Da donna a bimbo
Tu che eri tenebra scaldasti la mia carne
dove fuori dalle tenebre germinò il seme.
Poi tutto un mondo io creai in me;
tutto il mondo che tu odi e vedi
poggiava sul mio sangue sognante.
Lì si muovevano le innumerevoli stelle,
e pesci e uccelli colorati si muovevano.
Lì sciamavano i continenti alla deriva.
Tutto il tempo in me s’avvolse, e il senso,
e l’amore che il suo diletto non conosceva.
O nodo e centro del mondo;
stretto ti tengo dentro quel pozzo
tu fuggirai e non fuggirai –
che ancora riflette la tua forma addormentata;
che ancora alimenta la tua cellula crescente.
Io sfiorisco e tu da me ti allontani;
e benché tu danzi nella luce viva,
io sono la terra, io sono la radice,
io sono lo stelo che nutriva il frutto,
l’anello che ti lega alla notte.
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