Fremo di piacere nel leggere la prima stroncatura del mio romanzo. Non se ne poteva di più di consensi e assensi. Il piacere di una lode non è paragonabile al brivido di scoprire che per qualcuno i tuoi personaggi risultano stereotipati, nelle azioni e nel linguaggio che li descrive.
Sono emozioni forti, non c’è che dire, peccato che durino un istante, come è istantaneo il giudizio del recensore. Tu vorresti prolungare questo piacere, vorresti che lo stroncatore spiegasse perché questi personaggi risultano stereotipati, che cosa intende lui per stereotipati, vorresti che girasse la lama nella ferita, che ti illuminasse su esempi di azioni e linguaggio stereotipati, e invece niente, devi accontentarti di questo giudizio fulminante, senz’altra spiegazione.
Pazienza, mi dico, in fondo i piaceri sono tanto più intensi quanto istantanei. Poi, rileggendo l’inizio della fulmistroncatura, mi assale un dubbio. Continua a leggere