Archivio mensile:Agosto 2016

Tempi durex

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Mi ero perso il fertility day,
col solito contorno di proteste,
ironiche twittate intorno a durex,
oscuri medioevi e bui ventenni.
La mia mente cattolica, d’istinto,
va al versetto di Genesi uno ventidue.
Altri tempi, direte: “Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare”.
Mi consolo col mio Piccolo Principe:
accarezzo la rosa e guardo il fondo
liscio del mio bellissimo pianeta.

Quello che possediamo, di Carmine Vitale

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Mi fa piacere non sapere che cos’è importante
Né cosa volerà giù da un precipizio

Se ci cadrà una sera profumata
O la tua morte e il mese di settembre

Se nelle tue parole ci sia sale oppure solo sete
Se nel mio seme infranto o nelle vene
Presagi della notte o della quiete

So che mi fa piacere guardare un temporale
Che cade a più non posso come un male
Che fa più male ancora di una strada non attraversata
Ma mi fa piacere stare qui a guardare con aria scanzonata
Ciò che finora siamo stati e il cielo che si apre sanguinante

A Loreto, ospite di Gesù

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di Michele Caccamo

…e mi ritrovo pietoso con l’anima all’indietro; alla ricerca dell’istante felice nella veglia degli Angeli: della loro sapienza infinita che nonostante i secoli non conosciamo; di quell’umiltà e potenza così simile alle rose e alle spine. Qui la morte non ha luogo, e neanche l’alternanza universale dovuta alle anime.
La casa di Gesù è eterna, dovutamente segreta. Continua a leggere

Arrivederci fratello mare. Parole e miti del mare

Mare
di Augusto Benemeglio

  1. Partenza

 

E’ in mare , con l’Odissea, che Omero dà luogo a quella che possiamo definire la madre di tutte le partenze, un viaggio che diventerà per l’uomo il viaggio attorno alla propria prigione. Moltissimi poeti hanno scritto di partenze, ma nessuno come Omero. E tuttavia Cesare Pavese, nei “ Dialoghi con Leucò “, libro-mitologico , libro-pensiero dello scrittore torinese,  un po’ le sue  Operette morali, traccia le linee per un’altra partenza memorabile dell’eroe,  in cui si cerca una spiegazione del  destino ineluttabile e tragico dell’uomo, schiacciato dall’angoscia e dalla disperazione. Pavese, vendicando la sua paura del mare e il suo senso di naufragio, riesce a identificarsi in Odisseo : “Ho voluto essere io ad aggredire il mare  d’improvviso, a scoprirlo, e l’ho fatto in ogni parte…ora posso starlo a guardare e persino tenergli compagnia…in questo dialogo tra Odisseo e Calipso.
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Un poeta astigiano: Padre Franco Mazzarello

A cura di Luigi Maria Corsanico

[youtube=https://youtu.be/D_3PDJr2GNI]

da qui

Vorrei ricordare una persona a me molto cara, che negli anni della mia adolescenza rappresentó, oltre che maestro spirituale, un esempio di vita e di grande amore per la natura e per la letteratura: il Padre Franco Mazzarello, nato a Costigliole d’Asti il 5 settembre 1913 e deceduto ad Aosta il 25 ottobre 1995. Continua a leggere

57. Triadi

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Tutto procedeva verso l’essenziale. Nelle omelie tornava spesso il tema del bene che fa via via cadere le maschere e i lustrini di uno stile di vita auto illusorio. La triade che il Signore ci consigliava di chiedere in preghiera prendeva più sostanza: purezza, amore e umiltà diventavano i valori che più cercavamo di integrare nella nostra esperienza quotidiana. Mi sentivo in sintonia col finale del racconto L’Orlando pazzo per amore, di Italo Calvino, in cui il protagonista conclude l’avventura con questa sentenza folgorante: “ho fatto tutto il giro e ho capito: il mondo si legge all’incontrario”. Quanto più la società inseguiva i suoi ideali taroccati – il sesso, il denaro, la carriera -, quanto più raccoglievamo, davanti al volto di Cristo, il frutto di un silenzio fecondo, udivamo la voce di uno che grida nel deserto per preparare la via d’uscita dalla catastrofe imminente. I fronti si ampliavano: dal Santuario e dal Centro giovanile a un mondo sull’orlo di una guerra che in me suscitava il ricordo della Piana di Meghiddo: il grande scontro tra il bene e il male, il celebre Armagheddon, era alle porte.

LA LETTERA SCARLATTA. Rivelazioni, recensioni, recuperi, rigetti, rassegne, rarità, rotture e altro di Pasquale Vitagliano

 

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Dio, lo Sport e i Vampiri

 

 

Non credo più in nulla. “Dio è morto, Marx pure ed io non mi sento tanto bene”, sentenziava Woody Allen. Non sono d’accordo. Personalmente confido ancora nello sport. Credo che in questa attività gli esseri umani riescano ancora ad esprimersi al meglio dei propri valori (al netto del doping). Pensate che questa sia retorica? Un po’ sì. Tuttavia, credo che ogni epoca di “ricostruzione” necessiti di una dose giusta di retorica.

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“AVVENTURE DI UN TEPPISTA”, DI MAURO BALDRATI

Recensione di Giovanni Agnoloni

da Lankenauta

Mauro Baldrati, Avventure di un teppista, ed. Transeuropa, 2016

teppistaAvventure di un teppista è un romanzo di un’ottima penna, Mauro Baldrati, scrittore che in qualche modo ne è anche il protagonista. Non solo perché Toni Rinaldi, il bambino e poi ragazzino di cui seguiamo le vicissitudini, in quel di Mezzaluna, nella Bassa Romagna, nella copertina è idealmente trasposto su di lui, ritratto in una foto d’infanzia. Il fatto più importante, piuttosto, è che Baldrati si è perfettamente trasfuso nel punto di vista, di percezione e di memoria dell’io narrante, facendo di quest’opera un particolarissimo ibrido tra il romanzo di formazione e il diario. Romanzo di formazione (o magari di de-formazione), perché racconta la vita della famiglia e il percorso stralunato di un monello destinato a diventare, appunto, un teppista. Diario, in un senso molto speciale: i capitoli si succedono infatti con titoli che sembrano piccoli eserghi, o comunque voci introduttive di pagine di un almanacco. E ogni singola “fetta” di questa sequenza di strati giustapposti è densa di sapori caratterizzanti, direi quasi di essudati di ricordo. Continua a leggere

O que será

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Ti coprono, t’ignorano, t’insultano,
ma tu sei sempre là, col tuo bambino
in braccio. La violenza della terra
non può nulla, nemmeno la tenacia
crudele dell’inferno: resti intatta,
Vergine della vita indistruttibile,
Regina dei poeti deliranti,
dei santi senza patria, dei profeti
ubriachi, e dei cantanti.

[youtube=https://youtu.be/gFQBllTyMlA]

da qui

Caterina DAVINIO, Alieni in safari. Recensione di Narda Fattori.

alieni in safari copertina libro

Caterina Davinio, Alieni in safari, edizioni Robin&Sons, 2016 (poesia e fotografia)

 

Caterina torna a stuzzicarci con nuovo libro ibrido perché oltre alle poesie ospita un discreto numero di fotografie inerenti ai temi affrontati; il bianco/nero usato fa emergere da lontananze storiche le immagini, che invece sono attuali e colgono la quotidianità di paesi poveri e distanti dal consueto nostro panorama da sembrare alieni.

Nelle poesie né nelle fotografie c’è alcuna forma di compiacimento e/o di ricerca estenuata del limite.

La Davinio ha conosciuto la vita sotto molteplici aspetti e molte forme dolenti e autolesioniste; non sarebbe da lei ora tendere la mano e indicare lo squallore che si apre davanti al suo sguardo; non cerca pietismo, non è interessata allo stupore; che il suo sguardo sia vicino e premuroso lo afferma la scelta dei soggetti, sempre umani: bambini, vecchi, folla. Continua a leggere

Terrae Motus

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Saremmo partiti senza indugio,
ti ricordi? Come smaniavi, sempre,
sulla sedia, che turgida di luci
procedeva a zig zag, tra le poltrone
e il comò infarcito di statuine
di Gesù e Padre Pio. Ma stamattina
preghiamo tutti e due, fra cielo e terra,
per gli amici di Norcia, di Amatrice,
per la storia che trema, le avvisaglie
di un’epoca che Dio sta partorendo.

Luigi Maria Corsanico legge Federico Garcia Lorca. 18

[youtube=https://youtu.be/63c4PeQ6XMk]

da qui

[youtube=https://youtu.be/nx2NT7_ApZQ]

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A cura di Luigi Maria Corsanico

POETA A NEW YORK
III. STRADE E SOGNI
a Rafael R. Rapún
Un uccello di carta sul cuore
dice che non è arrivato il tempo dei baci.

VICENTE ALEIXANDRE

*** Continua a leggere

Politically correct

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Il vero problema del credo cristiano, oggi, è il politicamente corretto. Gesù parlava secondo verità, e non guardava in faccia a nessuno. Oggi si guarda prima la faccia del destinatario e ci si regola di conseguenza, togliendo o aggiungendo a seconda della convenienza o del quieto vivere. In questo stile non c’è nulla del Vangelo, della parresia del cristianesimo, del compromettersi fino all’effusione del sangue. Se Gesù avesse voluto andar d’accordo con tutti, avrebbe fatto una brillante carriera. Non è stato così: si è inimicato i potenti, per sostenere i deboli, è stato giustiziato, per avere predicato un Dio che è amore integrale e non un idolo a compartimenti stagni, a sezioni intercambiabili. Il credente politicamente corretto si illude due volte: primo, di essere un discepolo di Cristo; secondo, di raggiungere qualche esito valido, con la sua edulcorazione del messaggio. In realtà riceve solo la paga di un intimo disprezzo, il sorriso ironico di chi conserva la propria identità e non la svende per nessun motivo.

L’angelo

[youtube=https://youtu.be/NrlZGZdyBNQ]

da qui

Pape satàn, pape satàn Aleppo.
Perché le tue ragioni non ci stanno
nella mente di un altro. Le occasioni
di fare e poi disfare questa vita,
di partorire e uccidere non hanno
fine. Non c’è speranza per chi ammette
la mattanza dei piccoli, chi appresta
il cappio per la vita che si affaccia,
che ti guarda negli occhi come un angelo
caduto dal suo volo troppo breve.

Vent’anni dopo, una “Anteprima mondiale” di Aldo Nove

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Di Guido Michelone

Nel 1996, Woobinda, un libricino scritto dal poeta ventinovenne Antonello Satta Centanin, con il buffo pseudonimo di Aldo Nove – a quanto pare è ricavato da “Aldo dice 26×1“, frase in codice del comunista Pietro Secchia per dare il via alla Liberazione del 25 Aprile – viene pubblicato, con successo di pubblico e critica, dal giovane Alberto Castelvecchi, linguista ed editore romano, che in quegli anni vuole colmare un vuoto obiettivo nella bibliografia nazionale sui fenomeni pop di strettissima attualità. Continua a leggere

La Madonna coperta

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Al meeting ciellino di Rimini hanno coperto la Madonna: avrebbe potuto offendere le altre religioni. Un gesto simile offende, in realtà, la sola intelligenza. Per l’Islam, Maria è la Madre del Profeta di Nazaret, dunque non c’è nulla da nascondere. Ma anche fosse una provocazione, sarebbe un buon motivo per toglierla di mezzo? Temo che la Vergine sia invece sparita dal cuore di qualcuno. Il simbolo fecondo di una maternità che salva è troppo stridente in tempi di aridità spirituale, di cedimento al politically correct. La verità di una fede che valorizza il corpo, restituendolo alla purezza di una comunicazione reale, stona col dilagare della virtualità, in cui si è perso il senso di una vicinanza vitale e calorosa. Coprire la Madonna significa nascondere la vita, privarsi della via d’uscita a una violenza senza freni. Coprire Maria vuol dire esporre in bella mostra i nervi scoperti di una civiltà al tramonto.

Lettera tardiva a Mia Martini

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di Michele Caccamo

Potessi aspetterei duemila o più di tremila anni pur di poterti cercare. Per poterti chiedere come sei poi riuscita a levarti di dosso la polvere dell’ostilità umana.

Per chiederti come adesso vedi gli asini e gli sciocchi: proprio quelli che hanno pianto quando sei partita, quelli che ti hanno creduta Donna illegittima; proprio quelli che ti hanno riempita di amaro le narici e le vene; quelli che ti hanno portato in dono le coppe colme di acido zecchino.

Per chiederti se il vento dall’universo abbia saputo rendere più dolce il tuo morire.

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La libertà è un’altra cosa

gabbiaSono veramente perplessa e dispiaciuta dal tipo di prese di posizione sulla questione “burkini” che ho letto sulle bacheche di Facebook di gloriose femministe, compagne, amiche. Al di là del goffo editto francese (che mi pare più manipolatorio e dettato da un desiderio di ridicola “vendetta”, che non da un progetto politico), è piuttosto inquietante per me sentire impugnato un valore di “libertà” per la questione, come se questa libertà esistesse, ma soprattutto come se l’argomento non facesse parte di diritti costituzionali sui quali non è legittimo a mio avviso accettare alcun compromesso. Il rispetto delle culture non può eliminare quei valori morali, etici e politici che sono il frutto di 200 anni di cammino illuministico e oltre 100 anni di lotte femministe. Tollerare che a una donna sia imposto dalla propria convenzione sociale (che lei la possa “accettare” o meno è un’altra questione: la verità è che non ha possibilità di scelta pena l’esclusione dal suo gruppo di appartenenza) una copertura che non protegge la sua libertà, ma tutela unicamente il timore del suo Patriarca (chiunque sia: marito, fratello, padre, nonno, capo della comunità) di perderne, foss’anche per una mera fantasia sessuale, il suo esclusivo possesso e sottomissione. Di questo si tratta.
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