Archivio mensile:Novembre 2022

Dare

Siamo fatti per dare gloria Dio: è questo il nodo cruciale. L’orgoglio si rifiuta, l’umiltà si allinea allegramente. La felicità si trova oltre la cortina dell’io. È lì che aspetta il Cristo, il quale disse: c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

La voce degli ultimi. La poesia


La poesia è la delicata modalità religiosa – l’unica modalità di espressione libera che hanno, dopo che la stessa cultura è stata loro preclusa – con cui nei millenni si è espressa la voce dei poveri.

Quella preghiera, nel tempo da qualche parte fatta poesia, ha da sempre consolato i poveri perché si dirige all’Unico che li vuole e li sa ascoltare e perché, come si diceva, sono le uniche parole che essi possono esprimere in piena libertà. Continua a leggere

“Le partenze” di Mauro Germani

Le partenze

di Mauro Germani

C’è una stazione dove i treni, quando partono, partono a sorpresa. Gli orari sono rigorosamente segreti e le tabelle di marcia vengono compilate secondo criteri sconosciuti e che, nella maggior parte dei casi, sfuggono al normale buon senso.

Le autorità preposte svolgono una vigilanza assai severa affinché nulla venga fatto trapelare.

Gli studi clandestini, che sono stati di volta in volta intrapresi per tentare di comprendere gli oscuri principi che regolano le partenze, non hanno avuto – sino ad oggi – esito alcuno. Proprio per questa ragione, c’è chi afferma che in realtà tutto dipende dal caso e che ogni giorno verrebbero sorteggiati dei bigliettini coi numeri dei treni e i nomi delle rispettive destinazioni.

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Marco Salticchioli Ramana [Dwija], Tre poesie

Marco Salticchioli Ramana [Dwija] è nato a Roma, città in cui vive, nel 1961. Sue poesie sono state pubblicate su “Poesia” (nella sezione “I poeti di trent’anni” a cura di Milo De Angelis, che ha anche scritto su di lui e sulla sua produzione poetica), “Il rosso e il nero” (con introduzione di Antonella Anedda), “Metropolitan” (con presentazione di Roberto Carvelli), “Galleria”, “almaluna”, “La società lunare” e numerose altre riviste.

È stato assai vicino, umanamente e letterariamente, all’esperienza della rivista “Braci” e alla rivista, pubblicandovi, tra l’altro, gli “Appunti su Scipione poeta”.

Non pubblica poesia, per scelta personale, da anni ed anni ed anni ed oltre.

Tra le ultime pubblicazioni, la postfazione al volume di poesie “Novalis o Europa” di Giselda Pontesilli (Giuliano Ladolfi Editore). Continua a leggere

Talent scout. Leo Silva Brites


Leo Silva
Brites, L’ultima poesia d’amore, Instapoeti, Alise Editore

Poesia di Nadia

La pioggia fuori cade forte,
rimbomba dentro al cuore,
pulsa nelle vene e sa di rara felicità
che comprendi solo se la provi
e quel nostro tipico amore
talmente grande, come grandine
che cade sull’asfalto e irrompe con prepotenza

continuando a gocciolare,
come l’amore che dilaga
in ogni posto
che incontriamo
e si espande dopo ogni tocco e ogni battito
e quel nostro amore
solo da noi compreso
come quella irrefrenabile pioggia dirompente.

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Paolo Valesio, Il Testimone e l’Idiota. Nota di lettura di Marie Laure Colasson

Paolo Valesio, Il Testimone e l’Idiota, La nave di Teseo, 2022 pp. 278 € 20 .  

In una sua nota di lettura Giorgio Linguaglossa parla di «poeta kirkeegaardiano che ha attraversato la storia contropelo, che, nell’epoca della fine della metafisica, si è creato una propria metafisica per poter investigare un mondo ormai dissacrato, privo di sacro, che ha relegato il sacro nelle discariche degli oggetti e delle parole a perdere. È di qui che prende inizio il discorso poetico valesiano. La parola diventa testimonianza di una verità che è ogni giorno di più indicibile, impronunciabile, innominabile». Ben detto, io però vorrei parlare di un poeta ad un tempo cosmopolita e provinciale, globale e glocale, che abbraccia le due facce del linguaggio e dell’essere nel mondo. In Valesio la parola diventa «testimonianza» in virtù del semplice appalesarsi della parola poetica in un discorso tutto interno, internalizzato e, quindi, proprio per questo, pubblico, per pudicizia e per  rigore. Davvero un libro singolare, dissimile dai libri che si pubblicano oggi, che cerca con tutte le proprie forze di aprire un varco nel linguaggio sordo degli uomini del suo tempo, che parla un linguaggio non classificabile entro le categorie ermeneutiche della critica letteraria. E questa sua «inclassificabilità» è il miglior argomento in pro del lato pubblico di esso, del suo volgersi verso i pubblicani, coloro che commerciano con le cose pubbliche di beni privati che, per loro natura, si sottraggono alla impudicizia della pubblicità. Tutto sospeso tra la grazia e la colpa, tra la richiesta del perdono e la impossibilità di concederlo, il discorso poetico valesiano si comporta come l’«Idiota» (uno dei suoi quattro personaggi del libro: il Testimone, l’Idiota, la Fiamminga, la Voce), che ripete sempre la stessa parola fino alla nausea e allo stordimento.

 

(Marie Laure Colasson) Continua a leggere

Poesia italiana del XXI secolo

Maurizio Evangelista è nato in Puglia nel 1980. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Suonatore di corno (La Vallisa, 2010) l’opera bilingue italiano/serbo-croato La città inventata (Secop edizioni, 2015) con cui ha ricevuto il premio della critica “Vrdnicke Venac Vile” (La corona della fata di Vrdnik) a Sremski Karlovci in Serbia e Mr. me (Arcipelago Itaca, 2022) con il quale è risultato vincitore della VII ed. del Premio naz.le editoriale di poesia indetto dalla stessa casa editrice nel 2021. Organizzatore e direttore artistico dal 2010 dell’evento Notte di Poesia al Dolmen della città di Bisceglie, Evangelista è presente in diverse antologie in Italia e all’estero. Ha partecipato, in qualità di ospite, a diversi incontri internazionali tra cui: la XVII edizione della Giornata Mondiale della Poesia di Varsavia; la XI e la  XVI edizione del Trireme della Poesia Ionica a Saranda in Albania. Continua a leggere

La parola ai poeti. Alessio Brandolini

Sulla poesia

La poesia è pura immaginazione, una rosa sbocciata nell’occhio della luna.

Non so perché a un certo punto, da adolescente, ho iniziato a scrivere poesie e lo facevo in modo costante e duro, eppure per vent’anni non ho mai pensato di farne un libro, soltanto qualche testo su riviste: quando capitava, quando un’anima generosa mi chiedeva qualcosa in lettura. Questo fino alla pubblicazione, a sorpresa, della silloge L’alba a piazza Navona nell’antologia del Premio Montale (1992). Un esordio tardivo, non cercato, e per il successivo libro ho aspettato dieci anni. Continua a leggere

Un mondo nuovo (III)

di Roberto Plevano

Non c’è docente che rinunci a fare confronti fra il suo lavoro di qualche anno fa (la memoria ormai si stratifica; l’età media dei docenti italiani è la più alta d’Europa, più della metà hanno passato i 50 anni, siamo Matusalemme inchiodati alle cattedre, in intrepida sfida ai principi della buona pedagogia, e del buon senso) e quello che si arrangia a fare oggi. È vero che le condizioni, diciamo ambientali, del lavoro didattico sono peggiorate: agli stipendi mortificanti di sempre si sono aggiunti adempimenti burocratici, predisposizione di interminabile documentazione per casi particolari, rigida rendicontazione di attività e aggiornamenti, abusi e ottusità dei dirigenti, ma credo che sia lo stesso per molte categorie professionali.
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L’epoca del Covid e della guerra in Ucraina segna La Fine del post-moderno, di Giorgio Linguaglossa

A proposito di alcuni enunciati standard, a cura di Giorgio Linguaglossa

 

Posto qui alcuni enunciati standard che abbondano nei siti web e nelle comunicazioni via web. Si tratta di alcuni esempi di messaggi anisotropi, neutri, standard, impersonali, oggettivi, persuasivi, assertori, direi gentili della gentilezza di un linguaggio robotizzato, standardizzato, programmato. Si tratta di un linguaggio allo stato cristallino, sostanzialmente ambiguo ed eterodiretto che può essere interpretato in molti modi diversi a seconda delle sollecitazioni psichiche ed endopsichiche che intercettano. Continua a leggere