4 pensieri su “Luigi Maria Corsanico legge Cesare Pavese. 4”
Luigi Maria Corsanico
Cesare Pavese – La forza primitiva [6 novembre 1928]
da “Blues della grande città”, in
Cesare Pavese
Le poesie
A cura di Mariarosa Masoero
Introduzione di Marziano Guglielminetti
Einaudi 1998
Lettura di Luigi Maria Corsanico
György Ligeti – Études, Book 3: No. 15, White on White
Piano, Kei Takumi
Umberto Boccioni
La città che sale, bozzetto, 1910
Museum of Modern Art, New York
~~~~~
Cesare Pavese – La forza primitiva
I.
Tutto il cielo è di fumo
grave del fumo-nebbia di novembre
sulla grande città.
Ma non solo novembre
è disceso sul mondo.
Nelle vallate rigide dei viali
gli alberi neri e bruni
s’arruginiscono tra i fili e il fumo.
Non han piú linfe gli alberi,
il loro antico palpito
s’è contratto e scomparso.
Nella penombra della grande sera
si ergono per le vie
vivi di un’altra vita.
E accendono tra i rami irrigiditi
fiori enormi e spettrali,
i freddi fiori elettrici
che sbocciano sul mondo.
Le alte case affiancate
li riscontrano immobili,
anch’esse coi grandi occhi allucinati.
II.
Non soltanto novembre
è disceso sul mondo.
La stessa vita che possiede gli alberi
e le case geometriche
s’incrocia e urla sicura in mezzo ad esse.
Sotto la forza immobile
della natura di pietra e di luci
infuria un vortice che non è di acque,
non di vento o di fuoco,
ma, nella nebbia, vibra
della stessa passione che s’accende
nei grandi fiori elettrici.
Alito rosso, anelito d’acciaio
che si dibatte e rugge, ma perfetto
corre per la sua via.
E gli uomini, nel freddo, come gli alberi,
passano dentro il vortice
vivi di un sangue saldo e irresistibile.
Sulla città qualcosa ha vinto il mondo,
non soltanto novembre.
[6 novembre 1928]
È bello pensare che quel “sangue saldo e irresistibile” abbia vinto anche la morte del poeta, trasformandola in vita palpitante e inesauribile.
Grazie sempre per la bellissima interpretazione.
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Cesare Pavese – La forza primitiva [6 novembre 1928]
da “Blues della grande città”, in
Cesare Pavese
Le poesie
A cura di Mariarosa Masoero
Introduzione di Marziano Guglielminetti
Einaudi 1998
Lettura di Luigi Maria Corsanico
György Ligeti – Études, Book 3: No. 15, White on White
Piano, Kei Takumi
Umberto Boccioni
La città che sale, bozzetto, 1910
Museum of Modern Art, New York
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Cesare Pavese – La forza primitiva
I.
Tutto il cielo è di fumo
grave del fumo-nebbia di novembre
sulla grande città.
Ma non solo novembre
è disceso sul mondo.
Nelle vallate rigide dei viali
gli alberi neri e bruni
s’arruginiscono tra i fili e il fumo.
Non han piú linfe gli alberi,
il loro antico palpito
s’è contratto e scomparso.
Nella penombra della grande sera
si ergono per le vie
vivi di un’altra vita.
E accendono tra i rami irrigiditi
fiori enormi e spettrali,
i freddi fiori elettrici
che sbocciano sul mondo.
Le alte case affiancate
li riscontrano immobili,
anch’esse coi grandi occhi allucinati.
II.
Non soltanto novembre
è disceso sul mondo.
La stessa vita che possiede gli alberi
e le case geometriche
s’incrocia e urla sicura in mezzo ad esse.
Sotto la forza immobile
della natura di pietra e di luci
infuria un vortice che non è di acque,
non di vento o di fuoco,
ma, nella nebbia, vibra
della stessa passione che s’accende
nei grandi fiori elettrici.
Alito rosso, anelito d’acciaio
che si dibatte e rugge, ma perfetto
corre per la sua via.
E gli uomini, nel freddo, come gli alberi,
passano dentro il vortice
vivi di un sangue saldo e irresistibile.
Sulla città qualcosa ha vinto il mondo,
non soltanto novembre.
[6 novembre 1928]
È bello pensare che quel “sangue saldo e irresistibile” abbia vinto anche la morte del poeta, trasformandola in vita palpitante e inesauribile.
Grazie sempre per la bellissima interpretazione.
Un meraviglioso intreccio di versi, musica e tonalità
Vita contro morte, non c’è partita.