Archivi tag: poesia italiana contemporanea

“Sotto le palpebre”, Edoardo Penoncini

Che cosa c’è sotto le palpebre, e che cosa si vede dal loro riparo, stando a occhi chiusi o socchiusi? «Si chiudono le sere / come ricci intrappolati / a difendersi attorcigliati / fuori c’è lo spavento / dell’ignoto // qui mi rassicura / anche una sedia / e la piccola lampada / che mi fa compagnia / non è una ferita del sole»: una situazione che ricorda, ad esempio, quella del Natale di Ungaretti, con l’opposizione fra esterno temibile e conforto dato dai semplici oggetti dentro la stanza, nei quali l’io vorrebbe identificarsi («Lasciatemi così / come una / cosa / posata / in un / angolo /e dimenticata»).

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Annamaria Ferramosca. “Per segni accesi”

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Dal nuovo libro di poesia di Annamaria Ferramosca, uscito il primo marzo con Ladolfi Editore, propongo tre assaggi. Un frammento da tableau mourant 2 che lascia avvertire tutta la crisi epocale, ecologica e pandemica, e l’angoscioso smarrimento («l’assenza di ogni valico per l’arca») che stiamo vivendo. Una poesia d’amore (perché di poesie d’amore c’è sempre bisogno). E infine il penultimo testo del volume, che trovo particolarmente felice e suggestivo: si tratta di un’ariosa, luminosa preparazione alla morte («il mio allenarmi per il grande volo»), dove con tono sommesso e colloquiale l’ultimo, sollecito pensiero va ai propri «libri ordinati negli scaffali / fieri    ben stretti», che, «ricordate    vorrebbero di tanto in tanto respirare / esigono    come tutti / di avere incontri    essere aperti / (non solo spolverati)». Perché, a differenza di quanto il frammento da me un po’ arbitrariamente estrapolato come incipit potrebbe forse far pensare

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Su “Correggere le diottrie” di Giusi Drago (di Viola Amarelli)

In “Correggere le diottrie” (Oèdipus 2019, vincitore del Premio Bologna in Lettere 2020, per le opere edite)  Giusi Drago indaga sulla triade perfezione-errore-senso di colpa,  con un clinamen dialettico che approfondisce il contesto di paura e incertezza che ne deriva. Non a caso il titolo del libro si riferisce alla pressoché impossibile visione del terzo occhio (è noto che esso non può ferirsi e non/ patisce miopia, non ha bisogno /di correggere le diottrie) laddove  nell’ “appendice terapeutica  DI VERTEBRE E PAROLE” l’allegorema corpo-testo -vita, esemplarmente coniugato, pone in rilievo la responsabilità di chi agisce (la schiena abbraccia le forme delle tue colpe /di scelte e posture errate, inutile scorrerle tutte).  

Si tratta di un agire scandito da imperativi quasi kantiani sin dal testo di apertura della prima parte (intitolata, appunto, “dell’agire”) , imperativi che però si scontrano con la rete di interdipendenze  che sostanzia lo svolgersi del mondo (che il mondo agisca in aderenza/al dato, invece tutto sporge avanza),  e che ogni volta sommerge lo sforzo di “Sentire, vedere”, “Nominare” cui pure l’autrice fa, o sembra fare, affidamento. Continua a leggere

“Amore migrante e l’ultima sigaretta” di Antonio Nazzaro

Presentiamo due poesie in versione bilingue italiano/spagnolo da “Amor migrante y el último cigarrillo – Amore migrante e l’ultima sigaretta” (RIL editores, Chile – Edizioni Arcoiris, Italia) di Antonio Nazzaro.

1.

Di te so poco:
la lunghezza delle tue braccia
il tempo dei tuoi baci
quelli umidi dell’amore vorace
e quelli lenti dell’amore quotidiano.

Il taglio degli occhi
e l’incedere scalza.

Il movimento dei seni
a cui accordo il respiro
quel gesto tuo
di spostare i capelli
quello che so
è che quando arrivi
e ti siedi in un sorriso
sogno.

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SERGIO ROTINO – Tre testi


SERGIO ROTINO – ritratto fotografico di Alessandra Botticella (Milano)

Pubblichiamo (in formato fotografico per rispettarne la versificazione) tre testi poetici inediti di Sergio Rotino.
Queste poesie sono state premiate a dicembre 2019 alla XXII edizione del Premio Poesia di Strada – Licenze Poetiche – Città di Pollenza (MC).

***
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“Raccolta differenziata”, Giuseppe Ferrara. Un’anticipazione

di Giovanna Menegùs

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Attraverso una sintesi dell’introduzione al volume, di Alfonso Gianna, e tre testi presentiamo il nuovo libro di versi di Giuseppe Ferrara, in uscita per Edizioni Kolibris.

*

In questa sua Raccolta differenziata Giuseppe Ferrara circoscrive scientificamente il problema di una relazione uomo-natura oggi più che mai complessa e difficile […].
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Ornithology 45. Mussapi

Mussapi

Il sogno del Simorgh

Là sulla strada di pietra resta un’impronta,
la piuma del Simorgh, affermano i saggi
e quelli che si spinsero verso il deserto
prima del grande fiume e del Palazzo di Khublai,
verso la verde montagna dove dicono
si celi il nido d’oro del grande uccello
che fece nascere la vita nel mondo
e il regno degli alati e degli umani
con una remigante dell’ala sinistra
mentre volava verso il mare al tramonto
lì mentre il sole si tuffava nel mare.
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Annalisa Ballarini. Poesie

coverÈ “Elicanto” il nome di quel fiore?
Della forma perfetta come un origami?
Lo cercano nella simmetria degli emisferi giustapposti,
lungo l’asse della linea mediana, e cercheranno,
fermato il vascello sospinto verso aurore boreali,
percorrendo palmo a palmo le lettere innervate
sui segmenti delle braccia senza scorgere alcun nome.

Io lo vidi, il fiore senza nome, abbagliante
su un muro scrostato, e mi piacque
chiamarlo Elicanto. Cerchino pure altrove,
loro: alla radice del collo, scandagliando
le giunture delle vertebre, mentre il fondale
prepara la sua frescura nel cascinale di collina
dove gli Elicanti al plauso di un volo
sussultano nel buio.
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Ornithology 41. Ferrara (e Stevens)

gFerraraMettono gioia tra i rami d’inverno i nidi

Non hai risposto ancora alla domanda
«D’inverno, mettono gioia, tra i rami, i nidi?»
Hai finalmente una risposta pronta
o attendi un’altra estate e i suoi ricordi?

Sorridi, la nuca poggiata sul mio petto
I piedi nudi immersi nell’azzurro
La nube d’oro cela ali fuggenti
Tra quelle foglie lampi di cielo
Questa è l’Estate non dimenticare
Quella che arriverà sarà l’Estate

E allora rispondi, attenta, alla domanda
«Mettono gioia tra i rami d’inverno i nidi?»
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Ornithology 40. Airaghi

AIRAGHI

Il falco apollineo, amante del sole, della luce;
il falco dall’occhio spietato, dal volo
verticale, lontano da acquitrini e terriccio;
il falco ubbidiente al padrone, fedele
ai ritorni; assuefatto alle corti medievali,
alle cacce dei nobili, ai banchetti
negli affreschi nelle ottave dei poemi.
Si confonde di infinito e di azzurro,
in gloriosa ascesi verso l’alto,
il suo divino alto immisurabile.
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Far lucere. Poesia di Annitta Di Mineo

COPERTINA - Il Tempo non ha rughe

«Il dolore è luce perché ci costringe a vedere ciò che facciamo di tutto per evitare: il dolore.» Questa tagliente verità formulata da Giulia Niccolai nei suoi Frisbees ’88 mi accompagna da decenni, e si propone ora come sintesi di uno scarno volume di versi intitolato Il tempo non ha rughe. Le tre sezioni in cui la raccolta è strutturata (Tempo, Dolore, Infinità) sono infatti incentrate sull’indagine di un sentimento-evento quasi totalizzante, affrontato e sperimentato, esperito («Faccio / esperienza diretta degli eventi») fino al suo estremo limite. E se, come sempre accade, l’esperienza è anche o in prima istanza biografica con date, nomi e affetti familiari circostanziati che si intravedono tra i versi ciò che conta per il lettore è la dimensione universalmente condivisa, e non di rado astratta o metafisica, di una cognizione del dolore dagli accenti dickinsoniani, la Dickinson che sa attraversare oceani di dolore: «I can wade Grief…».
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Incontro con la poesia di Giuliano Rinaldini

come mi viene una pena di tutto, / una letizia di tutto.
(da “Sequenza del fico”)

Il Segnale n.112Difficile spiegare perché proprio una certa voce poetica fra le tante al mondo ci folgori in modo immediato e al di là di ogni dubbio, attraverso la lettura di pochi versi. Ancora più difficile – o facile, naturale? – farlo, ovvero tentare di dar conto a sé stessi e agli altri della propria scoperta di una forte sostanza di poesia, in questa voce, quando essa risulti di fatto quasi ignota e ignorata dal pubblico dei lettori di versi, dalla critica (salvo illuminate eccezioni), dai tanti lit-blog e le varie realtà che in rete veicolano poesia. Un pubblico certo minimo al confronto di quello che segue altri generi letterari, ma pur sempre con una sua consistenza e suoi percepibili orientamenti.
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