Archivio mensile:Giugno 2015

Marino Magliani, “Il Canale Bracco”

magliani_braccoMarino Magliani, Il Canale Bracco, Fusta Editore coll. Bassa Stagione, 2015, pp. 127, euro 12,00.

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di Andrea B. Nardi

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Ogni tanto bisogna tornare a Magliani. Come dopo un vino cattivo, uno spumante da poveri del cenone triste cui c’eravamo fatti convincere invece di starcene a casa coi nostri cani: il giorno dopo si ha voglia solo di acqua pulita e fredda, quelle fonti in mezzo ai prati d’alta montagna che mentre bevi senti attorno l’alito del fieno. Magliani è quella fonte; ripulisce via tutto, disseta e sazia, depura ogni nostro errore, riporta in equilibrio le nostre precarie fantasie.
La domanda odiata da ogni scrittore: «un romanzo di che tipo?». La domanda che dovrebbe essere odiata da ogni lettore: «di che parla?».
Un romanzo diventa letteratura solo se non è così codardo da chiudersi dentro un tipo (poliziesco, giallo, rosa, d’avventura, per ragazzi, per adulti, thriller, vegano, senza glutine, pastorizzato o di fantascienza): Anna Karenina che cos’è, un romanzo d’amore? E Raskol’nikov si muoverebbe dentro un legal-noir? Balle.
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Nel rispetto del cielo, di Paolo Ottaviani

Ottaviani
Un poeta gentile

di Augusto Benemeglio

1. L’Umbria

Molte cose mi legano a Paolo Ottaviani , autore del libro Nel rispetto del cielo, poemetti, haiku e poesie, puntoacapo editrice, 2015. Direi che mi trovo in sintonia con lui a partire dal titolo stesso di quest’opera, Nel rispetto del cielo , “quello spazio immenso /fra qui e l’orlo/ del cominciamento/ quando le spine dorsali / stanno tutte distese”, e nel rispetto profondo della mite Umbria gentile (“Chissà quale mistero mi portò dentro la tua leggerezza antica,/ in quel confuso fiume di parole/ senza miraggio di foce nel mare…”) che per moltissimi anni , ad ogni stagione estiva, venivo a visitare, ri-scoprire e ri-amare, in particolare Assisi (mia moglie è terziaria francescana) , con i suoi sentieri e il suo respiro francescano, ( “Respirano i sassi/sangue di giustizia/ d’acque, faggi e sassi/ sono già letizia”), la sua luce tagliente e la gioia silente , Giotto , il fondatore della lingua pittorica, le chiese gotiche, con le sue linee in tensione e lo slancio verso l’alto, e poi le sue vie strette e linde che fanno musica di liuto e di bandiere distese. Continua a leggere

L’artista e la croce. Caravaggio e Pasolini, di Gabriella Sica

sica

Gabriella Sica, poeta e scrittore (www.gabriellasica.com) dedica un serrato e originale confronto tra Pasolini e Caravaggio nell’arte e nella vita, pubblicato nel suo libro Sia dato credito all’invisibile. Prose e saggi, uscito presso Marsilio nel 2000. Solo Cesare Garboli in un ricordo di Roberto Longhi (pubblicato su “Nuovi Argomenti”, aprile-giugno 1970), aveva dedicato alcune righe a questo stesso parallelismo (vedi http://www.italialibri.net/dossier/pasolini/paralleli4.html).

Riproponiamo per la prima volta online questo testo di Gabriella Sica che ha avuto una notevole circolazione.

L’accostamento di Pasolini a Caravaggio è senza dubbio spericolato per la distanza che li separa, anche se nell’eterno ritorno delle cose e della poesia una giustificazione in più si può trovare.
Tutto è nato in modo casuale, e tuttavia suggestivo. Mentre lavoravo a Roma con il regista Gianni Barcelloni al montaggio di un filmato sulla vita e le opere di Pier Paolo Pasolini, nell’estate del 1998, mi capitò di tornare alla mia antica passione per Caravaggio. L’occasione fu la commemorazione della morte di Caravaggio che sempre si ripete a Porto Ercole, dove vado in vacanza, ogni 18 luglio. Quell’anno ne parlava Marco Bona Castellotti di cui era appena uscito Il paradosso di Caravaggio. Sempre, in queste serate appassionate e popolari, ormai tradizionali, si aggiungono studi e dettagli e risultati delle più varie ricerche per precisare i contorni di quella morte e degli ultimi misteriosi giorni di vita. Una morte avvenuta, pare, sulla spiaggia di Porto Ercole, che apparteneva in quel 1610 allo Stato dei Presidi, appena ai confini dello Stato pontificio da cui il pittore era fuggito, in attesa della grazia e della via libera per Roma. Morì di malaria, ma qualcuno azzardò ucciso da qualche inseguitore, forse quando già il perdono era arrivato. Certamente morì lontano da riflettori e da palazzi, lui che era il più grande artista del suo tempo, solo, come accade a molti uomini semplici.

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Letture. Beppe Sebaste, FALLIRE: Storia con fantasmi.

di
Roberto Plevano

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Il nuovo libro di Beppe Sebaste Fallire: storia con fantasmi (Amazon Media EU, 2015. € 2,99) si legge, per ora, soltanto con l’app kindle. Il titolo nel margine superiore di ogni pagina porta la dicitura (ITALIAN EDITION). Messa lì per esigenze di catalogazione? Auspicio di prossima traduzione? Sul sito Amazon sta riscuotendo un certo successo: a qualche giorno dalla pubblicazione raggiunge l’alta classifica di vendita nel genere Fantascienza, Horror e Fantasy.

E davvero questo è un libro infallibilmente italiano: Continua a leggere

CRESTOMAZIA 3: Corrado Costa (da “Pseudobaudelaire”)

Corrado Costa (da Pseudobaudelaire, 1964)

I due passanti: quello distinto con il vestito grigio
e quello distinto con il vestito grigio, quello con un certo
portamento elegante e l’altro con un certo portamento
elegante, uno che rideva con uno che rideva
uno però più taciturno e l’altro
però più taciturno, quello con le sue idee
sulla situazione e quello con le sue idee
sulla situazione: i due passanti: uno improvvisamente
con gli attrezzi e l’altro improvvisamente nudo
uno che tortura e l’altro senza speranza
una imprecisabile bestia una imprecisabile preda:
i due passanti: quello alto uguale e quello
altro uguale, uno affettuoso signorile l’altro
affettuoso signorile, quello che si raccomanda e
quello che si raccomanda.

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Perché di questo si tratta. 7.

Scrivere
B) In È la scrittura, bellezza! proponi una riflessione, ironica ma anche un po’ amara, sulla scrittura e sulla letteratura, sul mondo dell’editoria e quello degli ambienti letterari di tendenza che animano il web e non solo, sugli snobismi intellettuali, nonché sulle scuole di scrittura e l’aspetto più commerciale di questa pratica. Il rischio, mi pare di capire, è che, tra le altre cose, ci si dimentichi che scrivere può anche essere una passione disinteressata, grazie alla quale chi scrive riesce, o almeno ci prova, a dare una forma e una consistenza al mondo e a se stesso. La scrittura, quindi, come processo creativo.
Dopodiché è vero che si scrive per essere letti, nessuno intende certamente negarlo. Così come nessuno intende affermare d’essere immune dalla vanità. Continua a leggere

Ai bordi dell’estate – poesia inedita di Max Ponte

affiche poesia

Siamo tachicardici
ai bordi dell’estate
in anfratti notturni e respiri del corpo
in caffé aperti tutta la notte siamo
parentesi tonde e quadre radici
sempre meno radicate e amianto
respirato a scuola tirato sù
filamenti argentei e mortali
che si mixano alla cheratina
siamo messaggi resettati e
oblio a buon prezzo accensioni
tensioni punti proiezioni altrove
siamo disordini casalinghi e
oggetti non identificati carte Continua a leggere

Fin dentro il mattino, di Floriana Porta

floriana porta
Una sinfonia della grazia

di Augusto Benemeglio

1. Venaria

Con la sua silloge di poesie, Fin dentro il mattino – Fondazione Mario Luzi Editore , 2015 –, Floriana Porta mi riconduce indietro di anni, quando vivevo a Venaria Reale ( allora ancora si chiamava così), ed ero un bambino spaurito, traumatizzato, annichilito dalla perdita della madre. Continua a leggere

Perché di questo si tratta. 6.

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B) È la scrittura, bellezza! (2012), Yehoshua (2013) e Stelle (2012), sono accomunati da una caratteristica: la sovrabbondanza. Mi riferisco ai tanti personaggi, agli intrecci, alle citazioni e ai riferimenti letterari. Insomma, per il lettore non è sempre facile mantenere la rotta. Questi tre romanzi, pubblicati a puntate sul blog La poesia e lo Spirito, come la maggior parte dei tuoi testi, hanno suscitato molti commenti. C’è stata molta partecipazione, al tempo stesso, però, hanno anche ricevuto critiche di incomprensibilità. Continua a leggere

Le voci del Pretorio. (Una storia incredibile). La prima lettera del romanzo epistolare di Angelo Ascoli e Pasquale Vitagliano

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Prima mossa

“Non dimenticare le lettere agli amici.” Ho trovato questo appunto su una agenda di tanti anni fa. Alla data del 18 gennaio del 1989. Non ricordo affatto quale smemoratezza l’avesse prodotto, né quale futuro preannunciasse allora. Proprio quel giorno. Oggi direi niente di importante. Eppure quell’invito rimasto appeso a quella data lontana, ha conservato fino ad oggi il calore di un precetto. Anzi, rende bene lo sforzo che ho fatto prima di riuscire a scriverti. Ormai mi sono disabituato a mettere sulla carta parole che siano state sentite e pensate, non in superficie, ma intimamente, che non siano l’automatico incatenamento di formulari, atti, avvisi, comunicazioni, diffide, ordinanze, missive, al massimo auguri di cerimonia. Devo confessarti però che c’è dell’altro. Ciò che è accaduto negli ultimi giorni mi ha turbato profondamente, mi ha disorientato. Tutto così in fretta, persino la partenza per Potenza. Non ci siamo neppure salutati. E’ stata dura raccogliere i cocci. Li sto ancora cercando.

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CRESTOMAZIA 2: Ivano Ferrari, “La morte moglie”

Ivano Ferrari, La morte moglie, Einaudi.

Sono bovini diversi
di pelo corto
folti ciuffi sulla fronte
e manti che tendono al chiaro,
il primo della fila
riceve un colpo secco,
una volta appeso lo si sgozza
e chi tra noi ha esperienza
prende un bicchiere di carta
e assaggia il sangue caldo,
jugoslavi, dice.

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GIACOMO SARTORI, “ROGO”. INTERVISTA DI MARINO MAGLIANI

Intervista di Marino Magliani

(Articolo già uscito su Mente Locale)

rogoMarino Magliani – Nel tuo nuovo romanzo Rogo si alternano tre vicende di figlicidi, che poi si rivelano essere legate tra loro. Come ti è venuta l’idea di abbordare questo tema, non certo facile?

Giacomo Sartori – Come per gli altri miei romanzi non c’è dietro una decisione razionale, sono partito da fatti di cronaca che mi hanno colpito, e che hanno creato in me la voglia di affrontarli con i miei mezzi, che sono quelli del narratore. Poi mi sono documentato, ma all’origine c’è questa attrazione istintiva. Una madre che uccide il suo bambino è l’atto più inumano che possiamo immaginare, in un certo modo è al di là della nostra comprensione. E non a caso spesso i media si scatenano contro le protagoniste di queste vicende, come è successo anche recentemente per il caso in Sicilia. E invece gli specialisti e gli addetti al mestiere ci spiegano che la maternità è un passaggio terribilmente difficile e delicato, e che i problemi sono frequenti. Moltissime mamme lo sanno molto bene, perché lo hanno vissuto sulla loro pelle. Quindi è la nostra visione che è facilona, e ci serve per rassicurarci, per non porci troppi interrogativi. Col risultato che quando le complicazioni arrivano molte mamme sono completamente impreparate. Continua a leggere

La vita ha sempre ragione. A proposito di Youth di Paolo Sorrentino

maradona
di Stefanie Golisch

Chi parla del vincere? Resistere è tutto.

R.M.Rilke

Premetto che questa recensione sarà un elogio incondizionato.
L’unica pecca del film (se non è ironico e quindi voluto!) è il suo titolo che ha portato fuori strada quasi tutta la critica cinematografica. Il tema di Youth non è la giovinezza o la vecchiaia, ma la mediocrità, l’inguaribile dilettantismo del vivere che purtroppo non ha né età, né paese.
Infatti, sulla montagna magica contemporanea, addobbata abbondantemente di mucche e montagne svizzere, non si salva proprio nessuno, giovane, mezzano o vecchio che sia. Continua a leggere

Vivalascuola. L’ABC dell’anno della “Buona Scuola”

La “Buona Scuola” spiegata a Renzi: così si potrebbe intitolare – anche – questa puntata di vivalascuola, e per questo Tullio Carapella ha scelto la formula dell’abbecedario per compilare il consueto bilancio di fine anno scolastico. Il Presidente del Consiglio infatti continua a ripetere che i professori non hanno capito o non hanno letto il progetto di riforma del suo Governo. In realtà non esiste disegno di legge che sia stato tanto letto e analizzato come questo, dalla bozza di settembre a quella di giugno. E’ vero l’opposto: Renzi e il suo entourage non sanno le conseguenze distruttive che il DdL provocherebbe nella scuola perché non conoscono la scuola – e questo è inammissibile in chi governa. C’è un’altra possibilità, ampiamente contemplata dagli osservatori: che sappiano e perseguano premeditatamente l’obiettivo della distruzione della scuola pubblica e della possibilità di istruzione e formazione per tutti. In un caso o nell’altro, la condanna è ugualmente senza appello. Ma questo lungo anno scolastico non si chiude con la chiusura delle scuole, non si sa ancora che ne sarà del DdL e dell’inizio del prossimo anno scolastico, situazione non nuova per la scuola italiana. Interverremo ancora nel caso fosse necessario qualche aggiornamento, per intanto grazie a collaboratori e lettori, e buona estate a tutti.
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Sostituire il vuoto: su “Il canale bracco” di Marino Magliani

di Ade Zeno

Marino Magliani, Il canale bracco, ed. Fusta

(recensione originariamente pubblicata su Atti impuri)

MarinoHo incontrato di persona Marino Magliani in tre o quattro occasioni, quasi sempre di sfuggita, un abbraccio al volo e via, in ogni gesto la promessa di rivedersi prima o poi, unita al rimpianto di non essere riusciti, ancora una volta, a condividere qualche ora insieme in santa solitudine lasciando che le nostre voci e i nostri sguardi si affratellassero quel tanto che basta per suggellare definitivamente quell’istintivo senso di amicizia già collaudato grazie ai molto meno sporadici scambi a distanza. Di lui, in realtà, so poco, e il poco che so affiora dalla lettura dei suoi libri, dalle lettere che ci siamo scambiati e sopratutto dal ricordo nitido che conservo delle sue iridi acquose, quasi trasparenti. Ecco, credo che basterebbe intercettare gli occhi di Marino anche solo qualche secondo per capire che tutte le sue storie stanziano esattamente lì, aggrovigliate e fluide sotto quelle palpebre spalancate, sempre pronte a captare qualcosa di prossimo all’infinito. E credo anche che il segreto ultimo della sua letteratura tanto appartata e misteriosa si riveli nella condizione di esule in moto perenne fra i cui confini ha scelto di vivere. Continua a leggere

“Il racconto dei racconti”: Garrone iperrealista.

il racconto dei racconti

In questo periodo ho chiuso un cortometraggio e sto finendo di montare un documentario: ciò si traduce in 12-14 ore al giorno di lavoro festivi compresi: realisticamente, non riuscirò mai a trovare il tempo per scrivere una delle mie ragionate recensioni sul suo ultimo splendido film. A malincuore, perché so già che anche qui avrei bisogno di toccare mille aspetti, dagli impianti mitologici antichi e la tragedia greca con i suoi archetipi, fino alla tradizione recente della fiaba, per concludere con le religioni: non solo il panteismo olimpico e la ybris umana dell’imitarlo, ma le molte declinazioni dei Sette Vizi Capitali. Continua a leggere