Archivio mensile:Agosto 2007

D’essere stato vivo non gl’importa

Su Ernesto Ragazzoni, nato nel 1870 e morto nel 1920, alcuni titoli emblematici di alcune sue poesie
– Le nostalgie del becco a gas
– Le malinconie e il lamento del povero bigliardo che non vuole essere più verde
– Piccola consolazione offerta alle uova mortificate perché calano di prezzo
– Poesia della rottura di scatole

Forse occorre pensare al contesto, a quegli anni: solo un temerario poteva scrivere

Io non vi parlerò di cose strane
Dirò cose comuni e naturali,
Parlerò solo un poco di puttane
E d’altre cose simili morali:
Parlerò del davanti e del didietro
– Lettor se non ti piace, torna indietro Continua a leggere

Leonard Cohen#1: Take This Waltz (Pequeño Vals Vienés)

2-1.jpgTake This Waltz (Leonard Cohen, I’m Your Man, 1988).
Traduzione inglese di Pequeño Vals Vienés di Federico García Lorca.

Now in Vienna there’s ten pretty women
There’s a shoulder where death comes to cry.
There’s a lobby with nine hundred windows.
There’s a tree where the doves go to die.
There’s a piece that was torn from the morning,
and it hangs in the Gallery of Frost –
Ay, ay, ay, ay
Take this waltz, take this waltz,
take this waltz with the clamp on its jaws. Continua a leggere

Reclusioni #6 – di Marina Pizzi

cristo.jpg

chiavistello e scure sono gli orecchini
del balbettio al potere. l’amore vitreo
del girino non fa ranocchio
né la raucedine del condannato
nasce imparata. il bilico che abbracci
cigola dondola in una donna
dal nome naturale. eppure nessuno
è felice tra l’addobbo e lo sgobbo
per l’addobbo. la luna sulla biga
della scienza non bara neanche più
di amarti.

(Agosto 2007)

una poesia

bergman.jpgLa splendida mannaia ruvida
calata sui miei pascoli, sui miei passi
campo dopo campo, sul pozzo,
il luminoso pendolo errante
che manda tutto in metamorfosi:

a volte li intuisco e non mi va di restare
li prendo come bagliori in un castello in rovina
come semplici umori, il sangue il flegma e le due bili;
io che ho visto tutti i film di Bergman
li scarto al modo di fotogrammi inutili.

Ma proprio allora mi sorridono le attrici nordiche,
un giro di purosangue attorno a una fonte,
sento violini usignoli e pressione bassa
e dunque cedo e cado come a dire Entrate:
a quel punto la Morte batte i tacchi e se ne va.

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Lo scrittore per ragazzi, di Lucio Angelini.

Il compito di uno scrittore per ragazzi (1)

Da Il fantomatico piacere della lettura
(Dialogo tra un Appassionato di libri e un Giovane Alitterato (© Edizioni Libri Molto Speciali]
di Lucio Angelini
tratto da: http://www.lucioangelini.splinder.com/post/13603592

“Il compito di uno scrittore per ragazzi è molto delicato. Per quanto dichiari di rifuggire da ogni intento edificatorio e di volersi limitare a regalare emozioni e divertimento, non sfugge al fatto di rendere certi personaggi (e i loro comportamenti) più simpatici e degni di imitazione di certi altri, orientando in tal modo l’identificazione del giovane lettore.”
“Identificazione?” Continua a leggere

Interzona #4:”che cosa so io e che cosa devo insegnare?”

[Foto: La morte di Kurt Cobain avvenuta il 5 aprile 1994. ]
“Vi è nella vita un qualche senso che non venga annullato dalla morte che mi incombe inevitabilmente?” ( da “Confessione” di Tolstoj)

Nel 1882 Tolstoj è ormai lo scrittore più famoso della Russia, ma né la fama né il benessere possono colmare il suo senso di vuoto; comincia a trascurare la letteratura e a dedicarsi sempre più alla ricerca della verità del vivere umano e, infine, religiosa; una ricerca che l’avrebbe tormentato per il resto della vita. Il rifiuto dell’ordine sociale, della Chiesa ufficiale, della morale corrente assume in Tolstoj una forza irrefrenabile che ha come conseguenza la pubblicazione di vari scritti come Confessione (1882).

estratto dal capitolo 2 di Confessione (memorandum per aspiranti scrittori )

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Foier, di Claudia Venchiarutti

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Favoloso / lei è stupenda / un po’ lento nella parte centrale, vediamo se riparte / le luci sono eccezionali / già visto a Londra, con maestranze migliori, siamo i soliti provinciali / quella davanti a me si è addormentata / magnetico, parla ed è puro magnetismo / sarà giovane ma promette tantissimo, con la sua regia è convincente, nonostante tanta televisione / è vero che se le passa tutte? / so io cosa gli passerei / banale, enfatico, ridondante / hai notato quella citazione pop? / saluta, da brava, saluta che poi lo andiamo a trovare / io sono stufo, è lungo / dove hai la macchina? / caffè, grazie.
Un piattino.
Un sottotazzina in carta traforata.
Un’occhiata alla mano appoggiata sul bancone (mancino).
Un cucchiaino alla sua sinistra.
L’asola della tazzina alla sua sinistra.
L’avvicinamento dell’alzata con gli zuccheri.
Avanti il prossimo.
Crééé-créck! L’ultimo cicalino.
Quello che doveva essere il prossimo cliente fa perno su un tacco, volge le spalle alla mancata consumazione e si rifugia, con gli altri ritardatari, dietro pesanti tende di velluto color porpora. Il foier si svuota. Continua a leggere

Guy de Maupassant. Scrittori e giornalisti.

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Guy de Maupassant

Quel che serve a un romanzo nuoce a un pezzo di cronaca

da “Il Manifesto”, 28 agosto 2007, p.12.

La grande querelle che oppone i romanzieri ai cronisti sembra lontana dal concludersi. I cronisti rimproverano ai romanzieri di scrivere cronache mediocri, e i romanzieri accusano i cronisti di concepire dei cattivi romanzi. Hanno qualche ragione sia gli uni sia gli altri. Certo, sarebbe sorprendente sentire dei pianisti che rimproverano ai flautisti di avere le dita deboli e dei flautisti prendersela con i pianisti perché hanno il fiato troppo corto. Sono musicisti sia gli uni sia gli altri, sebbene suonino strumenti diversi.

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Reclusioni #5 – di Marina Pizzi

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dei bambini all’asilo i grembiulini
profumano di latte di gote
di versamenti di unguenti
di terra strapazzata ai pazzi giuochi
di fionde svelte lo scontro col cielo.
al camposanto le tombe delle gioventù
mansarde in miniatura per la sberla
ha simulacro di scampo di crono
combinato con un accatto ancora
d’àncora trinciata per sasso lapide.

(Agosto 2007)

Alessandro Seri, Quattro poesie.

seri.jpgI

Se manca, e manca certo, qualcosa manca
l’esito indifferente dell’azione
lanciato per estetica di ribellione,
che manca un po’ di ribellione
urtando il rullare d’un tappeto
che marcia indietro e ci fa marmo.
Al più la spinta manca
alla follia del dopo curva
sotto le vesti al centro
mentre si fa distanza e vicinanza
piazza di chiesa nuova lontananza

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Matia Bazar, di Ruggero Solmi

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On the rocks around the kiosk
io vidi svanire una serata
era la neve, sulla cattedrale gotica
di riso pilaf, con rucola e gamberi
e l’aglieloglio a mezzanotte,
quando la ronda va, a piacere.
Era il momento dell’agguato
sereno, che tu ricorderai
con un sorriso in sogno. Continua a leggere

Poesia!

di Pasquale Giannino

Stoisa – “Narciso”, catrame e pittura a olio su pavimento in legno, installazione del 1984 presso la Galleria Tucci Russo

La poesia è come l’amore. Questo pensavo mentre ero “in fila al supermercato col carrello gonfio”. Prima di me c’era una coppia dall’aria insofferente: lui, un tipo “alternativo”, l’evidente calvizie “impreziosita” da un grottesco interminabile codino, i jeans pieni di squarci griffati…

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Interzona #3: Vita di Vittorio Alfieri

di Francesco Sasso

Di pochi autori si conosce la vita attraverso un’opera quanto è “Vita” dell’Alfieri (1749-1803), che in essa forse si descrive più quale credeva di essere che quale era realmente, ma che tuttavia compose un’opera molto interessante, da cui traspare chiara la crisi dell’Illuminismo e il primo annuncio della nuova epoca del romanticismo.

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Reclusioni #4 – di Marina Pizzi

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La gita di rondò

la gita fu un rondò di sguardi.
i sedili del pullman erano o troppo vicini o troppo lontani.
i vicini non interessavano, i lontani invece sì:
lì sedevano gli amanti possibili,
le sillabe dell’accento, accentate dall’emozione
accentuate zone di tatuaggio.
la gita finì con un nulla di fatto:
il piazzale di accesso al ritorno
parve nemico, sventrato da un bombardamento:
i saluti tremolavano nei versi giusti
ma le stigmate già si andavano aggirando
nella gattabuia di un ricordo di rimpianto.

(Agosto 2007)

Incontri, di Pamela Canali

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Aprii gli occhi, appena una spiraglio, per vedere chi mi stava coprendo il sole. La mia pelle già abbronzata si animava sotto i raggi brucianti, anche a quest’ora della mattina. Mi ero svegliata insolitamente presto e avevo disertato la spiaggia troppo silenziosa e ordinata. Continua a leggere

Il “linguaggio” della luna

luna.jpgIl vocabolario di una lingua si arricchisce non solo per i termini che riceve in prestito o in dono da altri idiomi – gli “americanismi”, per esempio – ma anche e soprattutto attraverso le voci che si formano spontaneamente (fenomeno che potremmo definire “autogenesi linguistica”), per derivazione spontanea, appunto.
Molto spesso da una sola radice (o tema) si forma un’intera famiglia di vocaboli che, come le famiglie umane, possono essere scarsi o numerosissimi. Ecco una famiglia molto prolifica, quella della luna. Da questo splendido satellite sono derivati – per “parto spontaneo” – gli aggettivi “lunato” e “lunante” che significano, entrambi, “falcato”, vale a dire curvo come la falce della luna; “illune” (dal latino “illunis”, formato con “in” privativo e luna), cioè “senza luna”: notte illune; “lunatico”, cioè capriccioso, volubile e i sostantivi “novilunio” e “plenilunio”; “lunario” e “lunazione”, cioè il mese lunare di ventinove giorni, oltre a “lunedí” (dal latino “lunae dies”, ‘giorno della Luna’) e a “lunetta”, termine adoperato in architettura per indicare lo spazio semicircolare tra l’uno e l’altro piede delle volte.
* * *
Se apriamo un qualunque dizionario alla voce “opportuno”, leggiamo: Aggettivo – che ben si presta per fare una determinata cosa; che è di grande utilità in una situazione particolare; che fa al caso; conveniente al tempo, al desiderio.
Ma qual è la sua origine? Come è “nato”, insomma? Semplice, il solito… latino “opportunu(m)”, composto con “ob” (verso) e “portus” (porto): “che spinge verso il porto”. Si diceva “opportuno”, infatti, il vento che, soffiando nella direzione di un porto, permetteva ai natanti di approdarvi e trovarvi, quindi, sicuro riparo. Il termine, per tanto, è squisitamente nautico e attraverso l’accezione di “provvidenzialmente orientato” è divenuto aggettivo assumendo il significato di “adatto”, “utile”, “efficace”, “propizio”, “favorevole” e simili: non è il momento opportuno (cioè “favorevole”) per prendere certe decisioni.