Archivio mensile:Settembre 2015

La televisione e la comunicazione attraverso i libri

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Nove libri dal piccolo schermo al futuro tecnologco

di Guido Michelone

Nei mesi scorsi alcuni giornali italiani celebrano, nelle pagine di cultura, un anniversario quasi misconosciuto: i novant’anni della nascita della televisione. In realtà non si tratta di un evento oggettivamente databile, com’è per il cinema, al quale si attribuisce la paternità dei fratelli Pierre e Auguste Lumière con la prima proiezione pubblica al Café des Arts di Parigi il 28 dicembre 1895 (e tra qualche mese saranno appunto i 120 anni di un’altra invenzione storica, rivoluzionaria e prodigiosa). Il 1925 della TV (o tivù per dirla all’italiana) riguarda in primis il 25 marzo di quell’anno, allorché l’ingegnere scozzese John Logie Baird offre una dimostrazione pratica del mezzo al centro commerciale Selfridges di Londra; quella di Baird viene dagli storici definita televisione elettromeccanica perché sia l’apparecchio di ripresa delle immagini sia quello di visione si basano sul disco di Nipkow, dispositivo elettromeccanico inventato il 24 dicembre 1883 appunto dal tedesco Paul Gottlieb Nipkow; Continua a leggere

Provocazione in forma d’apologo 296

Capodanno 2028. Il Presidente, solo nel suo studio davanti al computer, sta lanciando alla Nazione il solito, rituale messaggio.
La sapiente regia automatica, per aiutarlo a metterci un po’ di calore, gli fa sfilare immagini colte al volo dalle case degli spettatori: volti intenti, sorridenti, persino con qualche lacrima di commozione.
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Oltre la mente

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La mente non è (solo) il cervello. Gli occidentali ci hanno messo parecchio a giungere a questa conclusione che nel pensiero orientale era già assodata migliaia di anni orsono.
Non è solo il cervello – l’organo biologicamente preposto al pensare – l’autore dei nostri stati d’animo, delle nostre ansie, delle nostre intuizioni, dei nostri dolori. La mente si muove oltre i confini strettamente biologici, oltre le semplici connessioni neuronali (cellule neuronali fra l’altro non esistono solo nel cervello, ma anche in altri organi del corpo): si pensa anche quindi con il cuore, si pensa con lo stomaco, si pensa con gli organi genitali, si pensa con l’intestino. Continua a leggere

MA GIÀ PRIMA DI GIUGNO – incontro con Patrizia Rinaldi

di Massimo Maugeri

Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli. E? laureata in Filosofia, specializzata in scrittura teatrale. Partecipa dal 2010 a progetti letterari presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida. Ha pubblicato diversi libri (molti dei quali tradotti all’estero, o in corso di traduzione), sia nell’ambito della letteratura per ragazzi (pubblicati dalle edizioni Sinnos), sia con riferimento alla serie di Blanca (per le edizioni e/o). Di recente, sempre per le edizioni e/o, è uscito un nuovo romanzo intitolato “Ma già prima di giugno“: una storia che ha per protagoniste due donne (una madre e una figlia), imperniata sui ricordi e sul filo che lega la grande Storia alle storie individuali.
Ne ho discusso con l’autrice… Continua a leggere

1. Mondo nuovo

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Guardandomi indietro, mi sembrava inverosimile: non c’era più nulla di ciò che fino a ieri mi assillava. Uscii nella piazza deserta, mentre un vento troppo caldo scompigliava i capelli tagliati da poco, per fortuna. Feci un lungo respiro, come se lo Spirito Santo s’infilasse nei polmoni tutto in una volta, per rifarsi del tempo perduto. Il cane era sdraiato ancora lì, da tempo immemorabile: si diceva, in giro, che si fosse dimenticato di morire, ma un giorno anche lui avrebbe tirato le cuoia, come tutti. Mi affacciai dal ponte che collega la piazza alla cappella. Anche le colline erano là, come quando pregavo per l’amico, strappando incerti auspici al variare del tempo limpido o nebbioso: quando sei disperato, ti aggrappi a qualunque assurdità. Ora mi sentivo più sereno: sperimentavo, dopo anni, una pace che sembrava fuori luogo: che fosse la sua, la famosa pace di Gesù, annunciata nel vangelo di Giovanni? Da tanto, era solo un’utopia. Ogni giorno mi sentivo più osteggiato, un residuo tossico da espellere. Ma ora era diverso: attraverso la nebbia che saliva laggiù, dai colli grigi, emergeva qualcosa di mai visto, un mondo nuovo.

Le voci del Pretorio. Il romanzo epistolare di Angelo Ascoli e Pasquale Vitagliano. La quarta risposta.

tarr_pretorio_museo_05Quarta risposta

Mio caro Daniele,
Ma se l’appuntamento era stato rinviato? Anzi, se non avessi già capito che qualcuno, qualcosa ha giocato con le nostre attese e con la nostra vigliaccheria, ti risponderei che fosti tu a chiamarmi, a chiedermi di spostare il giorno del nostro incontro. E vero, mi parve strano sentire sulla segreteria telefonica del mio telefonino quella voce di donna, diceva di essere la tua segretaria, mi lasciava un messaggio da parte tua, un impegno improvviso, eri dovuto partire per Zurigo, l’appuntamento era spostato a data da definirsi. Continua a leggere

“Adua”: il romanzo di chi parte senza sapere dove arriverà

Adua
di Giacomo Verri

Se passeggiate per Roma e imbroccate la piazza Santa Maria sopra Minerva, ai piedi del piccolo obelisco potreste vedere una donna che si confida con il dolce elefantino del Bernini: è Adua (così il titolo dell’ultimo romanzo di Igiaba Scego, Giunti, pp. 186, euro 13), figlia dell’indovino somalo Mohamed Ali Zoppe, giunta in Italia negli anni Settanta con un sogno nel cuore, quello di diventare come Marilyn o come Audrey una stella del cinema, e finita invece a girare un porno tanto leggero quanto ignobile e spietato. Continua a leggere

Stranieri

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di Nino Alecci

Camminano in silenzio
Lentamente
Uno accanto all’altro
Per la città sconosciuta
Una pioggerellina fastidiosa
Accompagna i loro passi
sulla strada lastricata
di amarezza e false speranze
han tarpato loro le ali
han tagliato i loro rami
han reciso le radici
traditi dai loro stessi fratelli
puzzano di miseria e povertà
naufraghi in terra straniera
vagano nella notte scura
ombre di un sole diverso alla deriva
figli di nessuno
si guardano attorno impauriti
il vento soffia forte, gelido
per le vie senza nome
i due si tengono per mano per non cadere
si stringono l’uno all’altro
per ricordarsi ancora di esistere
si guardano per ritrovarsi
si guardano
per non dimenticare di essere.

Il quadro è di Francesco Balsamo. S’intitola “Insonni”

Contemplazione

[youtube=https://m.youtube.com/watch?v=ImEUiNAL9go]

da qui

Non sono più una piuma appiccicata
sulla ringhiera gelida, d’inverno:
ora mi visiti nel sole, il mare,
nell’eleganza verde della felce,
nella roccia a strapiombo sulla baia,
nel chiasso irregolare di stoviglie
che dal bar si diffonde per incanto
nello specchio increspato dei ricordi,
su cui si sovrappone il nostro amore
azzurro, puro come il vento, santo.

CINDY LYNN BROWN, POESIA DANESE AL FEMMINILE

Testo introduttivo e traduzione di Giovanni Agnoloni

Cindy Lynn Brown (foto di Camilla Hey)

Cindy Lynn Brown (foto di Camilla Hey)

Quarta puntata della serie dedicata agli scrittori (danesi e non) da me conosciuti durante la residenza letteraria presso H.A.L.D. Hovedgaard.

Oggi vi presento Cindy Lynn Brown, scrittrice danese-statunitense. Ha pubblicato cinque raccolte poetiche e un romanzo e contribuito a varie riviste in Danimarca, Francia e Stati Uniti. È tradotta in francese, croato e bengalese, e nel 2013 ha ricevuto il premio letterario per la poesia della Fondazione Agro-culturale Danese. È anche l’organizzatrice del festival poetico internazionale di Odense “Lyrik”, che si svolge ogni anno a marzo. Il suo sito internet è www.cindylynnbrown.com.

Segue una sua poesia, “Miss Reading”, da me tradotta dalla versione inglese. Continua a leggere

Dieci domande a dieci scrittori-traduttori: Nicola Lagioia

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Nicola Lagioia, autore di romanzi, racconti e saggi, editor di nichel, la collana di letteratura italiana di minimum fax, e personalità molto attiva nel panorama culturale italiano, uno degli scrittori di cui, negli ultimi tempi, si è parlato (e si sta parlando) maggiormente…

1) Da Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi), pubblicato nel 2001 da Minimum Fax e vincitore del premio Lo Straniero, a La ferocia, 2015, pubblicato con Einaudi e vincitore del Premio Strega. E nel mezzo due altri romanzi Occidente per principianti, 2004, Einaudi, vincitore del premio Scanno e Riportando tutto a casa, 2009, vincitore del Premio Viareggio, senza contare le opere a più mani, i saggi e i racconti: com’è cambiata (se è cambiata) la tua maniera di raccontare storie e di rapportarsi al mondo?

Mi sembra di poter dire che, dal primo romanzo alla Ferocia, sono andato sempre più verso la costruzione di una storia. Verso romanzi, cioè, che avevano un impianto narrativo sempre più pronunciato e complesso. Credo di essermi reso conto, andando avanti, che il Continua a leggere

Inerzia 1: come fu che il Sole s’impigrì

di Antonio Sparzani
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Scrive il domenicano lionese Guglielmo Peraldo, (citato nel capitolo dedicato all’accidia del bel libro di C. Casagrande e S. Vecchio, I sette vizi capitali, Einaudi, Torino 2000, p. 90), vissuto intorno alla metà del XIII secolo e autore di uno dei più diffusi manuali medievali di vizi e virtù, la Summa virtutum ac vitiorum, che un grande esempio di operosità è dato innanzitutto dall’universo intero: in particolare dal Sole, che ogni giorno viaggia da Oriente a Occidente, e ogni notte torna indietro, non concedendosi mai un momento di riposo né in estate né in inverno, senza peraltro aspettarsi alcuna remunerazione per il suo lavoro. Un simile esempio deve indurre – secondo Peraldo – a rendere il vizio dell’accidia sommamente esecrabile. Continua a leggere

KENNETH KRABAT: POESIA, FANTASCIENZA E RETE

Traduzione dall’inglese e testo introduttivo di Giovanni Agnoloni

Kenneth Krabat è il terzo scrittore, da me conosciuto durante la residenza letteraria H.A.L.D., che desidero presentarvi. Nato nel 1963, è poeta e narratore, autore di racconti di fantascienza (particolarmente interessato al tema del viaggio nel tempo) e performer, ed è tra i primi e più attivi blogger danesi in ambito letterario. Nei suoi scritti ha particolarmente approfondito la tematica delle relazioni umane. Le sue prime pubblicazioni risalgono al 1996.

Kenneth Krabat

Kenneth Krabat

Qui una sua poesia – scritta proprio nel corso della succitata residenza – che esplora il tema della morte con rapidi accostamenti di immagini, unendo al gusto della sperimentazione poetica la profondità lancinante degli attimi di angoscia, che proprio in virtù di quella intellettualizzazione – lungi dal perdere la propria forza d’impatto emotiva – riescono a disvelare un orizzonte di significato. Continua a leggere

Avremo cura, poesie di Gianni Montieri

indexIl titolo dell’ultima raccolta di Gianni Montieri, Avremo cura, mi piace molto. Lo considero un impegno, una dichiarazione poetica. “Perché scrivo poesie?”, mi viene in mente la risposta di Curver. “Perché ho bisogno che mi vogliano bene”. In Montieri questo scopo, questo bisogno, si preannuncia attivo. Vuole dare bene. Prendersi cura, appunto.

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SUL TAMBURO n.6: Nicola Pugliese, “Malacqua”

Nicola Pugliese, MalacquaNicola Pugliese, Malacqua. Quattro giorni di pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un accadimento straordinario, Napoli, Pironti, 20132

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di Giuseppe Panella

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Solo nel 2013 questo “piccolo capolavoro del Novecento” (“Questo è un libro che ha un senso e una forza e una comunicativa” – così ne scrisse Italo Calvino, accettandolo nel 1977 per una nuova collana di Einaudi che poi non ebbe granché successo e fu dismessa) è stato ristampato grazie alle insistenze dell’editore Pironti e le cure della figlia Alessandra.

E’ quindi ormai tempo di mettere un po’ d’ordine nella vicenda letteraria di Nicola Pugliese, scrittore, a un tempo, esaltato e negletto, osannato e malfamato, amato e disprezzato in egual misura, considerato l’autore di un capolavoro incompreso dalla critica e, tuttavia, apprezzato da un folto manipolo di estimatori d’élite, dimenticato sugli scaffali della storia letteraria del secolo scorso e ripescato solo da poco dall’editoria, dopo una serie di vicende ancora tutte da ricostruire e soltanto dopo la morte del suo autore (e l’uscita in vita, ma semi-clandestina, di una raccolta di brevi testi narrativi che a quell’unico romanzo chiaramente alludono e sono circoscritti1).

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SALLY ALTSCHULER, PROSA DANESE IN CHIAVE YIDDISH

Testo introduttivo e traduzione dall’inglese di Giovanni Agnoloni

Prosegue la serie di miei articoli sugli scrittori che ho avuto modo di conoscere durante la residenza letteraria di questa estate presso H.A.L.D. Hovedgaard.

Sally Altschuler

Sally Altschuler

Oggi parliamo di Sally Altschuler, brillante narratore danese (“Sally” è il diminutivo di Salomon), che nel corso degli anni ha pubblicato una ricca serie di romanzi e racconti per bambini e ragazzi tradotti in numerose lingue.

Di origini ebraiche (russe e polacche), la sua famiglia e la sua storia sono le protagoniste di En engel bag øret (An angel behind the ear, nella versione inglese, ovvero “Un angelo dietro l’orecchio”) (edito in Danimarca da Gyldendal nel 2011), romanzo di narrativa adulta che tratteggia le vicende che hanno per protagonisti i suoi antenati, dal trisavolo (che amava conversare con gli animali), intorno alla metà dell’Ottocento, ai nonni, che arrivarono a Copenaghen nel 1912.

Le doti che spiccano maggiormente, nella scrittura di Sally Altschuler, sono la vivacità e l’ironia tipicamente yiddish, che usa anche nei confronti della propria cultura, nella quale si riconosce, pur non essendo religioso. Insieme a questo, una speciale capacità evocativa, che conferisce alla lettura una tridimensionalità del tutto particolare.

Seguono due estratti del romanzo, nella mia traduzione dall’inglese. Continua a leggere

Vivalascuola. Buon anno, buona scuola! “Buona scuola” per chi?

Ben ritrovati ai lettori di vivalascuola e buon anno scolastico 2015-2016 a tutte e a tutti, innanzitutto! Quindi la “Buona Scuola” di Renzi è legge. Nonostante l’opposizione generalizzata del mondo della scuola, che si è manifestata con lo sciopero più grande della storia della scuola della Repubblica, il blocco pressoché totale degli scrutini, dichiarazioni di intellettuali, appelli al Presidente della Repubblica affinché cogliesse gli elementi di incostituzionalità presenti nella legge. E adesso? Adesso cominciamo un nuovo anno scolastico, con la consapevolezza che le leggi possono essere contrastate sia con la lotta sia con le vie legali. Con le pratiche di corretta informazione, resistenza e disobbedienza civile. Che le leggi devono essere applicate e le modalità della loro applicazione vengono determinate dal comportamento delle parti coinvolte, caso per caso, scuola per scuola, contrattazione per contrattazione. Con la consapevolezza che i governi passano mentre la scuola rimane. Rimane come un “organo costituzionale“, come la definì Piero Calamandrei, quasi un quarto potere dello Stato. Quando torniamo a scuola, quando entriamo nelle aule, ricordiamoci di questo potere. Continua a leggere