Ornithology 6. Sancino

 

SANCINO

 

Anatre in volo

Anatre selvatiche in volo
lungo la sponda del Naviglio
come in una stampa di Utamaro
un haiku di Bash?:
la natura non conosce limiti
sa sempre come sorprenderci
anche in questa campagna sfigurata
da superstrade e dormitori.
Sento solo dolcezza in questo mattino di settembre
è il primo giorno di scuola
ma ho deciso di non correre
c’è qualcosa di selvatico in me
che mi trattiene
la coscienza del mio becco arancio
della mia cascata di piume
l’istinto mi dice: resta
porta la tua classe qui al fiume
dove nessuno si sentirà mai stupido o solo
qualunque sia l’altezza e la durata del volo.

in Frammenti viola (2016)

*

In volo

Il mio corpo si apre sulla città
come uno scroscio di pioggia estivo
un bene primordiale di luce
che aderisce al dorso delle cose.
Succede ancora che una forza si muova
ci smuova organi come macigni
– dovremmo lasciare certi pesi al suolo
tentare il volo come gli antichi
per fonderci coi rumori del cielo.
Sono vicina al cuore del tuono
più di quanto avreste creduto,
ché io non ho ali né motore
mentre voi potreste scomporre le nubi
rifondere l’oro del ranuncolo
con tutto il vostro sapere.
In me sussiste qualcosa d’incompiuto
forse è per questo che non temo il vuoto.

in Il pomeriggio della tigre (2018)

*

Elisabetta SANCINO

Frammenti viola
“La carrucola del pozzo”, 96, rue de-La-Fontaine, Torino, 2016

Il pomeriggio della tigre
“I granati”, Terra d’ulivi edizioni, Lecce, 2018

3 pensieri su “Ornithology 6. Sancino

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  2. Bruno Di Giuseppe Broccolini

    I punti di vista, quelli reali, evidenti, sia vissuti in proprio, sia quelli pensati come dei “desiderata” appresi dagli antichi dei. Dunque sognare, calarsi nei panni di altre forme vitali e lasciarsi andare, senza troppo pensare alle conseguenze. Insomma confondersi con gli stormi, grati per essere usciti di galera, librarsi nell’alto del cielo, sempre fisico s’intende, nuotando nei sontuosi volumi aerei. Metamorfosi a metà per via dei pensieri in libertà che, anche in volo, restano strutturalmente umani. Pertanto il cerchio va a richiudersi di nuovo ché la vita è così dipanata dall’alfa all’omega, cerchio perfetto ed ineludibile.

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  3. elisabetta

    Grazie a Giovanna Menegus e a voi di La poesia e lo spirito per avermi ospitato su questo interessantissimo blog, sono felice di aver potuto far conoscere questi testi, che Giovanna ha scelto con la sua consueta sensibilità.
    Grazie a te Bruno per l’attenzione che mi hai dedicato e per la tua lettura così acuta e profonda.

    Rispondi

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