Archivio mensile:Maggio 2013

Angelo Gaccione, Ostaggi a teatro 1985-2007

Esce Ostaggi a teatro 1985-2007, che raccoglie in un unico volume nella Collana Hybris dell’Editore Ferrari tutta la produzione teatrale di Angelo Gaccione. Per gentile concessione dell’Editore, che ringraziamo, ne proponiamo un atto unico.

Lo sbaglio
di Angelo Gaccione

Due intervistatori
Una donna

Ufficio di un’agenzia che esegue interviste per conto di una nota Organizzazione non Governativa. Dietro il tavolo due uomini vestiti casual. Alle pareti manifesti di organismi umanitari. Dalla sala d’attesa viene introdotta una graziosa giovane vestita in maniera molto elegante.
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Axis Mundi. Racconti della Brianza

hippy-bus

Attica 73

di Gianni Fumagalli

Ma potrebbe anche titolarsi il viaggio dell’incoscienza. Eravamo giovani,spensierati e un po’ immaturi, almeno nel ristretto spazio dell’otium vacui della vacanza, ma godevamo della spontanea protezione del Nume Tutelare degli irresponsabili – rigorosamente in buona fede.
Ci sono vacanze che restano nella memoria dei protagonisti per svariate ragioni: incantevole bellezza del luogo, particolari amicizie o galanti avventure nate in quel momento speciale, imprevisti e contrattempi rovinosi, esilaranti coincidenze. Le ferie del 73 hanno contenuto queste e numerose altre esperienze al punto da renderle, per tutti noi, la “Vacanza”. Continua a leggere

I LIBRI DEGLI ALTRI n.41: Un campo di battaglia. Antonio Ferrero, “Classe terminale”

Antonio Ferrero, Classe terminaleUn campo di battaglia. Antonio Ferrero, Classe terminale, Marina di Massa (MS), Edizioni Clandestine, 2011

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di Giuseppe Panella

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Scrivere libri sulla scuola è ormai diventata una delle attività predilette degli insegnanti più validi e meno demotivati tra i tanti (troppi!) che rischiano di diventarlo nel caso il declino e la caduta della scuola pubblica non si arresti e si ritorni a quella qualità di un tempo da tutti nostalgicamente evocata (anche se forse anche all’epoca non erano certo mancati dubbi e lamentazioni sul loro stato mediocre e periclitante). In sostanza, sulla scuola esiste una vera e propria “letteratura di genere” che vanta veri e propri piccoli gioielli (i primi romanzi di Domenico Starnone, ad esempio, prima della sua attuale deriva cinematografico-mainstream) o una robusta quanto ben consolidata mediatà stilistica (Un paradiso triste di Francesco Paolo Tanzj, ad esempio).

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Caso Ilva, Riva non è l’eccezione – di Guido VIALE (il manifesto)

Per capire di che cosa parliamo quando parliamo di privatizzazioni guardiamo l’Ilva. Riva ha comprato l’Italsider di Taranto (un «ferrovecchio», secondo lui che lo ha comprato; un gioiello, secondo Prodi che ne ha predisposto la vendita) una ventina di anni fa per una manciata di miliardi (di lire: cioè di milioni di euro). Da allora, ha instaurato in fabbrica un regime dispotico, che gli è valso due condanne per discriminazione (ma ne avrebbe meritate decine), ma che è costato agli operai centinaia di morti sul lavoro.  Ha appestato la città con emissioni, reflui e rifiuti nocivi che hanno provocato migliaia di malattie e centinaia di morti. Ha macinato profitti per miliardi di lire, ma poi anche di euro, e ne ha imboscati molti in paradisi fiscali, rimpatriandone una parte esentasse grazie allo scudo fiscale di Tremonti. Ha sfruttato gli impianti senza investire se non lo stretto necessario per tenerli in funzione, mettendo in conto di abbandonarli, insieme a operai e città inquinata, quando non sarebbero più stati redditizi. Continua a leggere

Maddalena Capalbi, Nessuno sa quando il lupo sbrana

Maddalena Capalbi, Nessuno sa quando il lupo sbrana
di Nadia Agustoni

Una raccolta di poesie, questa di Maddalena Capalbi il cui titolo Nessuno sa quando il lupo sbrana, La Vita Felice Milano 2011, evoca scene d’infanzia e ricordi di storie con un sottofondo di paure. Continua a leggere

“ALCUNE PAROLE PER ALICE”, DI MICHELE TONIOLO

di Sara Bonafè

da Il Galletto Canterino

copalcuneparoleperaliceÈ stato presentato recentemente al Caffè Letterario del Gallo di Scandicci (FI) il libro Alcune parole per Alice di Michele Toniolo (Galaad Edizioni), con la premessa del giovane scrittore e traduttore Giovanni Agnoloni.

Indubbiamente il tema trattato nel libro, anche se di poche pagine, è molto forte: la morte e il dolore ne formano infatti l’ossatura. Protagonisti che lo stesso scrittore caratterizza come infinito amore di un figlio per la propria madre. Sì, perché è senza dubbio il figlio che dà luogo, nel romanzo, a manifestazioni d’amore verso la madre, che a sua volta si carica dell’essenza del dolore.

“Romanzo” è la definizione che ci offre Toniolo, dopo alcune domande fatte dal pubblico, che invece si ostinava a definirlo “racconto”. È lo scrittore a intervenire e a spiegarci il motivo per cui l’opera va chiamata così. Come esempio, prende le parole di Elsa Morante, la quale – parafrasandola – dice: “Racconto, perché racconta la storia di un momento; romanzo, perché racconta la storia di un’intera vita”. E infatti di personaggi in queste righe ne abbiamo un buon numero. Continua a leggere

Vivalascuola. Pronti, partenza, leggere!

L’Italia e la lettura. Il nostro Paese sconta un ritardo storico e risulta ancora adesso a rischio analfabetismo. In Italia si legge sempre poco e i governi non fanno abbastanza per promuovere la lettura. Siamo ai primi posti invece per dispersione e abbandoni scolastici. Vivalascuola presenta l’esperienza didattica “La pagina che non c’era“, che offre spunti per la pratica e la riflessione. Ne parlano Brunella Basso, Raffaella Bosso, Delfina Curati, Stefania De Magistris, Elisabetta Himmel, Paola Nasti, Diana Romagnoli, Maria Laura Vanorio. Paolo Trama invece propone alla discussione un nuovo approccio alla didattica della letteratura.
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Nomen Omen, di Fabrizio Centofanti

Nomen Omen receNomen Omen di Fabrizio Centofanti – Photocity edizioni, 2012

Nota di lettura di Rosa Salvia

Fabrizio Centofanti con la sua silloge Nomen omen consegna alla poesia, semplice nella lingua secondo il dettame petrarchesco, e profonda di livelli di significato, la sua personale visione “gloriosa” dell’essere e della vita. Una voce che ci rammenta la luce di un destino che chiama, anche dentro le ombre della nostra epoca, dentro i meandri del male e i misteri della morte. Continua a leggere

Sarah Kirsch (Germania, 1935-2013) : Dann werden wir kein Feuer brauchen

sarah kirsch

Il 9.5.2013 è morta all’età di 78 anni la poetessa Sarah Kirsch.
La notizia è stata riportata soltanto oggi, 23.5.2013.

Dann werden wir kein Feuer brauchen

Dann werden wir kein Feuer brauchen
Es wird die Erde voll Wärme sein
Der Wald muß dampfen, die Meere
Springen, Wolken die milchigen Tiere
Drängen sich: ein mächtiger Wolkenbaum
Die Sonne ist blaß in all dem Glänzen
Greifbar die Luft ich halte sie fest
Ein hochtönender Wind
Treibts in die Augen da weine ich nicht
Wir gehn bloßen Leibs
durch Wohnungen türenlos schattenlos
Sind wir allein weil keiner uns folgt niemand
Das Lager versagt: stumm
Sind die Hunde sie wehren nicht
Den Schritt mir zur Seite: ihre Zungen
Aufgebläht ohne Ton sind taub
Nur Himmel umgibt uns und schaumiger Regen Kälte
Wird nie mehr sein, die Steine
Die ledernen Blumen unsere Körper wie Seide dazwischen
Strahlen Wärme aus, Helligkeit
Ist in uns wir sind silbernen Leibs
Morgen wirst du im Paradies mit mir sein

Poi non avremo bisogno del fuoco

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Alessandra Paganardi, La pazienza dell’inverno

paganardi

Per le “Conversazioni in libreria” venerdì 24 maggio alle ore 18, presso la Libreria Popolare di via Tadino, in via Tadino 18 a Milano, presentazione de La pazienza dell’inverno (puntoacapo 2013) di Alessandra Paganardi, con Prefazione di Marco Ercolani. Intervengono e dialogano con l’autrice Mauro Ferrari, Luigi Cannillo, Marco Ercolani, Alessandro Castagna.

Ringraziando l’editore per la gentile concessione, ne proponiamo un componimento e un brano della Prefazione di Marco Ercolani.

Ritaglio

a Cesare Pavese

I
Un giorno, tanto tempo prima,
qualcosa era felice.

La venatura perfetta del marmo
il rosa improvviso, il giallo gentile
come se fosse sempre mattina
o una notte di stelle senza male. Continua a leggere

I LIBRI DEGLI ALTRI n.40: Parabole di viaggio. Paolo Carlucci, “Strade di versi”

Paolo Carlucci, Strade di versiParabole di viaggio. Paolo Carlucci, Strade di versi, Roma, L’aura di Roma Edizioni, 2011

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di Giuseppe Panella

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Scrive Eugenio Ragni nel suo lungo saggio introduttivo a questa nuova raccolta di poesie di Paolo Carlucci, provando a racchiudere in una frase il senso riposto e profondo della sua proposta :

«Antico e moderno sono compresenze in parallelo o, altre volte, contrapposte quel tanto che basta per connotare il trascorrere del tempo, ma quasi mai per confronti moraleggianti, anche dove gli accenti si fanno più caustici : la tipologia urbana mutata e i modus vivendi fatalmente diversi dall’oggi non suscitano infatti le abusate modulazioni di gemebonda nostalgia care a tanta rimeria dilettantesca, ma costituiscono la base per disegnare una suggestiva immagine in diacronia della città, dove la coesistenza di passato e presente – anzi, di un “antico presente” – compone l’originale, suggestiva fisionomia atemporale di un agglomerato urbano assolutamente unico ; cui Carlucci aggiunge di volta in volta coloriture ora bistrate d’amarezza, ora elegiacamente pastello, ora espressionisticamente graffianti : Rovine / il rumore del Tempo in città / Riaffiorano antichi / sepolcreti in periferia / il sonno dell’eternità. Tra le case grigie, infinite / i dormitori della Modernità»[1].

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TRA PAPI E FIDANZATI

Ho quasi avuto più papi che fidanzati. Da che sono nata mi hanno accompagnata nel mio cammino ben 5 papi, l’ultimo fresco di nomina. I fidanzati veri, cioè quelli seri, non semplici filarini, sono stati invece… bè, meno.
Al momento della mia nascita era da poco asceso al soglio di Pietro Papa Montini, ossia Paolo VI. Per la precisione solo quattro mesi prima della mia venuta al mondo, così che lui era giusto lì ad accogliermi, e per una quindicina d’anni è rimasto al suo posto. Continua a leggere

Provocazione in forma d’apologo 244

E’ sera, sto rincasando. Alla svolta mi trovo in coda a una colonna di auto che malgrado il verde non si muovono. Che fanno, dormono? Sbuffo. Ma dall’altra parte dell’incrocio un agente (di certo mi conosce se sa dove debbo andare, a me però non sembra di conoscere lui) fa segno proprio a me di superarli, attraversare l’incrocio e svoltare; non erano loro a dormire, ero io ad essermi posto sulla corsia sbagliata. Così faccio. Quando mi trovo all’altezza dell’agente mi affaccio e gli dico:
“Grazie e scusi, sa, è sera e ho lavorato tutto il giorno, sono stanco”.
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