Archivio mensile:Settembre 2022

Su “Sogni del fiume” di Chandra Candiani

Il fantastico poetico nei Sogni del fiume di Chandra Candiani
di Giorgio Morale

Sogni del fiume è il titolo della raccolta di quindici racconti di Chandra Candiani appena pubblicata da Einaudi, con una bellissima copertina e bellissimi disegni di Rossana Bossù. Per chi conosce la poesia di Chandra Candiani (Io con vestito leggero, Campanotto 2005; La bambina pugile, Einaudi 2014; Bevendo il tè con i morti, Interlinea 2015; Fatti vivo, Einaudi 2017; Vista dalla luna, Salani 2019; La domanda della sete, Einaudi 2020), questi racconti presentano attraverso figure e azioni le stesse emozioni e lo stesso mondo della sua poesia. Continua a leggere

Poesia italiana del XXI secolo

Cinzia Demi, Laurea Magistrale in Italianistica, nata a Piombino vive a Bologna. Dirige con G. Pontiggia la collana Cleide (Minerva), cura la rubrica Missione Poesia, Altritaliani. Pubblicazioni con Pendragon, Prova d’Autore, Raffaelli, Fara, Puntoacapo, Carteggi Letterari, Minerva, Interno Libri,: Incontriamoci all’Inferno; Il tratto che ci unisce; Incontri e Incantamenti; Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia; Ersilia Bronzini Majno. Immaginario biografico di un’italiana fra ruolo pubblico e privato; Ero Maddalena; Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri; Nel nome del mare; Voci Prime. Antologie: Tra Genova e Livorno: il poeta delle due citta?. Omaggio a Giorgio Caproni; Amori d’Amare; Ritratti di poeta. È tradotta in inglese, francese, romeno, ungherese, arabo, spagnolo, è traduttrice per la Puntoacapo. Tra gli eventi: Un the? con la poesia, Bologna; Festival Piombino in Arte. Tra i riconoscimenti: 2019, Acade?mie Mihai Eminescu Craiova: Me?daille pour ses me?rites dans la diffusion de la culture universelle e Prix Special pour l’excellence de sa cre?ation; 2020, Nomina a membro titolare de l’Acade?mie Tomitane di Costanza; 2021, Premio Inter.le Camaiore a Corpo impossibile di Attila F. Bala?s, da lei tradotto; 2021, Premio Narrativa INPS per Voci Prime e video su Rai Cultura Letteratura.

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Martello e scalpello


“Un muratore che vuole edificare una casa innanzi tutto deve ben ripulire le pietre che vuole usare per la costruzione. Cosa che ottiene a colpi di martello e scalpello. Allo stesso modo si comporta il Padre celeste con le anime elette, che la somma sapienza e provvidenza fin dall’eternità ha destinate ad innalzare l’edificio eterno”.

C’è poco da aggiungere a queste parole che san Pio da Pietrelcina rivolge a un’anima da lui diretta. L’unico appello è a prenderne atto, seriamente.

Mauro GERMANI, Tra tempo e tempo. Nota di lettura di Giovanni Nuscis

 

Di questo nuovo, bellissimo libro di Mauro Germani, poeta, critico e studioso, leggiamo sulla quarta di copertina: “Pagine di un diario spirituale e intellettuale nelle quali l’autore, in una prosa coinvolgente ed evocativa, a tratti visionaria, ci offre un bilancio della propria esistenza mediante memorie personali, confessioni, moti dell’anima e riflessioni sul senso della letteratura, della morte, del sacro e del mistero (…). Continua a leggere

Insieme


Contemplare e vivere: questo è il programma. Se sia più nobile passare ore in preghiera, o prendere armi contro un mare di problemi e, combattendoli, mettervi fine: è un’ipotesi scorretta. Contemplare e vivere, essere e fare, nella giusta successione, sono grazia e verità, desiderio realizzato.

La parola ai poeti. Lucetta Frisa

 

 


Quante volte mi hanno chiesto cosa ne penso della poesia
. Non ricordo più, ma ricordo di avere sempre risposto: non lo so. Ancora adesso -e sono passati tanti anni dalla mia prima poesia e dalle mie prime riflessioni sulla poesia non sono in grado di dare una risposta, non sono in grado di dire nulla a proposito di questa domanda che continua a inquietarmi.

Eppure qualcosa devo dire. La poesia è stata ed è la mia vita, mi ha accompagnato sempre, mi ha consolato sia scriverla che leggerla. Quando non la scrivo mi sento senza colonna vertebrale, come perdessi me stessa, mi svuotassi, dimenticassi il mio nome, la mia stessa identità.

Se non ho saputo farmi conoscere, vincere premi,intrallazzare per ottenere qualcosa che giovi alla mia visibilità, almeno ho scritto davvero poesie, e per tanto tempo.. Questo filo non si è ancora spezzato, così mi consolavo Continua a leggere

L’appuntamento


Nel momento della morte il nostro cuore si aprirà, per pura grazia. Sentiremo ciò che non abbiamo mai sentito, perché Gesù agirà con potenza con chi desidera vederlo. L’appuntamento è fissato e noi ci prepariamo, ora per ora, momento per momento.

“Libertà” di Beatrice Fiaschi

Un racconto di Beatrice Fiaschi.

LIBERTÀ

Nel nero della notte, a una a una, si accendono sette piccole luci.
Il mio respiro è il loro interruttore: click e un globo caldo, mulinando nelle tenebre, ricava la sua nicchia di fulgore e illumina la notte sin dentro le sue più segrete viscere oniriche.
Quei piccoli globi potrebbero essere lucciole, almeno basandomi su quel vago ricordo che ne conservo di quando ero bambina e mi era concesso attraversare prati e cieli sterrati solo con lo sguardo, dal lucernario della mansarda, sdraiata sul letto della mia cameretta.
La mia fantasia aveva finito con l’assumere la forma squadrata del finestrone, la direzione obliqua del sottotetto e la voce insopportabile della solitudine. Tuttavia è stata l’unica strada attraverso la quale ho da sempre potuto accedere a quella porzione di cielo sopra di me, un mistero che solo con le parole avrei potuto dirimere: le stelle – all’apparenza vicine al punto da poterci scrivere una storia d’amore – erano in realtà distanti anni luce tra loro. Eppure creavano figure, frasi, disegni. Continua a leggere

Lo storiografo dei disguidi (Arkadia, 2022). Carola Guarnerio recensisce Paolo Codazzi.

 

Storiografo della commedia umana (o di una fugace danza di folli, ognuno con una propria mania) e dei falotici ed imprevedibili aspetti dell’esistenza, nella consapevolezza che ogni ricostruzione del reale è un’interpretazione soggettiva, intrisa di immaginazione, a dispetto o in concomitanza a una rigorosa acribia,  (si veda in particolare , “L’insonnia di Garibaldi”) l’autore con questi   quindici racconti  che pur nella loro individuale compiutezza strutturale costituiscono una produzione narrativa unitaria, perché presieduta da una poetica elaborata fin dagli esordi sia in prosa che  in versi, delinea la propria visione della storia e implicitamente del destino,  descrive attentamente e al contempo demistifica la realtà, in un processo di ecologia mentale,  spesso tramite l’arguto impiego del paradosso, racconta l’ordinaria straordinarietà quotidiana, l’epica odierna, paesana e cittadina,   con sfrangiamenti nel surreale, in qualche caso perfino nel grottesco, propone personaggi singolari, tratteggiati con sguardo ora mordace ora umanamente indulgente,  accosta il contesto culturale e temi sociali con sottile vis polemica, partecipata tramite sapida ironia.

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Invano


Nella vita spirituale, le proviamo tutte per raggiungere un certo risultato, ma il fallimento è dietro l’angolo: ce l’abbiamo quasi fatta, ed ecco che tutto precipita di nuovo. Dev’essere così: se il Signore non costruisce la casa, i costruttori faticano invano.

Recensione di Giannino Piana a “La disciplina della nebbia”, di Massimiliano Bardotti

Massimiliano Bardotti, La disciplina della nebbia, peQuod, Ancona 2022, p. 81.

       Ho vissuto per un lungo periodo a Novara immerso in una nebbia quotidiana, che iniziava a fine ottobre e si protraeva fino al termine di febbraio. Una nebbia fitta e umida, che penetrava dentro le ossa e creava nello stesso tempo un’atmosfera ovattata, intima, silenziosa, tale da favorire il raccoglimento e la meditazione. Anche la nebbia ha un suo fascino sottile! Essa impone tuttavia – come ci ricorda Massimiliano Bardotti in questa intensa e originale raccolta, che alterna a splendide poesie brani di alta prosa poetica – l’adozione di una particolare disciplina. L’attutirsi dei rumori e la scarsa visibilità suscitano disorientamento e impediscono di muoversi con speditezza, avendo a che fare con un muro apparentemente invalicabile.      Continua a leggere

Poesia italiana del XXI secolo

Francesco Tomada è nato nel 1966 e vive a Gorizia. Ha pubblicato le raccolte L’infanzia vista da qui, Sottomondo, 2005, A ogni cosa il suo nome, Le Voci della Luna, 2008, Portarsi avanti con gli addii, Raffaelli, 2014, Non si può imporre il colore ad una rosa, Carteggi Letterari, 2016, Affrontare la gioia da soli, Pordenonelegge/Samuele, 2021. Per la collana Autoriale, Dot.Com Press, è stata edita nel 2016 una sua antologia ragionata. Ha curato un volume sulla produzione letteraria della Provincia di Gorizia dal 1861 ad oggi; è coinvolto in diverse iniziative di divulgazione della cultura ed è redattore del sito web “Perigeion” e della rivista “Smerilliana”. I suoi testi sono stati tradotti in una quindicina di lingue straniere. Una selezione dal titolo “Questo è il mio tempo” è stata edita dalla casa editrice Scalino di Sofia. Nel 2022 è stato pubblicato Il figlio della lupa, Bottega Errante Edizioni, un romanzo scritto a quattro mani assieme a Anton Špacapan Von?ina.

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Compagnia


Gesù ci custodisce, ci protegge. Pensiamo, a volte, di essere in balia di forze che tendono a distruggerci, temiamo per la nostra integrità fisica e morale, dimenticando che Qualcuno ci stringe al petto, ci accompagna ogni momento, con la discrezione assoluta di chi ama.

La parola ai poeti. Marcello Comitini. 44

Dicono che le mie poesie sono tristi, che dimentico felicità e speranza, che il mio motto “il disinganno prima dell’illusione” è una negazione del sentimento umano. Dicono che il mondo non è come lo vedo io. Ma com’è il mondo? Felice e ebbro? Felice e ebbro di una gioventù che esiste soltanto in chi è giovane di età, che peraltro non è perciò stesso felice.

Un mondo felice e ebbro della bellezza mostrata dalle pubblicità, una bellezza desiderata ma impossibile da raggiungere, anche per coloro che dicono pubblicamente d’averla raggiunta: ricatti e umiliazioni gravano sulle loro spalle.  Continua a leggere

Un segno, un senso


Il segno della croce non è amato, perché ricorda il dolore, lo spettro da cui il mondo vuol fuggire, a tutti i costi. Eppure c’è la festa della Croce, la sua esaltazione, a perenne memoria di un senso che va oltre le apparenze, che svela verità dimenticate.