Archivio mensile:Novembre 2007

Sul gorgo

Sul gorgo violento della psiche
dove nacquero le religioni
dove il borghese recita il suo gelo e il povero il suo stupro
si affacciano gli animali.

La possibilità totemica suona forte
i mali e la morte cauterizzati
nelle pupille a fessura preverbali
nei morsi insalivati di veleno.

Anche loro come noi sono nati
in pura vita solo amore, terrore e sonno
le maschere di pelo stupefacente
la loro dolce ferocia di tutto e niente.

Ormai si sa che io sto all’alba in cucina
ragazza vecchia che si attacca al caffè:
né sentimenti né pensieri per me
solo poesia solitaria umana e sciamana.

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Spider Man

di Emanuele Kraushaar

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E quindi, dato che Laura proprio non voleva saperne di farci un giro al mare, ce ne siamo andati a Calcata. In effetti c’era un cielo bianco che sembrava colarci addosso tutta l’angoscia di un altro anno passato a sentire di bombardamenti e devastazioni ecologiche.
“Dò un’occhiata in quel negozietto” ha detto.
Io me ne sono rimasto fuori a guardare il cielo. Un piccione è rimasto impigliato vicino ad una finestra e così un uomo si è arrampicato con mani e piedi incollati al muro.
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Zucchero. di Marta Baiocchi

La metro vibra sordamente, come un rombo nello stomaco, sembra immobile, mentre corre. Il caldo fermo e insopportabile come una sirena di fabbrica. Poca gente, nel vagone, squagliata nei sedili. Una coppia di coreani, immobili e uguali, i sacchetti della spesa tra le ginocchia, ciuffi di foglie spuntano dall’orlo. Continua a leggere

BASSO OSTINATO

***

Cos’altro può esserci oltre questo, questo guardare e non capire perché è così ostinato il male, così ostinato come una vendetta? Il corpo che non produce abbastanza morfina, che chiede, e io non posso dare, non posso dare la salvezza, i secondi per respirare.

***

Chi scappa non è un vigliacco. E’ spaventato. Chiede di esserci in un tempo più piccolo, ciò che rimane del tempo, un secondo prima. Come una cuccia, una tana.
Andremo tra i fiori, te lo giuro. Senza la carne. Spirituali. Continua a leggere

Natale per dirlo

Il Prof. Giuseppe Petrella, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO), è lieto di invitarLa alla manifestazione che si svolgerà alla presenza del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo

“Natale per dirlo…”

Scrittura, musica, poesia, spettacolo

mercoledì 12 dicembre alle ore 15.00,

presso il Centro Congressi “R. Bastianelli”

Via Fermo Ognibene, 23 – 00144 Roma

Come vedrà dal programma allegato, sarà un modo per regalare ai pazienti dell’Istituto un sorriso e per stringere idealmente la mano agli operatori che ogni giorno con grandi energie umane garantiscono a migliaia di persone un servizio con professionalità.

Nel corso della manifestazione verrà presentato il libro di Cristina Piga Ho il cancro e non ho l’abito adatto, la fotografa Mara Mayer mostrerà alcune delle sue foto contenute nel volume Cancro: Prendiamolo di petto, la scrittrice Alessandra Buschi farà omaggio delle sue poesie, Rita Forte e le attrici Emanuela Aureli e Gabriella Germani insieme alle gemelle Lucia e Luisa Nardelli, inviate de “La Vita in diretta” daranno vita alla parte spettacolare. Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, porterà la sua testimonianza di ex paziente dell’Istituto Regina Elena. L’incontro sarà coordinato da Livia Azzariti.

Per ragioni organizzative si prega di voler comunicare la propria adesione o declinatoria entro il 7 Dicembre 2007 al fax 06 52662736, ai telefoni 06 52666976 /52665099 oppure e-mail: natale2007@ifo.it

Lorella Salce
Ufficio Stampa IFO
Istituti Fisioterapici Ospitalieri
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena
Istituto Dermatologico San Gallicano
Tel. 06 5266 2753
e-mail: uff.stampa@ifo.it
www.ifo.it

Tra sindrome yè yè e tribù dei cesolingui (2)

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Piccola cronaca dell’incontro In queste precise famiglie, Cuneo, 17 novembre, con Laura Bosio, Elena Varvello, Luca Bianchini, moderatore Piero Sorrentino.

L’argomento è di quelli che prendono, un pubblico eterogeneo affolla la sala, gli autori arrivano alla spicciolata, Elena Varvello e Laura Bosio chiacchierano amabilmente, Piero Sorrentino si unisce a loro come enfant très gentil. L’incontro pare avviarsi in tutta tranquillità quando entra Luca Bianchini e si avverte subito una sorta di corrente elettrica, come un flusso non del tutto benigno che parte da Bianchini e finisce in Sorrentino. Continua a leggere

Provocazione in forma d’apologo 41

Quando Erre portò a casa la scaletta di legno scuro per salire ai piani alti della sua libreria vide che si adattava a una piccola nicchia del muro in un modo davvero perfetto, ben più di quanto a prima vista gli fosse parso, e di quanto avrebbe potuto sperare.
Anche quando finalmente si conquistò a prezzo ridicolo un’ottima copia del dizionario in oltre venti grossi volumi che desiderava da anni dovette constatare che entrava perfettamente nel solo spazio continuo che i suoi scaffali presentavano in basso, unica collocazione possibile dato il peso dell’opera.
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Angeli e case

Non so come sia andata, forse così, comincia circa tre anni fa, che giravo per i blog e curiosavo, guardavo e rileggevo.
Vado una volta, poi un’altra, tutti i giorni, poi mi dico:
Ma guarda questa qui delle brioches che tipo!! Cioè già mette come insegna del suo blog:
Manginobrioches
che è una cosa storica, curiosa e stuzzicosa, il detto di Maria Antonietta, e poi leggi, e usi la vista anche, perché tutte le volte trovi dipinti interessanti in testa ai suoi testi.
Uno si innamora, insomma:
perché io mi sono innamorato, di quel blog, e per esprimere, significare, dar materia al mio sentimento, mi sono messo ad illustrare i suoi racconti.
Io facevo un acquerello, un inchiostro, e lo mettevo nei commenti. Continua a leggere

Scampato pericolo

di Loris Pattuelli
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Anche quest’anno niente Nobel a Bob Dylan. La cosa, lo confesso, non mi dispiace proprio. Direi, anzi, che fa ben sperare, e questo per due buoni motivi. Primo: il menestrello di Duluth non ha bisogno di riconoscimenti. Secondo: i clamori del Nobel potrebbero soltanto incrinare quell’idillio che si è venuto a creare tra lui e il variegatissimo pubblico dei suoi concerti. Merito dei tempi, ma merito anche di No direction home di Martin Scorsese e di Io non sono qui di Todd Haynes. E poi merito sopratutto di quel Never Ending tour che è riuscito a trasformare la rockstar più noiosa di questo mondo nell’artista più anticonformista del nuovo millennio.
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Cavour

Ho letto una biografia di Cavour e sono perplesso come davanti a un incrocio senza indicazioni. Permettetemi di prenderla un po’ larga.
Molti danno la colpa all’idealismo e a Benedetto Croce (ma, anche senza idealismo, la storia ha una naturale tendenza a farsi interpretare in modo finalistico), fatto sta che la storia la studiamo a scuola, su libri che nel programma di un anno devono ricapitolare secoli e secoli, e in questi libri i protagonisti finiscono per essere dipinti come interpreti della Provvidenza: portatori di una linea politica, di una visione del mondo. Come se Napoleone fosse nato imperatore. Come se Federico il Grande fosse nato illuminista. Poi, tanti anni dopo aver finito la scuola, ti capita in mano una biografia seria. E all’improvviso salta fuori che il panorama è tutto diverso. Continua a leggere

Area protetta

di Paola Villa
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Almeno 180 grammi, il peso di un vinile puro: la dimensione di una musica scandita da tempi precisi e da gesti misurati che restituivano, insieme all’ansia dell’attesa, il senso e il valore dell’ascolto.
Una musica che , putroppo, nel corso degli anni, è andata progressivamente deteriorandosi perdendo fisicità e spazio: sia nel senso di ingombro (dalle vecchie copertine-opere d’arte, ai piccoli pieghevoli nei Cd per arrivare infine all’astratta codificazione numerica dell’mp3), sia (e soprattutto) in termini di peso specifico, sviluppando, infine, una sorta di anoressia musicale cui gran parte delle radio non ha tardato a conformarsi; i brani devono essere di pochi minuti, i “classiconi” vengono tagliati e i solo strumentali banditi o relegati a piccole emittenti di nicchia in orari impossibili.

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Lo Spirito e la poesia

“Dove lo Spirito non sradica più ma ripianta e cura, io nasco. Dove ha inizio l’infanzia del popolo, io amo”. (René Char)
La poesia davvero odierna, che esprime cioè l’adesso fatale che viviamo, sgorga lì dove lo Spirito ha smesso di distruggere, perché in un certo senso tutto è già stato distrutto. Dove il silenzio si è fatto molto più abissale della caduta dei nostri ultimi detriti mentali. Dove io non ho proprio più parole, neppure di disperazione.
Lì qualcosa come un inverosimile sollievo sembra scendere su di noi, e rispondere. Continua a leggere

HITLER, ODIFREDDI E IL CAN CHE DORME di Valter Binaghi

Recensione a HITLER E I TEDESCHI, di Eric Voegelin (Edizioni Medusa 2005)

hitler e i tedeschi

Il dogma della cristianità si logora di fronte ai progressi della scienza … Tutto ciò che rimane è dimostrare che nella natura non esistono frontiere tra organico e inorganico. Quando la comprensione dell’universo si sarà diffusa, quando la maggior parte degli uomini saprà che le stelle non sono fonti di luce, ma mondi, forse mondi abitati come il nostro, allora la dottrina cristiana sarà relegata al rango di assurdità … L’uomo che vive in comunione con la natura si ritrova necessariamente in opposizione a tutte le Chiese, ed ecco perché queste sono votate al fallimento, perché la scienza è destinata a vincere.

Vi chiederete, cosa c’entra qui Odifreddi? Perchè è chiaro che questa citazione non può che appartenere a uno di quegli scienziati d’assalto o divulgatori di scienza, che armati dei loro concetti da laboratorio si adoperano per liberare le masse da ogni residuo di superstizione come l’ammirazione reverenziale al mistero della creazione o l’esitazione a mettere in agenda la palingenesi tecnologica dell’universo, tipi come Dawkins o Odifreddi insomma, con quei loro libri acuminati e ultimativi. Ma vi sbagliate.
Le perle di saggezza qui sopra appartengono all’imbianchino più celebre del XX secolo, vale a dire Adolf Hitler, però Odifreddi c’entra comunque, a suo modo, perchè l’uno e l’altro raggiungono un’autorevolezza nei confronti delle masse che presuppone il verificarsi dell’identica condizione, vale a dire l’avvento della stupidità al potere.
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La Guggenheim secondo Krauspenhaar

di Guido Michelone

Lo scrittore in vista alla mostra vercellese

Mi ero riproposto di non scrivere nulla sull’Arca nell’ex chiesa di
San Marco a Vercelli e nemmeno sulla bella mostra ‘Peggy Guggenheim e
l’immaginario surreale’ che la suddetta Arca ospita sino a marzo, per
due valide ragioni; prima ragione: io personalmente ne stavo già
parlando da mesi (metaforicamente da anni, se si considera il fatto
che, con un gruppo di intellettuali, andavo suggerendo l’utilizzo per
eventi culturali dei grandi spazi vuoti nelle piccole città italiane); Continua a leggere

La pittura di RINALDO TURATI

La pittura di RINALDO TURATI, tra classicismo e modernità

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La mia prima impressione di fronte alla pittura di Rinaldo Turati è stata quella di “una fotografia dell’astratto”: una macchina fotografica puntata, da una distanza indefinita, verso un campo di terra. Non una rappresentazione della terra, ma la sostanza della terra. Il colore, nelle opere dove prevalgono i marroni, le terre bruciate, ricorda una lastra impressa. Quasi per contatto. Continua a leggere

“La fede e la paura” di Salvatore MANNUZZU

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La fede e la paura. Lei scrive che “l’antitesi della fede è la paura, più ancora del dubbio”.

Il dubbio è nella natura delle cose di cui stiamo parlando. Io però gli sono particolarmente affezionato: oltre la sua misura logica. Quando scrivo mi viene di partire dall’oscurità, da ciò che so. Forse una storia si può raccontare in due modi: partendo da ciò che si sa o partendo da ciò che non si sa. Io parto sempre da ciò che non so. Non tanto per mia scelta, quanto proprio per come sono diventato. E’ difficile non essere se stessi; guai se si cerca di imbrogliare le carte. Non dico che ci si deve accettare, ma insomma… almeno ci si deve adoperare, per quello che si è e non per quello che non si è. Continua a leggere

La doccia del sabato sera

di Emanuele Kraushaar

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La mia vita non è un granché. Anzi diciamola tutta: ho un lavoro da schifo, non sono innamorato, non ho amici e ho perso quasi tutti i capelli. La cosa che più mi piace della settimana è la doccia del sabato sera. Perché sto quasi un’ora sotto l’acqua e sogno di essere il mio vicino di casa. Quello ha una ragazza molto carina e il sabato vanno sempre a cena fuori o al cinema o a teatro oppure semplicemente se ne stanno a casa a fare l’amore.
Non provo invidia. Mi piace pensare di essere lui: tutto qui.
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