Archivio mensile:Luglio 2011

85. Perfettamente liscia

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da qui

Anche questo è esagerato, pensa Ismail: una colonna centrale a vetri illuminata, con una palma che tocca la base del secondo piano; le altre si aprono a ventaglio con due finestre a testa, rampicanti che franano come ricci scuri sulla fronte di una donna. Al piano terra si succedono l’atrio infinito e l’altrettanto gigantesco refettorio; non si capisce quale sia la hall, poiché una serie di sale distribuisce spazi d’intrattenimento, d’incontro, di lavoro. Continua a leggere

Filippo DAVOLI – “Come all’origine dell’aria”

Tre cartoline

1.
Escono la domenica mattina
con le fiammanti utilitarie
e un’andatura di accompagno,
quasi fermi nel sole invernale.
I contadini solidi nel riposo
col cappello che rade la cappotta
sorridendo bruniti
al ciglio deserto della carreggiata,
frenando nelle discese, rallentando
al ticchettio dei contagiri. Vanno
ad una passeggiata con la macchina. Continua a leggere

84. Al petto della notte

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Vengono qui quando c’è qualcosa d’importante, e ora c’è qualcosa d’importante: gliel’ha detto, vorrei parlarti, e lui l’ha guardata, ci vediamo domani e domani eccolo qui.
La ragazza vola a braccia aperte, circondata da gabbiani.
Vengono qui perché è il tramonto, c’è il sole che esplode, un forno acceso o un tuorlo d’uovo, cosa pensi quando vedi questo, Magdalenne? Continua a leggere

83. Sempre lì

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da qui

Perché mi hai portato in questo posto?
Lo scorcio è suggestivo: palazzi in pietre bianche, vicoli stretti, lampade d’altri tempi appese alle pareti.
Tutto nasce da qui. E da qui dovrebbe ripartire.
Da quest’altezza, la strada scende a precipizio, scortata da lampioni neri e una scala con ringhiera. Continua a leggere

Pdf completo di SCRITTURE DAL FAR WEST DI PONENTE: MAGLIANI, SEBORGA, LANTERI, MURATORE

[IN]EDITO (racconti/e-book)

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pdfA cura di Marino Magliani, Scritture dal far west di ponente: Magliani, Seborga, Lanteri, Muratore. (pdf) [Racconti inediti]

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Testi pubblicati sul terzo numero di Atti impuri

La zattera dei poeti

COMUNICATO-STAMPA

la zattera dei poeti

Alla Casa degli Artisti e alla Golena del Furlo, 29-30 luglio 2011

Una grande zattera in quercia e abete approderà alle rive del fiume Candigliano e sarà il palcoscenico naturale per 36 poeti provenienti da tutta Italia. Un fiume lirico e musicale dentro la Gola del Furlo, (un canyon spettacolare, nel comune di Acqualagna, provincia di Pesaro-Urbino), dove andrà in scena: La Zattera dei Poeti.

Nella conferenza stampa di ieri, nelle sale della Provincia di Pesaro-Urbino, è stata presentata l’originale iniziativa ideata da “La Casa degli Artisti” per festeggiare il compleanno della Riserva della Gola del Furlo che compie dieci anni. “Quest’anno siamo stati fortunati”, ha esordito il direttore della Riserva, Maurizio Bartoli, “l’Aquila reale ha generato due aquilotti, fatto abbastanza raro, e 36 poeti cantano nella Gola. È il simbolo del turismo che vogliamo, attento alla natura, colto e sensibile”. La giovane poetessa fanese Franca Mancinelli, curatrice del reading poetico, ha poi esposto i criteri della selezione, durata cinque mesi, e illustrato il programma delle due giornate. “Il 29 sera, alle 21, c’è un’anteprima alla Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo”, ha spiegato, “dove Gabriella Sica presenterà il suo ultimo libro “Emily e le Altre”, Salvatore Ritrovato il nuovo “Almanacco di poesia Italiana”, sfoglieremo “Argo” la rivista che Canalini edita per la cura di Valerio Cuccaroni, «Arcipelago Itaca» rivista online ideata da Danilo Mandolini, e conosceremo le iniziative di “Adam” (www.adamaccademia.com) curate da Alessandro Seri; chiuderanno la serata tre voci di giovani poetesse: Francesca Ricci, Laura Corradini e Lella de Marchi con le musiche di un altrettanto giovanissimo compositore, Alessandro Menichelli”. Continua a leggere

Monaco di Montaudon, Le poesie, a cura di Massimo Sannelli

  

poesia 12

A me non piace, lo capite questo?,
chi parla molto e serve chi è cattivo.
A me non piace uno che ama uccidere!
A me non piace un cavallo che tira!
A me non piace! Per l’amor di Dio!
Un giovane! Che porta troppo tempo
lo scudo bello vergine dai colpi.
E i cappellani! E i monaci barbuti!
E il becco aguzzo! Di chi parla male!

Io penso che una donna è una schifosa
se è povera e orgogliosa:
così è l’uomo che adora la sua sposa,
pure se ama la donna di Tolosa.
E a me non piace mai un cavaliere
che esce dal paese e poi si gonfia!
In casa sua non ha nessun valore,
e pesta solo il pepe nel mortaio,
si scalda al focolare.

E non mi piace, non mi piace mai,
un debole che porta la bandiera!
E un astore cattivo nella caccia!
E poca carne in una gran caldaia!
E non mi piace, per santo Martino,
chi mette troppa acqua in poco vino! Continua a leggere

L’importanza di essere piccoli

L’importanza di essere piccoli
rassegna di poesia e musica nei borghi dell’appennino bolognese
un progetto di Azzurra D’Agostino ? Circolo Arci Sassiscritti
e con la collaborazione di Daria Balducelli

Tra le crepe dell’asfalto, tra i sassi dei muri a secco, a volte addirittura tra le
lastre di arenarie e ardesie, nascono delle pianticelle, segni eroici di una vita che
non si arresta davanti a nulla e per questo tanto evocativi e ancora in grado di
stupire. Continua a leggere

82. Piaghe

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da qui

Vista da fuori, sembra un tempio greco, ma è un’altra cultura, un’altra civiltà. Eppure sì, pare un luogo di culto, di una fede assediata che tenta di difendersi, con la forza delle idee, della violenza e delle armi. Con il bastone della mia mano io batto un colpo sulle acque del Nilo: esse si muteranno in sangue; Continua a leggere

Orazio ora parla sloveno (ma beve sempre italiano)

Su M. Kravos, Terra da masticare, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2009.

di
Roberto Nassi


Terra da masticare è il titolo della recente antologia poetica bilingue del poeta sloveno residente a Trieste Marko Kravos. Un libro in cui le parole si mettono in riga sul filo della ragione e lambiscono, funambole, follie ed eccessi, retorica e false speranze, irrazionalità e vanagloria dell’uomo contemporaneo. Sono parole che si imprimono di cose, alla larga dai balbettii del «cieco fondale dell’io».

La lucidità critica e del dettato, quasi illuministiche, come quelle, oggi, di un Enzensberger, si coniugano col senso della misura e la malinconia soffusa di ascendenza oraziana. E, proprio come nel poeta di Venosa, la medietas si informa in una varietà di modulazioni governate da un sovrano senso del ritmo e da un verso che ora rasenta la colloquialità ora si fa più teso e lirico ora meditativo ora si sbriglia in giambiche sprezzature.

Ma inutile in queste pagine cercare di Orazio la retorica civile o dell’illuminismo la fiducia incrollabile nella forza di redenzione storica e sociale della ragione. Meglio l’umile patata della retorica patria mentre l’ottimismo delle magnifiche sorti e progressive lascia il campo a una disillusione suprema. Continua a leggere

81. Ci voglio credere

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da qui

Salgono la scala lentamente, per non inciampare nei gradoni e trovare le parole giuste, in un momento così difficile per l’amico e il figlio, se ne dicono tante, non capisco più nulla, sboccheranno davanti alla vasca, l’acqua apparirà come un miraggio, davanti al cunicolo che spaventa a passarci  quando è notte, Continua a leggere

STORIA CONTEMPORANEA n.78: Morti senza motivo. Alessandro Zannoni, “Imperfetto”

Morti senza motivo. Alessandro Zannoni, Imperfetto, Bologna, PerdisaPop, 2009

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di Giuseppe Panella*

Un serial killer che si aggira tra Liguria (La Spezia, Portovenere, Lerici), Toscana (Viareggio) ed Emilia (Parma) alla ricerca di una vittima che abbia determinate caratteristiche fisiche (bianco, giovane, capelli e occhi scuri, giovane) uccide un giovane di buona famiglia (Amedeo Moretti) e lo abbandona nudo e morto da tempo in un bosco dove sarà facile ritrovarlo. Dopo un anno di indagini, i Carabinieri non hanno ottenuto ancora nessun risultato anche perché non hanno intuito affatto la natura seriale del crimine avvenuto. Lo farà Merisi (che sembra essere senza nome di battesimo!), un detective privato specializzato nel cogliere donne in flagrante infedeltà coniugale, cui il caso viene affidato perché prosegue delle indagini destinate a non avere conclusione (il suo scopo deve essere quello di macinare rapporti su rapporti, accumulare “carta” perché la ricca famiglia cui apparteneva il morto si renda conto che le indagini continuano senza tregua e che il colpevole dell’omicidio viene ancora perseguito dalla Legge con intensa e ininterrotta tenacia).

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SCRITTURE DAL FAR WEST DI PONENTE: MAGLIANI, SEBORGA, LANTERI, MURATORE (4/4). “Fanciulli di sabbia” di Lorenzo Muratore

[Fanciulli di sabbia è un romanzo inedito di cui proponiamo qui il primo capitolo.]

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Fanciulli di sabbia di Lorenzo Muratore

Avvenne per una congiuntura un giorno che, ostentatamente coperta di gioielli come un idolo delle indie, Esterina si avvicinò alla vasca da bagno.

La ricca e nera capellatura sciogliendosi le cadde sulle spalle.

«Gabriele… potresti aiutarmi un poco?» gridò all’ombra.

«Certo» egli rispose.

«Non riesco a slacciare…»

Erano i bottoni di una tunica semitrasparente di mussola arcigna, che avvolgeva la traboccante schiena, e le rotonde cosce e più che neve bianche, e ogni più nascosta parte; e attorno ai quali, bioccole luccicanti, si poteva ascoltare la voce delle Erinni; ma un ragazzo potrebbe dire d’esser vivo per un attimo, e non di rado in una umile tela qualsiasi si nasconde una arcigna divinità che dà forma ai nostri spropositi.

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80. Di notte

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da qui

In tutto Israele, è l’unico luogo in cui il Mashiah è passato certamente. Non a caso è il più sbilenco, senza fronzoli, con i segni inconfondibili del tempo. L’ordine delle pietre si confonde, si sfalda in certi punti: ma cosa importa se è la scala che portò l’Inviato fino all’orto del Pressoio per l’olio? Più su c’è la Chiesa di Kefa in Gallicantu, dove il primo dei discepoli pianse per il suo rinnegamento. Continua a leggere

Intervista a Francesco Verso, di Alessio Brugnoli

da Quaz-Art

Intervista di Alessio Brugnoli a Francesco Verso, esponente di punta del Connettivismo, che affronta tematiche sulla cresta dell’onda della modernità, attinenti alle tecnologie ma soprattutto alle sfide di base dell’essere-uomo.

Negli ultimi anni, la letteratura di genere in Italia si sta verificando un boom di quella che è impropriamente chiamata letteratura di genere, dal fantasy alla fantascienza.
Forse perché la letteratura di genere, a differenza di quella considerata alta, permette di analizzare a fondo le paure e i sogni del vostro vivere quotidiano.
Francesco Verso è uno dei principali protagonisti di questa rinascita.
Inizia a scrivere nel 1996, prima poesie e poi il romanzo Antidoti umani, finalista al Premio Urania (Mondadori) nel 2004. Nel 2009 vince il Premio Urania con il romanzo E-DOLL.
Attualmente, oltre a scrivere romanzi, collabora con la rivista NeXT curata da Sandro Battisti, uno dei fondatori della corrente letteraria del Connettivismo e con la casa editrice Kipple Officina Libraria in veste di co-direttore editoriale della collana di letteratura fantastica Avatar.
Con lui, cominciamo questo giro di interviste, su come è percepita l’Arte contemporanea e sulle sue possibili convergenze con altri linguaggi. Continua a leggere

Peter Greenaway, “Volare via dal mondo”

MASCHERA VOLANTE

45.

Odilon Redon

Demonio alato

Redon rappresenta un angelo nero, in esplorazione nel crepuscolo e recante una grande maschera i cui occhi lasciano trasparire il cielo. Questa figura volante ha una coda a ricciolo fissata a un corpo piuttosto in carne.
L’angelo nero sta sbrigando affari diabolici. La maschera è pesante e disagevole da trasportare, un peso morto che tira costantemente verso il
basso. Potrebbe essere lasciata cadere. In questo caso cadrebbe come una pietra nelle vie della città. Oppure quei filetti bianchi e lucenti che si vedono balenare sotto la figura indicano
che essa sta sorvolando un corso d’acqua che scorre presso la basilica che si scorge sull’altra riva? Può quest’immagine esserci utile per
future esperienze? Dobbiamo sapere come
trasportare un oggetto pesante nel nostro volo, come trasportare il nostro stesso bagaglio? A me sembra che questa apparizione volante nella luce serale sia utile. Anche a noi può capitare di sentire la brezza fredda della sera
e di chiederci come potremo navigare una volta che la luce del giorno ci abbia lasciati. In che relazioni siamo col terreno quando la luce va via? Incontreremo creature come questa nel
crepuscolo?
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79. Perché si chiama cielo

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da qui

Si arriva attraverso una strada incassata tra le mura, oltre le quali s’intravedono a stento alberi e cielo. Tutto intensifica l’attesa, prepara una svolta, qualcosa destinato ad apparire dietro l’angolo del tempo e dello spazio. Proseguono in silenzio, i passi misurati su sintonie incomunicabili, segrete. Continua a leggere

TEORIA DELLA LETTERATURA n.15: Personaggi tondi e personaggi piatti. A cura di Giuseppe Panella

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Per una visione migliore, cliccare sul video

Le lezioni di teoria della letteratura sono a cura di Giuseppe Panella

Realizzazione tecnica di Fausto Finocchi e Silverio Zanobetti

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[Qui tutte le VIDEORECENSIONI]

SCRITTURE DAL FAR WEST DI PONENTE: MAGLIANI, SEBORGA, LANTERI, MURATORE (3/4). Due racconti di Elio Lanteri

[I due testi inediti che presentiamo sono come due “fiabe” del ponente ligure. Il titolo della prima è quasi lo stesso di Licia pesca a Ponente, testo teatrale scritto da Seborga nel 1947, rappresentato a Vallebona nel 1951 come “teatro della realtà”, e pubblicato su Europe nel gennaio 1952 con il titolo La pêche de Licia.]

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Licia pescava a ponente di Elio Lanteri

Licia pescava laggiù, al riparo dei venti, dietro il promontorio che proteggeva dalle correnti.

«Guarda, Teresì», mi diceva il nonno, «Licia ha in mano la lenza e chiede perdono ai pesci.»

Pescava sempre là, dove il mare fa ascella, dai campi alti sopra il cielo si vedeva un guscio di legno, nell’azzurro. Fermo.

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“Un viaggio ad Assisi”, di Marco Grassano

Testo e foto di Marco Grassano, da Alibi Online (qua e qua), dove sono disponibili anche altre immagini.

 

“Per molti monti ombrosi e vallate piene di grida

e pianure fiorite spinse la mandria Ermes glorioso…”

(Inno omerico ad Ermes)

Ho avuto l’opportunità di trascorrere, con la famiglia, qualche giorno ad Assisi. Ma non voglio raccontare qui l’aspetto monumentale o artistico della città: altri lo hanno fatto prima e meglio di me. Quel che cercherò di fare è, semmai, rendere il particolare rapporto con l’ambiente, con quell’insieme di spazi, luce e colori che ha ispirato a San Francesco il Cantico delle Creature (diciamo la verità: difficilmente avrebbe potuto scriverlo nella mia nativa Alessandria!).

Arriviamo il 17 giugno. La luce è molto intensa, persino abbagliante (una luminosità provenzale, mi viene in mente, che Francesco Biamonti avrebbe definito “luce romanza”) nella frazione Rivotorto, dove ci alloggiamo in una vecchia magione eccellentemente recuperata, “La Padronale del Rivo” (stanza 206, “Città di Castello”), di fronte alla chiesa del Sacro Tugurio. La prima visita la facciamo proprio a questo luogo di culto, costruito (e quindi ricostruito, in stile neogotico, a fine Ottocento, dopo uno dei terremoti che hanno afflitto la zona) attorno alla casupola di pietra (il “Sacro Tugurio”, appunto) dove Francesco si installò con i suoi seguaci iniziali prima di trasferirsi alla Porziuncola (d’altronde, le terre di Rivotorto appartenevano a suo padre). Impressiona un po’ il sasso esiguo sul quale il santo dormiva, e appaiono una beffa postuma, rispetto all’abitudine (ricordata da un cartellino) di incidere nelle travi il nome dei frati per indicarne il posto, le scritte a pennarello – ricordo della presenza di coppiette – tracciate sulle travi stesse. Continua a leggere