Archivio mensile:Dicembre 2007

Mario Luzi

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Continuità

Forse quanto è possibile è accaduto,
ma da te si rigenera l’attesa,
la piena d’avvenire trattenuta
dal cielo fino all’ultima preghiera
mentre,sempre immaturo, con perenne
vicenda si ricrea dalle sue ceneri
il domani e ogni giorno precipita deluso
come musica stanca di sgorgare
musica rifluisce alla sorgente. Continua a leggere

Poesia “Buon anno”, buon sempre

Io vivrò sempre uguale.
Sarà un mio vanto, azzimato, azzurrato,
come la sigaretta di un signore.
Vivrò d’amore e di lacrime.
Sarò la persona straordinariamente
giovane, che sorprende gli antichi compagni
di liceo un giorno sul treno,
nel variare dei casi: “Ma tu…
ma tu non sei…?”. Sì, lo sono.
“Non sei cambiata per niente!”. Continua a leggere

K

Uno dei tanti vizi umani consiste nello “scoprire” qualcuno (cantante, sportivo, poeta, uomo politico, ecc.), metterlo su un altare, tributargli omaggi quotidiani e mandare al rogo per lesa maestà chiunque osi mostrarsi tiepido. Continua a leggere

La costruzione del freddo, di Lucetta Frisa

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di Marco Ercolani

Questo poemetto nasce da una molteplice riflessione sulla grande metafora del freddo: il freddo come costruzione di un clima artificiale, di un mondo umano disumanizzato, dominato dal tutto-visibile e dal tutto-detto, dove trionfa l’omologia, la sterilità, la superficie: e, d’altra parte, il Freddo invernale e sensoriale, a sua volta metafora dell’inevitabile fine della vita terrena, exitus biologico a cui dovrebbe seguire un adeguamento psicologico e morale alla morte, come testimonia l’invocazione finale ”Vieni, Freddo” (Epilogo). Continua a leggere

Terza Lezione

Nella seconda lezione abbiamo esaminato la tecnica della narrazione in prima persona singolare usata attraverso un narratore che si identifica ai lettori in quanto protagonista della storia narrata. L’io narrante quindi parla di ciò che lui ha vissuto in quanto personaggio centrale della storia.

Ma esiste un’altro modo di narrare in prima persona singolare, quando l’io narrante non parla di se stesso, dove l’io narrante non è il protagonista principale della storia, dove addirittura l’io narrante svanisce alla presenza del o dei personaggi che si accinge a descrivere, dove la storia narrata ha l’io narrante in veste sopratutto di testimone di ciò che ha visto, sentito o gli è stato riferito.

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Il grido

bhuttobenazir.jpgE’ morta Benazir.
La morte violenta di una donna è uno schiaffo in più,
un insopportabile dolore.
Maledetti il ferro e il fuoco
che hanno piegato Benazir.
Nasca da questo sangue
il grido di un mondo nuovo.

The great pretender – di Lisa Sammarco

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“Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.”*

E va da sé che anche tutto quel che scrivo
è negazione e affermazione, è tempo che si elide
vita acquea che evapora nei versi, io parlo, azzanno l’aria Continua a leggere

La Parola Lontana

Chi cerca non trova, chi
non cerca viene trovato.
Franz Kafka

Non l’amata che è lontana,
ma la lontananza è amata.
Karl Kraus

La PAROLA LONTANA.

Nell’indagine fisiognomica il dettaglio minimo e fratto conta tanto quanto la regola generale ed astratta nella tradizione scientifica aristotelica. Continua a leggere