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Nebbia

Ci sono giorni di nebbia, dentro il cuore: tutto è coperto da uno strato di apatia. È il tempo in cui Maria ci viene incontro: il suo abbraccio sa disperdere la cenere dell’amore perduto.

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La porta di servizio


Ci dimentichiamo di Maria: è troppo in alto, troppo fuori delle nostre coordinate. “Il troppo stroppia”, diceva mio padre. In realtà, con Maria non è mai troppo: è la Madre che ti aiuta quando meno te l’aspetti, che anticipa preghiere e desideri, che in Paradiso, se è chiusa la porta principale, ti apre quella di servizio.

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Tesoro


Maria è la bontà: come figlia, ha un amore sconfinato per il Padre, che l’ha scelta da sempre; come Madre, una dolcezza incomparabile, nel contatto con il Figlio di Dio. E noi siamo suoi figli: apprezzeremo il tesoro ricevuto in dono?

Il nome

Maria è la bontà, dice il Cristo alla Bossis. È bello sapere che, da qualche parte, c’è un rifugio, l’ultima Thule della nostra speranza. Maria è il nome che dovremmo pronunciare quando intorno vediamo soltanto cattiveria.

La Madre

Bisogna contare sulla Madre, Immacolata e Addolorata. Colei che ha accolto in maniera perfetta il progetto di Dio, corrispondendo ad ogni sua speranza. È un’alleata potente, della quale è rischioso fare a meno. Con Lei, tutto diventa più semplice, meno faticoso. Un Padre, un Fratello, una Madre: la compagnia necessaria e sufficiente per giungere alla meta.

Maria


Per noi abbiamo il Re del Castello, ma anche sua Madre. Ha sofferto per farci nascere al cielo, vedendo morire suo Figlio. Chi soffre di piu, più ama. Maria ha vissuto per Dio: lasciamo che lo insegni anche a noi. La vita spirituale è complessa, faticosa, segnata da alti e bassi: chi ci aiuterà a ricevere la grazia necessaria per percorrere il cammino? Maria, I Santi. Stiamo con Lei, stiamo con Gesù, con loro sentiamoci in famiglia.

Bar n?bh?’ah


Consolare: una bella parola. L’apostolo Barnaba la porta scritta nel nome: Bar n?bh?’ah, figlio della consolazione. Nella quarta stazione della Via Crucis, Maria si lancia incontro a Gesù: non può fare nulla, se non consolarlo. E suo Figlio ne resta consolato. Dovremmo ricordarcene anche noi, accarezzando, nei momenti di buio, il Cristo sofferente, il viandante della Croce; a suo tempo, sapremo quanta gioia gli avremo procurato con un semplice gesto, con questo infinitesimo dono.