Archivio mensile:Febbraio 2017

Studia, rimani disoccupato, muori

di Aysh Violet

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Ho da poco compiuto 25 anni, sono esattamente nella fascia d’età dei giovani disoccupati, senza certezze e speranze per il futuro, la fuga di cervelli, la generazione che scappa a Kreuzberg per fare il cameriere laureato. Così mi si classifica.
Davanti al Liceo classico della mia città, c’è una scritta sul muro: studia, rimani disoccupato, muori. Quando ho letto la frase, mi è venuto da ridere.
Ma posso permettermi di ridere? Non significa ridere del pensiero collettivo di una generazione intera?
Se tornassi indietro di qualche decennio non penso proprio che avrei visto una frase del genere scritta sul muro. Il sentimento comune non era caratterizzato dall’ amareggiamento collettivo, si voleva la lotta di classe, si odiava il potere, si inneggiava alla rivoluzione e si aveva la speranza di poter cambiare le cose.
Quello che la mia generazione prova oggi è dolore e paura, la convinzione, anzi, la certezza, di essere in balia di quello che avviene, di non avere le armi per difendersi. Non si vota, non si manifesta, non si pensa, non si critica. Non si crede che sia possibile un mondo diverso e, forse, non lo si vuole nemmeno.
Della lotta di classe non si sa nemmeno fare lo spelling. Continua a leggere

86. Il paradiso terrestre

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Il cuore: sentivamo con chiarezza che era lì il segreto che sfuggiva a tanta gente, indaffarata, frenetica, stressata. Corri, uomo, corri, diceva una pubblicità perduta, ormai, nella notte dei tempi: sì, corri, ma dove? La spiritualità dei Padri ci metteva sulla buona strada: il cuore è un paradiso terrestre, dicevano, pieno di colori straordinari, di gioia e pace misteriose; ma c’è il serpente in agguato, la più astuta di tutte le bestie, sempre pronto a insinuare un pensiero “bello a vedersi e buono da mangiare”, che si trasforma in veleno mortifero che oscura, degrada, altera, intristisce. La Sapienza dei Padri d’Oriente invitava a chiedere a ogni pensiero che faceva capolino: sei dei nostri o sei dell’avversario? Era facile capire: l’Amico porta pace, l’avversario causa turbamento. Era chiaro, allora, cosa fosse il peccato originale, maldestramente negato dalla teologia pseudo moderna: permettere che la bellezza, la bontà e la verità del paradiso terrestre che chiamiamo cuore, fosse deturpata dalle basse insinuazioni del maligno, dalla sua vocazione a interpretare con l’occhio cattivo, dal suo istinto a rovesciare tenebra su ogni punto luminoso. Ecco il volto bello della nostra missione: riportare il paradiso sulla terra, scorgere – come scriveva Italo Calvino – nell’inferno ciò che non è inferno, “e farlo durare, e dargli spazio”. Questo esigeva “attenzione e approfondimento continui”, la lotta spirituale, di cui parlavano i Padri, l’unico impegno che, fatto ogni calcolo, valesse la pena di abbracciare.

Quattro quartine inedite

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Per poco o tanto sia stato il furore,
questa febbre dell’occasione,
ciascuno sembrava un santo lottatore
e saggio, più o meno ispirato da Platone.

A volte trionfava la credenza che il nulla della morte
fosse sempre smentito da qualche residuo ulteriore
di vita, dei nostri morti, augurali la buona sorte,
pacche alitanti sulle spalle, conforti di povero amore.

Vecchi che a non dire sbrighiamoci a morire
di buoni motivi ne possono trovare,
per esempio il tressette da finire,
le spalle al monte, gli occhi fissi al mare.

Prima o poi si arriva di fronte al mare,
sulle colline della parola, che ricreo
ogni volta, inesausto di quest’arrivare
(nelle campagne dei morti si nasconde Orfeo).

Festa parrocchiale

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Trent’anni di passione, in compagnia
di te, del tuo dolore, dell’aprirsi
del cuore, progressivo, e incalzante,
come se fosse niente, e questa notte
mi viene in mente come fosse adesso
che mi parlavi fitto del Progetto,
che solo ora inizia a realizzarsi,
ad aprire il sipario sull’evento,
mentre gli altri si godono il momento,
ancora ti rivedo, ti rassetto
il letto, mi sussurri che ci siamo,
che manca poco al lampo dell’aurora.

“LE PAROLE ACCANTO”: INTERVISTA A MICHELA ZANARELLA

Intervista di Giovanni Agnoloni

intervista-a-michela-zanarella-3Sono lieto di intervistare la poetessa Michela Zanarella, per parlare del suo percorso artistico e, in particolare, del suo nuovo libro, Le parole accanto, oggetto di una campagna di crowdfunding e in prossima uscita per la casa editrice Interno Poesia.

1) Le parole accanto è un titolo “provocatorio”. Siamo abituati a pensare alla poesia come a una dimensione viscerale, radicalmente dentro. Qui, invece sembri optare per un understatement, preferendo una presa di distanze, un distacco che forse è la cifra del tuo lirismo, sospeso tra paesaggio e memoria, dove il dolore è trasfigurato in sottili epifanie. Sei d’accordo?

“Diciamo che il titolo della raccolta è volutamente provocatorio. Per me la poesia ha una dimensione interiore ed esteriore, fatta di continui contrasti, così come lo è la mia stessa personalità. E’ vero tutto ciò che dici, perché il distacco è una costante della mia scrittura, che vive di sospensioni tra ricordi, partenze e ritorni, assenze e presenze. In ogni verso, in ogni immagine c’è un’oscillazione di pensiero, le emozioni si proiettano come schegge di luci ed ombre. La poesia in questo caso è accanto a me, alle persone che amo, ai luoghi che mi hanno visto bambina, vicina e allo stesso tempo lontana, si trova nei poeti che in qualche modo sono stati un riferimento nel mio percorso di crescita. Il dolore mi è servito per comprendere meglio me stessa, ogni singola precipitazione mi ha reso consapevole di ciò che è comunque parte della vita. Il dolore quindi si trasforma in rivelazione di qualcosa che va affrontato”. Continua a leggere

L’isola misteriosa. La Biblioteca dei libri inutili.

rubrica

Come per l’idea rimasta incompiuta di realizzare un Catalogo delle idee chic, che avrebbe dovuto essere il seguito e la conclusione del romanzo Bouvard e Pécuche di Flaubert, letture e proposte di libri singolari eppure dimenticati.

Tre croci, Federigo Tozzi (1918)

Scritto in pochi giorni alla fine del 1918, Tre croci narra la storia di tre fratelli, Giulio, Niccolò ed Enrico Gambi. Essi ereditano dal padre una libreria antiquaria nel centro di Siena. Quando gli affari cominciano ad andare male, sono costretti ad indebitarsi. Ma la situazione rovina a tal punto che finiscono persino per firmare delle cambiali falsificando la firma di un loro amico, il cavalier Nicchioli, a garanzia dei loro debiti. La verità, però, viene subito a galla e la vergogna cade su tutta la famiglia. Giulio non sopporta l’umiliazione e si toglie la vita. Gli altri due fratelli, invece, subiscono un processo, dal quale escono assolti perché hanno scaricato ogni responsabilità sul fratello morto. Ormai, però, il destino è tracciato. Niccolò morirà di lì a poco di apoplessia, dopo aver vissuto di stenti, ed anche Enrico morirà, più tardi, nella miseria, ricoverato in un Ospizio di mendicità.

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Scrivere, di Lucetta Frisa

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La percezione del buio nello studio
mi insegna a non dimenticare
gli oggetti del giorno incolori e orfani
che scintillano assenti nello specchio.

Calma, nella notte, non invento nulla
neppure una parola logica – scrivo
respirando, tocco l’alfabeto infantile
che inavvertitamente si è fatto adulto.

Non ho imparato nulla di ciò che volevo sapere
Qualcosa scrivo ma dimentico o ricordo
fuori di me. Senza sforzo.
Il dolore c’è stato prima.

La percezione del buio nell’alta attenzione
ha distrutto lo sfondo, invaso carne e cervello
che provano nuovi sopori.

E’ così facile scrivere. Lascio alla luce
ogni angoscia, pongo la mano sulla penna,
la stringo. Mi porta via, cieca.

Per le mie spine. Adieu, mes amour.

[youtube=https://youtu.be/O_X-]

da qui

di Michele Caccamo

Se avessi in un fascio i ricordi li terrei in alto fino a stancarmi la mano. Se non li avessi visti andare verso la solitudine, li metterei a festa. E quanto vorrei mi girasse il sangue verso il passato, verso quella gioventù che attendo torni. Continua a leggere

Luigi Maria Corsanico legge Lucio Anneo Seneca

[youtube=https://www.youtube.com/watch?v=v9x-vMqQQvs&feature=youtu.be]

da qui

 

Lucio Anneo Seneca
Lettere a Lucilio
Lettera XXVI, I-VII
Lettura di Luigi Maria Corsanico

Music by Synaulia- Synphoniaci

 

  1.    Poco fa ti dicevo di essere in cospetto della vecchiaia: ora temo di essermela già lasciata alle spalle. Continua a leggere

SUL TAMBURO n.34: Domenico Cacopardo, “Semplici questioni d’onore”

domenico-cacopardo-semplici-questioni-donoreDomenico Cacopardo, Semplici questioni d’onore, Venezia, Marsilio, 2016

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di Giuseppe Panella

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Concetto Granaleo, detto Tino, studente a Scienze Politiche, innamorato perso della cugina carnale Ornella che lo ricambia, è stato allevato dalla zia Antonia: la madre è morta quando lui era piccolissimo e il padre è scomparso da Messina il 31 dicembre 1943 e non ha più fatto avere alcuna notizia di sé. Il giovane è molto legato a uno dei suoi tanti cugini, Demetrio, con il quale ha condiviso esperienze di vita, di caccia e di aspirazioni al successo con le donne e con la futura professione. Ma una notte, al suo ritorno a casa in tarda notte, succede qualcosa: due individui pericolosi si introducono in casa convinti che il giovane non ci sia e uccidono la zia con un colpo di coltello in pieno petto. Tino sente tutto ma non si muove dal nascondiglio improvvisato di camera sua: in seguito accuserà se stesso di una vigliaccheria congenita e meschina, umiliante e vergognosa, ma salverà in questo modo la vita (come gli dice il cugino Demetrio cui confiderà la sua debolezza).

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La poesia di un batterista. Ricordo di Roberto Billy Sechi

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di Guido Michelone

Questo è un libro che, attraverso testimonianze di amici e colleghi, rende omaggio alla figura di Roberto Sechio, detto Billy, un autentico poeta della batteria jazz: persona buona, autentica, disponibile, muore quarantacinquenne per un male incurabile, lasciando un vuoto profondo nella vita musicale sarda. Continua a leggere

Vivalascuola. Gli Asini n. 35-36. Terremoti

E’ uscito il n. 35-36 de Gli Asini, rivista di educazione e intervento sociale diretta da Luigi Monti che unisce riflessione teorica e pratica didattica. Questo è l’ultimo numero della vecchia rivista e il primo dei nuovi Asini, “un numero di passaggio“, come spiega la redazione, “che serva a chiarire chi siamo e cosa vogliamo“. In allegato a questo numero, per tutti gli abbonati, La religione dell’educazione, una breve antologia pedagogica di Aldo Capitini. Vivalascuola propone l’indice della rivista e, per gentile consessione della redazione, che ringraziamo, il manifesto programmatico della nuova serie.

Indice
(clicca sull’indice per andare subito all’articolo)

.I nuovi Asini, un manifesto di e per i giovani dei nostri anni
Indice della rivista Continua a leggere

The fist di Derek Walcott

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The fist clenched round my heart
loosens a little, and I gasp
brightness; but it tightens
again. When have I ever not loved
the pain of love? But this has moved

past love to mania. This has the strong
clench of the madman, this is
gripping the ledge of unreason, before
plunging howling into the abyss.

Hold hard then, heart. This way at least you live.

Il pugno

Il pugno si stringeva intorno al mio cuore,
rallenta appena, e io boccheggio
luce; ma è solo
tregua. Quando mai non avrei amato
il dolore dell’amore? Questo però

ha mutato l’amore in ossessione. Questo
ha la forza della follia, questo
si aggrappa al bordo dell’insensatezza prima
di precipitare urlando nell’abisso.

Non arrenderti, cuore. È l’unico modo per rimanere vivo.

Traduzione di Stefanie Golisch

Rosa Salvia su “Passione Poesia”

Mercoledì 22 febbraio 2017 alle ore 18.00 presso la Libreria Odradek, via dei Banchi Vecchi 57, a Roma, Presentazione di Passione Poesia. Letture di poesia contemporanea 1990-2015, a cura di Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo e Nino Iacovella, Ed. CFR, Milano, 2016. L’incontro è curato da Anna Maria Curci e Luigi Cannillo. Tra i saggisti e i poeti presenti nel volume interverranno: Luca Benassi, Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Riccardo Corcione, Claudio Damiani, Annamaria Ferramosca, Ignazio Gori, Giovanna Iorio, Valerio Magrelli, Rosa Pierno, Carmelo Princiotta, Rosa Salvia, Alberto Toni, Annalisa Venditti, Isabella Vincentini, Simone Zafferani. Sono lieto di presentare per l’occasione una recensione dell’antologia da parte di Rosa Salvia, che ringrazio di cuore, avendo personalmente apprezzato molto l’iniziativa. Continua a leggere

85. Nostalgia

img_1221La notizia del meteorite non ci stupì più di tanto: “Ha la forma di un’arachide, dimensioni simili a quelle dell’Empire State Building e potrebbe colpire il pianeta Terra. Si tratta dell’asteroide 2015 BN509 e recentemente è stato immortalato dai telescopi dell’Arecibo Observatory di Puerto Rico. Largo 200 metri e lungo 400, l’asteoride è stato definito “potenzialmente pericoloso” dalla Nasa. Il masso spaziale è arrivato a una distanza minima dalla Terra, pari a 14 volte quella che separa la Luna dal nostro pianeta”. Alcune profezie parlavano di questo, unitamente alla violenza del fondamentalismo religioso e alla divisione nel cuore della Chiesa. Eravamo abituati, ormai, a scenari drammatici, che non avevano il potere di toglierci la pace, anzi: sempre nuove vie si aprivano nella visione che nasceva e cresceva nel profondo. L’ultima intuizione era forse quella più bizzarra e inaccettabile per il pensiero dominante: la passione per le vite dei santi, che si era innestata su quella degli archetipi junghiani. Eravamo approdati da tempo all’idea di una realtà inalterabile sotto la superficie agitata ed effimera dell’io: gli archetipi  fornivano la piattaforma giusta per questa architettura ricca e affascinante. Ma un passo ulteriore fu comprendere che gli archetipi ancora più efficaci, generatori di senso e di energie, sono quelli di coloro che hanno incarnato con desiderio intenso e coerenza esistenziale il messaggio di Cristo. La loro vita sembrava una favola, ricolma com’era di miracoli e sorprese, eppure era ciò che maggiormente rispondeva al Progetto di Dio, ossia a quanto di più reale si possa immaginare, almeno per chi crede. La vita di don Mario non era stata questo? Una favola bella, del cui sapore sentivamo, ancora oggi, nostalgia.

Variazioni su un lago (II)

di
Roberto Nassi
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Non c’è una stella fatale o un volare
sghembo in becco allo sparviere tra il nulla
e una fiducia natale – la sorte
è sguardo nel trabocco della luce
o lago senza stelle perché altre
si accendano alla danza delle tipule
piegando le orecchie dei conigli anche
se solo in questo vasto esuberante
di quiete il desiderio è il perimetro
di un lago dentro una finestra dove
una fiammella una stella fatale…

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SUL TAMBURO n.33: Mario Quattrucci, “Ogni giorno è quel giorno””

mario-quattrucci-ogni-giorno-e-quel-giornoMario Quattrucci, Ogni giorno è quel giorno. Versi, Torino, Robin, 2015

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di Giuseppe Panella

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Memoria / non è peccato fin che giova. Dopo / è letargo di talpe, abiezione / che funghisce su di sé (Eugenio Montale, La bufera) – è una delle quattro epigrafi che campiscono con nitore e secchezza espressiva sulla prima pagine del libro di Mario Quattrucci. Politico militante degli anni d’oro del Pci, operatore culturale (è Presidente del Premio Feronia Città di Fiano fin dalla sua fondazione), poeta e noto come il creatore della serie poliziesca legata alla Roma del commissario Marè (almeno dieci volumi ma potrei sbagliare il conto), il poeta romano si conferma autore duttile e capace di modulare tutte le gamme della scrittura lirica.

Ne è conferma questa sua ultima raccolta di poesie dove allo sperimentalismo delle poesie “in forma di rosa” (in un incontro-scontro-confronto con Pasolini) si mescola il lirismo della tradizione italiana e la capacità di legare “memoria e desiderio” (per citare solo di sfuggita Eliot).

Il poeta Quattrucci è scabro come una pietra pomice (quella del libellum di Catullo) e i suoi versi sono pervasi, da un lato, dalla nostalgia per un passato che è già trascorso e talvolta invano, dall’altro da una consapevole accettazione di un presente che non piace ma che pure bisogna prendere in considerazione e che è necessario, in qualche modo, accettare.

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