Ci sono almeno tre modi di raccontare la Storia. Il primo è quello ufficiale, quello dei libri di studio che, ricostruito a posteriori, se pure rigoroso, perde l’anima degli avvenimenti. Il secondo, preziosissimo e insostituibile, è quello della testimonianza diretta, che aggiunge dettagli ricchi e tumultuosi e tuttavia ha sempre un’angolazione in qualche misura soggettiva.
Gesù è venuto sulla terra, e ne hanno fatto quello che hanno voluto; è venuto nell’Eucaristia, e ne hanno fatto quello che hanno voluto. Lo farà fino alla fine dei tempi, per amore. Così dice a Gabrielle. E noi siamo qui, ad ascoltare, e a farci un esame di coscienza.
Una giornata ha senso se si serve Dio. Quando sarà chiaro alla coscienza? Certa teologia vorrebbe cancellare la verità dei cosiddetti meriti, ma Gesù dice a Gabrielle: il merito, e anche l’onore e il privilegio, stanno tutti nel servire Dio. Che la Sapienza ci illumini su questa verità così cruciale.
– Guarda un po’ quanto manca, va’! ‘Sto Loran lampeggia, non prende… ne puoi fare regate, funziona un cazzo qui! –
– Quella piastra di massa, scommetti? Comunque quello lì è il faro del Titan, ce lo lasciamo a dritta e filiamo giù fuori delle isole, il temporale arriva da terra. Se non fa scherzi per le due entriamo a Tolone –
Il lampo ammicca vicino, intenso. Gian armeggia con la bussola, il compasso punge la carta umida. Continua a leggere→
Spesso non misuriamo quanto ci siamo allontanati e viviamo a vista d’occhio. Forse per quella stupida possibilità di ritorno, di riabbracciarci e perdonarci insieme, per-donare. Non diamo peso alla speranza. Quando muoiono, però, è l’abbandono. Non c’è ragione che menta. Continua a leggere→
Gesù vuole che ci confidiamo con Lui come con l’amico più caro. Che gli parliamo di tutto, anche di piccole cose. Così dice a Gabrielle. Prima o poi impareremo.
Tempo fa ascoltavo un video su youtube, distrattamente, ma presto l’attenzione si è accesa: il tema trattato mi colpiva profondamente. Come cristiana, certo, ma non solo, perché lì c’era un modo particolare di illustrare il tema dell’identità, secondo il criterio più credibile: l’esperienza personale.
Gesù ci ha insegnato il Padre nostro. Vuol dire che per Lui, quelle richieste, sono le più importanti in assoluto. Ogni volta che le impetriamo, compiamo un atto sacro, che ci unisce alla potente volontà del Cristo.
La vita è Gesù. Lo dimentichiamo troppo spesso. Se facessimo solo la Sua volontà, se lo lasciassimo abitare nella nostra essenza, se, insomma, non pensassimo che a Lui, ritroveremmo il filo della vita, compresa quella eterna.
Gesù vuole essere uno di famiglia: vivere le piccole cose, gli scambi di affetto e tenerezza, quel tessuto che unisce le persone in una confidenza quotidiana. Riusciremo a inserirlo nella nostra intimità?
Chiedo spunti sulla situazione attuale. Sui possibili sbocchi.
Situazione spirituale
Aspetti culturali
Aspetti sociali
La situazione esistenziale, in Occidente, è in condizioni pietose: alle persone si mostra, in modo martellante, ciò che non hanno, per trasformarle progressivamente in clienti. L’essenziale è che comprino: tutto il resto diventa secondario, compreso Dio, il quale, come nella Cappella Sistina, prende prima gran parte dello spazio e poi diminuisce, fino a sparire. Ciò che conta è l’oggetto, la merce. La religione diventa pubblicità: si pensi al noto spot di un caffè, che si svolge in paradiso. La vita spirituale si può ridurre ad atti quantificabili, come la benedizione delle auto, che nasconde spesso motivazioni discutibili, del tipo “non si sa mai”. La religione cosificata si oppone all’incarnazione di Cristo, che si colloca agli antipodi: qui ogni realtà si offre come memoria dell’amore che crea e custodisce. Anche nella Chiesa, a volte, si seguono maestri che guidano grandi movimenti, trasmettono valori e contenuti, ma si viene a scoprire che manca il dato più importante: il compromettersi in prima persona, l’esperienza di un Dio che visita te, che viene a cercare proprio te. Continua a leggere→
Il Natale elettronico non è che un trillo dello smartphone, di notifiche, essemmesse, video su WhatsApp, gif animate, cinguettii su Twitter, post su Facebook, mi piace non mi piace, rilinkami, ritaggami. È una Festa o una centrale elettrica impazzita? Gesù si è risparmiato tutto questo: si è sorbito in diretta le molestie di scribi e farisei, il riso di Erode e le mani lavate di Pilato, una perfetta gif della paura atavica di amare. Ma l’ennesima e-mail, almeno quella, l’ha evitata, immune dal virtuale.
Il problema di noi umani è l’incoscienza, l’ignoranza, la resistenza, la paura. Un uomo-Dio ci chiama, chiede il nostro amore, e ne riceve spesso riso e insulti, dice il Cristo alla Bossis. In effetti, c’è di che pensare. E soprattutto c’è di che promuovere, con tutti i mezzi, la coscienza di questa situazione.
Forse non viene NATALE… La stella cometa errando nello stupore s’ interroga: fermarsi o attendere una chiarità suprema? Chissà! Nella guerra per l’apice aspra arrogante NOI vanamente sfuggiamo a NOI in devianti frantumi, lacerazioni sempre affamati, mai sazi di mondo. Ah! paglia e paglia e paglia per non sentire per non vedere ma la zanzara sale, vive con NOI forza gli argini d’ogni vena inferno richiama e perduto paradiso sanguinando fa saltare il lucchetto al cuore trascina la spina dal rogo alle stelle.
Il miracolo di un interruttore che accende la luce in una stanza buia. La meraviglia di un rubinetto che fa sgorgare acqua, anche calda. La potenza di un fornello che si accende e da fuoco per cucinare. L’accoglienza di un materasso con le coperte, le lenzuola e i cuscini. La sorpresa di un frigorifero aperto ricolmo di cose da mangiare. Il confortante chiacchierare delle caffettiere e delle pentole. L’avventura che i libri sul comodino promettono e mantengono.
Nessuno ci ama come Dio. Anche quelli che ci sono più vicini, qualche volta ci lasciano. Gesù lo confida a Gabrielle, aggiungendo che Lui non la lascia mai, che è sempre nel Suo pensiero. Per questo, dico io, le anime vanno portate a Dio, e non legate a noi.
Il regno dei cieli subisce violenza, e i violenti se ne impadroniscono: è uno dei passi più enigmatici dei quattro Vangeli. In realtà si spiega bene. Gesù dice che per seguirlo bisogna rinnegare se stessi e prendere la croce. Ecco dove sta la violenza: nel crocifiggere i propri desideri, l’amore di sé. È il preludio della risurrezione, dice il Cristo alla Bossis, vale a dire di ogni gioia.
La libertà di crescere alla luce di ciò in cui si crede, anche nella scuola e nella comunicazione mediatica, e nell’incontro con ogni altra persona, comunità, cultura costituiscono una profonda via di rinascita personale e sociale. La democrazia sta involvendo nella dittatura soft dei poteri forti che tacitano in vario modo le voci alternative e cercano di teleguidare il popolo. Questo blog si propone di cogliere gli spunti non uniformati, degli orientamenti più diversi, dovunque si trovino. Certo nei limiti di una convivenza civile. Il pensiero unico, la falsa, impossibile, neutralità di un certo scientismo, stanno cercando di spegnere le coscienze, di rendere ciascuno un mero consumatore isolato dagli altri e perso in una massa anonima. Ma un mondo svuotato di slanci, di libera, vissuta, ricerca, di partecipazione va verso il crollo. Non lo si vede a tutto campo? Dall’ecologia, all’economia, alla psicologia, si cercano soluzioni tecniche ad un problema di base più profondo: la scomparsa di un’autentica, plurale, ricerca umana. In preda ai falsi meccanicismi della tecnica, degli apparati, la vita sulla terra va verso il crollo e nessuno sembra poter fare nulla. Serve un salto di qualità. Un passaggio epocale. Costruiamo dal basso una nuova società, viva di valori, non omologata.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok