Archivio mensile:Dicembre 2007
METAFISICA DEI NANI DA GIARDINO
RACCOLTA DALLA VIVA VOCE DI MAMMOLO DA VALTER BINAGHI
Dal basso della nostra esperienza, e da una riflessione che non supera in altezza quella di una felce maschio, tre passi distinguiamo nel cammino delle cose umane.
L’indistinto, l’irriducibile, il comprensivo.
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Mario Luzi
Continuità
Forse quanto è possibile è accaduto,
ma da te si rigenera l’attesa,
la piena d’avvenire trattenuta
dal cielo fino all’ultima preghiera
mentre,sempre immaturo, con perenne
vicenda si ricrea dalle sue ceneri
il domani e ogni giorno precipita deluso
come musica stanca di sgorgare
musica rifluisce alla sorgente. Continua a leggere
“La macchina responsabile” di Maria Grazia CALANDRONE
Dal mondo esposto
L’amore è la salute della scimmia.
Gli occhi dell’asino santo imbrattati dal vedere
la ruggine quieta delle cisterne.. Continua a leggere
Poesia “Buon anno”, buon sempre
Io vivrò sempre uguale.
Sarà un mio vanto, azzimato, azzurrato,
come la sigaretta di un signore.
Vivrò d’amore e di lacrime.
Sarò la persona straordinariamente
giovane, che sorprende gli antichi compagni
di liceo un giorno sul treno,
nel variare dei casi: “Ma tu…
ma tu non sei…?”. Sì, lo sono.
“Non sei cambiata per niente!”. Continua a leggere
Un libro felicemente inattuale
NICOLAS GOMEZ DE AVILA – TRA POCHE PAROLE – ADELPHI
Dobbiamo questo prezioso florilegio a Stefano Borselli, su Il Covile.
Il mondo moderno non è una calamità definitiva. Esistono depositi clandestini di armi.
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K
Uno dei tanti vizi umani consiste nello “scoprire” qualcuno (cantante, sportivo, poeta, uomo politico, ecc.), metterlo su un altare, tributargli omaggi quotidiani e mandare al rogo per lesa maestà chiunque osi mostrarsi tiepido. Continua a leggere
Bramosie di specchi – di Francesca E. Magni & Franz Krauspenhaar
Specchio delle mie trame
sei cieco metallo
non vedrai mai il tuo volto,
freddo riflettore
di carni e marmi. Continua a leggere
La costruzione del freddo, di Lucetta Frisa
di Marco Ercolani
Questo poemetto nasce da una molteplice riflessione sulla grande metafora del freddo: il freddo come costruzione di un clima artificiale, di un mondo umano disumanizzato, dominato dal tutto-visibile e dal tutto-detto, dove trionfa l’omologia, la sterilità, la superficie: e, d’altra parte, il Freddo invernale e sensoriale, a sua volta metafora dell’inevitabile fine della vita terrena, exitus biologico a cui dovrebbe seguire un adeguamento psicologico e morale alla morte, come testimonia l’invocazione finale ”Vieni, Freddo” (Epilogo). Continua a leggere
Terza Lezione
Nella seconda lezione abbiamo esaminato la tecnica della narrazione in prima persona singolare usata attraverso un narratore che si identifica ai lettori in quanto protagonista della storia narrata. L’io narrante quindi parla di ciò che lui ha vissuto in quanto personaggio centrale della storia.
Ma esiste un’altro modo di narrare in prima persona singolare, quando l’io narrante non parla di se stesso, dove l’io narrante non è il protagonista principale della storia, dove addirittura l’io narrante svanisce alla presenza del o dei personaggi che si accinge a descrivere, dove la storia narrata ha l’io narrante in veste sopratutto di testimone di ciò che ha visto, sentito o gli è stato riferito.
Lai di Penelopo – di Fabio Franzin
scrivere degli abbaini
scrivere degli abbaini dice, in grafia
sghemba e frettolosa, un mio appunto
solitario dal margine destro del foglio
a quadretti di un notes consunto Continua a leggere
Que vaudrait la douceur
Que vaudrait la douceur
Que vaudrait la douceur
si elle n’était capable,
tendre e ineffable,
de nous faire peur? Continua a leggere
Canti emiliani dei morti di Giuseppe Caliceti
L’idea sottostante a Canti emiliani dei morti è raccontare un lungo pezzo della vita del suo autore, dall’infanzia – Giuseppe Caliceti nasce nel 1964 – fino al 2000, anno della morte di suo padre. Il libro è strutturato in quattro canti ed è scritto in forma di poesia narrativa. Continua a leggere
Sparodici (momenti di felicità)
Sparodico. Quella parola continuava a ronzargli nella testa. Sparodico, sparodico, spa-ro-di-co, sparo dico, sparo.
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BOZZETTO LOMBARDO di Valter Binaghi
Il grido
FESTA DEI SENSI (SCUOLA DI POESIA, 3), di Massimo Sannelli
FESTA DEI SENSI Niente è meno trasgressivo – dunque: meno attuale – della «Contemporanea. Italiana. Poesia». Continua a leggere
Roma per le strade
Me la guardo, Roma, attraverso gli occhi degli scrittori.
Di questi scrittori.
Non molti romani di nascita. Tutti romani nell’anima. Continua a leggere
The great pretender – di Lisa Sammarco
“Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.”*
E va da sé che anche tutto quel che scrivo
è negazione e affermazione, è tempo che si elide
vita acquea che evapora nei versi, io parlo, azzanno l’aria Continua a leggere
La Parola Lontana
Chi cerca non trova, chi
non cerca viene trovato.
Franz Kafka
Non l’amata che è lontana,
ma la lontananza è amata.
Karl Kraus
La PAROLA LONTANA.
Nell’indagine fisiognomica il dettaglio minimo e fratto conta tanto quanto la regola generale ed astratta nella tradizione scientifica aristotelica. Continua a leggere