sono gli anni del distacco
ogni giorno mi congedo
dalla carne di mia madre
spio la palpebra sempre più pesante
sull’occhio di mio padre
e gli amici tutti sparsi nei propri dolori:
ci sentiamo qualche volta come ultimi
di passaggio in fretta imbarazzati
di essere ancora vivi
[…]
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Archivio mensile:Aprile 2019
L’istante
Le pagine ritrovate di Giovanna De Angelis – Gadda – Giornate di guerra e di prigionia
Proseguo la pubblicazione degli scritti di Giovanna De Angelis iniziata a gennaio scorso postando lo scritto Giornale di guerra e di prigionia di Gadda: il diario di un «miserabile».
Questo saggio venne pubblicato nel 2005 sulla rivista “Bollettino di italianistica”, a. II, n.4, 2005, potete scaricare qui il pdf: 05 gadda giornale di guerra e di prigionia.
Buona lettura!
“Deserto”, di Ilaria Palomba
Recensione di Francesco Improta
Ilaria Palomba, Deserto (ed. Fusibilia)
Con Deserto, silloge poetica vincitrice del concorso letterario “Profumi di poesia”, Ilaria Palomba continua il suo cammino nel deserto dell’essere, riallacciandosi a Mancanza, pubblicato dalla casa editrice Augh nel 2017, con tale convinzione ed efficacia da indurci a considerarlo un seguito e una promessa di ulteriori esplorazioni come sembra suggerire la chiusa di questa raccolta:
“Adesso // cammina sul sole // non badare al crollo.”
In questa terzina permane, tuttavia, un panorama di rovine, ancora fumanti per il crollo recente, ma illuminato e riscaldato dalla luce del sole che indica nuove traiettorie, nuovi percorsi e probabilmente nuovi e inaspettati approdi. Continua a leggere
Cinque pani
È nota la storiella di quello che chiedeva il miracolo di vincere la lotteria, ma non comprava il biglietto. Anche noi pretendiamo da Dio di venire esauditi, e ci dimentichiamo di pregare. La cosiddetta moltiplicazione dei pani insegna che Gesù ha bisogno di collaborazione: poi farà tutto Lui, sfamando migliaia di persone. Ma cominciando da cinque pani e due pesci, il nostro modesto contribuito.
La memoria dell’amore
Mi convinco sempre più che il peccato non sia altro che una dimenticanza. Se, entrando in camera, il mio primo atto non è guardare il grande volto di Gesù, appoggiato alla parete in fondo, c’è qualcosa che non va. Dimenticare Dio è l’origine del male, come aveva capito Dostoevskij, e con lui i Padri della Chiesa. Ricordare è il frutto della grazia, il dono più importante: la memoria dell’amore.
Una volta ladro, sempre ladro
Un romanzo, una biografia, una protesta.
Il romanzo è quello di un ragazzo, nato in quest’ultimo dopoguerra, in un paese di confine, italiano e mitteleuropeo, professionalmente cresciuto a Milano e a Monaco di Baviera, dove si fa strada in un campo difficile e specialistico. Negli anni più importanti della sua formazione gli capita un evento traumatico: suo padre viene indagato dalla Procura di Milano, incarcerato per sei mesi, poi sottoposto ad arresti domiciliari e mantenuto per sette anni sotto la spada di Damocle di una possibile incriminazione.
La biografia è quella di una famiglia colpita al cuore da un’accusa infamante che si risolverà in un tragico e indifferente “abbiamo scherzato”. “La giustizia italiana non seppe che farsene di quest’uomo … Semplicemente, non lo considerò degno di particolare interesse. I successivi sette lunghi anni sarebbero stati spesi presso il tribunale di Milano per capire se c’erano gli estremi per un’imputazione a suo carico e procedere, quindi, con un processo; sette anni durante i quali il giudice per l’udienza preliminare … aveva infine deciso che, in assenza di reato e di altre prove indiziarie non vi erano gli estremi per un processo.”
La protesta, scritta in toni civili, senza mai lasciarsi andare a pur legittime espressioni di risentimento, ma con nomi e cognomi, è la stessa che hanno in comune tante vittime di “Mani pulite”. Non soltanto chi è caduto nell’abisso della depressione al punto da non vedere altra via d’uscita che il suicidio (oltre ai notissimi Gardini e Cagliari, l’autore ricorda che i suicidi furono 31 solo negli anni 92, 93, 94), ma vittime furono anche un incalcolabile numero di persone incarcerate “per farle cantare”, scarcerate perché risultò che non avevano niente di rilevante da dire, e abbandonate al discredito, alla disoccupazione, all’impossibilità di ricuperare una parvenza di onorabilità e perfino la fiducia in se stessi. Innocenti riconosciuti tali dalla stessa Giustizia che, dopo averli incarcerati, li ha prosciolti senza neppure mandarli a processo.
Trasmettere
È impossibile non trasmettere qualcosa, lo intuiamo facilmente. Le recenti scoperte della fisica dei campi hanno svelato l’intreccio inestricabile di atomi e particelle subatomiche che costituisce l’universo. Questa coscienza aumenta la responsabilità di ciascuno nei confronti degli altri. Cosa trasmettiamo? Il Cristo invita la Bossis a essere per tutti la sua grazia: scelta migliore non può esistere.
SCHIZZI di Yasmin Khadra (Italia, 2002)
NOTTI D’ESTATE.
Il loro vento fresco mi rabbrividisce.
Brividi come quando sfiori appassionatamente le labbra di un’amante, il cuore ti fa perdere il conto dei battiti.
Tum, tum, tum. Solo questo senti rimbombare nella tua testa.
VAGO RICORDO.
Mi prendi la mano dal nulla e mi chiedi di scappare con te.
Sotto la pioggia mi baci e mi sorridi come se fossi io il tuo parapluie,
due gocce sugli occhi fanno di me una piccola bimba piangente,
piangente perché di te rimane solamente un aspro pomeriggio
invernale. Continua a leggere
Purificarsi
Ornithology 31. Mansfield
Quando ero uccello
Mi arrampicavo sull’albero di karaka,
fino a un nido tutto di foglie,
soffici come piume.
Intonavo un canto che proseguiva da sé,
e pur senza parole alla fine intristiva.
Sotto l’albero, tra l’erba, c’erano delle margherite.
Per metterle alla prova, dissi loro:
«Vi staccherò la testa con un morso, per darla ai miei piccoli».
Ma loro non mi credevano uccello
e restavano aperte.
Il cielo era un nido azzurro di piume bianche
e il sole la mamma uccello che lo scaldava. Continua a leggere
Pensieri
Luigi Maria Corsanico legge Charles Baudelaire. 3
Sofferenze
Rovescio
Siamo pronti a giudicare. Con gli altri siamo molto severi. E dolci con noi stessi. Invece, dice il Cristo alla Bossis, dovremmo fare il contrario. A pensarci, il mondo andrebbe meglio. Esigere da sé, e comprendere gli altri: quanti attriti risparmiati, quante guerre scongiurate, e quanto ordine in più.
Dare del tu
L’Essenziale
La rosa è senza perché. Silesio nuovo fiammante
Silesio, o Angelus Silesius (l’Angelo, il Messaggero della Slesia), o Johannes Scheffler, è un vertiginoso autore di aforismi. Il suo capolavoro si intitola Il pellegrino cherubico, e i cherubini sono gli angeli fiammeggianti. Dal 1674 Il pellegrino cherubico non era certo invecchiato, ma a riproporlo nuovo è ora Francesco Roat, con un corposo saggio e un’inedita traduzione di 200 aforismi scelti dal poema mistico (ovvero filosofico, sapienziale, poetico) che porta al culmine una antecedente ricca tradizione.
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Senza titolo
di Stefanie Golisch
Abbiamo mangiato e bevuto e non eravamo
ancora sazi e non ancora abbastanza ubbriachi
per smettere e così siamo andati avanti e non
bastava mai e questa storia non ha una fine e
nemmeno un titolo. Non è bella e non insegna
nulla, ma va raccontata lo stesso nel nome di
chi non ha altro da buttare nel fuoco che la sua
fame, la sua fame