di Augusto Benemeglio
1. Le lacrime del vecchio Olmi.
Ermanno Olmi è il poeta solitario del cinema italiano , il poeta dell’anima, uno che ha cercato, da sempre , con assiduità e dedizione, di capire il senso della vita e il cuore dell’uomo, come il francese Bresson, il polacco Kieslowski, lo svedese Bergman, il russo Tarkovski. E’ ormai un uomo anziano , un vecchio poeta , e – come si sa – i vecchi piangono più facilmente. Anche i poeti “non fanno che piangere” . Ed io ricordo una scena televisiva , un fotogramma , una lacrima di tenera commozione sgorgare sul suo bel volto roseo e luminoso , da nordico montanaro . Il fatto, l’evento imprevisto si consumò qualche anno fa, in diretta, durante un’intervista di Giuliano Ferrara, che rimase un poco imbarazzato, “spiazzato” , da quell’improvviso scoppio di commozione del Grande Regista bergamasco mentre parlava dei suoi genitori ( il padre ferroviere, che , vittima della seconda guerra mondiale , lo lasciò presto orfano,e la madre , santa tre volte per la forza di volontà il coraggio la fede che hanno tutte le madri nel tirare avanti ,spesso da sole , la loro prole) , che gli avevano dato il bene più prezioso che possa esistere, la “vita” , e lo avevano fatto compiendo un atto “d’amore”. Olmi non seppe trattenere il classico groppo in gola , e poi le lacrime , che sgorgarono copiose sulle sue gote d’anziano fanciullo , come il pianto della vite che dal tralcio zampilla a goccia a goccia , linfa vitale , nelle immagini del suo ultimo film-documentario , “Le rupi del vino”, in cui si narra la storia eroica della viticoltura “terrazzata” che si pratica in Valtellina , patrimonio dell’Umanità, e dell’incantesimo della natura, della tenerezza e verità della poesia che riesce ad esprimere la natura, della sacralità della natura , del senso panico, il mistero, il fascino, la creaturalità della natura , che è “buona agli occhi di Dio”, che è la “strada giusta” per una possibile riconciliazione dell’uomo con il creato. Continua a leggere→