“questo nido sulla vostra fronte”
Quello che ho detto ho detto, eppure nel momento della deposizione, laddove il movimento di gravitazione è segnato per sempre in quelle carni, in quel sangue, chi è davvero per noi quell’uomo nel cui sudario è tutta la risposta ad una contrastata e disordinata oscurità d’amore? Sciolti i lacci, strappati i chiodi chi ha volto nell’abbandono tra quelle donne, tra quelle mani nel riflesso di uno sguardo cui va ad affidarsi?
In realtà, forse, solo la madre sembra saperlo davvero (in una raffigurazione che ha per me la sua immagine nell’affresco della cappella di Santa Giuliana Falconieri in via dei quattro venti a Roma, nel quartiere dove abito).
Nell’umiltà di quella forza in cui il mondo continua a reggersi prima della domenica, prima di tutte le albe e le domeniche delle nostre resurrezioni, è la coscienza di un carico portato non nell’immagine di un credo nel recinto delle proprie attese ma raccolto nello spazio di una incarnazione nel compimento definitivo della sua Parola. Continua a leggere