Salvador Dalí, Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet, 1933 – 1935 / St. Petersburg, The Salvador Dali Museum
Jocy de Oliveira – Solaris (1988)
Instrumentation oboe and tape
Ricardo Rodrigues – oboe
~~~~~~~~~~~~~~~~~
Disteso sull’erba dove il sole è più caldo
penso che un giorno nutrirò la terra
e l’erba crescerà più verde.
Penso che la morte improvvisa
è la giovane donna
che inattesa mi viene alle spalle
sorridendo mi copre gli occhi
con i boccioli freschi delle sue dita
mi posa un bacio sulle labbra
e mi conduce per mano
in un angolo appartato dove
tra pioppi e cipressi
i raggi d’oro al tramonto confortano
due corpi nudi.
Nuda mi donerà quel che la vita
col suo pudore non mi ha mai donato.
Come nessuna donna
succhierà dalla mia bocca
tutta la linfa dei miei sensi.
E quel profondo brivido
che scenderà dalle labbra lungo il corpo
dissolverà in una misteriosa luce
tutte le immagini vane.
Tra le sue braccia
inizierò il lungo viaggio
nel buio d’eterne gallerie
ricorderò quante volte ho atteso
in stazioni deserte quel treno
da cui sarebbe scesa
come se avesse le ali per corrermi incontro
e annullare gli eterni minuti dell’orologio
che segna soltanto le partenze e gli addii.
Abbracciati sul prato le sue carezze
come un vellutato mantello di pace
scioglieranno dal mio corpo
grumi di gioie illusorie
i desideri vani e feroci i dolori terribili
e dall’animo ogni tormento.
Sarò il bambino
che dorme felice sul prato.
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“ voglio…voglio…voglio..un desiderio urlato
e disperatamente sofferto
che conduce all’Infinito!”
G. D’Annunzio
MARCELLO COMITINI – SULL’ERBA
marcellocomitini©sullerba.17.12.2022
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Salvador Dalí, Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet, 1933 – 1935 / St. Petersburg, The Salvador Dali Museum
Jocy de Oliveira – Solaris (1988)
Instrumentation oboe and tape
Ricardo Rodrigues – oboe
~~~~~~~~~~~~~~~~~
Disteso sull’erba dove il sole è più caldo
penso che un giorno nutrirò la terra
e l’erba crescerà più verde.
Penso che la morte improvvisa
è la giovane donna
che inattesa mi viene alle spalle
sorridendo mi copre gli occhi
con i boccioli freschi delle sue dita
mi posa un bacio sulle labbra
e mi conduce per mano
in un angolo appartato dove
tra pioppi e cipressi
i raggi d’oro al tramonto confortano
due corpi nudi.
Nuda mi donerà quel che la vita
col suo pudore non mi ha mai donato.
Come nessuna donna
succhierà dalla mia bocca
tutta la linfa dei miei sensi.
E quel profondo brivido
che scenderà dalle labbra lungo il corpo
dissolverà in una misteriosa luce
tutte le immagini vane.
Tra le sue braccia
inizierò il lungo viaggio
nel buio d’eterne gallerie
ricorderò quante volte ho atteso
in stazioni deserte quel treno
da cui sarebbe scesa
come se avesse le ali per corrermi incontro
e annullare gli eterni minuti dell’orologio
che segna soltanto le partenze e gli addii.
Abbracciati sul prato le sue carezze
come un vellutato mantello di pace
scioglieranno dal mio corpo
grumi di gioie illusorie
i desideri vani e feroci i dolori terribili
e dall’animo ogni tormento.
Sarò il bambino
che dorme felice sul prato.
marcellocomitini©sullerba.17.12.2022
https://youtu.be/KABcuWYjdvo?feature=shared