Archivio mensile:Settembre 2012

Eta Beta

Sono i ricercatori, nella notte che l’Europa dedica loro, i protagonisti di questa puntata di Eta Beta, il settimanale di Radio1 Rai sui nuovi mestieri e i nuovi linguaggi, ideato e condotto da Massimo Cerofolini, in onda il sabato dalle 23.35 a mezzanotte. Collegamenti con il Trieste Next, il salone europeo della ricerca in corso a Trieste, con il Festival dell’innovazione che si chiude a Bolzano, con il Festival della Spiritualità di Torino e con il Techcrunch, la gara delle migliori start up svoltasi in settimana a Roma. Questi gli ospiti: la virologa Ilaria Capua, eletta tra i 50 scienziati più influenti del mondo, che ha rivoluzionato la gestione internazionale dei dati sulle emergenze legate ai virus; Ilaria Chirico, 19 anni, inventrice delle scarpette che correndo accumulano l’energia per ricaricare il cellulare; Viviana Cattelan, coordinatrice di Trieste Next; Andrea Squartini, ideatore del fertimetro, il kit per misurare la fertilità della terra; Giacomo Vianello, fondatore di designer wannabe, il sito che mette in contatto designer e aziende; Mauro Zamarian, creatore del passeggino che protegge i bebè dai gas di scarico; Fabrizio Centofanti, parroco di Acilia che cura due blog seguitissimi in campo letterario (La poesia e lo spirito) e nel dialogo coi non credenti (Gesù per atei), Alessandro Bruzzi, creatore del sito yoodeal.it, il google degli sconti su internet.

AMIR VALLE A RAVENNA PER IL FESTIVAL “GIALLOLUNA NERONOTTE”

Domani, sabato 29 settembre alle ore 11,00, a Ravenna in Piazza del Popolo, appuntamento con Amir Valle, Alessia Carpinelli Tricarico e il traduttore Giovanni Agnoloni, per presentare il romanzo, Non lasciar mai che ti vedano piangere (Edizioni Anordest), per il festival GialloLuna NeroNotte, organizzato da Nevio Galeati.

Per una precedente recensione, vedi Postpopuli.it.

Un libro ancora da leggere

Di Elisabetta Bordieri

Quando Martina si affacciò alla finestra, quello che vide fu solo neve e freddo e ghiaccio e sale. Si affacciava tutti i giorni, tutte le mattine alla stessa finestra, ma il paese di cinque anime, dove era finita a sopravvivere ormai da anni e anni, non concedeva altro. Tutte le migliori aspettative, nel giro di poco, tutte andate in fumo, così il dolce paesino piccolo, isolato e di gente semplice si era rivelato uno stucchevole agglomerato gretto, dimenticato e di gente ottusa. Continua a leggere

Franco Casadei, Il bianco delle vele – Recensione di Narda Fattori

Il poeta è sempre innamorato: della parola, della visione. La poesia è il farsi oggetto fruibile della complessità di questo incontro-innamoramento. La parola suona “altra” anche quando è usuale e la visione coglie un barlume appena di quanto abbiamo sotto gli occhi abitualmente oppure ci spalanca frange di memorie e anche assoluti. In Pronto Soccorso: “ (…..)  respira a fatica…/ieri sera tranquilla, nel suo letto,/ ora sembra sfollata/ sfrattata dalle cose consuete/ noi tutti, come lei saremo presi/ nel cuore di una notte,  ribaltati e presi.”

La poesia non può prescindere dall’esperienza, dal vissuto, dal passato ; anzi la poesia gioca con il tempo: ciò che è stato diventa ciò che è  perché nel momento che lo afferra lo porge presente, palpitante, perlaceo come un ritrovamento antropologico, dopo che è stato ben ripulito.

Perché il poeta usa il materiale spurio che fu per esibirlo nel suo nitore, nella sua innocenza significante. “ Di tanto…. questo resta”; e ciò che resta è ciò che ci ha plasmati e identificati. Continua a leggere

61. Le stesse ali

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da qui

E’ la quarta notte consecutiva che succede. Ti senti in balia della violenza di gente senza nome, né ti va di fare ipotesi inutili o di perdere tempo in denunce contro ignoti. L’ignoto, poi, sei tu, nella casa senza sbarre perché non c’è nulla da difendere, neanche la vita. Continua a leggere

I LIBRI DEGLI ALTRI n.13: Alchimie del tempo. Alessandra Fiori, “Le conseguenze del caso”

Alchimie del tempo. Alessandra Fiori, Le conseguenze del caso, Milano, Edizioni Piemme, 2010

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di Giuseppe Panella*

 

Tutto quello che ci accade quasi mai è puramente casuale (come ammoniscono romanzieri, sceneggiatori e registi in conclusione delle loro opere) ma tutto risulta il frutto di una accurata combinazione della necessità e del relativo scivolare delle opportunità nel bussolotto concavo della vita. La vicenda che vede protagonisti Chiara, Marcello e Valeria non ha molto a che vedere con le pure casualità dell’esistenza; sono semmai la conseguenza diretta delle scelte fatte in passato e degli errori consumati nel presente.

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Anna Rosa Balducci, La casa color grigioperla – Recensione di Narda Fattori

 

“C’era una volta…”: no, non inizia così il bel romanzo di Anna Rosa Balducci; c’è stato, c’è ancora, un barcone di naufraghi in fuga da fame e guerra che ha affrontato il mare inconosciuto e periglioso per sfuggire ad un destino che non ha storie, ma finali.

Dal barcone  quattordici personaggi sbarcano su un lido ignoto ma inconsueto: non siamo a Lampedusa, a Mazara del Vallo, a Otranto; qui c’è un Adriatico quasi lagunare, qui c’è un Adriatico che non reagisce alla loro intrusione, un po’ perché da sempre accogliente, un po’ perché distratto e poco interessato a chi non ha denari da versare. Si capisce abbastanza presto , specie per chi abita questi territori, che siamo a Rimini, in autunno. Dopo un giorno smarrito sugli scogli, appare un rifugio: una casa lì a due passi, abbandonata e vuota, quasi in attesa della piccola comunità di rifugiati di colore: due vecchie, due vecchi, due giovani donne, due giovani maschi e cinque bambini, tre orfani e due figli “regolari”; anche i bambini sono differenziati per carattere e sesso, due femmine e tre maschi , un microcosmo che riflette il macrocosmo. Continua a leggere

60. Non riesci a vedere più la fine

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da qui

Col sole è tutto troppo chiaro: una luce bianca che avvolge le moto, i furgoncini, la macchia verde e nera dei cespugli. Anche le persone che camminano in fila, aggrappate alla ringhiera del guard rail, sono alieni piovuti da un sogno, perché c’è sempre un sogno che ti riporta qua, dove terra, cielo e mare si accordano per confondere i confini, per fornire alla memoria uno sfondo buono per tutte le stagioni, soprattutto per gli stati d’animo, che hanno sempre il potere di sorprenderti, il suo passare come niente fosse dalle parole tenere all’indifferenza, chissà cosa gli prende, mentre chiede di aprirgliene un’altra, e tu gli porgi la Ceres, rassegnata, prevedendo che sarà quella di troppo, e la linea della mezzeria si muterà in serpente impazzito pronto a stritolarvi. Continua a leggere

“Il Cristo ricaricabile” di Guglielmo Pispisa

Un romanzo magnificamente ambizioso, che gestisce con coraggio materia a dir poco rovente a partire dal suo incipit: un uomo – narratore quasi onnisciente della storia – viene resuscitato da suo nipote, un ragazzetto come tanti, di poco più di vent’anni, surfista e introverso, che si sveglia un giorno con le stimmate, senza avere idea di perché, senza una fede in Dio o un afflato religioso, senza averne il desiderio o il physique du rôle psicologico o mentale. Intorno a loro, narratore e protagonista, una serie di personaggi (molti dei quali membri della stessa famiglia), a rendere questo romanzo più che “corale” quasi “sinfonico”: caratteri diversissimi tra loro esprimono pensieri, stili di vita, emozioni e sentimenti spesso antitetici e in conflitto ma che nell’insieme riescono a dare una spinta verticale alla storia, creando un movimento un po’ vertiginoso, come un Tondo Doni michelangiolesco.

La nuova prova di Pispisa dopo i suoi convincenti esordi con Einaudi e Mondadori (a firma dell’ensemble Kai Zen) mantiene i pregi narrativi che conosciamo nella delineazione perfetta e quasi materiale di ogni singolo personaggio, Continua a leggere

QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.100: La scienza e la vita. Mario Lena, “Attrattore strano”

La scienza e la vita. Mario Lena, Attrattore strano, Lucca, Pacini Fazzi Editore, 2012

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di Giuseppe Panella*

 

Attrattore strano è il ventesimo libro di poesie di Mario Lena e rappresenta il suo congedo dall’attività letteraria. In esso, tutta la prima parte è contrassegnata da testi che recano il titolo delle sue opere precedentemente pubblicate e vogliono rappresentare una sorta di bilancio della sua lunga esistenza spesa operosamente al servizio della comunità (Lena è stato lungamente sindaco della città natale di Bagni di Lucca) e intenta a conciliare la vita quotidiana con l’apprezzamento e l’amore per la sua Musa (terrena e tutta umana, intrisa di stupori e di slanci e di una struggente curiosità nei confronti della natura e del cosmo).

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Vivalascuola. Concorso, Tfa e figli di nessuno

I figli di nessuno sono i giovani e i meritevoli, i neolaureati, i trentacinquenni iscritti al Tfa, i docenti precari già abilitati inseriti nelle graduatorie. Ma il concorso non era fatto per giovani e meritevoli? Come dicono il ministro Profumo e i suoi portavoce? In realtà giovani e meritevoli sono esclusi dal nuovo concorso, mentre i docenti già abilitati per aver vinto un concorso dovranno rifarlo. Inoltre: i posti previsti dal concorso (11.000 in tre anni) sono inferiori persino al piano predisposto dalla Gelmini (fino a 22.000 per anno) e non copriranno neanche i pensionamenti. Come dice Giovanna Lo Presti citando Shakespeare: “Schifo! Schifo!” (Amleto, atto I, scena II).

Si bara, si bluffa, si recita a soggetto: è il concorso truffa
di Emanuele Rainone

La scuola pubblica statale è il principale luogo di formazione della cittadinanza e di trasmissione dei valori di civiltà della nostra Costituzione. Bene: lo Stato Italiano riserva agli insegnanti e al personale della scuola un trattamento incivile Continua a leggere

59. Alex

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E’ il tempo in cui non sai come vestirti, con le ultimi propaggini di caldo estivo e le prime avvisaglie dell’autunno. Per stare sotto i ponti, pensi, è il periodo migliore. Ti affacci alla porta della tua baracca, la mattina presto, e vedi gli autobus dell’Atac uscire lentamente dal deposito. Continua a leggere

Fondo librario di poesia contemporanea

Domenica 30 settembre, alle ore 17,00
si inaugura
IL CENTRO LIBELLULA
e l’apertura alla consultazione del
FONDO LIBRARIO DI POESIA CONTEMPORANEA
raccolto dall’Associazione Culturale PoEtica
presso la nuova sede sociale in via San Michele, 8 Morlupo RM
con il patrocinio gratuito
di Biblioteche di Roma e del Comune di Morlupo

Ospite d’onore Luigia Sorrentino
poetessa e conduttrice della trasmissione di Rai Radio Uno “Per il verso giusto” incontri con i poeti contemporanei Continua a leggere

58. Amen

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Vuoi scrivere un romanzo teologico: è arrivato il momento di affrontare i nodi irrisolti di una fede che non risponde più alle domande della gente, si barrica nel tempio, lo spazio sacro dove l’incredibile dev’essere credibile, dove tutto si spiega con formule del tipo mistero della fede, e le parole piovono da un mondo che forse non è quello di Dio ma l’universo barocco degli uffici della Curia, in cui figure pallide sintetizzano in collette, preghiere sulle offerte, dopocomunioni, la presenza di un cielo che rifiuta di stringersi nei margini angusti di un messale. Continua a leggere

inedite

(dalla raccolta inedita “la furia refurtiva”)

***

Castrum

Provvisto di torri, cammini di ronda e posterule,
l’abitato consiste d’una corte lastricata,
siccome baldacchino vi è coperto un vano,
con un piccolo altare per il sacrificio…

***

Scritturale degli ori

Celletta del monaco
orfeo, ivi s’aggruma
melico il candore
del corpo lasso,
della parola offesa,
passione per tortora e sparviero –
o pertinenza alla catena buia.

***

Minor Minoxes

Il frutto lasso della dama,
dedalo del mugghiare,
raspa col corno
un talamo di pietra.
Torto alla traccia, all’arte
del solstizio, scopre
nel pugno
la chiave rugginosa.

***

Per verba

Sfrigolio della passione ustoria,
si scherma dallo specchio, copre
ogni acqua – è serpe di Laconia,
magistero del taglio nell’icona.

IL TERZO SGUARDO n.41: Critica letteraria ed evoluzione (criminale) della società contemporanea. Romolo Runcini, “La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. 3. Il romanzo industriale”, a cura di Carlo Bordoni

Critica letteraria ed evoluzione (criminale) della società contemporanea. Romolo Runcini, La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. 3. Il romanzo industriale, a cura di Carlo Bordoni, Napoli, Liguori, 2012

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di Giuseppe Panella*

 

Per le affettuose e attente cure di Carlo Bordoni, si conclude con un terzo volume dedicato al romanzo industriale, il poderoso tentativo di ricostruzione dei rapporti tra società contemporanea e narrativa di genere iniziato da Romolo Runcini nel 1995 con La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. Il Gothic Romance pubblicato sempre da Liguori e proseguito con lo stesso editore nel 2002 con La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. Il Roman du Crime.

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57. Quel giorno

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L’hai scoperta da poco, questa stanza. Anche qui potresti stare ore, se avessi esorcizzato la mania di non fermarti, che hai contratto nella parrocchia di periferia. Ti ipnotizza la sua forma contenuta, il colore ambrato che induce una specie di torpore, soprattutto in te, perennemente stanco, con gli occhi che si chiudono da un momento all’altro, il mal di testa che sfuma solo raramente. Continua a leggere

L’incontro di Michela Murgia

Si legge col piacere leggero di una girata in bicicletta questo racconto lungo di Michela Murgia, a conferma di uno stile agile e ben calibrato, capace di dipingere con toni ora ironici ora poetici la vita estiva e la maturazione di un gruppo di tre amici in un paese di fantasia, Crabas, che si richiama con un simpatico scambio di lettere al luogo in cui l’autrice stessa è nata e tuttora vive (Cabras, ndr).
La storia si costruisce attorno ai giochi dei tre ragazzini, al senso d’appartenenza della comunità di cui fanno parte e agli eventi che la metteranno in discussione quando, per una sciocca ripicca tra clerici, verrà deciso di creare una seconda parrocchia in un territorio che a memoria d’uomo ne aveva avuta sempre una.
Memoria d’uomo, appunto: perché le componenti dell’oralità e del racconto tramandato e quelle della tradizione e dell’identità date per scontate si scontrano qui con Continua a leggere

Provocazione in forma d’apologo 228

Ieri è venuto da me mio nipote e mi ha sottoposto, come talvolta accade, un suo problema scolastico:
“Nonno, oggi è arrivato in classe il nuovo professore di francese, uno vecchio quasi quanto te, e ci ha lanciato una sfida. Ha cominciato a pronunciare in fretta delle frasi insensate, assicurandoci però che un senso ce l’avevano, anche se nessuno di noi ci capiva niente. Alla fine, impietosito, le ha pronunciate lentamente due o tre volte, permettendoci di trascriverle come le capivamo. Leggi qua: Sciavirò, …”.
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