di Sergio Luzzatto
Bruno Vespa non si accontenta, con la trasmissione «Porta a porta», di tenere semi-quotidiana compagnia ai nottambuli del Belpaese. Verso la fine di ogni anno, pensa bene di offrire a tutti gli italiani – ai dormiglioni come ai tiratardi – qualcosa come un libro-strenna da regalarsi a Natale. Così, per una manciata di euro i più devoti fra gli aficionados possono disporre, fra i variopinti pacchetti sotto l’albero, di una versione rilegata del brunovespismo televisivo.
I titoli dei volumi firmati da Vespa fra il 1994 e il 2001, cioè fra il primo e il secondo governo Berlusconi, sono istruttivi in se stessi: bastano da soli a testimoniare – oltreché ovvie esigenze di richiamo commerciale – una certa maniera di pensare la storia dell’Italia contemporanea. Il cambio (1994), Il duello (1995), La svolta (1996), La sfida (1997), La corsa (1998), Dieci anni che hanno sconvolto l’Italia (1999), Scontro finale (2000), La scossa (2001): presi uno per uno, i titoli dei libri di Vespa scandiscono ogni volta un presunto momento epocale, quando non suggeriscono un’emergenza nazionale o addirittura una crisi rivoluzionaria. Presi in serie, viceversa, essi alludono alla consolante evidenza per cui più tutto cambia, più tutto è la stessa cosa… Se poi si guarda ai titoli delle ultime due strenne, la Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi (2004) e Vincitori e vinti (2005), si scopre come l’ambizione dell’autore non si limiti più alla volontà, propria di un giornalista, di raccontare il presente in un modo più disteso di quanto lo consenta la stampa quotidiana o periodica. Da un anno a questa parte, Bruno Vespa ha voluto aggiungere al proprio un secondo mestiere: si è messo in testa di parlare agli italiani da storico. E a giudicare dai numeri delle vendite, in molti gli hanno riconosciuto le carte in regola per farlo.