Archivio mensile:Gennaio 2009

A un terzo dei mille – di Paolo Viglianisi

copj13asp

[Con un capitolo del libro.]

Recensione da Tempo e Natura – 12.12.2008

L’EPOPEA DI UN BASTARDO A UN TERZO DEI MILLE” di PAOLO VIGLIANISI [Minimal Narrativa]

di A. Jocchi

Il passaggio per la Fiera della piccola e media editoria (svoltasi a Roma a inizio dicembre) ha sicuramente garantito maggior visibilità a questo piccolo grande romanzo (così come a molti altri che indubbiamente meritano) e anche una certa rinomanza, per cui il contributo che sto per dare io sarà solo il fiore all’occhiello di questo iter. La circostanza offre anche l’occasione per poter parlare di un fenomeno concreto ma ignorato dai più, com’è quello dell’editoria indipendente; essendomi trovato ormai a leggere una quantità accettabile di opere proveniente dalla categoria, posso affermare con serenità ed onestà che l’editoria in questione non ha nulla da invidiare a quella di maggior livello, sia per qualità che per cura, impaginazione e altri fattori di secondo piano. Continua a leggere

Intervista a Valerio Magrelli

magrelli

Cliccare sull’immagine per vedere l’intervista
di Luigia Sorrentino
16 gennaio 2009
Valerio Magrelli, nato a Roma nel 1957, è uno dei poeti più originali dell’ultima generazione. Fin dalla sua prima raccolta ‘Ora serrata retinae’, Magrelli si manifesta come una delle voci più raffinate della poesia italiana contemporanea. Partendo dalla ricerca della visione esatta – ‘dal confine della percezione’ – ma anche dalla visione deformata e deformante della realtà, il poeta raggiunge l’umoralità, l’ironia, che, anche nel vivere quotidiano, accende la riflessione filosofica, politica e civile. Magrelli, che insegna letteratura francese all’Università di Pisa, lo abbiamo incontrato a Fabriano, in occasione della prima edizione di Poiesis, il Festival di poesia curato da Francesca Merloni. ‘Nature e venature’, la sua seconda raccolta di versi, ha vinto il Premio Viareggio 1987. Continua a leggere

Articolare la sofferenza: il caso di Fritz Zorn, di Andrea Sartori

Pubblico di seguito, con leggere modifiche, parte del saggio Patire l’individuale. Sofferenza come critica in Löwenthal, Zorn e Žižek, che apparirà in «La società degli individui», anno XII, 2009. I passi sono tratti dal libro di Fritz Zorn, Marte. Il cavaliere, la morte e il diavolo, Gabriele Capelli Editore, Mendrisio 2006 (già Mondadori, Milano 1978, e prima ancora, nell’originale tedesco, Kindler Verlag, München 1977). In questa versione ho omesso, per facilitare la scorrevolezza della lettura, l’indicazione delle pagine. Ringrazio la redazione de «La società degli individui» per aver acconsentito all’estrapolazione.

Continua a leggere

Mare nero di Mark Strand

Mark Strand, nato nel 1934 a Summerside nell’isola Prince Edward (Canada), è poeta, docente e traduttore. Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il MacArthur Fellowship nel 1987 e il Pulitzer Prize for Poetry nel 1999. La sua scrittura un modello di understatement poetico, Strand è spesso in Italia ed è molto noto e amato.

Questa lirica, pubblicata nella raccolta Man and Camel (2006), p. 25, è apparsa in italiano nel numero 34 di Nuovi Argomenti e nella traduzione della raccolta curata da Damiano Abeni (Uomo e cammello, Mondadori 2007).
Continua a leggere

In memoria della memoria

Tre facili detterrenti all’empatia

di Valentina Pisanty

Con quale credibilità morale – si dice – gli ebrei ci chiedono di partecipare al loro lutto identitario proprio a ridosso dei bombardamenti di Gaza? Il fatto è che il cortocircuito tra ebrei e governo israeliano è del tutto indebito, ed è motivato dal fatto che, nel tempo, la Shoah è passata da evento storico, quale è, a categoria di pensiero, pietra di paragone, collante ideologico
Eccoci di nuovo, si è tentati di dire. Inutile negare l’insofferenza più o meno velata che, a neppure un decennio dalla sua istituzione, il giorno della memoria suscita in molte persone. Da parte di chi se ne occupa da vicino e sistematicamente la sensazione è comprensibile: ogni 27 gennaio schiere di storici, accademici, insegnanti, scrittori e testimoni (quei pochi che restano) vengono convocati per saturare gli spazi mediatici e scolastici che la legge 211 del 20 luglio 2000 prescrive di riempire con «cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (…) affinché simili eventi non possano mai più accadere». Continua a leggere

Mele Rosse

Luigi Manzi

Se ad una raccolta di versi si affida un grano di poetica, una domanda, un modo di avvertirsi e di vedere, una prova di voce e di parola, credo che MELE ROSSE sia un contenitore denso di sensi, di rotte e di suoni, battello prezioso che approda ai Feaci in un passaggio dalla carta (Kepos edizioni, Roma 2004) al web. Continua a leggere

KADDISH PROFANO PER IL CORPO PERDUTO di Francesca Mazzucato

Kaddish profano per il corpo perduto (Azimut, 2008, euro 12,50, pagg. 200)
recensione di Leandro Piantini

Questa volta Francesca Mazzucato è andata a Budapest, dove ha conosciuto i libri di Imre Kertèsz. La scrittrice bolognese è sempre alla ricerca di luoghi che la ispirino, la riscaldino, le diano il la per continuare l’avventura della sua vita, la scrittura. Francesca l’ho conosciuta di persona una sola volta ma conosco bene la narratrice. Essa ama raccontare, anche soltanto di se stessa, di quello che la sua persona proietta dovunque la vita la porti. E forse non per narcisismo ma perché a un certo punto la Mazzucato ha capito che per soddisfare la sua passione per la scrittura doveva soprattutto fare leva su se stessa, sul proprio personaggio, reale o immaginario che fosse. Questo la calma, la fa stare bene, e allora le bastano carta e penna, il tavolino di un bar, e il piacere è assicurato. Continua a leggere

Italians-La peggio italianità

verdone_valigia
Il rumore non lo sento subito, me ne accorgo verso la metà del primo tempo. Che sia un disturbo dell’udito? Forse un virus? Una forma di otite?
Ma no, non è possibile, ci sento benissimo, distinguo perfettamente ogni parola degli attori, ogni suono proveniente dal sistema dolby, anche i bisbigli delle due ragazze sedute alla mia sinistra.
Alla mia destra, il mio amico Alberto tace, assorto nella visione. E’ stato lui a trascinarmi a vedere questo film, Italians. Io l’ho assecondato di buon grado, Alberto attraversa un periodo difficile, ho pensato che questa pellicola gli avrebbe risollevato il morale, perlomeno per un paio d’ore.
Ora però il rumore si fa più insistito, come un disturbo di sottofondo che si ripropone con una frequenza sempre più ravvicinata. Continua a leggere

(prova delle madri)

(Casalvecchio Siculo -ME – Chiesa di Sant’Onofrio, “Sacra Famiglia” di anonimo, 1618)

***

Io v’accompagno, madri, in Efeso.

Celebro mormorante da un’altura

di convegno d’ignote creature alate

nel turgore di petrose minne,

perforazioni del presente

schianto nel sonno inavvertito, voi

madri della certezza e del libro

sotto gli angeli barocchi,

madri della pazienza e della perdita

della memoria nel passo quotidiano,

madri dei figli, madri dai tanti figli

senza vostri figli, madri degli uomini

sotto lo stesso lenzuolo,

madri del racconto ripetuto e della predica,

madri nel giusto alzate, una preghiera

che da sola echeggia… Continua a leggere

D’argilla e d’ansia

Franco Arminio “ Vento forte fra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia”, Laterza, 2008

arminioLa neoscienza di cui Franco Arminio è inventore e scienziato, profeta e studioso, scriba ed esegeta, adepto e praticante si chiama Paesologia: “ essa consiste essenzialmente in una forma d’attenzione. È uno sguardo lento e dilatato, verso queste creature che per secoli sono rimaste identiche a se stesse e ora sono in fuga dalla loro forma”. Continua a leggere

La vita bassa

di Alfio Squillaci

Alberto Arbasino, La vita bassa, Adelphi, Milano, 2008, pp.113, € 5,50

Per leggere con profitto Alberto Arbasino occorrono alcune “dritte”. Innanzitutto essere avvisati che il suo testo è nei fatti un ipertesto, e questo molto prima dell’avvento di Internet. Si aprono sulla sua pagina infiniti link (ecfrasi, divagazioni, collegamenti, intersezioni) a tutto il sapere e l’immaginario dell’Occidente, da Petronio a Petrolini e oltre, che non sempre è agevole seguire nelle sue connessioni logiche; alcuni di questi link seriali sono solo dei puri elenchi – fascinosi e ipnotici come quelli delle genealogie del Vecchio Testamento o il catalogo delle navi degli Achei nel libro II dell’Iliade-, oppure frutto di concrezioni e moltiplicazioni mentali velocissime, elaborate in frazioni di secondo come in Google. Se non si conosce l’HTML del suo linguaggio si rischia di vedere una pagina di “codici” senza senso, una farragine di segni e punti interrogativi come nelle URL interne delle pagine di Internet estratte, coi search dei motori di ricerca, dai siti dinamici dotati di enormi data base. Il tutto sorretto dalla tesi fatta propria da Arbasino che “tout se tient” e “only connect”. Continua a leggere

Nelle parole l’anima, sulla carta la vita. Di Marino Magliani

Tanti anni che scrivo e sono ancora solo. Ricordo i miei primi racconti, i primi romanzi annegati nel Mar del Nord. Cose che, come diceva uno scrittore delle mie parti, non valevano l’acquavite per conservarli.

Forse era lì che dovevo imparare a salvare i personaggi, tenerli con me, come si conserva un’amicizia.

Niente, non ho portato con me nessuno, non ho salvato nessuno, non c’è un personaggio di un mio libro che sia riuscito, come fanno quei roditori che sembrano alati, a saltare da un albero all’altro. Invece, si sa, ci sono autori che riescono a far felici i propri lettori regalando loro ciclicamente lo stesso personaggio. Anch’io sono uno di quei lettori. Attendo di conoscere ad esempio altre storie dell’ ispettore Maria Dolores Vergani di Elisabetta Bucciarelli, (Mursia e Alberto Perdisa editore), e dell’ispettore Michele Ferraro di Gianni Biondillo, (Guanda), del detective Bacci Pagano inventato da Bruno Morchio ( Garzanti e Frilli ) e del commissario Scichilone di Roberto Negro (Frilli).

A questi autori ho posto una domanda, la stessa per tutti, e gentilmente mi hanno risposto. Sei mai stato/a tentato/a qualche volta di mollare in una cunetta il tuo personaggio, di dire basta, voglio raccontare senza più Lui o Lei, senza più gabbie, più manette narrative? Continua a leggere

Un’ idea, una carriera: i nuovi guru

di Stefano Montefiori

L’ importante è farsi venire un’ idea. Non necessariamente originale e sorprendente, anzi. Se è già un po’ nell’ aria – come il ritornello orecchiabile di una canzone – meglio ancora. Poi bisogna ripeterla all’ infinito, piegando centinaia di aneddoti alla dimostrazione della tesi, tirando in lungo per centinaia di pagine. Infine, esibire un’ immagine efficace non guasta: del resto anche Jean-Paul Sartre non era certo un bell’ uomo ma (tra la mitologia del Flore e la coppia aperta con Simone de Beauvoir) fu sempre in grado di farsi riconoscere anche da chi non leggeva Les Temps Modernes. Oggi il giornalista giamaicano-britannico-canadese Malcolm Gladwell esibisce un fisico asciutto da ex fondista, camicie attillate un po’ fuori dai pantaloni e una capigliatura afro che una volta – dice la leggenda – prese pure fuoco.
Penna brillante del New Yorker e sorta di Steve Jobs senza Apple delle conferenze pagate fino a 80 mila dollari (convegno della Benco Dental, forniture per dentisti, 2006), Gladwell è l’ archetipo della inedita, vincente categoria dei «journo-guru». Continua a leggere

“Piccolo ritratto” di Villa Dominica BALBINOT

800px-vincent_van_gogh_-_the_potato_eaters

Le sembrava una montagna, una montagna di carne, con la parte inferiore- gli arti, con le cosce massicce come tronchi, o come zampe di elefante viste le dimensioni abnormi- che stranamente veniva definita da una dismisura strabordante a partire dai fianchi, fianchi che dato il diametro che si accentuava ai bordi rispetto al già ampio torace avevano l’aspetto di qualcosa di incongruo assemblato a casaccio, dato che la parte superiore sembrava di un’ altra misura, più sottile, anche se non di molto, solo di quel tanto che dava appunto un senso di disarmonia. Il maglione grigio di lana pesante rimaneva sollevato in alto, come le camicette a pancia nuda delle
adolescenti alla moda. Continua a leggere

Il giorno della memoria

Ma nelle scuole si legge ancora il diario di Anna Frank?

anna-frank

Anna è la ragazzina a sinistra

di Salvatore Mannuzzu

Sono quasi coetaneo di Anna Frank; e ne ho letto il diario appena è stato tradotto in Italia. «Dieci anni dopo la guerra farebbe un curioso effetto se noi raccontassimo come hanno vissuto qui otto ebrei», Anna scrive. E pone una domanda che dura: quale ‘curioso effetto’ fa rileggere le sue pagine?
Ora che sono passati non dieci ma più di sessant’anni. E nel frattempo Anna Frank, colei che io avrei potuto avere compagna di scuola, è cresciuta: senza invecchiare. È cresciuta restando «la ragazzina» (lei diceva) di sempre, «che ha tanto bisogno di divertirsi». La sua età è diventata a poco a poco quella d’una mia figlia; poi d’una mia nipote. Però non la sento figlia o nipote. Mi rimane inesplicabilmente coetanea – col triste senno del dopo. «Coraggio e gioia», continua a dire di sé, assistita da una straordinaria grazia; più che un’esortazione è una constatazione. Continua a leggere