(Il connubio fra la verità del soggetto e la verità dell’ essere)
di Adelio Valsecchi
Abitiamo un mondo e viviamo in una cultura dove si sono insinuati sentimenti di delusione verso la nostra intelligenza. Ci troviamo nelle condizioni di un segugio che non è più in grado di seguire la scia olfattiva della sua preda. E così l’uomo disorientato si abbandona all’inettitudine e vive il suo presente nell’inerzia del pensiero. In continua frenata. Come se avesse paura di vivere. Talvolta è confinato dalle consuetudini del tempo ai margini della vita, abbagliato dalla cultura dell’apparire, per incorrere poi in una sorta di regressione l’intellettiva. Negli anni ’60 era ammesso fra i precursori della civiltà Prometeo, autore del furto del fuoco agli dei, simbolo del primato del fare sull’essere. Il profeta degli anni ’70 era invece Sisifo condannato alla fatica inutile di spingere un masso fino alla vetta di una montagna per poi rotolare a valle. Egli era l’archetipo emblematico del pensiero negativo, del pensiero debole. Continua a leggere