Archivio mensile:Gennaio 2021

Lirico terapia. Judith Wright, Da donna a bimbo

Da donna a bimbo

Tu che eri tenebra scaldasti la mia carne 

dove fuori dalle tenebre germinò il seme. 

Poi tutto un mondo io creai in me;

tutto il mondo che tu odi e vedi

poggiava sul mio sangue sognante.


Lì si muovevano le innumerevoli stelle, 

e pesci e uccelli colorati si muovevano. 

Lì sciamavano i continenti alla deriva. 

Tutto il tempo in me s’avvolse, e il senso, 

e l’amore che il suo diletto non conosceva.


O nodo e centro del mondo; 

stretto ti tengo dentro quel pozzo

tu fuggirai e non fuggirai – 

che ancora riflette la tua forma addormentata; 

che ancora alimenta la tua cellula crescente.


Io sfiorisco e tu da me ti allontani; 

e benché tu danzi nella luce viva, 

io sono la terra, io sono la radice, 

io sono lo stelo che nutriva il frutto,

l’anello che ti lega alla notte.

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L’amore che hai in più, di Augusto Benemeglio

Augusto Benemeglio non smette di sorprenderci: come un prestigiatore che estrae dal suo cilindro oggetti imprevedibili, ci provoca ogni volta con le sue caleidoscopiche creazioni, in cui ritrovi, ogni volta, tutti i colori dell’umano. L’ultima è “L’amore che hai in più. Tre lustri di recital romani”, un volume di 380 pagine che non finiresti di sfogliare, perché a ogni giro di pagina trovi uno degli autori che ha segnato indelebilmente la tua vita:

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Andrea legge nel tubo un episodio con protagonista Edoardo Ferravilla: da Jarro, “Sul palcoscenico e in platea”.

Le ‘letture’ di Andrea Sciuto.

Nato in provincia di Bergamo da genitori siciliani, Andrea Sciuto vive tra Catania e Bergamo, dove lavora come insegnante di lettere. Fa parte del Circolo dei Narratori di Bergamo, gruppo di volontari che organizza iniziative di promozione della lettura insieme alle biblioteche pubbliche.
Oggi Andrea legge un episodio con protagonista Edoardo Ferravilla: da Jarro, “Sul palcoscenico e in platea”.

Poesia italiana del XXI secolo

Natàlia Castaldi è nata a Messina nel 1971. La poesia, la fotografia e la partecipazione attiva alla vita politica e civile, sono i suoi principali campi di interesse, che considera dipendenti e consequenziali gli uni dagli altri. Scrive poesie, saggi, recensioni, brevi brani in prosa, e nell’ottobre del 2009 fonda il Collettivo dei Meltin’po(e)t_s e la rivista di poesia Poetarum Silva, che abbandona definitivamente nel 2013 in seguito a un lungo periodo di malattia. Dal  dirige  Carteggi Letterari – critica e dintorni, divenendo Associazione culturale e casa editrice e web magazine.  Nel 2009 Partecipa alla Biennale di Venezia con la composizione in versi “In Alta Armonia”, ispirata e dedicata a Eluana Englaro, e musicata dal Maestro Marino Baldissera per soprano, flauto, clarinetto, chitarra, arpa e live electronics. E’ presente in molte antologie poetiche. Nel 2011 pubblica Dialoghi con nessuno, Edizioni Smasher. Suoi lavori sono stati pubblicati da diversi siti e blog di poesia, tra i quali: La dimora del tempo sospeso– a cura di Francesco Marotta; Nazione Indiana – a cura di Marco Rovelli; La poesia e lo spirito – a cura di Fabrizio Centofanti e Francesco Sasso.

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Tutto è riempito

Io sono la porta, dice Gesù. Finché non si comprende questo, si è ancora in alto mare. Non che l’alto mare non sia bello. Ma siamo creati per l’approdo. La predicazione di Gesù è racchiusa tra due annunci: “il tempo è riempito” e “tutto è compiuto”. Dei due ne ho fatto uno: tutto è riempito. Cercare è affascinante, ma trovare è meglio.

Pietro De Marchi, “Con il foglio sulle ginocchia”

Pietro De Marchi, Con il foglio sulle ginocchia (Bellinzona, Casagrande, 2020)

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Estratto: “Quelle lezioni zurighesi”

Chi, vincendo timidezza o ri­serbo, per la prima volta si ac­costava alla sua cattedra, per chiedere un’informazione alla fine di un’ora o semplicemente per darsi a conoscere come novizio, Dante Isella lo acco­glieva con un pronto e cordia­le: «Lei si chiama…?». E da al­lora non si era più, per lui, de­gli anonimi uditori.

Posso dire, senza vanteria, ma non senza legittimo orgo­glio, di essere stato tra gli stu­denti più assidui, di non aver perso che pochissime, quasi nessuna, delle lezioni tenute da Isella nei suoi ultimi sette semestri zurighesi, tra l’otto­bre del 1984 – da pochi mesi era uscito il volume dei Lom­bardi in rivolta, per molti di noi una lettura fondamentale – e la fine di febbraio del 1988, quando Isella tenne la lezione di congedo che qual­che anno più tardi, con il tito­lo desanctisiano di Una lezio­ne zurighese, avrebbe suggel­lato la sua seconda raccolta ei­naudiana di saggi: L’idillio di Meulan (1994).

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Lirico Terapia. Patrizia Cavalli, Ah smetti sedia di esser così sedia!

Ah smetti sedia di esser così sedia!

E voi, libri, non siate così libri! 

Come le metti stanno, le giacche abbandonate. 

Troppa materia, troppa identità.

Tutti padroni della propria forma.

Sono. Sono quel che sono. Solitari.

E io li vedo a uno a uno separati 

e ferma anch’io faccio da piazzetta

a questi oggetti fermi, soli, raggelati. 

Ci vuole molta ariosa tenerezza,

una fretta pietosa che muova e che confonda 

queste forme padrone sempre uguali, perché 

non è vero che si torna, non si ritorna

al ventre, si parte solamente,

si diventa singolari.

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Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

[Salvatore Quasimodo. Da Giorno dopo giorno]

[Qui una iniziativa importante]

Lirico terapia. Mario Benedetti, Addio pessimismo.

Mario Benedetti

[Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia]

Addio pessimismo

Sei maggiorenne ormai 

e devo congedarti

pessimismo

anni che ti preparo colazione 

che controllo la tua tosse di cattivo augurio

ti misuro la febbre

cerco di raccontarti con i particolari

il passato meno prossimo

convincerti che in fondo noi siamo gagliardi e leali

e che bisogna far buon viso a cattivo gioco

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Internamente

Gesù è sensibile alle piccole cose: è un effetto del Suo grande amore. Noi, distratti, funzioniamo all’ingrosso, sorvoliamo su molto, abbiamo un sesto senso per non accorgerci di nulla. Il primo frutto della conversione è aprire gli occhi, risvegliarsi: sentire e gustare le cose internamente.

Lirico terapia. Vittorio Sereni, I versi.

I versi

Se ne scrivono ancora.

Si pensa ad essi mentendo

ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri

l’ultima sera dell’anno.

Se ne scrivono solo in negativo

dentro un nero di anni

come pagando un fastidioso debito

che era vecchio anch’esso d’anni.

No, non è più felice l’esercizio.

Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.

Nemmeno io volevo questo, so

che volevo ben altro.

Si fanno versi per scrollare un peso

e passare al seguente. Ma c’è sempre

qualche peso di troppo, non c’è mai

alcun verso che basti, se domani

tu stesso te ne scordi.

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Demetra e Persefone: uno strappo che rinnova l’amore e ricrea il mondo, di Raffaela Fazio

Dedicato a mia mamma 

Persefone a Demetra

Fu stupore la porta

l’accesso all’abisso 

che da sotto mi afferra. 

Ebbi colpa?

Un istante: dalla terra

(la stessa 

sulla quale hai il più biondo, materno

potere) 

spuntò un fiore

diverso da ogni tua parola

che mi spiegava il mondo

e lo rendeva eterno.

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