Bellezza, bontà e verità sono riflesse nel prossimo in cui ogni giorno ci imbattiamo, ma la fonte è Gesù: è a Lui che possiamo abbeverarci, per volare. Il Cielo sulla terra è la realtà più convincente.
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Cielo
Si spiega
Siamo qui per amare: ogni gesto che ha il coraggio di accogliere il progetto di Dio ha un valore inestimabile. Una parola di conforto, un’espressione autentica di tenerezza, un’attenzione inaspettata, sono la storia della terra che s’intreccia con quella del Cielo. In questa convergenza, tutto si spiega.
Una volta per tutte
Sogno
Legame
Di più
Da adesso
Tutto qui
Un bel modo
Come in cielo così in terra: affascina questa equivalenza, come ci fosse un canale segreto che collega i due mondi, come non esistesse soluzione di continuità fra l’eterno e il tempo. Dice il Cristo alla Bossis: dammi il buongiorno a ogni risveglio come se tu entrassi in cielo. Un bel modo di cominciare la giornata.
La Porta
Ultimamente parlo spesso della porta: Maria Ianua coeli – Porta del cielo -, Gesù Porta delle pecore (uno degli ingressi di Gerusalemme, che portava al Tempio). Dice il Cristo alla Bossis: c’è una porta che dà accesso alla visione di Dio, ma occorre aprirla. I nostri incontri all’alba servono a questo.
Orbite
Alzo gli occhi versi i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Così recita il salmo. È il segreto della vita sulla terra: guardare il cielo. Il Padre è lì, Gesù e lo Spirito, la Madre nostra Maria, sono lì. Perché sprofondare negli affanni di un granello di polvere che gira in un’orbita minuscola dell’universo? La svolta, nella vita, è lasciarsi attrarre nell’orbita di Dio: il suo Regno, la sua gloria. Il resto, che conta?
Opalescenze
di Antonio Sparzani
Era prossimo il tramonto di uno slavato pomeriggio di maggio. Nel cortile del liceo artistico il preside, finito il lavoro durato inusitatamente a lungo, intratteneva un amico, un suo caro amico, che era andato a trovarlo, come spesso accadeva, e a confidargli i casi propri. Parlarono per un po’, come svagatamente, l’amico era turbato da tempo da certi suoi casi personali. Il preside guardava le mura del cortile, gli alberi, ma senza vedere. Continua a leggere
Etere 2: i secoli “bui” e anche no.
di Antonio Sparzani
Dopo un inizio all’insegna della poesia, l’etere s’inoltra proteiforme nelle tenebre dei cosiddetti secoli bui, che bui non furon poi tanto, intrufolandosi negli scritti degli scienziati e dei filosofi, parole a quei tempi davvero equivalenti. Questi secoli vanno dall’ottavo al quattordicesimo, molto approssimativamente dico, perché distinguere il buio dalla luce non è agevole per nessuno, con quella retina poi così limitata che abbiamo tutti. Limitata realmente perché mentre è in grado di percepire i meravigliosi colori dell’iride, è invece del tutto cieca a tutte le altre radiazioni elettromagnetiche, infrarosso, ultravioletto, e su su fino ai raggi X, raggi gamma, e, d’altra parte, alle onde radio di tutte le frequenze possibili. Del resto pensate che spavento se la retina “vedesse” le onde radio, le UHF e tutto il resto, non vivremmo più – la televisione in diretta continua. Ma ancor più limitata metaforicamente, perché come facciamo a percepire le sconosciute latitudini dei pensieri di uomini così lontani da noi, se già facciamo così fatica a percepire quelli di chi ci sta a due passi.
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