Lirico terapia. Umberto Bellintani


Fratelli

I poveri morti sono i miei fratelli,

passeggio con loro per il cimitero,

non vi è nessuno che abbia il cuore felice.

Chi ha ucciso, rubato, o disprezzato

in questa vita così fatta per gli uomini;

chi è penetrato nottetempo nel campo del vicino

e ha distrutto le colture, e chi la donna

dell’amico ha condotta a perdizione.

Ma non per questo nessuno v’è che peni;

ognuno soffre la montagna della morte

che gl’impedisce di vedere il proprio figlio

e la sua donna, la casa, il campo amato,

un volto amico, un arnese, umili cose.

I poveri morti sono i miei fratelli,

passeggio con loro per il cimitero,

non vi è nessuno che abbia il cuore felice.

La compassione è uno dei sentimenti più nobili. In questa lirica di Bellintani si tocca con mano il suo spessore.

3 pensieri su “Lirico terapia. Umberto Bellintani

  1. S&R

    Com-passione, patire con l’altro, lasciarsi attraversare dal suo dolore senza difendersi, accettare di vibrare su quella stessa corda, crea un legame di una profondità e di un’autenticità che, probabilmente, non hanno eguali perché sfiora la dimensione della pura gratuità. E questi versi la colgono perfettamente.

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  2. Ema

    Forse in questi versi più che la compassione si evidenzia una potenza attribuita alla “montagna della morte” che impedisce di avere un cuore felice.
    Ma sappiamo bene che si può morire nel corpo e vivere nello spirito, felici.

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  3. Ema

    Forse il poeta prova una particolare compassione che deriva dall’avvertire su di se, pur essendo ancora vivo, il peso della “montagna della morte”.
    L’ infelicita’ non deriva dal luogo esteriore in cui si trova ma e’ dentro di se.

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