Una Flash Opera di Giampiero Gemini, Valerio Murat e Antonio Poce, edizione Expanded Gramophone 2023. Realizzata per il poeta Francisco Soriano in occasione dell’uscita della sua ultima raccolta di poesie intitolata “Poesie novissime” per Eretica Editrice.
Archivi categoria: Arte
Damietta 1219
di Kika Bohr
Molti aspetti della vita di Francesco d’Assisi ci affascinano ancora dopo otto secoli. Uno di questi è il suo incontro a Damietta, in Egitto, con il sultano Malik-al-Kamil nel 1219 proprio mentre infuriava la quinta crociata. Il fatto è confermato dalle cronache arabe del tempo.
Quali congiunture di costellazioni ci saranno mai state ad assistere a un tale evento eccezionale?
In un periodo di incertezze e di minacce di guerra come il nostro, il coraggio di un uomo di pace ci sembra di buon auspicio. Continua a leggere
I colori della santità, di Prisco De Vivo
Ogni qualvolta che mi sono trovato a visitare antichi sotterranei di chiese remote, invasi dal buio, ho spesso pensato che la santità portasse con sé un qualche colore… un colore all’anilina, ad esempio, luminosissimo, tutt’uno con i fondali, e al lapislazzuli, nella tonalità più prossima all’azzurrite, il cui carbonato di rame fa di colpo intensa qualsiasi atmosfera di un dipinto.
Nei miei sogni, poi, se vi affiora del viola, è come se mi sentissi in rima con certe atmosfere mistiche: luce penitenziale, auspicio di conversione; … l’ineguagliabile viola di Quaresima, dei miei giorni di adulto e di bambino…
Colori e metamorfosi di toni su tavole di martiri e santi che sin dall’infanzia mi han rapito e affascinato.
Il sangue dei martiri, il rosso ciliegia che colando dal seno ferito di sant’Agata macchia il flammeum, il velo color fiamma che portavano le consacrate: colori s’imprimono infiniti ed eterni, estatici all’occhio della mente.
Vero è che la santità ha molti colori. O non ne ha alcuno, nessuno dei nostri, di quelli terrestri. Con san Paolo: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano» (1Cor 2,9).
Adolescenti: un cortometraggio per sconfiggere la solitudine
L’IDEA – REALIZZATO DA UNO STUDENTE DEL LICEO ARTISTICO “DE NITTIS” DI BARI
Adolescenti: un cortometraggio per sconfiggere la solitudine
Forte: “Questo cortometraggio trasmette emozioni attraverso una palette di colori pop”
BARI – Solitudine, sostanze e abuso di internet: un video racconta le difficoltà degli adolescenti. Temi moderni aggravati dall’isolamento del Covid, con l’obbligo ripetuto di restare a casa, spesso soli. La segregazione, insomma, può avere un effetto intossicante che, nei casi estremi, può condurre verso la depressione. Filippo Forte, 19 anni, studente del liceo artico “De Nittis” di Bari, ha realizzato un cortometraggio di animazione per sollecitare i giovani ad avere coraggio.
Buon compleanno Giulia (Niccolai)!
di Kika Bohr
Oggi sarebbe il compleanno di Giulia e mi suona veramente strano non poterle mandare quel “messaggino” (sms) o brevissima mail che ero solita mandarle. Da alcuni anni eravamo d’accordo tra di noi che quel giorno non le telefonavo per non “intasarle le orecchie”. La data era facile da ricordare tanto più che nell’87 avevo tradotto Autoritratto, un “Frisbee” di Giulia per la rivista francese Doc(k)s, (che qui trascrivo nella versione originale):
Sono nata il 21 – 12 – ‘34
21 e 12 sono anagrammati
e poi abbiamo anche 1,2,3,4,
Potrebbe essere elegante morire a 56 anni
per poter fare 1, 2, 3, 4, 5, 6.
Avrò 56 anni nel ’90.
Il 1991 però andrebbe meglio.
Farebbe da pendant al 21 – 12.
In questo caso sarei favorevole
a una lapide così concepita:
Nata il 21 -12 – 1934
Morta il 3 – 4 – 1991.
Difficile scegliere tra 56 anni
e il 1991.
Ma Giulia,
non si può avere tutto dalla vita!
Questo l’ha scritto negli anni ottanta. Alla fine però è morta a quasi 88 anni, nel 2021. Continua a leggere
Il mosaico nella chiesa di Santa Pudenziana a Roma, di Raffaela Fazio
Il mosaico nella chiesa di Santa Pudenziana a Roma
Il mosaico dell’abside nella chiesa di Santa Pudenziana è una delle testimonianze musive cristiane più antiche della città di Roma, essendo preceduto solo dai mosaici del Mausoleo di Santa Costanza. Esso risale alla fine del IV secolo, probabilmente iniziato sotto il pontificato di Papa Siricio (384-399). Nel corso dei secoli sono avvenuti naturalmente restauri e modifiche architettoniche, come quelle del 1588, a cui va attribuito il rifacimento di alcuni dettagli: le figure sulla sinistra di Cristo (tranne la testa di S. Pietro e la corona), la mano di S. Paolo, parte della testa e della spalla dell’apostolo vicino a S. Paolo, parte del trono di Cristo. Inizialmente il mosaico era più grande di quello visibile attualmente.
Continua a leggerePrisco De Vivo, Qualche riflessione sulla Mater Dolorosa
Mater Dolorosa oppure Vergine Addolorata, così viene definita la Madonna dei sette dolori e delle sette spade.
Quale madre alla morte del proprio figlio non si è identificata nel pianto e nel dolore della Vergine Madre?
«Simeone li benedisse e parlò a Maria sua madre, egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori ed anche a te una spada ti trafiggerà l’anima» (Lc 2, 34). Continua a leggere
La terza gabbia è per te
di Kika Bohr
“Il tema è complesso…” come ama ripetere stamattina la giornalista alla radio. A volte le cose che fai ti vengono immediatamente e con una certa soddisfazione puoi dire a te stessa “buona la prima!”, ma altre no, solo una lunga stratificazione di azioni a zig zag ti portano a un risultato. Qualche volta anche inaspettato.
“La terza gabbia è per te” si è andata costruendo e modificando negli anni.
Come per la gran parte delle mie opere tutto è cominciato con un ritrovamento: Continua a leggere
“Collezione privata”, Elisabetta Sancino. (Sete, o poesia 2)
L’arte delle donne: intervista con Eliana Como
Eliana, amministratrice della pagina Facebook #chegenerediarte, raccontaci qualcosa di te!
Faccio la sindacalista nella FIOM, che non c’entra nulla con l’arte, ma è sempre stata la mia passione. Ho studiato in realtà sociologia economica, ma a un certo punto della mia vita in un momento turbolento ho deciso di rimettermi a studiare come Ho sempre fatto sin da piccola, e mi sono messa a studiare arte, anche per staccare da quel periodo. L’ho fatto senza nessun fine particolare ma solo per me stessa. Continua a leggere
Sherazade e il suo racconto infinito
di Kika Bohr
Qualcuno ha detto che il sessantotto col suo “la fantasia al potere!” sia stato possibile solo perché prima c’era stato un certo boom economico. Penso che anche più in piccolo, nella vita di un artista, alcune cose si siano potute fare solo perché c’era una particolare situazione, mentre in altre diventano impossibili e quasi inconcepibili. Questo parallelo che ha la fantasia come costante, mi è venuto in mente guardando la foto di un’opera che ho fatto nel 2019, Wunderkammer Sherazade, un’installazione che mi sembra ancora abbastanza interessante ma lontana anni luce dal nostro vissuto di questi tempi. Nel 2019 mi ero appena sposata con Antonello, avevo un nuovo lavoro, ma soprattutto non c’era la pandemia da Covid 19 e non la potevo nemmeno immaginare, quindi eravamo piuttosto felici. Mi era venuta la voglia di raccontare storie e quale storia più affascinante di quelle orientali raccolte nelle Mille e una notte? Continua a leggere
Il lavoro più bello
di Kika Bohr
Padroni, servi e specchietti per allodole (arazzo 4m30 x 1m93 con 45 cravatte, 15 calze e 7 “specchietti per allodole”).
Domanda: – Qual è il lavoro più bello? Risposta: – Quello che si sta facendo!
Oggi vi racconto un lavoro che mi sta occupando da più di un anno. E’ un lavoro di cucito e di pazienza, di pazienza per forza, per me che non so e non ho mai voluto imparare a cucire come si deve. Quindi ho passato momenti di euforia (l’impresa va avanti!) e momenti di scoramento quando vedo quanto mi manca ancora per portare a termine il mio progetto. Ma ora che sono abbastanza a buon punto provo a descrivervi la mia idea: una serie di quarantacinque cravatte e quindici calze cucite su un’enorme tela a righe orizzontali che ha riempito dapprima il pavimento poi la parete intera di una stanza di casa. Continua a leggere
Costruire mondi (possibili e impossibili)
di Kika Bohr
Ordine e Caos: installazione, legno e cartone (42x42x20 cm) 2013
Premessa
Mi piacciono i presepi! Non che sia particolarmente religiosa, ma, belli o brutti che siano, i presepi mi entusiasmano. I piccoli presepi provenzali multicolori in terracotta dipinta, quelli peruviani in mollica di pane, minuscoli, rinchiusi in una scatola di cerini dai colori squillanti, quelli grandi e raffinati, napoletani…. Ricordo della mia infanzia quelli bellissimi dei miei nonni materni e paterni che però non potevano fare concorrenza a quello dei vicini di casa, con le sue figurine di plastica dipinta anni cinquanta, capanna di cartone dal tetto grigio, gallinelle e oche ben piantate nel muschio comprato dall’ortolano sotto casa. Continua a leggere
Come fu possibile tirar fuori i “Mille cavalli per Garibaldi”
di Kika Bohr
Mi chiedo come mi sia stato possibile partecipare, seppure in ritardo, ai festeggiamenti per il duecentesimo anniversario della nascita di Garibaldi.
Gli eroi, e a maggior ragione i conquistatori, non mi sono mai stati simpatici.
Avevo anche un piccolo conto in sospeso con il Risorgimento: uno spiacevole ricordo della scuola elementare, quando la maestra si scusò con me di dover “parlare male del tuo paese, perché gli austriaci sono proprio stati cattivi!” Io non ero certa di essere austriaca e non invece francese o svizzera o tedesca, (o forse un po’ svedese, o russa…) perché a casa si parlava molto di questi paesi e i miei dicevano sempre che eravamo internazionali. In fondo mi dispiaceva un po’ di non poter essere contemplata tra gli italiani che erano quelli bravi e si liberavano; e poi avevano quelle belle giubbe rosse che si vedevano sul libro. Ma forse ancor più delle giubbe era il cavallo bianco di Garibaldi che mi attirava… Continua a leggere
La “poesia” di Cioni Carpi, libero battitore
di Guido Michelone
Prima di raccontare questa lodevole iniziativa, occorre una premessa quasi di tipo sociologico, fra storia e attualità, onde meglio contestualizzare l’arte e il periodo in cui le si dedica spazio, valore, importanza, fatica, impegno, passione, lavoro, e tempo libero. Il discorso, insomma, cade inevitabilmente sul Covid-19 o Coronavirus, il virus che dal febbraio 2020 sta pesantemente condizionando ogni attività umana.
Continua a leggereMia madre non sopporta le installazioni
di Kika Bohr
Ma cos’è un’installazione?
“Ah! Hai fatto ancora un’installazione, lo sai che non mi piacciono le installazioni!” Un gentile rimprovero che suona come quando, da bambina, facevo troppo disordine con i miei giocattoli, magari mischiando vari giochi come gli animaletti dello zoo di plastica, i cubi di legno della sorellina, i vestiti delle antiche bambole della zia e anche qualche elemento del Meccano di mio fratello. Era proprio necessario?
Sì, un installazione artistica è una cosa seria, dovrebbe avere la stessa serietà entusiasta e giocosa (e spesso la stessa complessità) che si nota nei giochi infiniti di alcuni bambini quando non sono davanti alla tele.
C’è in effetti nell’installazione una parte ludica, il “facciamo che…” o “come se…” e combiniamo elementi nello spazio lasciando poi navigare la fantasia come Alexander Calder già faceva col suo circo alla fine degli anni ‘20. (vedi qui o anche qui per la sua storia).
Ma l’arte non è solo fantasia è anche necessità di comunicazione,
Continua a leggere
Van Gogh 3. La mostra di Padova
Settembre 1880, esattamente 140 anni fa, Borinage, regione carbonifera in Belgio. Fine di luglio 1890, Sud della Francia, 130 anni fa.
La folgorante parabola artistica di Vincent Van Gogh si sviluppa entro la durata tanto breve quanto esatta di dieci anni (e la sua conclusione, come è noto, è insieme esistenziale, biografica, coincidendo con la morte del pittore).
Van Gogh 2. Farabbi, Adlujè
Autoritratto
[…] La raggiera comincia dall’occhio (della ruota del carro), che è ciò di più determinante per l’inizio e la direzione e la durata del viaggio.
Sono venticinque anni che lavoro dentro il mio occhio. […]
Continua a leggereVan Gogh 1. Farabbi, Favola
Me l’ha raccontata una vecchia. E quando ebbe affidato a me l’ultima parola della storia, si addormentò per stanchezza e passaggio di custodia. Il suo corpo, di colpo, sfilò l’arcobaleno e si chiuse nel sonno, davanti a me.
Continua a leggereSergio Calzone. Racconto 2
Prima dei nomi
Una donna trebbiava a mano delle spighe raccolte nella campagna intorno. I chicchi cadevano in un canestro e lei, svelta, gettava lo stelo nudo alla sua sinistra, su un cumulo che, da piccolo che era, si spargeva prima all’intorno e poi cresceva, man mano che gli strati si sovrapponevano.
Continua a leggere