Gianluca Bonazzi ha scritto questa “lettera aperta”, in vista della visita di sabato 30 settembre, insieme al Sindaco di Monzuno, in rappresentanza del suo comune, a Visso di Macerata, paese colpito dal terremoto.
Monzuno ha adottato un caseificio importante, Pastorello di Cupi, proprio nel comune di Visso.
La lettera sarà letta all’inaugurazione e verrà distribuita. Ecco il testo.
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Caro Pastorello,
intanto si può dire che mi sembra di scrivere a Gesù Bambino la lettera per Natale, oppure ad uno di quei pastorelli che, quando c’era una volta, alternava il tempo della scuola con quello di portare le pecore a pascolare.
Altri tempi e spazi, impossibili quasi da immaginare oggi, perché riguardano tutto un altro mondo, di cui ogni tanto però dovremmo ascoltare delle storie, perché c’è qualcosa di epico in esse che potrebbe insegnarci molto, come accade ancora coi canti di Omero e della Divina Commedia.
Io sono il Ravanatore Poetico, cioè scovo elementi di poesia e di creatività nella vita di ieri e di oggi, credendoli fondamentali per l’animo umano, quando invece nessuno li nota più.
Un “pastorello” del pittore Stefano Bruzzi (1835-1911) (da archimagazine.com)
Se il mondo contadino evocava la casa e la terra attorno lavorata, quindi una vita sedentaria scandita dal ritmo ciclico, quello della pastorizia evocava il cielo sotto cui le persone attraversavano terre, perciò una vita nomade scandita da ritmi completamente diversi, anche irregolari.
In comune avevano una tensione per la vita che oggi ci risulta estranea, precaria, povera, anche misera, affamata, ma che in un certo modo sta dolorosamente ritornando, sotto altre forme.
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