Le ciliegie sono di un rosso troppo vivo per questa stanza di farmaci e bombole d’ossigeno, con la voce della sorella americana che conserva quel tono pure se finisce il mondo, e l’altra voce, del fratello che si altera, si confonde con quella dei bambini, del piccolo con la febbre a 38, del mondo malato che cerca di guarire, come ci fossero davvero le medicine per salvarsi, e non urgesse una rinuncia, un non aver più ragione, ripetere che le ciliegie, sì, sono decisamente di un rosso troppo vivo per questa stanza di malati, ma se ti arrendi, ti stacchi, ecco che risenti il coro, hanno cambiato solfeggio, come un corpo che cambia ancora pelle, un cuore che si scopre aperto, che risponde a Gesù con le braccia tese, dalla mensola, non so se ce la fa, è molto anemica, rischia di dover fare trasfusioni, ma al Grassi non ci vuole tornare, è bello quando vieni a visitarmi, vero? lo chiede alla sorella americana, come fai a dirle che domani devi andare da un malato grave e non sai se puoi passare, il dottore non si è fatto pagare, ogni tanto una notizia, hanno fatto tre vescovi nuovi, di un rosso troppo vivo, per una stanza di malati, una Chiesa di ciliegie, ma ecco che arriva il messaggio, puntuale, pensavi di averla fatta franca, e invece no, continua il massacro, prima o poi risponderai, quando il cervello salta non ci sono santi, ma pensano di essere i sani, domani, mamma, ci provo, mi scapicollo un po’, magari ce la faccio, mi faresti una bella sorpresa, però mi raccomando, lascia scivolare i pensieri, tre ciliegie e tre vescovi, altrimenti non dormi, lo sai, non dormi neanche questa notte.