Vedere Dio: è tanto difficile? Solo per chi non guarda il cielo. Bisogna alzarsi presto, la mattina, restare davanti alla finestra, in attesa dell’alba. Ogni giorno è un colore diverso, uno sguardo pieno di sorprese inesauribili.
Archivio mensile:Giugno 2019
Capolavori
Il tempo estivo favorisce le riflessioni estemporanee. Oggi vi propongo questa. La qualità di una relazione non dipende dalla sua facilità, ma dalla capacità di superare gli ostacoli che si frappongono. I matrimoni più riusciti sono quelli in cui i coniugi coltivano l’arte difficile della conoscenza di sé e dell’altro. I problemi cominciano quando si vorrebbe che la riuscita fosse spontanea: nella vita umana, i risultati che contano sono frutto di un duro lavoro. Il cuore ha bisogno di artisti che confezionino pazientemente il capolavoro necessario.
Le feste
Petitesse
di Stefanie Golisch
Nel paese delle pere mature gli uomini
si chiamavano Fritz e Heini, le donne tutte
Elsie. I cani li chiamavano gatto e i gatti
cane, non si sapeva perché, ma era sempre
stato così. Quando bevevano, facevano bere
gli animali insieme a loro e alla fine, nessuno
si ricordava più di nulla. Si moriva piuttosto
giovani, ma sereni. La vita era stata tanto
leggera, perché la morte avrebbe dovuto
essere diversamente?
Rose immortali
Finalmente
Luigi Maria Corsanico legge Tonino Guerra
Intimità
Un’altra cosa
Le pagine ritrovate di Giovanna De Angelis – Edith Bruck
Proseguo la pubblicazione degli scritti di Giovanna De Angelis iniziata a gennaio scorso con il penultimo post dedicato a questa formidabile e sopraffina intellettuale. Questa volta si tratta di un saggio sull’opera complessiva di Edith Bruck che venne pubblicato su “Avanguardia”, a. XII, n.34, 2007. Il titolo è Il dolore morale e la scrittura: il caso Edith Bruck e potete scaricare qui il pdf: 09 edith bruck.
Buona lettura!
La sostanza
Ornithology 38. Frost
Un uccelletto
Proprio ho sperato che volasse via,
e non cantasse sempre davanti a casa mia;
gli ho battuto le mani dal limitare
quando non l’ho potuto più sopportare.
Mio in parte il torto dev’essere stato.
L’uccelletto non era stonato.
E qualcosa non va, qualcosa manca
in chi vuol far tacere uno che canta.
Restare
Camillo Fonte. Una prosa e le poesie d’amore.
a cura di Francesco Dalessandro
Breve prosa metrica
Non ho mai creduto alla favola del poeta invasato dal dio; /
piuttosto a un interiore rovello imbrigliato dalla necessità della forma. /
E per aver perso l’esercizio (il vizio, se si vuole; magari l’istinto) /
dei versi – la fede, per così dire, nella loro necessità –, /
non potevo non stupirmi del dono ricevuto la mattina di Natale. /
M’ero svegliato presto, con la vaga sensazione che dovesse accadermi /
qualcosa; o forse con l’inquietudine che tutto, mio malgrado, fosse /
già accaduto durante il sonno. Passato l’attimo in cui la coscienza, /
non ancora vigile, fluttua come una bolla di sapone, fatica a rientrare /
nel suo alveo di certezze e il pensiero mette a fuoco i dettagli /
(i bersagli) quotidiani; passato, dico, lo spaesamento del risveglio, /
sentii come un ronzio nelle orecchie, un suono interiore crescente /
a poco a poco e che, dapprima distante, via via avvicinandosi, /
prendeva corpo e, facendosi chiaro, diventava comprensibile. /
La mente, allora, dal suono, riconobbe trattarsi di una breve /
sequenza di parole, e il ritmo, scandito da cesure decise e precise, /
rivelò quel che erano: versi. Perché io, che non avevo mai creduto /
al dono del canto; io, poeta ridotto al silenzio, ricevevo un tale dono? /
Stentavo a crederlo. Tuttavia, temendo di perderli, quei versi, /
nelle pieghe delle riflessioni, m’affrettai ad alzarmi e a trascriverli, /
rinviando a dopo ogni analisi:/
Tenerezza
Le mie lande scapigliate – di Max Ponte
Queste, o lettore, sono
Le mie lande scapigliate
La zazzera dei terreni
Che daranno fieno il cui
Sentore arriverà in paese
L’unica realtà, sai, è la terra
Che consiste e non si spegne
Accoglie le ossa delle vecchie
Plasma il fiato del nascituro
Lambisce le falde ingloba
I fossili e tutti i secreti
Delle sue terre mio nonno
Ricordava tutte le “tavole”
Certissimi incolti fragmenti
Queste, o lettore, sono
Le mie lande scapigliate
Verdi di verzura subalpina
E ora sul ciglio della ciclabile
Le ritraggo e le macchio
Mentre giunge un velocipede
Con la mia ombra
Max Ponte
Villanova d’Asti, 31 maggio 2019
Poesia pubblicata anche su ATNews.it, Quotidiano online di Asti, Monferrato, Langhe e Roero
Impossibile
Squadra, sostantivo femminile
Non sono molto interessata allo sport e non seguo nessun tipo di evento agonistico, tutt’al più mi può capitare di intercettare per caso quello che (di rado) guarda mio marito. Ma il precedente era invece un grande tifoso romanista e mi è a volte “toccato” ? per ragioni di socialità ? seguire alcune partite in televisione, sentendomi invasa dalle urlate cacofonie del pubblico, le risse sul campo e sugli spalti, le scorrettezze tra giocatori, i gesti violenti, le grida razziste e sessiste. Qualcosa che ho sempre trovato una via di mezzo tra l’ansiogeno e l’urticante. Continua a leggere