Cerco il tuo volto, poesie di Paola Meroni

Da Cerco il tuo volto, Signore, Prometheus, Milano 2023, di Paola Meroni

 

DONNE SULLA VIA DELLA CROCE

 

«Gesù, voltandosi verso le donne, disse:

“Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me,

ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.”»

(Lc 23, 28)

Donne, tue compagne,

sorelle, amiche,

quante colpite nell’anima e nel corpo,

violate nei sogni più sacri.

Pietre, insulti,

disprezzo, macerie, abbandono,

deserto di solitudine

senza più oasi di preghiera.

Quante in fila ad attraversare

distese e montagne,

fardelli pesanti sulle spalle e sul cuore,

speranze appassite dal sole.

E Tu, Signore, che tardi

a interrogare ancora i farisei,

a fermare la loro mano

dal crimine atroce.

Posa il tuo sguardo sul loro viso,

attendi quei piedi sulla via del Calvario,

lascia la tua traccia sulla sabbia,

che riapra il futuro, curi i peccati.

*

TRA LE MANI, UN LINO

(La Veronica asciuga il volto di Gesù)

 

«Di te ha detto il mio cuore:

“Cercate il suo volto”;

il tuo volto, Signore, io cerco».

(Sl 27, 8)

 

Sulla via della Croce

ho seguito i tuoi passi dolorosi,

ho scrutato ognuna di quelle orme lente,

ho cercato il tuo sguardo tra le lacrime,

ho desiderato accarezzare il tuo viso

e le mani coperte di sangue

e di offerta silenziosa.

Di quel cammino

mi è rimasto tra le mani

un lino

bagnato del tuo sudore,

intriso della tua sofferenza.

 

Mistero indecifrabile

solo il volto dell’amore

donato

sempre.

 

*

 

TUTTO È COMPIUTO

«Tutte le folle… ripensando

a quanto era accaduto,

se ne tornavano

percuotendosi il petto».

(Lc 23, 48)

 

Tutto è compiuto.

L’agonia della croce

ha lasciato posto al vento

che sferza i visi di cera.

Tutti se ne sono andati,

uno alla volta, confusi,

sazi di muto dolore.

Il legno è rimasto

guardiano del colle

a vegliare l’attesa

di una promessa ineffabile.

L’uomo nel sudario

è pronto al viaggio

nelle viscere della terra

e i morti – qualcuno dice –

torneranno alla vita.

 

Il cielo vacilla

in brandelli di nubi

e la sera infuocata

cola a gocce sulla città.

Gli umili sanno

che non è più possibile

il ritorno alla normale

quotidianità.

 

*

 

NEL TUO NOME

 

«Giuseppe, preso il corpo di Gesù,

lo avvolse in un candido lenzuolo

e lo depose nella sua tomba nuova,

che si era fatta scavare nella roccia».

(Mt 27, 59-60)

È di pesca la luce

che accarezza la pietra

del tuo sepolcro.

Noi qui davanti

a piangerti,

piangono le erbe

di questo giardino,

piange la sera

morbidamente

sulle nostre vite di peccato.

Ma Tu,

sicuramente,

sei già oltre,

oltre il tuo corpo

nella tomba,

sei tra la gente

che chiede pane e senso,

tra i poveri della terra,

tra i malati e i moribondi.

Non puoi attendere

la domenica di resurrezione,

l’urgenza è troppa.

Anche il dovere di salire al Padre

chiede di essere rimandato.

 

Ma se a Lui devi andare,

allora invia noi tra i tuoi

a colmare il vuoto di amore.

Nel tuo Nome.

 

*

 

AL MATTINO, IL LIETO ANNUNCIO

«Passato il sabato,

all’alba del primo giorno della settimana,

Maria di Magdala e l’altra Maria

andarono a visitare il sepolcro».

(Mt 28, 1)

 

È accaduto.

Come tuono e folgore improvvisa.

Si è adempiuta la promessa

consegnata alle generazioni.

La pietra rotolata,

il sudario ripiegato,

il sepolcro vuoto.

L’angelo di luce l’ha rivelato

a chi come noi non comprendeva.

Il dolore ancora invadeva l’animo,

gli occhi ciechi per il troppo fulgore

la mente inebetita

di fronte all’inspiegabile.

 

Niente più sarà come prima,

non ancora l’evidenza di come sarà.

Ma la certezza è concreta,

la morte non potrà più essere tiranna.

Ed ora i piedi volano leggeri,

la lingua non trattiene

un canto di gioia intima, felice.

Il sole sulla pelle

bacia l’anima

trasfigurata.

A tutti giunga il lieto annuncio.

 

I rabbini sostengono che i libri sacri, dal momento che contengono la Parola di Dio, “sporcano le mani”. L’espressione d’acchito può stupire. Ma cosa vuol dire anche nella lingua corrente l’espressione “sporcarsi le mani”? È l’esatto contrario di quello che fece Pilato, che le mani se le lavò mandando così Gesù al supplizio della croce (Mt 27, 24). “Sporcarsi le mani” significa “compromettersi” (come invece non ha fatto Pilato), quindi rischiare di doversi abbassare, di dover cambiare prospettive e progetti, di perdere la faccia non soltanto di fronte a se stessi ma anche di fronte agli altri. Non per niente la ????????, “conversione”, evangelica è un “cambiamento di mentalità” e -di conseguenza- di percorsi. La Bibbia è uno specchio molto pericoloso: ti farà vedere di te quello che non vorrai, più esattamente: la frantumazione della bella immagine di te che ti eri con tanto tempo e fatica costruito. Le Scritture mandano in crisi, è vero, ma in greco sta per “giudizio” come pure significa “scelta, decisione, fase decisiva nell’evolversi di una malattia” e deriva dal verbo ?????, presente ben 114 volte nel Nuovo Testamento, che si può tradurre concettualmente con: non giudicare gli altri, non criticarli, distingui il bene dal male, processa piuttosto te stesso, lasciati correggere e curare dal Signore. Chi non va in crisi non cresce. Chi non dubita mai, non crede veramente: se la racconta soltanto…

Paola Meroni è una di quelle persone che il coraggio di sporcarsi le mani con la Bibbia ce l’ha avuto. E l’ha voluto fare anche attraverso una raccolta di poesie dal titolo paradigmatico: Cerco il tuo volto, Signore. Questa sua palese dichiarazione d’intenti affonda le proprie radici nel testamento profetico di Mosè rabbenu, “nostro maestro”: «Cercherai il Signore, tuo Dio, e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima» (Dt 4, 29), che è poi il motivo conduttore dell’intero libro dei Salmi, per non dire che sta al cuore stesso delle Sacre Scritture tutte. (…) L’Autrice percorre e ripercorrere a ritroso la storia della salvezza e in particolare i racconti della passione di Gesù attraverso le eterne domande aperte dalla teodicea, con la partecipazione appassionata alle sofferenze del Maestro, a quel «Mistero indecifrabile».

Maria Luisa Eguez

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Un pensiero su “Cerco il tuo volto, poesie di Paola Meroni

  1. Giorgio Stella

    Nn dividere il si dal no, scriveva Paul Celan… Mi pare impresso nella stretta-chiusa di questa VIA CRUCIS democratica. Grazie.

    Rispondi

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