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Archivio mensile:Agosto 2022
Domande
INTERVISTA A MASSIMILIANO BARDOTTI
di Luca Pizzolitto
- Io ti dico “Poesia” e tu, in cinque righe, scrivi cosa vuoi…
In alcune tradizioni orientali il simbolo della poesia sono le foreste di bambù: quando soffia il vento, una musica meravigliosa si leva nell’aria. Ma le canne da sole non possono nulla, e anche il vento per tramutarsi in musica ha bisogno di uno strumento. Il vento è l’ispirazione, la canna il poeta. Da questa segreta relazione nasce il mistero della poesia. Continua a leggere
Ci manca
“Io sono un jazzista” secondo Vincenzo Staiano. Un’analisi del romanzo di Guido Michelone
Il secondo racconto “Snodi. Una favoletta morale” si snoda in mondi immaginari. Il terzo racconto, invece, è un divertente noir incentrato sulla strana morte di un cornettista. A condurre le indagini un improbabile ispettore che, però, in quanto ad ‘affair’ con le testimoni è sicuramente abile quanto Montalbano.
Di grande interesse il quarto racconto di Michelone. È incentrato sulla figura del grande sassofonista statunitense Giuseppi Logan che il professore ha fatto conoscere in Italia grazie allo spettacolo teatrale “La scomparsa di Giuseppi Logan” prodotto dal Festival Rumori Mediterranei alcuni anni fa. Questa volta Michelone riporta Logan alla ribalta adottando un’intrigante sperimentazione linguistica e mettendo in atto un’operazione metaletteraria caratterizzata dall’uso dell’epistrofe, una figura retorica consistente nella reiterazione di una parola alla fine di ogni frase usata nel racconto. Si tratta di un espediente letterario mirato a segnalare i tic e i disturbi mentali e psicologici che hanno segnato la vita del musicista di Filadelfia. Servono anche a enfatizzare l’accento ritmico e il fraseggio del suo primo e bellissimo album intitolato “Giuseppi Logan Quartet”. Non a caso nel racconto ci sono continui richiami al free del gigante Albert Ayler, la cui morte resta ancora inspiegata.
Guido Michelone, Io sono un jazzista e altre storie, Melville Edizioni, Siena 2022, pagine 107, euro 14,50.
La luna
Down Under: Finalmente letteratura! DARIO FO e FRANCA RAME.
Sponsorizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington, dal Ministry for Ethnic Communities della Nuova Zelanda e dalla Società Dante Alighieri di Auckland, il podcast Finalmente letteratura! vede il Professor Bruno Ferraro* e Matteo Telara chiacchierare di autori, società, letteratura e cultura italiana dal lato opposto del mondo, in leggerezza, nel cosiddetto Down Under neozelandese, tra aneddoti curiosi e brevi approfondimenti.
In questo episodio, Bruno e Matteo ci parlano di Dario Fo e Franca Rame.
Bruno Ferraro ha insegnato per più di venti anni presso varie università australiane, e ha completato la sua carriera accademica all’università di Auckland, in Nuova Zelanda, dove tuttora risiede. Nel corso della sua carriera ha pubblicato edizioni critiche di commedie inedite del ‘500, traduzioni in inglese, e numerosi articoli e recensioni. Per la letteratura moderna ha contribuito agli studi su Italo Calvino e a quelli sul suo compianto amico Antonio Tabucchi.
Sarebbe bello
Continua a leggere. 65
È bastato un solo giorno di pioggia. Dopo una lunga siccità, un caldo innaturale, ci sembrava che non potesse accadere, come un tempo sospeso, un’epoca senz’acqua, un cielo azzurro per forza, da meraviglia a condanna, da squarcio mistico a incubo infernale, quando si dimenticava che cosa fosse una nuvola, per non parlare di un ombrello – immagini? un mondo senza ombrelli, queste trappole fatte per essere perdute e ricomprate, se persino le canzoni – Azzurro, di Conte – diventavano antipatiche, addirittura insopportabili, se persino i vescovi cominciavano a fare la danza della pioggia, o la preghiera, non ricordo, e tornavano alla mente le giornate grigie, i nuvoloni che sembrano ovatta impolverata, così cupi e così desiderati, è bastato un giorno di pioggia per cambiare lo scenario, per sentire il sollievo dei giorni di montagna dove avverti l’odore inconfondibile, hai presente, lettore, hai presente, lettrice, quell’odore perduto, che ti afferra e ti porta in un’altra dimensione, ti ricorda di te, perché il peccato, lo sai, è dimenticare, non tenere presente, non apprezzare più, questo è il problema: non dire più grazie. L’ho annunciato, nel funerale di stamane – tanto nessuno legge – che ringraziare è il paradiso, è l’angolo di cielo che cerchiamo, e così, lentamente, ti rammenti del battito del cuore, dicevano i Padri, la vita di Dio dentro di te, la forza, l’energia, il potere vero che puoi comunicare, di cui ti servi per realizzare la missione, la tua missione folle, incompresa, che qui, fra gli alberi delle confessioni, appare di nuovo decisiva, l’unica possibile, e allora eccolo, si affaccia di nuovo, si propone, esplode, il fantastico, straordinario, ineguagliabile – l’ho detto anche nel funerale di stamane, il vero testamento – il grazie. In paradiso sarà l’unico linguaggio. Basta un giorno di pioggia, per capire.
Meriti
Poesia italiana del XXI secolo
Carla Saracino è di Maruggio (Taranto). In poesia ha scritto I milioni di luoghi, LietoColle, 2007 (Premio Saba Opera prima), Il chiarore, LietoColle, 2013, Qualcosa di inabitato insieme a Stelvio Di Spigno, Edb, 2014, Paesaggio, Gattili, 2018. Ha scritto anche dei libri per bambini, tra cui Gli orologi del paese di Zaulù, Lupo, 2012, Fiabe lombarde, Pane e Sale, 2018, Il mare è…, Kurumuny, 2021, Un giorno come gli altri, Kurumuny, 2021,Scrive per la rivista digitale Monolith monolithvolume.com.
Appuntamento
Sempre tornare di Daniele Mencarelli (Mondadori 2021)
Sempre tornare è il libro che chiude la trilogia di Daniele Mencarelli; in ordine cronologico, è il primo della serie, ma mai come in questo caso il suo “posto” è a conclusione di un percorso a ritroso.
Il centro di questo romanzo è il viaggio, topos che da sempre rappresenta la crescita, il passaggio, la scoperta. In questo romanzo, va oltre la sua stessa funzione e dialoga direttamente con il lettore, rispondendo alle tante domande che i due romanzi precedenti lasciano senza risposta.
Daniele ha diciassette anni e ancora non sa (a differenza del lettore) che andrà incontro a difficoltà, dipendenze e un altro viaggio, un percorso di riabilitazione lungo, ma efficace.
Ogni volta che mi è capitato di venire a contatto con una persona dipendente da droghe o alcol, ho cercato di capire quale storia o quali storie la abbiano condotta fino a quello che per molti è un baratro, un abisso da cui è impossibile risalire. Mi hanno sempre affascinato gli aspetti dell’animo umano che conducono verso l’autodistruzione consapevole, e non ho mai creduto alla tesi univoca delle “cattive compagnie”, o dei “problemi in famiglia”.
Daniele Mencarelli, con la cifra che lo contraddistingue fin dal suo esordio, ovvero un’onestà totale, che non nasconde nemmeno gli aspetti più bassi e oscuri, la carne viva esposta agli occhi di chi con curiosità e un minimo di imbarazzo si ferma a “osservarlo”, racconta la genesi di un disagio profondo, che a tratti sembra irreversibile.
Il giovanissimo Daniele ci conduce in un viaggio a tappe (autostop, incontri, scontri) dall’Italia adriatica delle discoteche e delle vacanze, verso Roma e verso la sua famiglia, guscio incrollabile della sua infanzia e allo stesso tempo, forse, gabbia della sua età adulta. Continua a leggere
L’enigma
Luigi Maria Corsanico legge Cesare Pavese. 4
Il dono
Lirico terapia. Calogero Bonavia
Una notte – avevo lasciato la finestra aperta –
un lampo entrò nella mia stanza.
Dio mi chiama – dissi – poiché sapevo che i
lampi sono parole di Dio.
E mi levai prestamente.
Un’altra bianca fiammata venne ad abbagliarmi
gli occhi.
Dissi: – Forse gli angeli passano giù per la via.
E m’affacciai.
Lungi, nella campagna nera, splendeva una catena
di lampade.
Erano figli d’uomini, erano i servi dell’uomo,
quelli che conoscono l’alba,
erano quelli che non comprano il pane, ma lo
scavano sotterra con affanno, tra i macigni
di gesso e di zolfo.
I servi camminano nella notte – pensai – perché
innanzi a loro sta il Pane.
I servi camminano soli nelle tenebre
perché innanzi
a loro sia l’Alba.
Da allora non temo le tenebre, e cammino solo
nella notte, sicuro che tu mi sia innanzi, o Signore
– come a tutti i servi – col Pane – e col Calice.
***
Un’immagine potente, che fa emergere gli ultimi: quelli che, a detta del Vangelo, saranno i primi.
La speranza
Lirico terapia. Zoì Karelli
Il roseto rampicante
veste di bianco, sempre di bianco, e bianco è il suo vestito.
Si stende, si distende al sole,
dal quale aspetta baci
per le piccole rose, ubriacature
d’oro e di fuoco dolce,
finché quelle rosseggino
del suo amore immenso.
***
Aspettarsi baci dal sole: con un’immagine sola, Zoì Karelli ha detto tutto.