di Antonio Sparzani
Dopo aver conosciuto la singolare inerzia del pigro Sole, conviene forse, per meglio comprendere l’idea d’inerzia e quanto le sta intorno, rifarsi alle origini almeno (perché altre parole appariranno lungo la strada) delle parole inerzia e accidia nelle letterature classiche. L’antecedente etimologico immediato per la prima è naturalmente il latino classico inertia, formato da in – ars, cioè assenza di arte, di attività, con lo slittamento di significato verso l’idea di non-fare in generale, e quindi inattività, pigrizia, inettitudine. L’antecedente etimologico del secondo è invece greco (esiste in latino un verbo acedior, d’uso assai raro e che significa mi intristisco, divento scontroso) ed è il sostantivo, anche qui piuttosto raro, ak?dìa (??????), talvolta ak?deia (???????), non usato dagli scrittori attici, ma solo in testi più tardi, tipicamente medici, per indicare spossatezza, esaurimento, abbattimento dello spirito.
Certo che se però si desse un’occhiata ad esempio al recente libro del monaco eremita Gabriel Bunge, intitolato Akedia, il male oscuro (Qiqajon, 1999) Continua a leggere→