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L’arte dello scrivere, di Gualberto Alvino

Esiste un verbo, anzi una particolare accezione di un verbo comunissimo — tentare — che potrebbe tornare utile a quanti lavorano con le parole: non solo l’abbastanza nota tentare le tenebre ‘aprire uno spiraglio di luce nel buio’, ma tentare un foro ‘cercare di allargare uno stretto pertugio’.
La consiglio vivamente agli amici scrittori.

L’arte dello Scrivere, di Gualberto Alvino

Ogni poeta deve fabbricarsi il proprio suono, fondare un mondo e una lingua che non lo veicoli ma lo metta in forma, perché l’unica sostanza della poesia è lo stile: la passione di Cristo o il singhiozzo d’un batterio vi hanno pari diritti di cittadinanza, identica valenza.
La partita della qualità si decide inevitabilmente in sede linguistica.

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L’arte dello scrivere, di Gualberto Alvino

Poesia non è sfogo, confessione o specchio di “lacerazione esistenziale”, ma grafico d’un’esistenza seconda: trasfigurazione, non verbale; distacco dal sé, non autocontemplazione (ma beninteso: l’io non è necessariamente vitando se flatus vocis, personaggio, correlativo oggettivo); impostura, nascondimento, non già trionfo e squadernamento dei contenuti-significati. Solo così può farsi macchina di moltiplicazione del senso.

L’arte dello scrivere, di Gualberto Alvino. 2

Al fine di equilibrare i ruoli di suono e senso nell’arte della parola si sarebbe fortemente tentati di affermare (come, per esempio, l’ultimo Montale) che lo stile non è la cosa, bensì “anche” la cosa.
Nossignori: in arte lo stile è l’unica realtà possibile.
La “cosa” della pagina gaddiana sarebbe forse la medesima se veicolata da una lingua referenziale, grigia e notarile, antipode allo spettacoloso plurilinguismo del gran lombardo e ai suoi sardonici, sprezzanti contrasti di registri?
E in Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori qual è la “cosa”, se non quella forgiata dal chiasmo?
Ma attenzione: chi asserisce l’identità di stile e cosa non sancisce affatto la signoria del suono sul senso, dello stile sulle cose, divaricando i due termini; intende semplicemente che i contenuti-significati sono condizionati — ergo creati — dall’organizzazione formale del testo letterario.