Archivio mensile:Maggio 2023

La parola ai poeti. Maurizio Evangelista

Lo sguardo che la sensibilità alla scrittura ci offre è una possibilità reale di comunicazione. Si è soli forse solo nella condizione fisica del lavoro da scrivania (o in qualsiasi luogo – spazio – tempo ci si ritrovi a fidarsi della parola) perché un attimo dopo il proprio mondo è popolato di volti e voci e soprattutto di vite, portate nella poesia insieme alla propria, in uno scambio continuo di personalità e avvenimenti.  Continua a leggere

Momenti


Quante volte ci sentiamo stanchi e scoraggiati, incapaci di sciogliere i nodi o risolvere i dubbi: è quello il momento di appoggiare la testa sulla spalla del Risorto, di dimenticarsi e ritrovarsi in Lui.

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Babele, di Raffaela Fazio

La parola è un ponte verso l’interiorità e verso l’alterità. Come ogni strumento umano, deve essere al servizio della vita, non il contrario. La parola non va idolatrata, né strumentalizzata o reificata. Eppure, il rischio della deriva è sempre presente. Ce lo ricorda, ad esempio, il racconto archetipico di Babele. Il vero dramma di Babele è la perdita del senso dei rapporti interpersonali, a causa dell’omologazione e dell’utilitarismo. Il popolo che costruisce la torre, subordinando a tale ambizione fagocitante ogni altra attività quotidiana, è una massa uniformata, oggi potremmo dire “robotizzata”, che usa una lingua sola, una lingua meramente funzionale, che ha annullato ogni legittima specificità. Ecco perché l’Eterno interviene, reintroducendo la diversità (simboleggiata dalla pluralità delle lingue), ovvero la coscienza vitale dell’alterità, e restituendo alla parola la sua più autentica vocazione. Solo così essa può tornare ad essere una realtà capace di rinnovarsi e di rinnovare.

 

Lucerne nella luce, di Lucio Brandodoro. Pentecoste


Pentecoste

[Gn 11,1-9;  Rm 8,22-27;At 2,1-11;  1Cor12,3-7ss; Gv 20, 19-23]

?Quando percepiamo la realtà, lo facciamo sempre a partire dalla nostra esperienza, che, però, essendo, appunto, la nostra esperienza, in quanto tale, è limitata e frammentaria. La percezione della realtà, quindi, risulta frammentaria e la realtà percepita, è percepita come frammentata. Solo il frammento è a portata del nostro pensiero. Tanto, che ci convinciamo che quel frammento sia tutta la realtà, e il nostro modo di percepirla sia l’unico possibile. In questo modo di concepire il mondo, radichiamo la nostra ricerca di identità. Siamo bisognosi di identità. La cerchiamo e la  stabiliamo, cercando continuamente di definire, di porre confini, di autodeterminarci, di stabilire una identità chiara ed evidente. E ci imbattiamo subito in una apparente contraddizione: ricerca di unità e constatazione di differenza. Continua a leggere

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Meta


L’amore umano può molto e si esprime variamente. Ma l’Amore di Gesù è diverso: lo dimostrano le piaghe sul Suo corpo risorto, segnali di una strada nuova, che conduce alla meta.

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La parola ai poeti. Giuseppe Nibali

Bologna. C’era pieno di neve, sulla strada, e gli spalatori l’avevano ammassata contro i margini e le mura delle case dove poteva finalmente sciogliersi adesso che il sole era comparso e la bufera finita. Una bambina, nella grande luce, aveva visto una pallina gialla dentro la neve e l’aveva tirata fuori. Come quella bambina, ho pensato, è fare poesia.

Vedere tutto, sentire tutto.

Ma anche conoscere, conoscerlo con candore, il mondo, che non significa, sia chiaro, affrontarlo con superficialità, anzi, tutto il contrario, equivale a sprofondare nelle cose. Continua a leggere

La Spagna in lettere, di Annelisa Addolorato. Manuel Francisco Reina

di Annelisa Addolorato

Manuel Francisco Reina, è un poeta e scrittore spagnolo nato in Andalusia (a Jeréz de la Frontera, Cadice) negli anni Settanta. Da sempre amante (e studioso) del teatro, della musica – ha lavorato anche molto con la cantante e cantautrice spagnola Clara Montes – e della critica letteraria. Ho avuto modo di conoscere personalmente questo poliedrico scrittore in Israele nel 2009, durante il decimo Festival Internazionale di Poesia di Maghar, in Galilea, splendido festival ideato nel 1999 dal poeta e diplomatico Naim Araidi, dal momento che Io e Reina eravamo entrambi poeti invitati a partecipare a questo evento. Mi piace menzionare questo incontro e questo evento anche per la sua levatura, dal momento che si tratta anche di un Festival internazionale nato anche dalla volontà di conciliazione e convivenza pacifica che animava Araidi (scomparso nel 2015) e dunque gli e le artiste coinvolte nella iniziativa. La Galilea, splendida terra in cui storicamente e anche quando vi ci siamo recati per il festival hanno convissuto pacificamente varie popolazioni. Nel festival di quell’anno hanno partecipato anche poeti e scrittori provenienti dalla Turchia, dall’Irlanda, per fare qualche esempio, oltre che dalla Spagna. Nella stessa edizione incontrai sia Reina sia Aurora Duque (di cui parlerò qui in prossimi post di LA SPAGNA IN LETTERE). Lo stesso Araidi era druso.  

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Incontri X

May Swenson (USA, 1913-1989)

Domanda

Corpo mia casa
mio cavallo mio cane da caccia
cosa farò
quando voi sarete caduti

Dove dormirò
quale cavallo monterò
cosa andrò a cacciare

Dove posso andare
senza il mio cavallo
sveglio e veloce
come posso sapere
se si nasconde
nella boscaglia
pericolo o tesoro
quando il corpo mio
cane radioso sarà morto

Come sarà
essere nel cielo
senza tetto né porta
né vento per gli occhi

Dietro le nuvole girovaghe
come faccio a nascondermi?

Said (Iran/ Germania, 1947-2021)

Sii notte per me

Ci sono delle stelle cadenti,
amata,
che sanno la vita a memoria.
Più tardi penseranno che tu sia
una paillette persa.
Il cielo
vorrà aver dimenticato il tempo
quando tu eri la sua ospite. Continua a leggere

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