Archivio mensile:Gennaio 2019

Due campi

L’amore non è mai poca cosa, dice il Cristo alla Bossis: trasfigura tutto, porta la sua luce nell’intera giornata, in ogni incontro. Siamo uniti nell’amore a coloro che già sono in cielo: occorre imparare a fondarsi sui meriti comuni, sentirsi forti di questa energia soccorritrice, creatrice. Gesù semina amore, il diavolo odio: dobbiamo scegliere il campo, come sempre.

Massimo Maugeri, Cetti Curfino

Per gentile concessione della redazione, propongo una mia recensione del romanzo Cetti Curfino di Massimo Maugeri, finalista del Premio Nazionale Chianti, uscita sul n. 309 di gennaio-febbraio 2019 della rivista l’immaginazione di Manni editori.

Davvero, sempre, la verità aiuta? Su Cetti Curfino di Massimo Maugeri
di Giorgio Morale

Appena la vide, pensò due cose. La prima: il suo era uno di quegli sguardi capaci di bloccare il respiro. La seconda: la sua bellezza era dotata di un incanto ferale”.

Il romanzo Cetti Curfino (La nave di Teseo 2018) di Massimo Maugeri si apre con un incipit breve, a cui corrisponde un explicit altrettanto lapidario: “Ho incontrato la morte buttana. E l’ho mandata a farsi fortere”. Una struttura a cerchio che rivela la sapienza compositiva di Massimo Maugeri. Con presagi di morte si apre il romanzo (l’incanto di Cetti è “ferale”: che porta la morte), con la vittoria di Cetti sulla morte esso si chiude. Continua a leggere

Giorno divino

La bontà di Dio è diversa dalla nostra: risplende. Se la accogliamo e la facciamo nostra, la gente se ne accorge, ne ha bisogno. Dobbiamo dare un’aria di famiglia, quella della Trinità, perché siamo tutti bambini di Dio. La nostra vocazione è creare una fraternità che scende dall’alto, e non sarebbe mai possibile a livello orizzontale. Occorre vivere al centro di sé stessi, in una unione radicale con Gesù, e allora ogni giorno diverrà divino.

Le pagine ritrovate di Giovanna De Angelis – Brancati

La maggior parte delle persone conoscono Giovanna De Angelis come editor di Einaudi Stile Libero – dove è stata colonna portante della migliore narrativa prodotta negli anni d’oro della moderna editoria italiana – e per il suo meraviglioso romanzo (che avevo recensito qui).

Ma Giovanna è stata anche una raffinatissima studiosa di letteratura italiana del ‘900, argomento su cui ha scritto saggi, articoli, critiche. Purtroppo alcune cose sono difficili quando non impossibili da reperire sia su carta che in rete, e pensare che il patrimonio del suo appassionato sapere restasse imprigionato dell’hard disk del suo computer mi sembrava davvero un delitto.

Per questo cominciamo oggi con la messa in rete di alcuni dei suoi lavori più significativi, che continueremo a pubblicare con scadenza quindicinale. Si inizia con un saggio su Brancati “Le città di Brancati: una catarsi mancata” pubblicato nel 2003 sulla rivista “Avanguardia”, a. 8, n. 22, 2003, che ringraziamo per la concessione. Al termine di questo articolo potrete cliccare sul titolo per scaricare il pdf.
La data di inizio non è scelta a caso: Giovanna oggi avrebbe compiuto 50 anni. Un giorno che cerco di rendere un po’ luminoso attraverso questa iniziativa. Continua a leggere

Così vicino

Scoprire la presenza di Gesù nelle piccole cose, nelle attenzioni delicate, in fatti apparentemente casuali, e che invece sono prove di una presenza premurosa, è ancora più urgente di una volta. Oggi, certa teologia insiste nel dire che Dio si è ritirato dalla Storia, che l’uomo è solo sul palcoscenico del mondo. Peccato allontanarsi tanto dalla verità di un Dio così vicino da potersi toccare.

Qui

A volte siamo colpiti da una vista, un colore, un profumo: rimaniamo inebriati, sorpresi. Sono buone occasioni per scoprire l’amore del Padre per tutti e per ciascuno, un amore unico e molteplice, capace di rivolgersi a ognuno in modo irripetibile. È così che la vita diventa intimità crescente, confidenza, abbandono nelle braccia più sicure che siano mai esistite. La felicità sta qui, e non altrove.

Bivio

C’è un demone, uno spirito di contraddizione, dice il Cristo alla Bossis, che si accoppia all’egoismo: quando ci chiudiamo, serviamo noi stessi, ci contrapponiamo agli altri in vari modi. Ma la carità non si gonfia, e non avrà mai fine, mentre il pensiero di sé stessi finisce nel nulla. Dobbiamo essere attraenti, avere grazia con gli altri, per pacificarli. Vedere Gesù anche dove a noi sembra del tutto assente. Non rifiutare un dolore che sarà ricompensato con una gioia moltiplicata.

Attesa

Gesù ci aspetta: il tabernacolo è un simbolo intenso, il luogo dell’attesa. Quanti sono quelli che si fermano, anche solo per dire buongiorno? È triste, per Lui, registrare quest’assenza, o la totale indifferenza di quando gli passano davanti, per qualche cerimonia. È come quando era in agonia, nell’orto degli ulivi. Che gran cosa, invece, entrare in confidenza, chiudere le porte ai rumori di fuori, alla violenza, e parlare insieme il linguaggio del silenzio.

“La carta del burro”, di Paola Maccario

Estratti da La carta del burro di Paola Maccario (ed. arabAFenice, 2019)

LA CARTA DEL BURRO

Prologo

In una Livorno di inizio novecento, due giovani, Iole ed Egisto si innamorano: lei è di religione cattolica, lui di religione ebraica, l’unione è osteggiata dalle famiglie ma ai due giovani non importa della religione, sono spiriti ribelli, Egisto si dichiara apertamente anarchico.

Un giorno d’estate decidono di fuggire insieme, scelgono Genova perché lì Egisto può facilmente trovare lavoro ai cantieri navali Ansaldo dato che è un disegnatore tecnico alla San Giorgio di Livorno.

Una convivenza di inizio secolo è uno scandalo cui prima o poi devono porre rimedio, almeno con una unione civile. Da questa unione  nascono quattro figli: Lida, Leda, Antonio e Alcibiade. Continua a leggere

Discrezione

Gesù è umile e sensibile, mai si imporrebbe. Durante la giornata ci aiuta in tanti modi, ma con grande discrezione, come se non ci fosse. Sta a noi vederlo, accorgerci di Lui. Non vuole sovrapporsi alle mille cose che gli anteponiamo. Ci sarà spazio per la sua presenza? Se solo lo chiamassimo, gli slegassimo le mani piene di grazie, la nostra vita si cambierebbe in un miracolo.

Ornithology 18. Erba, Ottaviani e Marcoaldi

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Grafologia di un addio

Questo azzurro di luglio senza te
è attraversato da troppi neri rondoni
che hanno un colore di antenne
e il taglio, il guizzo della tua scrittura.
Si va dal «caro» alla firma
dal cielo alla terra
dalla prima all’ultima riga
dai tetti alle nuvole.

Luciano ERBA, in L’ippopotamo
“Collezione di poesia”, Einaudi, Torino, 1989
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