Archivio mensile:Marzo 2009

la prima volta

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“Da piccolo inviai una lettera a Gino Bartali. Ma per paura che non mi rispondesse, non scrissi il mio indirizzo. Astuzia ‘sveviana’ per proteggermi da un’eventuale delusione ”. Claudio Magris sul Venerdì di Repubblica del 27/3/2009

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L’arte dietro le quinte

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Si può andare a Praga senza pensare a Kafka, a Francoforte senza cercare la casa natale di Goethe, a Parigi senza collegare il Faubourg Saint-Germaine a la Recherche, a Salisburgo ignorando Mozart. Luoghi come altri per moltissimi visitatori giunti lì per le ragioni più disparate: una fiera mondiale, un mercatino, un piatto gastronomico rinomato, un collezionismo compulsivo di mete. Di queste motivazioni, dunque, si appagheranno e racconteranno. Altri, invece, e non sono pochi, sono lì alla ricerca di tracce e itinerari di esistenze a loro care, artisti le cui opere ne hanno talvolta rivoluzionato la vita, o l’hanno resa più sopportabile. Lo sanno bene le agenzie di viaggio, gli hotels, i ristoranti e i locali di ogni genere, tutt’altro che indifferenti al richiamo dei loro concittadini illustri, a cui spesso devono parte della loro fortuna. Un dono spesso immeritato, quella scia luminosa e postuma che sopravvive all’esistenza terrena dell’artista. Non sarebbe giusto, pertanto, da parte dei beneficiari, condividerne almeno in parte i vantaggi, in qualche forma? E’ chiedere troppo nell’italietta smemorata dove si fa impresa senza rischio d’impresa, dove non c’è rispetto né gratitudine per chi l’ha sostenuta e la sostiene con un proprio contributo di bellezza e saggezza?

PROVOCAZIONE IN FORMA D’APOLOGO 105

Quand’era giovane Erre si divertiva spesso a punzecchiare una collega, come si diceva allora “cristiana di base, impegnata a sinistra e attiva nel sociale”.
Quando le chiese che cosa pensasse della transustanziazione, la collega s’infuriò particolarmente, dandogli del provocatore e dichiarando trattarsi di uno dei tanti retaggi di epoche “arcaiche e stregonesche”.
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E sua nazion sarà tra feltro e feltro, di Bianca Garavelli

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Sollevò il rettangolo di cuoio che copriva la nicchia, scavata in profondità nella parete. Le carte dentro erano ordinate con cura, come ricordava di averle messe poco tempo prima, a pochi versi dalla fine dell’opera.

La grande opera a cui aveva atteso per anni, in diversi tempi, in diversi luoghi, ispirato da persone ed eventi che avevano lasciato un segno su di lui. Segni indelebili, segni di un’intera vita, di uomini e donne che sarebbero rimasti nella storia.

Uno di loro era Arrigo VII, l’imperatore mancato. Colui che aveva tanto alimentato le sue speranze, riacceso la sua vita di esule e uomo politico ancora passionale. Un’altra era Margherite Porete, la battagliera mistica che aveva visto bruciare a Parigi. E Cangrande, il giovane principe generoso che lo aveva accolto a Verona, salvandolo dalla povertà. E poi c’erano gli occhi di smeraldo di Beatrice, lei sua guida, lei suo raggio divino che lo innalzava. Che continuava a innalzarlo a sé. Continua a leggere

Vivalascuola. Anche noi non denunciamo

Se dovesse passare nel ddl sulla sicurezza (vedi commenti qui e qui) l’obbligo di denuncia dei clandestini da parte di chi svolge funzioni pubbliche anche noi insegnanti ci troveremmo in questa condizione. Avremmo così non solo immigrati che non si faranno curare ma anche bambini che non si presenteranno più a scuola o che non ci entreranno mai. Talmente aberrante da sembrare impossibile ma in questi mesi di cose impossibili divenute legge dello Stato ne abbiamo viste fin troppe ed è meglio che fin da ora il mondo della scuola gridi forte e chiaro: ANCHE NOI NON DENUNCIAMO! Assurdo è che lo apprendiamo attraverso un documento di parlamentari del pdl e non dall’opposizione. Un ultimo pensiero per il Presidente della Repubblica: caro Presidente non penserà di apporre la propria firma anche a questo provvedimento! (Manuela)

Nuove resistenze interculturali
di Marilena Salvarezza

Di intercultura una minoranza di “addetti ai lavori”, in ambito formativo e culturale (studiosi, professori universitari, Organizzazioni non governative (ONG) ha molto parlato e scritto in questi anni, in Italia e in Europa Continua a leggere

Stessa grande palma

panoramica

di Alessandro Ansuini

Ho preso lezioni di lettura veloce ed adesso sono capace di leggere Guerra e Pace in venti minuti. Parla della Russia.
Woody Allen

L’attrazione maggiormente eccitante è esercitata da due opposti che non si incontreranno mai.
Andy Warhol

C’è questo schermo collegato a una telecamera che fisso, ecco, o dovrei dire ci sono sedici telecamere su questo schermo ma ne fisso una, sulla quale una mosca si muove ingannandomi la vista. Sembra un gatto che si muove a scatti, scatti velocissimi, questo penso subito, ma poi guardo bene. Un gatto, seppur veloce, non può muoversi così velocemente. È una mosca, o un moscerino. Di seguito la mente in maniera coatta comincia a farmi girare nella testa come un hula hop le parole: marionette e insettini. Marionette e insettini. Marionette e insettini. Lavoro da sette ore ormai. Continua a leggere

Già 10 anni fa vi raccontavo la questione del “vero” Carver

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di Antonio Spadaro

Ormai sembra essere la novità del momento: i racconti di Raymond Carver così come noi li conosciano non sono di Carver . O meglio: sono suoi ma poi sono stati talmente limati da Gordon Lish da essere diventati “altro”. Adesso vengono dunque ripubblicati nella loro edizione originale e sembra la scoperta del momento. Eppure in un articolo del “lontano” 1999 – 10 anni fa! – su La Civiltà Cattolica e poi in un libro nel 2001 avevo già messo in guardia i lettori invitandoli a leggere più i versi di Carver che i suoi racconti. Nei suoi versi è possibile andare in profondità e rintracciare il vero volto dello scrittore.

E 10 anni fa illustravo come erano andate le cose. Riporto qui di seguito alcune (poche) pagine – senza note – di quel libro ( A. Spadaro, Carver. Un’acuta sensazione di attesa , Padova, Messaggero, 2001 ), proprio quelle che cercavano di fare il punto sulla questione del Carver… Continua a leggere

Michele Caccamo – estratti editi (con traduzione in inglese.)

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1)
E poi d’improvviso mi ritiro e mi sciupo
e mi attacco al catafalco
come fossi impiccato ad un vuoto leggero.
Ma io voglio significare la mia morte
con un odore romantico
e che sia anche languida
un sepolcro spumeggiante
gocce d’olio cariche di luce
perché non sia un amen
ma uno spinterogeno nel sangue
una rondine Continua a leggere

“Lettura poetica” dell’opera n.4:”Cuore nella pietra” di Marinella Galletti

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Adam et Eve  1932
Tamara De Lempicka
olio su tavola cm 116 x 73
proprietà privata, Parigi

“Lettura poetica” dell’opera n.4: “Cuore nella pietra

di Marinella Galletti

Perfezione dei corpi degli amanti. Adesione dell’uno all’altra, alla vita, alla monumentalità, alla “modernità”!

La città alle spalle della coppia è luogo dell’esistenza, ascesa di materiali e tecnica, forme cubiche e spessori. Al vertice di un curvilineo trascinamento di energia che “virtualmente” collega il mondo interiore alla città del futuro, sotto la spinta dinamica e diagonale che accosta Eva ad Adamo. Continua a leggere

Chicco Testa… e l’”Educazione sentimentale” di Flaubert

 

 

di Alfio Squillaci

Il titolo che ho imposto a questo mio intervento potrebbe fare l’eco a quella battuta di Nanni Moretti che nel “Caimano”, da produttore cinematografico, inventava titoli ad effetto per i suoi “B-Movies”, tra i quali c’era anche un “Maciste contro Freud”! Ma nelle mie intenzioni non c’è solo la voglia di far cozzare l’alto e il basso per vedere l’effetto che fa, quanto qualcosa di più meditato e di più serio, almeno spero. Continua a leggere

Libera-mente tratto, di Roberta Salardi

tutti questi flash negli occhi… pugni di riso per gli sposi… fotografati io e la bara; io senza la bara; io e la mamma; io senza la mamma… sempre io al centro… altrimenti io e la mamma abbracciati
“Ma, ecco, è lei! E’ lei!” al mio fianco sul sagrato… vestita di bianco, radiosa… ha un velo semitrasparente davanti al viso per nascondere pudicamente l’emozione (“C’era sangue sulla facc…?”) la sua espressione dolce, ridente, gli occh…
tutti aspettavano noi qui fuori: il sindaco, i conoscenti, i giornalisti, i carabinieri… la città intera (la famiglia e la città tutta piangono la perdit… Continua a leggere

Galateo e coltelli nella schiena. Il romanzo del caos italiano

di Massimiliano Parente

È uno di quei libri che non solo cambiano la storia della letteratura, non solo cambiano il lettore che li legge, ma cambiano anche i libri degli altri, rendendoli piccoli, irrilevanti. Quindici anni di scrittura, quindici anni per la stesura di un lungo romanzo in tre parti, quindici anni di calvario tra gli editori: prima Feltrinelli, che ne pubblica la prima parte, nel 2001, ma non vuole la seconda. Rizzoli pubblica la seconda, nel 2003, ma non vuole la terza.

Personaggi assurdi e idee divertenti
Ora, finalmente, Antonio Moresco ha portato a termine Canti del caos, che esce per Mondadori in un unico volume di mille pagine, pagate dall’editore solo ottomila euro, meno di otto euro a pagina, meno di un dattilografo. Nel frattempo, nel silenzio di chi legge e studia, sono già una dozzina le tesi di laurea scritte spontaneamente, nell’ultimo decennio, in sparsi atenei italiani, su questo scrittore nato nel 1947 e che ha esordito solo nel 1993, dopo decine di rifiuti editoriali. Il suo impatto solitario, eroico, irriducibile, sulla società letteraria italiana, è raccontato in Lettere a nessuno, pubblicato da Einaudi l’anno scorso e caduto nell’imbarazzante oblìo dei critici, i quali preferiscono accapigliarsi sulla storia della letteratura di Asor Rosa. Canti del caos è un’opera colossale, un’opera inclassificabile, una rivoluzione come lo è ogni capolavoro quando è un’opera d’arte e non un prodotto di intrattenimento usa e getta. Non lasciatevi ingannare dai recensori, da quelli come Angelo Guglielmi che lo hanno definito «un libro illeggibile» solo perché non leggono più o non sanno più leggere. Continua a leggere

Corbellerie…

Dunque, cos’è una corbelleria? Tutti lo sappiamo: una sciocchezza, una stupidaggine, uno sproposito, un atto o parole da sciocco e via dicendo. Come la corbelleria riportata da alcune grammatiche – e fatta propria da certi insegnanti – sul corretto uso della congiunzione dunque.
Costoro sostengono – a spada tratta – il concetto secondo il quale dunque essendo una congiunzione deve congiungere, appunto, due frasi ed è adoperata correttamente solo se serve per concludere o trarre una conseguenza: gliel’ho promesso, dunque non posso esimermi. Corbellerie, corbellerie. Continua a leggere

Estratto da “La vita indiretta” – di Marco Rossari [inedito]

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=vnjlKmN6Zp4&feature=related]

L’accento valligiano con
pettinatura anni novanta
non mi spaventa, compro
la villetta venduta
da valletta stile Noventa
Katia, con vallata stellata
sebbene mansardata. Continua a leggere

Olocausto domestico

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di Luca Mastrantonio (http://tritone52.wordpress.com/2009/03/25/silvia-plath/)

Maledizione o vizio esistenziale? Al confronto, persino i Kennedy sembrano una famiglia normale. Un po’ sfortunata, ma nella norma, cioè infelice come anche quelle più fortunate finiscono per essere, come tutte le famiglie normali di Anna Karenina. Ogni famiglia ha un suo dramma nascosto. Ma quello di Plath-Hughes è sconcertante, scandaloso, quasi un olocausto familiare.

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