Archivio mensile:Agosto 2021

Lirico terapia. Adolfo Casais Monteiro


La parola impossibile

Mi hanno dato il silenzio per serbare dentro di me

la vita che non si scambia con parole.

Me l’hanno dato per serbare dentro di me

le voci che solo in me sono vere.

Me l’hanno dato per serbare dentro di me

l’impossibile parola della verità.

Mi hanno dato il silenzio come una parola impossibile,

nuda e chiara come il fulgore di una lama invincibile,

per serbare dentro di me,

per ignorare dentro di me

l’unica parola senza travestimento –

la Parola che mai si proferisce.

Chi non si riconosce, in qualche modo, in questa ricerca della “Parola che mai si proferisce”? Siamo fatti per scoprire la profondità di ciò che siamo, al di là del rumore, nel silenzio.

Cure

Sentiamo il bisogno di disintossicarci: l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, lo stile di vita che portiamo avanti, ci appesantiscono o ci fanno ammalare. Diete, cure e pratiche igieniche migliorano un po’ la situazione. Ma c’è una purificazione radicale, quella del Sangue di Gesù. È un’azione che rinnova nel profondo.

“L’imperatrice” di Liliana Nechita. Con un’intervista

di Giovanna Menegùs

L’imperatrice è una badante. Ogni donna povera e priva di opportunità avrebbe potuto essere un’imperatrice, e forse lo è nonostante le apparenze (le non apparenze dell’invisibilità sociale). Questa in sintesi la verità e la forza che emerge dalla vicenda personale di Liliana Nechita e insieme dalla storia raccontata nel suo romanzo L’imperatrice, pubblicato in maggio da FVE, casa editrice milanese diretta da Valentina Ferri.

Nechita – che è un nom de plume – è nata in Romania nel 1968 e ha già all’attivo vari libri: dal volume d’esordio Ciliegie amare, uscito nel paese d’origine nel 2013 e in traduzione da Laterza nel 2017, a Bambole di fango (2019) e Piccola mamma (2020). Vive in Italia da oltre quindici anni, lavorando come badante e scrivendo. Continua a leggere

Lirico terapia. Giovanni Testori


Vita e morte

[…] Un giorno qualcuno sarà profeta di vita;

a me non è stato possibile.

A me è stato possibile solo dirvi questo:

riunite la morte alla vita,

riunitele

o su di voi scenderà solo e per sempre lei,

la morte fattasi oggetto,

la morte fattasi cosa…

Riunitele,

ve lo chiedo dalla mia fine

e dal mio inizio:

riunitele.

Allora il cerchio si ricomporrà

e con il cerchio il senso,

l’infinita pazienza dell’essere,

la sua giustizia, il suo significato.

Riunitele così, vita e morte,

com’è accaduto a lei,

come sta accadendo a me,

in un bacio,

nel bacio che vi do.

Pietà per la mia insipienza,

pietà per il mio povero, incapace amore.

Pietà, popolo che m’ascolti,

pietà di me, di voi,

e poi luce, infinita giustizia, carità, perdono…

Testori ci ricorda che solo l’unione degli opposti rende ragione dell’umano. Un mondo che rimuove la morte avrà sempre il fiato corto. Una provocazione anche per noi.

Lirico terapia, Rainer Maria Rilke


Giorno d’autunno

Signore: è tempo. Grande era l’arsura.

Deponi l’ombra sulle meridiane,

libera il vento sopra la pianura.

 

Fa’ che sia colmo ancora il frutto estremo;

concedi ancora un giorno di tepore,

che il frutto giunga a maturare, e spremi

nel grave vino l’ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l’avrà.

Chi è solo a lungo solo dovrà stare,

leggere nelle veglie, e lunghi fogli

scrivere e incerto sulle vie tornare

dove nell’aria fluttuano le foglie.

Una preghiera laica di grande suggestione. Quel vento liberato ricorda da vicino i segreti della vita spirituale.

Giselda Pontesilli, “La città antica” e la poesia odierna

1) Come risponde, ora, la poesia all’abbandono d’ogni persona, ogni casa, ogni cosa? Al nostro vivere, azzerato, internato, non in borgate, quartieri alti, monti, campagne, ma in campi-profughi ormai, campi di erranti: – isolati, macchinizzati, numerizzati?

Ora -ancora- la poesia ridice, ridesta ciò che resta, la realtà cioè, effettiva, effettuale: comunità per vivi e “morti”, figli e avi, “futuri”/ presenti / ”passati”.

MA: come fa, come può, se tutti! ormai sono espropriati d’ogni esperienza, comunità ovvero realtà? e gli avi (in cimiteri precari macchinizzati), insepolti, isolati, smembrati?

«All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne / confortate di pianto» fu meno dura la nostra vita, anzi fu celeste… 

e celeste, era la terra: «questa / bella d’erbe famiglia e d’animali».

MA ormai, che ne resta? Continua a leggere

Desideri

Gesù desidera incontrarci. Trovarci nel silenzio, stare con noi, è qualcosa a cui tiene più di quanto immaginiamo: lo priveremo di una gioia? Lo faremo aspettare inutilmente? Stringersi a Lui è il segreto della vita.

La ragazza con gli occhi vuoti

Immagine di Mikael Moiner

Un racconto di Annika Danz, tradotto da Monica Mazzitelli

La ragazza con gli occhi vuoti

Un giorno era lì, davanti a me. Mi fissava con uno sguardo vuoto. La guardai chiedendomi chi fosse, con quegli occhi vuoti. Era dall’altra parte di uno specchio, inaccessibile. Eppure sentii un senso di appartenenza, istintivo; in qualche modo, eravamo unite. Ma come era possibile, se non ci eravamo mai incontrare?
Come vivessimo in mondi diversi. Lei immobile su un prato, circondata solo da un prato infinito. Io, dall’altra parte – anche io su un prato, ma pieno di vita. Il tempo era fermo e io mi sentivo al sicuro, ignara della tempesta in arrivo per entrambe. Continua a leggere

Poesia italiana del XXI secolo

Antonietta Gnerre è nata ad Avellino nel 1970, è poetessa e scrittrice per ragazzi. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna,1994), Anime di Foglie (Delta 3, 1996), Fiori di Vetro – Restauri di Solitudine (Fara, 2007), Preghiere di una Poetessa (Lo Spirito della Poesia, Fara, 2008), Pigmenti (Edizioni L’Arca Felice, 2010), I ricordi dovuti (Le Gemme, Edizione Progetto Cultura, 2015), Quello che non so di me, Interno Poesia, 2021. I Saggi: Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi (Delta 3, 2008),  Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale e Forme di pensieri, saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (ESI, Napoli, 2013 – 2015). Ha curato insieme a Rita Pacilio l’Antologia poetica Una luce sorveglia l’infinito sul tema del Giubileo della Misericordia (La Vita Felice 2016). Ha curato, insieme alla famiglia Bellofatto, l’antologia Abbracci (D&P 2016). Consulenza e postfazione del libro di Andrea Fazioli La beata analfabeta. Teresa Manganiello, la sapienza delle erbe (San Paolo, 2016. Collana Vite Esagerate). La favola La storia di Pilli (Scuderi Editrice, 2019). È Presidente del PREMIO Internazionale PRATA, la cultura nella Basilica, giunto alla quindicesima edizione, e Direttore artistico della Festa dei Libri e dei Fumetti di Avella. Collabora come opinionista con quotidiani e riviste religiose. Come critico letterario e intervistatrice, invece, con riviste cartacee e on line di cultura poetica.

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Identitù

Faccio una proposta: definire l’identità in modo più preciso. Se è vero che possiamo conoscerci soltanto specchiandoci in un altro, sarebbe utile riconoscerne tutta l’importanza: è la persona da cui siamo amati, con la quale abbiamo confidenza, da cui ci sentiamo conosciuti. Per me, questa persona è Gesù: è Lui che mi dice chi sono, come posso ritrovarmi, com’è  possibile essere  me stesso. Non si tratta più di identità, ma di identitù: perché è il tu a definirmi, a rivelarmi chi sono. Se questo è vero, perché non trarne le conseguenze necessarie? Il mondo farebbe un passo avanti.

Educazione sentimentale #5

di Antonio Sparzani


Più volte ho scritto qui e altrove su quella cosa che ho chiamato, forse un po’ troppo genericamente “educazione sentimentale” e che comunque credo rivesta un’importanza fondamentale nella vita di ognuno di noi. Ho parlato delle letture giovanili, che ritengo siano state importanti per me, “I ragazzi della via Pal” di Ferenc Molnár e, qualche anno dopo, “Tre camerati” di Erich Maria Remarque. Ma più invecchio e più mi convinco che questa cosiddetta educazione sentimentale prosegua in verità per tutta la vita, con forme varie, letture, frequentazioni, relazioni amicali ed amorose, sventure e avventure.
Verso la fine degli anni ’90, più di vent’anni fa e già ero cinquantenne, ho scoperto uno scrittore italiano ormai celebre Continua a leggere

Lirico terapia. Bartolo Cattafi


Inquilini

Sbatter di porte

girare di chiavi nella toppa

morti nel vostro letto

dietro le vostre porte

e morte intermittente

entrare e uscire

mani irose impazienti

al pomo delle porte

passi

i nuovi arrivati

con valigie e fagotti

con otri di vento

inquieti portatori

di mistero nelle stanze

a voi morti a voi vivi

con filo ritorto appunto

speranza e fiducia

chiedo clemenza

creature del mio piano

a metà o del tutto

interrato.

Cosa succede in un condominio? Quali stratificazioni di eventi, anche drammatici, la storia registra, magari a nostra insaputa? Solo il poeta può restituire spessore a un’umanità dimenticata.

Abbraccio


Gesù scende in mezzo a noi. Questo ci stupirà fino a quando lo vedremo faccia a faccia. Allora potremo dirgli  il nostro grazie. Quanto avremo atteso per pronunciarlo guardandolo negli occhi; quanto avremo desiderato ascoltare la risposta, ricevere il suo abbraccio.

Lirico terapia. Nelo Risi


Da “Pensieri elementari”

Il contromemoriale

VI

Il coro dice “lo prevedevo”.

Tutto facile, sì, tutto scritto

ben chiaro ma con il sangue

con il mio seme

con le mie lacrime

e con l’aiuto dell’altro

anche nel bene.

Quello che si dice “il senno del poi”. Ma il poi si costruisce con il prima, spesso con dolore, faticosamente. Nelo Risi ce lo ricorda con questo “pensiero elementare”, ma non troppo.