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Potevano mancare i momenti complicati? Certamente no. Continua a leggere
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Potevano mancare i momenti complicati? Certamente no. Continua a leggere
L’amico Marino Magliani sta traducendo dallo spagnolo un racconto lungo, intitolato L’amico del deserto, scritto da Pablo d’Ors, sacerdote, professore e scrittore, e mi ha offerto l’opportunità di leggerlo in originale. Lo considero un regalo prezioso anche perché la narrativa spagnola merita un’attenzione che non si riduca ai romanzoni storico-mistico-esoterici. Ma soprattutto, verso la fine del racconto, ho incontrato due frasi che, più tardi, mi hanno fatto riflettere. Non so come le tradurrà Magliani; secondo me la prima dice press’a poco così:
Finalmente capii che siamo nati per vivere, e nient’altro. Continua a leggere
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Il prete era sicuro, di ritorno dal ritiro di Loreto, d’aver ricevuto alcune grazie. Continua a leggere
Alla riscoperta di una scrittrice della Mitteleuropa
Un romanzo breve, epistolare, pubblicato per la prima volta in lingua tedesca nel 1912, con il titolo Von Paul zu Pedro. Amouresken, viene ora tradotto e curato da Rita Calabrese per la collana ‘Raggi’ del piccolo ma decisivo editore romano, che aggiunge l’ennesimo tassello alla riscoperta, conoscenza, valorizzazione della cosiddetta letteratura mitteleuropea, fiorita tra Otto e Novecento in Germania, Austria, Ungheria, Svizzera, Cecoslovacchia, Triveneto. Continua a leggere
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I pellegrinaggi a Loreto portavano sempre grandi frutti: anche questa volta sentivo che la grazia si andava dispiegando, spingendomi a convergere sull’essenziale. Continua a leggere
Tante vite in un solo attimo. Emiliano Gucci, Nel vento, Milano, Feltrinelli, 2013 ; Emiliano Gucci, Più del tuo mancarmi, Firenze, Annozze / Noripios, 2014
Nel vento è un libro terribile, feroce. E’ scritto in uno stile volutamente piano, pacato, senza accensioni funamboliche o torsioni linguistiche barocche, ma resta egualmente una narrazione piena di pathos che si tinge di orrore e di dolore dalla prima all’ultima pagina.
La storia che il protagonista si racconta e che rimugina continuamente nella sua testa mentre attende il colpo di pistola dello starter che darà inizio alla corsa veloce più importante della sua vita è allucinata e produce effetti forti di distorsione della realtà in chi la affronta senza le adeguate protezioni psicologiche e senza avere idea di dove la vicenda potrebbe condurlo.
Casa mia è piena d’orologi. Più per bellezza che per altro: per camminare camminano, ma uno solo segna sempre l’ora esatta; ed è molto simile a molti altri, e poi muta spesso di posto, per cui è assai difficile distinguerlo.
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Accadeva che gli eventi più casuali, in apparenza, si mutassero in trame di simboli, alfabeti adatti a decifrare le novità di Dio. Continua a leggere
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Mi raccontava di una perdita che l’aveva addolorata: uno dei due pappagallini chiamati “inseparabili”, di cui era da tempo affezionata, era fuggito dalla gabbia, senza più tornare. Continua a leggere
La recente uscita del libro Filosofia del film, per Carocci Editore, di Enrico Terrone, studioso piemontese dalla duplice vocazione alla speculazione filosofica e all’analisi filmica, consente di aprire un dialogo sui possibili rapporti esistenti tra due mondi in apparenza estranei o incompatibili, ma che ora incuriosiscono filosofi e filmologi, con una serie di interventi (come si vedrà in appendice) che illuminano un aspetto nuovo del sapere umano, avvicinando una tradizione letteraria antica o classica a uno strumento di comunicazione e conoscenza ancora definibile moderno, come il cinema. Da qui la necessità di discutere con l’Autore stesso, non solo per chiarire alcuni punti del libro, ma per allargare il più possibile il dibattito su un tema assai fecondo. Continua a leggere
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Il giorno dell’Assunta ricordai che anni prima, in quello stesso giorno, mi consacrai alla Madonna con la preghiera del Monfort, che utilizzava un termine che allora non capii: farsi schiavo di Maria. Continua a leggere
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Più procedevamo, più il Signore mi chiedeva di sentirmi libero, come se il dono escludesse imposizioni o forzature e si potesse accoglierlo solo sgombrando il campo da ogni tipo di riserva. Continua a leggere
About the Author
Stefanie Golisch is a traveller between languages and cultures. Since 1988 she lives and works in Italy. In addition to writing in her German mother tongue, she explores through new poetic codes the inside of the human condition in her every-day Italian and in her elected English. Her poetry accompanies the daily ‘work of living’, showing the lightness and the gravity of the effort to become ‘who you are’. Continua a leggere
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Un giorno mi fece un gran regalo: la Filocalia (letteralmente: amore per la bellezza), raccolta in quattro volumi degli scritti dei Padri della Chiesa orientale. Continua a leggere
Gli appassionati di letteratura americana avranno già avuto modo di gustarsi due tra i più importanti romanzi di caratura internazionale pubblicati nei mesi scorsi (viceversa, avranno modo di colmare tale lacuna nel corso di questo scorcio d’estate). Mi riferisco a “Tutto quel che è la vita” di James Salter (Guanda, traduzione di Katia Bagnoli) e “Il cardellino” di Donna Tartt (Rizzoli, traduzione di Mirco Zilahi De’ Gyurgyokai). Due libri accomunati dalla matrice poetica statunitense e dall’enorme successo di critica che hanno ricevuto sia in patria sia nel nostro Paese, ma del tutto diversi per quanto concerne l’approccio narrativo e la classe biografica degli autori: James Salter, nato a New York il 10 giugno 1925, ha la veneranda età di ottantanove anni; Donna Tartt, nata a Greenwood il 23 dicembre 1963, deve compierne cinquantuno.
Entrambi i romanzi si incardinano su vicende bellicose. Continua a leggere
Jazz Set, le straordinarie biografie di venti musicisti è l’ultimo libro di Guido Michelone, pubblicato da Barbera Editore. Scrittore, studioso poliedrico (dal rock ai media, dalla letteratura al cinema) e docente universitario presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria e il Master in Comunicazione Musicale della Cattolica di Milano, Guido Michelone è un esperto conoscitore della musica jazz, popular e black. Con un orecchio sempre attento a tutte le tendenze sonore odierne,è un riferimento in materia, grazie anche alla sua concezione della musica, priva di pregiudizi e guidata da una sincera passione, a cui associa una conoscenza enciclopedica. Continua a leggere
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Ascoltando una conferenza del nostro autore spirituale preferito, rimasi colpita da un’affermazione: i battezzati ritrovano la propria identità nel corpo di Cristo, nell’Eucaristia. Continua a leggere
A pochi mesi dalla traduzione per Einaudi di Un regalo del Fuhrer, geniale opera a mezzo tra romanzo e biografia, consacrata alla tragica esperienza del cantante/attore Kurt Gerron, ebreo berlinese morto nel lager di Theresienstadt dopo svariate peripezie, lo scrittore svizzero sessantottenne Charles Lewinsky ha un nuovo libro pubblicato in Italia, un monologo teatrale che risale al 2003, dal titolo originale Ein ganz gewohnlicher Jude, che nella nostra lingua diventa Un normalissimo ebreo: Continua a leggere
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I momenti di grande amarezza non mancavano, quando tutto il dolore accumulato sembrava riversarsi in un colloquio, in una frase, in un tono magari equivocato, o nello sfogo in cui si rinfacciava tutto quello che si era dovuto sopportare. In quei frangenti, riemergevano potenti le paure incrociate, lo spettro di nuovi fallimenti ed abbandoni, come se tutte le rassicurazioni che venivano dall’alto si polverizzassero in un attimo, perdessero a un tratto consistenza, non fossero più degne di fede. Già, era questa la parola che avrebbe dovuto orientarci e sostenerci: la fede nuda di Abramo che Kierkegaard, in Timore e tremore, aveva evocato così magistralmente. Nel punto di rottura, quando tutto il Progetto rischiava di saltare, toccava a uno dei due effettuare le manovre complesse di riavvicinamento. Spettava a chi aveva più amore resistere agli assalti del maligno, che già prevedeva di mandare tutto all’aria. Era il segreto che avrebbe salvato gli eletti nella conflagrazione planetaria: il nesso con il Tutto, l’amore che ricuce, la carità che guarisce le ferite, che guarda con gli occhi di Cristo dalla croce, raccoglie le parole di perdono, si lascia squarciare il costato perché ne esca un sacramento di pace e di unità. Erano quelli i momenti in cui si comprendeva chi davvero credesse nelle promesse fatte dal Signore dai tempi del biglietto rosa, quando il sogno sbocciava tra le spine e i cardi degli assalti tenaci del demonio, l’incidente automobilistico di lei, le parole che non potevano più uscire, la tensione che sembrava bloccare sul nascere un’energia capace di cambiare il mondo. Ma era proprio il gesto generoso di riconciliazione a dimostrare che eravamo cambiati veramente, che Gesù aveva ben riposto le speranze di un cosmo rinnovato dal suo Spirito Santo.