più che psicologici, nello sfoggio discreto delle scoperte letterarie. Come sostiene Maria Cini nella premessa in quarta di copertina esiste una vera e propria “ragnatela dei pensieri: oggi scheletro incerto, domani genealogia vegetale, l’altro ieri ruga d’acqua, un tempo lucertola”. E si tratta altresì di tracce di lessici da intendere come memoriali “dalla forma multipla, approssimativa, assertiva, imprudente”, giacché si mostrano come “scrittura differente ritagliata / con le forbici della carta”. In definitiva con Dinosauri Piscopompi la poetessa – giacché tale è, pure in questo originalissimo libricino – appronta una sorta di “topografia animale, il corpo chirografico, un metabolismo di sogni e di matita, nulla che si possa chiedere: le ipotesi sono già conoscenza”.

Paola Silvia Dolci, Dinosauri Psicopompi, Anterem Edizioni, Verona 2022, pagine 45, euro 10.00.

La conversione di Gaetano Liguori. Dialogo con Guido Michelone

Gateano Liguori, pianista jazz barricadero che nel 1968 (e per almeno i due decenni successici) dava il proprio contributo artistico alla contestazione generale suonando in fabbriche, scuole, università occupate, si appresta ora a conseguire una laurea magistrale alla Facoltà Teologica di Milano, città in cui lui, partenopeo, vive dall’età di sei anni. Si tratta di una conversione insolita nel panorama artistico italiano al punto che Gianni Barbacetto, su «Il Fatto Quotidiano», in un articolo che gli dedica il 16 novembre 2011, scrive: “Come tenere insieme Che Guevara e Sant’Agostino, Dario Fo e i Gesuiti, le lotte studentesche e operaie degli anni Settanta e la ricerca teologica di Sergio Quinzio? Gaetano Liguori le tiene insieme con la sua musica”. Ma è lo stesso Liguori a parlarcene in questo dialogo esclusivo per «La Poesia e Lo Spirito». Continua a leggere

Recensione di Guido Michelone a “Portami il diario”, di Valentina Petri

“Portami il diario…” è una frase che ho sempre sentito fin dalla voce del severo maestro di quinta elementare, ma con una piccola leggera aggiunta: “…che ti faccio la nota!”. Nota di indisciplina, naturalmente, che rendeva il malcapitato studente, talvolta innocentissimo via via pallido, atterrito, paonazzo, rabbioso, piangente. Certo, nell’istituto professionale in cui è ambientato il recente romanzo Portami il diario di Valentina Petri ho constatato che in fondo le note non abbondano, come magari vorrebbero alcune colleghe della protagonista, supplente,, in attesa di vincere la cattedra per l’anno successivo. Continua a leggere

Le letture disordinate delle vacanze estive, di Guido Michelone

 

Vivendo di libri come insegnante, scrittore, giornalista, la lettura fa parte della mia quotidianità, per cui è impossibile staccarmene: non riesco a far meno dei libri, ne ho sempre uno con me nello zainetto, anche quando sono alla posta, seduto in attesa del mio turno. La prima cosa che faccio, in albergo o in una casa di vacanze, è sistemare i libri che ho in valigia su uno scaffale, creando così una piccola biblioteca, sia pur diversa da quelle domestiche.  Continua a leggere

Il diario del sonno, di Paola Silvia Dolci

A cura di Guido Michelone

 

Dopo sette libri di poesia – Bagarre, NuàdeCocò, Amiral Bragueton, I processi di ingrandimento delle immagini, Bestiario metamorfosi – la scrittrice cremonese approda alla narrativa, o meglio alla prosa in una forma consolidata storicamente – il diario nel senso della confessione e dell’autobiografia – e frequentata soprattutto dai letterati più vicini alla lirica che al romanzo o al racconto.  Continua a leggere

Gianluca Barbera, Mediterraneo. Intervista di Guido Michelone

Da alcuni mesi è in tutte le librerie Mediterraneo, il nuovo libro di Gianluca Barbera, che in quest’intervista esclusiva spiega le ragione di un romanzo assai originale.

 

– Gianluca, pur essendo Mediterraneo, un romanzo leggibilissimo e godibilissimo, per un recensore è difficile da sintetizzare in poche righe. Vuoi provare a farlo tu?

Lo scrittore Giovanni Belisario riceve un’inquietante email dal figlio, che si trova a Creta. Una richiesta di aiuto. Poi più nulla. Belisario parte alla sua ricerca. Una ricerca che lo condurrà attraverso tutto il Mediterraneo, sulle tracce di riti antichissimi, pratiche oscure, apparizioni. Creta, Istanbul, Gerusalemme, il Monte del Tempio o Spianata delle Moschee, il cuore del mondo, o se preferisci del “labirinto universale”. Alla scomparsa del figlio è collegato il ritrovamento di un oggetto misterioso nelle profondità marine, capace di abbattere le barriere del tempo, producendo un mescolamento di presente passato e futuro. L’enigma del tempo è al centro del romanzo. Tappa dopo tappa, Belisario incapperà in omicidi, rivelazioni scioccanti, andando incontro nell’ultimo capitolo a una verità sconcertante, eppure l’unica possibile. Continua a leggere

Il vizio della solitudine, di Raul Montanari

 

di Guido Michelone

Per capire le tematiche di questo romanzo che, dietro la formula del noir, è ben congegnato e racchiude riflessioni filosofiche sulla letteratura odierna, sull’esistenza e sulla storia contemporanea, bisogna partire dal titolo: Il vizio della solitudine è, per  il protagonista del libro, Ennio Guarnieri, baldo cinquantenne, ex ispettore di polizia, freudianamente, la coazione a ripetere, che lo trascinerà in un mare di guai più o meno brillantemente risolti, secondo le regole classiche della narrativa gialla o poliziesca. Guarnieri è un uomo solo che forse tale vuole essere: l’individualismo lo conduce a fare da sé, come poliziotto, killer, marito, amante, scolaro, complice e vittima di un sistema dove tutto sembra al contempo perfetto e rovinoso. La sua solitudine è scandita da una serie infinita di mancanze o privazioni: nel corso della lettura vengono meno, per svariate ragioni, tutti i personaggi che gli ruotano attorno e che simboleggiano, ai suoi occhi, ideali differenti: la conoscenza e la cultura per la donna anziana; l’amore e il sesso per quella giovane; la furbizia e l’astuzia per l’alter ego Velardi (quasi un Sancho Panza maturo rispetto alle azioni talvolta donchisciottesche di Guarnieri, prossimo altresì al candido di Voltaire); la legge e la giustizia per i due amici ancora nella polizia che, con lui, personificano il dilemma vitale legge/giustizia, la tentazione di una giustizia personale che vendicherebbe l’eccesso degli errori legislativi. Guarnieri, dunque, un po’ alla Callaghan di Clint Eastwood, ma con una vena malinconica che ricorda piuttosto il Philippe Marlow di Raymond Chandler, calata in un contesto milanese da cui emergono le rognose questioni sociali, dalla criminalità organizzata all’immigrazione clandestina. In mezzo, in senso autoscale proiettivo, emergono anche i tic caratteriali, talvolta morbosi, talaltra reiterati, replicati all’ennesima potenza dalla mania di Belardi per cibi e salse orientali, forse unico lato comico di un romanzo che tiene sempre con il fiato sospeso. Montanari sa bene utilizzare le grammatiche della fantasia: bilancia perfettamente gli ingredienti di una prosa al contempo letteraria e seriale, dura e romantica, azione pura ed esistenzialismo moderato. E cavalca, forse, un’esigenza della narrativa odierna: inseguire il successo cercando di realizzare, al tempo stesso, i propri ideali.

 

Raul Montanari, Il vizio della solitudine, Baldini& Castoldi, Milano 2021.

 

Giulia Bignami, La zattera astronomica

La zattera astronomica di Giulia Bignami

Riflessioni su un testo esilarante, commovente, dissacrante

A cura di Guido Michelone

“Esilarante, commovente, dissacrante”: sono i tre aggettivi usati dal noto romanziere Massimiliano Parente nella breve introduzione (l’unica redatta in vita sua) per sintetizzare e connotare un libro originale e a suo modo importante nell’attuale panorama della letteratura italiana, un testo che narra “di una infanzia scientifica irresistibilmente tragicomica”. Il libro, presentato con la dicitura ‘romanzo’, al cui genere si rifanno altresì il titolo e la copertina neosurrealista, può rievocare però, già nel sottotitolo, la manualistica umoristica sulle relazioni interpersonali.

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