Archivi categoria: Letteratura

“La casa delle orfane bianche” di Fiammetta Palpati

Ho letto e recensisco con molto piacere il romanzo di Fiammetta Palpati, “La casa delle orfane bianche”.

Tre amiche decidono di mettere sotto lo stesso tetto le loro tre madri anziane e malandate per occuparsi di loro coralmente, e ne nasce un racconto geniale, estenuante e a tratti esilarante, claustrofobico e pieno di odori, puzze, horror casalingo; il tutto narrato da un’elegante voce-personaggio animata da una vena tragicomica. Un romanzo di figlie badanti e madri badate i cui ruoli spesso si mischiano, in cui ognuna è saggia o stolta a turno. Il Tempo è sempre lo stesso, come fosse un unico giorno: un tempo che resta all’interno di una pièce teatrale le cui attrici non recitano affatto ma portano semmai i loro crucci, dolori, preoccupazioni e fastidi sulla scena. Li espongono per rimescolarli in quelli delle altre, ne fanno un impasto che ogni giorno va spianato per poter essere di nuovo contaminato da un nuovo fermento. Il più grande tra questi, l’arrivo di una forsesuora barbona, che scombina ancora di più le carte. Continua a leggere

Poesie di Dušan Gojkov

Dušan Gojkov è poeta, autore di racconti, romanziere, saggista, giornalista, regista di drammi radiofonici, nonché fondatore e capo-redattore del Balkan Literary Herald .

Ha pubblicato 15 libri di prosa e uno di poesia. Ha inoltre drammatizzato e diretto circa 240 opere in prosa e poetiche ed è stato un corrispondente per la stampa jugoslava e serba da 37 paesi.

È segretario generale dell’organizzazione PEN aromena, e vive tra la Serbia e la Grecia.

La foto che vedete è stata scattata dallo scrittore, giornalista e fotografo a margine della residenza letteraria di Gojkov a Pécs, in Ungheria, questo marzo, presso lo Zsolnay Kulturális Negyed, per lo Hungarian Writers Residence Program.

Qui di seguito trovate alcune sue poesie in lingua inglese, tradotte da Giovanni Agnoloni, che a giugno è stato ospite della stessa residenza.

L’amore è follia, di Dušan Gojkov

N° 1

lei
ripone triste gli abiti invernali nell’armadio
cercando di ricordare
dove ha smarrito l’anno precedente
che è stato il primo e l’ultimo per molte cose
lui
appoggiato al letto
scrive versi patetici senza senso che non fanno neppure rima
ma in realtà si sforza di ricordare
come e dove si è perso l’anno prima
si avvicina alla finestra, è primavera
la strada è buia e il lampione in legno non fa più quella luce
dorata e granulosa
quella luce che odora di pane caldo appena sfornato
e d’inverno
ricordi che qualche tempo fa progettavamo di andare a Parigi
e non l’abbiamo ancora fatto
insieme
dici che il tuo tè si sta raffreddando
è una buona cosa scrivere poesia
hai sempre a portata di mano un pezzetto di carta su cui mettere
i semi degli gnocchi di susine

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“Gli altri”, di Ignacio Carral

Recensione di Giovanni Agnoloni

Ignacio Carral, Los otros, ed. I Libri di Mompracem, 2023

Frutto di un’inchiesta giornalistica condotta dall’autore in prima persona all’inizio degli anni ’30 e uscita a puntate sulla rivista “Estampa”, Gli altri (Los otros) di Ignacio Carral, qui tradotto da Riccardo Ferrazzi, è un esempio di narrativa di grande vividezza e carica realistica, perché nasce dall’impasto stesso della vita più dura, quella degli ultimi – l’altro lato della Madrid benestante di quel periodo, immediatamente precedente il precipitare degli eventi che nella seconda metà di quel decennio avrebbe condotto alla guerra civile.

L’autore – morto di arresto cardiaco nel 1935, a soli trentotto anni – entra in quel mondo di miseria senza filtri o scappatoie. Patisce le stesse condizioni impietose dei senzatetto della capitale iberica, conoscendo il freddo, la mortificazione e la perenne stanchezza, oltre naturalmente all’onnipresente fame, sia pur temperata, a tratti, da pasti rimediati qua e là. E tutto questo lo restituisce con incandescente immediatezza e – combinazione quanto mai rara – con uno stile asciuttissimo, privo di ornamenti di sorta. Un perfetto esempio di giornalismo che si fa letteratura, in controtendenza rispetto a tanta tradizione ampollosa del tempo, com’è stato messo in luce in occasione della presentazione fiorentina del volume, cui sono stato lieto di assistere. Continua a leggere

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Antonio FIORI, Vita di un altro

di Giovanni Nuscis

E’ uscito il nuovo libro di Antonio Fiori dal titolo Vita di un altro, per le edizioni Inschibboleth, nella collana Margini diretta da Filippo La Porta. Tre anni fa, nel 2020, per le stesse edizioni, ricorderemo I poeti del sogno, che riscosse ampio apprezzamento sia tra i critici e i poeti sia tra i lettori. Continua a leggere

Claudio Magris: Mark Axelrod «smonta» i maestri – Il gioco del Lego in letteratura

Articolo di Claudio Magris

Mark Axelrod «smonta» i maestri – Il gioco del Lego in letteratura

Balzac’s Coffee, DaVinci’s Ristorante dello studioso americano è un libro 
bizzarro e inclassificabile che prende di mira, e supera, il post-postmoderno

«Gioco di costruzioni in plastica costituito da piccoli pezzi di forma geometrica a incastro tali da permettere una grande quantità di combinazioni». Così lo Zingarelli, il grande vocabolario della lingua italiana, definisce il gioco del Lego, che per generazioni di bambini è stato scuola di arte combinatoria e costruttivistica, castelli che smontati e riaggregati diversamente diventano mostri o navi. D’altronde Dante, rimescolando le lettere dell’alfabeto, è riuscito a rappresentare Dio e tutte le passioni umane.

Mark Axelrod insegna Letteratura comparata alla Chapman University di Orange, in California. Per 16 anni è stato il direttore del John Fowles Center for Creative Writing.

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Federico Pacchioni, “I frutti del mio giardino!

L’agire della leggerezza di Domenico Napoletani è la postfazione del volume I frutti del mio giardino di Federico Pacchioni (Manni Editore, 2022). Seguono da tre poesie dell’autore.

L’agire della Leggerezza

La poesia di Federico Pacchioni cerca il miracolo del percepire la leggerezza delle cose senza dimenticare il loro peso e la gravità del vivere. Leggerezza…una parola cara a Italo Calvino, che non si associa spesso all’azione, alle laboriose cure che ci prendono ogni giorno. Ma anche la leggerezza è sforzo, e la presente raccolta, I frutti del mio giardino, è al contempo un suo ironico inno e una dolente riflessione sulla perdita di ogni giorno che passa, fatta più viva dalla scelta irreversibile di spezzare il proprio percorso per poi ricomporlo da emigrante in altro luogo (così che “il tempo ripulisce impietoso/ tutte le inconsistenze,/ scansa parti dell’affetto/ sempre più in là”); luogo che per Pacchioni è l’America, che abbaglia con i suoi grandi, luminosi deserti (dove è “smembrato il mondo quassù al cielo”) e le sue anonime, pulsanti periferie.

Lo sguardo al contempo amorevole, aperto a tutto, ma capace di rimanere saldamente nell’intimo della propria esperienza, fa della poesia di Pacchioni una rara commistione di disarmante, immediata sincerità emotiva e attenta operazione artistica. I frutti del mio giardino diventa perciò realtà di un angolo d’America, fatto centro aperto del mondo, rifugio di domestica pace, ma anche una chiamata ad essere fruttuosi, a non lasciare che il proprio ruolo nel mondo ci faccia diventare come un “cuore in una corsia vuota”. Continua a leggere

Down Under: Finalmente letteratura!!! LEONARDO SCIASCIA

Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, in leggerezza, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.

In questo episodio, Bruno e Matteo ci parlano di Leonardo Sciascia, presentato da Bruno attraverso le sue numerose opere e Continua a leggere

“Dove non mi hai portata” di Maria Grazia Calandrone – Videolettura

Ho divorato questo libro in una mattinata, ve ne leggo l’inizio e ne posto la mia recensione.

Maria Grazia Calandrone “Dove non mi hai portata”, Einaudi 2022

La nostra migliore poetessa torna in libreria con un romanzo appena uscito per Einaudi nel quale racconta la vita di Lucia Galante, sua madre biologica. Una madre così disperata da credere che sua figlia sarebbe stata più protetta e al sicuro se affidata all’amore di persone estranee, che non restando con lei e il suo compagno, il padre biologico di Maria Grazia.
La coppia era in una situazione tragica sia dal punto di vista economico che socio-familiare, senza speranze per il futuro. Motivazioni probabilmente simili a quelle di altre centinaia di persone, per lo più madri, che presero la stessa decisione in quel frangente storico – la metà degli anni ’60 – come testimoniano le cifre degli abbandoni registrati per quell’anno in tutta Italia. Continua a leggere

“Vite mie” di Yari Selvetella – Videolettura

Era difficile predire che la scrittura di Yari Selvetella sarebbe diventata ancora più elegante e elaborata di come è stata nei suoi ultimi romanzi (avevo recensito qui “Le stanze dell’addio”, candidato a suo tempo al Premio Strega). Ma così è stato. La cura della lingua gli consente di dipingere un piccolo ma universale mondo affettivo e emotivo in pochissime precise parole, necessarie e compiute, di una raffinatezza senza fronzoli.
Ne ho letti alcuni passaggi a alta voce per sentirne i suoni, le carezze ruvide che facevano alle mie orecchie, intanto che la storia mi trascinava via con la forza della sua corrente quasi subdola, consentendomi di entrare in stanze private con la scabrezza di una videocamera nascosta. È così: in questo romanzo si accede a un mondo come lo si potesse spiare, quotidiano e vero con la sua fatica, le sue paure, la sua noia persino, i gesti del cucinare, del pulire, gli odori di una casa, le voci dei figli – ciascuna unica e piena della sua storia.
Il suo protagonista narrante entra in scena deragliando di stanchezza, proclamando la sua epifania: non è più in grado di amare. Ho scelto di condividere con voi il primo capitolo del romanzo in questa videolettura. Continua a leggere

Mauro GERMANI, Tra tempo e tempo. Nota di lettura di Giovanni Nuscis

 

Di questo nuovo, bellissimo libro di Mauro Germani, poeta, critico e studioso, leggiamo sulla quarta di copertina: “Pagine di un diario spirituale e intellettuale nelle quali l’autore, in una prosa coinvolgente ed evocativa, a tratti visionaria, ci offre un bilancio della propria esistenza mediante memorie personali, confessioni, moti dell’anima e riflessioni sul senso della letteratura, della morte, del sacro e del mistero (…). Continua a leggere

Sinisgalli, il poeta ingegnere (Interzona)

Leonardo Rocco Antonio Maria Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981) è stato un poeta, saggista e critico d’arte italiano. È noto come Il poeta ingegnere o Il poeta delle due muse, per il fatto che in tutte le sue opere ha sempre fatto convivere cultura umanistica e cultura scientifica. Per la sua versatilità è stato definito “un Leonardo del Novecento” in quanto è stato narratore, pubblicista, direttore artistico, direttore di riviste, documentarista, autore radiofonico, disegnatore.

Qui altro materiale.

Down Under: Finalmente letteratura! DARIO FO e FRANCA RAME.

Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, in leggerezza, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.

In questo episodio, Bruno e Matteo ci parlano di Dario Fo e Franca Rame.

Per l’ascolto di questo secondo episodio del podcast Finalmente letteratura! CLICCATE QUI.
*

Bruno Ferraro ha insegnato per più di venti anni presso varie università australiane, e ha completato la sua carriera accademica all’università di Auckland, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Nel corso della sua carriera ha pubblicato edizioni critiche di commedie inedite del ‘500, traduzioni in inglese, e numerosi articoli e recensioni. Per la letteratura moderna ha contribuito agli studi su Italo Calvino e a quelli sul suo compianto amico Antonio Tabucchi.

 

Down Under: Finalmente letteratura! ITALO CALVINO, prima parte

Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, in leggerezza, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.

In questo episodio, Bruno e Matteo ci parlano di Italo Calvino.

Per l’ascolto di questo secondo episodio del podcast Finalmente letteratura! CLICCATE QUI.
*

Bruno Ferraro ha insegnato per più di venti anni presso varie università australiane, e ha completato la sua carriera accademica all’università di Auckland, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Nel corso della sua carriera ha pubblicato edizioni critiche di commedie inedite del ‘500, traduzioni in inglese, e numerosi articoli e recensioni. Per la letteratura moderna ha contribuito agli studi su Italo Calvino e a quelli sul suo compianto amico Antonio Tabucchi.

“Piazzale senza nome”, di Luigia Sorrentino

Recensione di Gisella Blanco

Luigia Sorrentino, Piazzale senza nome, Collana Gialla Oro, Pordenonelegge-Samuele Editore 2021

Leggendo la nuova raccolta poetica di Luigia Sorrentino ci si ritrova, quasi involontariamente, al centro di uno sconfinato Piazzale senza nome (Collana Gialla Oro, Pordenonelegge-Samuele Editore 2021). Nel cuore di un inverno archetipico, l’umanità è radunata al cospetto di una grande morte, nello spazio atemporale di un piazzale in cui i destini umani, pur non conoscendosi, si incrociano.

La poeta pone in esergo un frammento di Plutarco dal quale si evince la dicotomia esistenziale che attraversa l’intera opera: “La morte dei vecchi è come un approdare al porto, /ma la morte dei giovani è una perdita, un naufragio”. Sullo sfondo dei versi, infatti, esiste e insiste il parallelismo fra il morire da vecchi e il morire da giovani di una sola, identica morte. Mentre, però, la morte del vecchio uomo è una morte d’approdo che esprime la pienezza di una vita vissuta senza difficoltà, le vite dei giovani si sono spezzate prematuramente nell’ebbrezza della dipendenza, nella chimera della gioia. Il libro della Sorrentino è dedicato al padre ed è stato scritto in un periodo cronologico ben preciso (2017-2018) che, però, sembra espandersi e inerire a un presente, il nostro, in cui il passato non ha mai smesso di pulsare e di operare una costante contaminazione dell’attualità. Continua a leggere

Francesco Forlani. L’estate corsa

di Roberto Plevano

Francesco Forlani si presenta come un dandy cosmopolita tra Parigi e Napoli, spazi geografici e sentimentali – e tanti sono i legami sotterranei, elusivi, imprevedibili, che si stringono tra le due capitali –, ma il suo lavoro di scrittore è assai lontano da un cliché di decadentismo.

La prosa sciolta, accattivante, è il prodotto di un progetto di radicale integrità del narrare, debitamente esposto nella citazione di Giambattista Vico in esergo al suo ultimo romanzo, L’estate corsa (Felici Editore, 2021) e compiutamente eseguito: in forza d’una corpolentissima fantasia, i primi uomini delle nazioni gentili, come fanciulli del nascente gener umano, fingendo criavano le cose, onde furon detti «poeti», che lo stesso in greco suona creatori. Questa natura criativa della finzione (narrativa) era ben chiara agli antichi. Una citazione di Tacito funge un po’ da guida intellettuale del protagonista del racconto, Frank, uno scrittore (verrebbe da dire, come tutti, ma Frank pare davvero un bravo scrittore, come pochi quindi): fingunt simul creduntque, “credevano in ciò che avevano appena immaginato”.

Queste serie premesse teoriche non introducono tuttavia un romanzo accademico e libresco. La storia che Forlani racconta ha piglio, inventiva, ritmo; le coordinate culturali, umanisticamente solidissime, sono il telaio su cui Forlani tesse una narrazione che potrebbe farsi tra le piacevolezze di un gruppo di amici intorno a un tavolo, buon cibo e ottimi vini.
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Daniela RAIMONDI, La casa sull’argine. Nota di lettura di Giovanni Nuscis

Daniela RAIMONDI

LA CASA SULL’ARGINE

La saga della famiglia Casadio

Casa Editrice Nord, 2020

 

E’ un lungo viaggio La casa sull’argine di Daniela Raimondi, saga della famiglia Casadio, dove il tempo vola leggero e si sta col fiato sospeso, emotivamente catturati. Al punto che resta al lettore un sottile dispiacere per il raggiunto capolinea, e un dolce, malinconico affetto e una vaga nostalgia per tutte le esistenze dischiuse e attraversate, coi loro grandi e piccoli accadimenti, le immagini, le molte scene confittesi nella memoria. Continua a leggere

Per Roberto Calasso

di Giovanna Menegùs – pubblicato su Avamposto. Rivista di poesia

Siano resi onori e grazie e memoria, in lettura, a Roberto Calasso e a «quel libro di libri che è la casa editrice Adelphi», «un insieme di libri autonomi tra loro ma che possono essere letti ‘come un unico libro’: un’esplorazione che chiede una sorta di libertinaggio mentale che ignori le barriere, un viaggio conoscitivo sregolatamente regolato, e la cui sopravvivenza, in un Paese come questo, sembra a volte semplicemente un regalo». Continua a leggere

Carlo Cuppini, “Il mistero delle meraviglie scomparse”

Recensione di Giovanni Agnoloni

Carlo Cuppini, Il mistero delle meraviglie scomparse, Marcos y Marcos, 2021

Questo, che non è l’esordio, ma senza dubbio il libro finora più importante di Carlo Cuppini, narratore e poeta urbinate ma fiorentino di adozione, è proposto come un libro per bambini, ma di fatto è un’indagine e un percorso trasformativo rivolto anche ai lettori adulti. La storia ruota intorno a uno di quegli inciampi del destino che spesso segnano la transizione in un nuovo ordine di cose – più o meno come il tempo infausto in cui, negli ultimi diciotto mesi, ci siamo ritrovati a vivere (prima analogia significativa con il presente, per un’opera scritta prima della “pandemia”). E il fatto spiazzante è questo: i monumenti di Firenze sono spariti. Qualcuno, nello spazio di una notte, li ha presi e portati via – verranno poi ritrovati sparsi in varie parti del mondo, arrivati lì non si sa come. Continua a leggere

Giorgio Camillo Galli, “I romanzi smarriti sui treni”

Recensione di Giovanni Agnoloni

Giorgio Camillo Galli, I romanzi smarriti sui treni, Algra Editore, 2021

I romanzi smarriti sui treni, tanto per cominciare, è un titolo bellissimo. Ispirato alla vicenda del manoscritto perso su un vagone ferroviario dallo scrittore russo – ubriaco – Venedikt (Viktor) Erofeev, protagonista di uno dei racconti di questa originalissima raccolta di Giorgio Camillo Galli, fotografa alla perfezione lo stato d’animo che li attraversa trasversalmente tutti: quello delle occasioni perdute, ma poi, in qualche modo, recuperate, magari da qualcun altro, e consegnate alla storia e all’attenzione di occhi e orecchie dotati della sensibilità necessaria per apprezzarle. Continua a leggere

Marino Magliani, “Il cannocchiale del tenente Dumont”

Recensione di Giovanni Agnoloni

 Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont, L’Orma Editore, 2021

Una storia di sbando e diserzione “camuffata” da romanzo storico, ma in realtà intrisa soprattutto del genius loci dell’entroterra ligure. Questa l’essenza de Il cannocchiale del tenente Dumont di Marino Magliani. Un gruppo di soldati napoleonici reduci dalla campagna d’Egitto, nell’estate del 1800, diserta durante la battaglia di Marengo, si sbanda e vaga tra il Piemonte e la Liguria di Ponente, procedendo per le valli e tra i rovi del suo interno e sottoponendosi all’esperimento di un medico olandese, intento a studiare le loro reazioni all’uso dell’hascisc, iniziato nel Nord Africa e considerato da alcuni causa di tante diserzioni. Continua a leggere