di Giorgio Stella
Passaparola la finestra è
dentro il muro
la candela
accesa
qui non è
festa
La Candelora passa l’ala del Santo
al turno del golf
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Archivio mensile:Gennaio 2020
Gioire
Come Eva nacque dalla testa di Adamo (e viceversa)
di Kika Bohr
foto di Giovanni Rainoldi
Quando decisi finalmente di iscrivermi all’Accademia di Brera non ero più una giovanetta, dipingevo e modellavo già da una quindicina di anni, avevo già fatto tre piccole mostre, avevo una laurea e, nonostante il mio modesto lavoro part-time nella Biblioteca dell’Università, mi davo un po’ di arie.
Quindi non fu sempre facile ascoltare e seguire le indicazioni del mio professore di scultura nell’aula 45.
Il primo anno si studiava la testa umana e le sue proporzioni. Si modellavano ritratti degli altri studenti al naturale con l’argilla recuperata da un’enorme vasca posta sotto le finestre dell’aula.
Continua a leggereDell’amore
Luigi Maria Corsanico legge Marcello Comitini. 8
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Tra Irlanda, Italia e Spagna: Intervista a Catherine Dunne
Tra Irlanda, Italia e Spagna: Intervista a Catherine Dunne
Catherine Dunne, grande scrittrice irlandese, è conosciuta in tutto il mondo per i suoi romanzi, che raccontano intense storie di drammi familiari immersi nella storia più e meno recente del suo paese, ma con aperture anche ad altre realtà europee – su tutte la Spagna, la cui lingua e cultura lei ben conosce, anche per gli studi di Lingua e Letteratura spagnola (e inglese) condotti al Trinity College di Dublino.
Già docente di lingue, si è dedicata interamente alla scrittura a partire dalla seconda metà degli anni ‘90, ed è diventata famosa in Italia con il primo libro La metà di niente e in seguito con altri romanzi come – tra gli altri – La moglie che dorme, Il viaggio verso casa, Una vita diversa, Se stasera siamo qui, Quel che ora sappiamo e i più recenti Un terribile amore e Come cade la luce, tutti editi da Guanda.
Ho avuto il piacere di conoscerla la scorsa estate a Dublino, e di apprezzarne anche la profonda umanità e il grande entusiasmo come operatrice culturale.
Da qui, e dal nostro successivo incontro all’ultimo Pisa Book Festival, l’idea di questa intervista. Prima troverete il testo italiano, quindi quello inglese. La traduzione è mia. Continua a leggere
La buca
Il Cristo chiede alla Bossis se sa cosa significhi essere condannato a morte, e a quella morte. La invita ad accettare di morire per la salvezza delle anime (il rinnegamento di sé, così difficile da accogliere). Poi aggiunge che il rumore della croce, nel momento in cui fu conficcata nella buca, fece trasalire di gioia tutte le anime che erano in attesa. La gioia, conclude, non è del mondo: è Mia e dei miei.
La poesia della settimana. Rosita Copioli
Non ho ancora raggiunto gli anni
Non ho ancora raggiunto gli anni che avevi
Quando ti ho incontrato,
che impressione mi facevi.
Che impressione mi faccio ora io.
Com’è sciocco il mio sguardo
ieri e oggi.
Com’è giusto seguire il fondo
di noi stessi
fino al vulcano sempre aperto
che siamo noi al centro
della terra.
Rosita Copioli, Il postino fedele, Milano, Mondadori, Lo Specchio, 2008, p. 78.
Quale delle due?
Dio: temerlo o amarlo? Gesù dice a Gabrielle che è giusto temere i Suoi giudizi, la Sua grandezza, la Sua divinità; ma al tempo stesso bisogna sapere che, nella vita, Lui è tutto bontà, misericordia, amore; che lei, dunque, non deve temerlo, sulla terra. Come mettere insieme le due cose? Aveva ragione Jung: la chiave è l’unione degli opposti.
Intelligenti
In fondo, la vita si concentra in questa scelta: vivere per me o per Dio. Così il Cristo alla Bossis. E aggiunge: il Padre e Io aspettiamo la risposta. Se vivo per me, penso di guadagnare qualcosa, e perdo tutto. Se vivo per Gesù, penso di perdere tutto, e guadagno me stesso. Il Vangelo cerca di convincerci di ciò di cui dovremmo convincerci da soli, se fossimo davvero intelligenti.
Dorature
di Barbara Pesaresi
Dorature è un bellissimo blog che si occupa d’arte, precisamente di illustrazione, curato da
Silvia Paccassoni. Come scrive l’autrice: “l’illustrazione sa illuminare anche i luoghi d’ombra e sa rivelare. Dorature è questo: uno spazio in cui si raccontano storie dell’antico mestiere dell’illustrare, vicende e creazioni di donne e uomini, illustratrici e illustratori, di cercatori e collezionisti straordinari, di libri, mostre e musei”.
E poiché proprio in questi giorni si celebra il centenario della nascita di Federico Fellini, vi invito alla lettura dell’articolo che Silvia ha pubblicato sul suo blog dal titolo Il viaggio di Giulietta e Federico
Lungo il cammino
Se passassimo accanto alla casa di un amico intimo, durante un tragitto, ci fermeremmo. Perché non lo fai con la chiesa che incontri nel cammino? chiede Gesù a Gabrielle; non potrei avere da dirti qualcosa d’importante? È un ragionamento che non fa una grinza. Soprattutto perché il Cristo aggiunge: Io ti amo.
Rocco Morandi, “L’Appennino piemontese”
Rocco Morandi, L’Appennino piemontese – Percorsi, paesaggi, natura e storia del tratto piemontese dell’Appennino (Tarka Edizioni, collana “Appenninica”)
Contributo introduttivo di Marco Grassano: “Su per balze e in anfratti” dell’Appennino alessandrino
Su per balze e in anfratti d’una solitudine dura
su valli deserte ormai
se non per l’attraversamento orizzontale e infinito
di farfalle…
(Attilio Bertolucci)
L’Appennino è forse, almeno col sereno, la parte più bella della Provincia di Alessandria; senz’altro è la più incontaminata, la più ricca di biodiversità. Per questo ci siamo permessi di denominare questa porzione di territorio “Appennino piemontese”, così come esiste l’Appennino emiliano di Bertolucci. Siamo tuttavia ben consapevoli di quanto la sua cultura e la sua Storia la leghino alla Liguria. Di ceppo ligure sono i dialetti che si parlano in Alta Val Curone, in Val Borbera e così fino all’Ovadese. “Ligure” è aggettivo che contraddistingue la toponomastica di molte località (Cantalupo Ligure, Cabella Ligure, Carrega Ligure…). Liguri erano le popolazioni residenti prima della colonizzazione romana. Continua a leggere
Il testamento
Buona lettura 19: “L’ambasciatore delle foreste” di Paolo Ciampi
Un taccuino per catturare le impressioni, i messaggi e le parole che escono di pagina in pagina ma anche per incontrare scritture nuove e legate all’attualità. Un angolo per parlare di libri e condividere il gusto di una buona lettura.
Spettacoli
Frammenti di Cinema # 23
“J’accuse!” Anche i nostri tempi avrebbero bisogno di un Emile Zola, che nel 1898 denunciò l’ingiustizia subita dal capitano Alfred Dreyfus. Questo avvenimento ha conservato intatta la sua capacità didascalica se Roman Polanski lo riprende ne L’ufficiale e la spia (2019) per difendersi sotto traccia dalle accuse che lo hanno condannato da anni a non lasciare il territorio generoso della Francia. Nel 1969 a Zola fece ecco “Io so!” di Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera, esplicito atto di accusa del (mal)governo democristiano. Nel suo cinema il tema politico non fu mai così esplicito e diretto: politici lo furono tutti i suoi film, o nessuno in modo attuale. Tra questi uno in particolare possiede, a rivederlo, un’inquietante carica profetica. Porcile (1969), infatti, (pre)annuncia il cannibalismo al quale l’ultima rivoluzione tecnologica ci ha ridotto. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), invece, quale apologo sulla pornografia del potere è meno attuale in quanto più universale.